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Conversazioni sulla Viticoltura Italiana con Giovanni Bigot

Conversazioni sulla Viticoltura Italiana con Giovanni Bigot

By 4Grapes

Conoscere il proprio vigneto è l'unica strada per migliorare il suo potenziale qualitativo. Il nostro obbiettivo è avvicinare la conoscenza scientifica al mondo viticolo e poter iniziare ad applicare quello che la ricerca mette costantemente a punto.
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Monitoraggio e difesa contro le prime infezioni di peronospora della vite

Conversazioni sulla Viticoltura Italiana con Giovanni BigotApr 30, 2024

00:00
01:20:07
Monitoraggio e difesa contro le prime infezioni di peronospora della vite

Monitoraggio e difesa contro le prime infezioni di peronospora della vite

Riccardo Bugiani, fitopatologo del Servizio Fitosanitario della regione Emilia-Romagna, era l'ospite della Conversazione viticola dedicata alla DIFESA CONTRO PERONOSPORA. Abbiamo approndito le seguenti tematiche: 1. Come ci possono aiutare i modelli previsionali nel conoscere il momento delle infezioni primarie? 2. Perché è importante monitorare in campo le prime infezioni dell'anno? 3. Efficacia, modalità d’utilizzo e caratteristiche di alcuni prodotti alternativi (o complementari) al rame nella difesa contro peronospora 4. Cosa abbiamo imparato dall’annata 2023? Argomenti importanti in questo momento della stagione.

Apr 30, 202401:20:07
La maturazione delle oospore della peronospora della vite

La maturazione delle oospore della peronospora della vite

Con la prof.ssa Silvia Laura Toffolatti dell'Università di Milano, ospite di questa Conversazione viticola, abbiamo parlato della maturazione delle oospore della peronospora della vite. Cercheremo di approffondire le seguenti domande: 1. le infezioni primarie di peronospora da dove si originano? 2. perché è importante conoscere il grado la maturazione delle oospore? 3. quali sono ulteriori caratteristiche utili da conoscere delle oospore e delle infezioni primarie? 4. fino a quando sono possibili le infezioni primarie? Tematiche importanti per affrontare l'inizio di questa stagione 2024.

Buon ascolto,

Giovanni Bigot

Apr 17, 202401:10:34
Monitoraggio del vigneto al germogliamento

Monitoraggio del vigneto al germogliamento

La fase vegetativa iniziale del vigneto richiede un monitoraggio attento per comprendere le diversità delle varietà e pianificare le attività future. Nella diretta di domani, ospiteremo l'Ampelonauta senior, la dott.ssa Alessandra Di Gregorio, collaboratrice di Perleuve in Piemonte. Insieme esploreremo quattro tipologie di rilievi fondamentali: 1. Fenologia della pianta 2. Insetti gemmivoli 3. Oidio 4. Descrizione del suolo Per ciascuna di queste tecniche di monitoraggio, esamineremo: - come decido in quali vigneti entrare? - come faccio il rilievo? - come utilizzo i dati che ho ottenuto dal rilievo nella pratica?

Apr 03, 202401:05:54
Perché scegliere un irroratrice 4.0

Perché scegliere un irroratrice 4.0

La distribuzione dei prodotti fitosanitari (PF) in vigneto è una materia molto articolata che vede nel viticoltore il principale protagonista nel corretto utilizzo delle irroratrici e, quindi, dei PF che devono raggiungere il giusto bersaglio da proteggere. Ne ho parlato in questo appuntamento con il dott. Mario Tamagnone, dell’Università di Torino, professore di Meccanica agraria presso il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (DISAFA). Abbiamo affrontato le seguenti tematiche: 1. regolazioni possibili delle irroratrici 4.0 2. quali regolazioni impostare per trattare la mia superficie vitata in un giorno 3. Trattori 4.0 Giovanni Bigot

Mar 27, 202401:11:15
Ottimizzazione dell'uso delle irroratrici nei vigneti

Ottimizzazione dell'uso delle irroratrici nei vigneti

Con il Prof. Paolo Marucco dell'Università di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. abbiamo approfondito diverse tematiche riguardanti l'ottimizzazione dell'uso delle irroratrici nei vigneti, tra cui l'impostazione ottimale per garantire una copertura della pagina inferiore del 35%, le regolazioni essenziali come volume e velocità dell'aria, tipologia di ugelli e dimensione delle gocce, la valutazione dell'irrorazione durante l'operatività e le differenze tra irroratrici pneumatiche tradizionali.

Buon ascolto,

Giovanni Bigot

Mar 20, 202401:10:09
Come adattarsi al clima che cambia: l’impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura

Come adattarsi al clima che cambia: l’impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura

Dopo l'interesse riscontrato nella passata edizione, la nuova stagione si apre con la rubrica Clima e Vite, in collaborazione con l'enologo Ramon Persello, che analizza l'impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura. Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti climatici, ha esaminato alcuni fenomeni basandosi sui dati raccolti da diversi centri di ricerca e osservatori specializzati, illustrando gli effetti delle mutazioni del clima dagli anni '50 ad oggi, con un particolare focus sugli ultimi tre anni. Durante la puntata si è discusso dell'innalzamento delle temperature medie annue, dell'influsso dell'alta pressione di matrice nord-africana permanente, della difficoltà di raffreddamento invernale del mare Adriatico settentrionale e della conseguente mitigazione delle pianure prossime alla costa. Giovanni Bigot, invece, ha approfondito le conseguenze del cambiamento climatico sull'ecosistema del vigneto, come l'aumento di virulenza dei patogeni nelle diverse fasi fenologiche. La peronospora, così come l'oidio, si sviluppa sulla base della disponibilità termica e idrica (quantità di pioggia, bagnatura fogliare, umidità relativa dell'aria). È stato osservato come l'innalzamento delle temperature abbia moltiplicato la virulenza del patogeno soprattutto nei momenti in cui le condizioni all'inizio (aprile-maggio) e alla fine (settembre-ottobre) della stagione non sono ottimali, determinando un aumento della gravità delle infezioni. Confrontarsi e adattarsi al clima che cambia è possibile e necessario. Se rimaniamo ancorati alle pratiche agronomiche di sempre, i costi della difesa aumenteranno così come il rischio di non ottenere uva sana, mettendo in crisi le strategie di protezione biologica, ultimamente additate come insufficienti e inefficaci solo perché non adattate al cambiamento climatico.

Mar 13, 202401:08:49
Clima, evoluzione delle uve e vendemmia per ottenere i migliori risultati enologici

Clima, evoluzione delle uve e vendemmia per ottenere i migliori risultati enologici

Buongiorno a tutti voi Ampelonauti e aspiranti tali, con la diretta di mercoledì 06 settembre siamo giunti al sesto incontro con l’enologo Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti del clima. In questa diretta approfondiremo anche delle tematiche enologiche che sono fortemente correlate tra loro: l’evoluzione dell’uva durante la maturazione (i composti aromatici), l’andamento climatico e la data di vendemmia. Di seguito, in estrema sintesi, le tematiche in discussione: 1 Clima e dintorni: cosa è successo negli ultimi 30 giorni in Italia? Come consuetudine, analizzeremo l’andamento meteo-climatico del mese di agosto riscontrato nelle principali zone viticole d’Italia. Grazie all’elaborazione dei dati raccolti da Perleuve - 4Grapes®, confronteremo i dati 2023 con lo storico di precipitazioni e temperature massime. 2 Il meteo e l’evoluzione della maturazione delle uve Cercheremo di capire come questo andamento meteorologico ha influito/sta influendo sulla maturazione delle uve e a che punto è la maturità tecnologica e cellulare, in modo da prevedere l’approssimarsi della chiusura del floema - sugar loading. 3 Come stanno evolvendo i componenti aromatici? Quali scelte enologiche? Approfondiremo questa tematica di grande impatto sulle prossime scelte enologiche (data di vendemmia), nello specifico analizzeremo l’evoluzione dei diversi precursori aromatici componenti delle uve/vitigni a bacca bianca e dei polifenoli totali nelle uve/vitigni a bacca nera. 4 I modelli cosa prevedono per il meteo di settembre? Sulla base del nuovo modello meteorologico GSF, NAO + e NAO - vedremo quali sono le previsioni per il mese di settembre, periodo chiave per la vendemmia, in tutta l‘Italia. Previsioni che analizzeremo, anche grazie ai vari modelli previsionali, con l’aiuto di Ramon, che cercherà di ipotizzare che cosa ci riservano (almeno) i prossimi trenta giorni. Allora… vi aspetto numerosi, come sempre, alle

Sep 06, 202359:56
Metodo Lean Six Sigma

Metodo Lean Six Sigma

Il pensiero, il sentire comune, è che contro la peronospora non ci si poteva fare nulla e che si tratta di fenomeni legati al ciclo naturale climatico (grande piovosità a maggio-giugno).

Io sono convinto che il metodo Lean Six Sigma, che applico da anni con il mio gruppo di lavoro Perleuve, avrebbe potuto essere utile (se applicato) per limitare i danni di questa Crittogama che sta creando un danno eccezionale in tutto il bacino del Mediterraneo.

Si tratta, di primo acchito, di un tema difficile da affrontare ma con l’aiuto del prof. Pietro Romano dell'Università degli Studi di Udine, docente al Master del CUOA (Vicenza) e del prof. Roberto Zironi e Alessandro Zironi, Università degli Studi di Udine, siamo riusciti a renderlo agibile e fruibile ai neofiti; è mia ferma intenzione, affrontare e approfondire questi argomenti in altre dirette future.

Il costante monitoraggio della fenologia e dell’evoluzione delle varie ampelopatie, infatti, avrebbe permesso a viticoltori e tecnici di accorgersi che la stagione 2023 era eccezionale per lo sviluppo della peronospora (a fine aprile c'erano già segnali evidenti) e si sarebbero potute attivare azioni correttive per limitare il problema, ad esempio, usando il metodo delle 5M per trovare le cause alla radice del problema e proporre delle soluzioni:

Materiali; Macchinari; Metodi; Manodopera; Misure e, infine, la A di Ambiente.

Ecco un sintetico elenco delle domande che ci permetteranno di sviluppare le tematiche di oggi:

Cos’è il metodo Lean e il Six Sigma?

Possono essere utili per affrontare il problema peronospora?

Come il Six Sigma e la Lean potrebbero supportare la competitività delle nostre aziende?

Certi problemi, quest’anno la peronospora e l’anno prossimo l’oidio…, non sono senza soluzione ma come farsi aiutare?

L’imprenditore vitivinicolo è un "artista", non un super-eroe, che deve relazionare con persone in grado di aiutarlo nelle scelte, quali persone/tecnici?

Aug 28, 202301:10:12
Cambiamenti climatici e maturazione delle uve

Cambiamenti climatici e maturazione delle uve

La stagione vitivinicola 2023, con un decorso quasi opposto al 2022, ci conferma che il cambiamento climatico, fenomeno che abbiamo recepito chiaramente nell’ultimo decennio, ha un impatto sulle produzioni viti-vinicole. Si è assistito ad un forte incremento delle temperature medie con bilancio termico spesso troppo elevato causa, tra l’altro, di maturazioni sbilanciate, con uve ricche in zuccheri (elevata potenzialità di alcol), ma con polifenoli immaturi e carenti in aromi. Inoltre, la vendemmia avviene sempre più frequentemente ad alte temperature che favoriscono fenomeni di ossidazione polifenolica e ulteriori perdite di aromaticità. Ricordo in estrema sintesi i fattori in gioco: - il vitigno e il terroir (temperatura durante la maturazione e stato idrico della vite); - la forma di allevamento e l’esposizione delle uve; - la gestione del vigneto nella sua interezza (approccio olistico). Spiegare con certezza quanto sta accadendo, soprattutto a carico delle uve, è particolarmente complesso e richiede un approccio multidisciplinare, che spazia dalla climatologia, alla pedologia, all’eco-fisiologia della vite, alla patologia vegetale e, infine, all’enologia. Di certo, a causa del cambiamento climatico di ogni singola annata, dobbiamo essere pronti a adattare la viticoltura, in particolare le tecniche di gestione del vigneto, e l’enologia in base ai mutevoli scenari con i quali ci confronteremo nei prossimi anni. Sulla base delle conoscenze acquisite a livello internazionale, dai vari gruppi di ricerca, sui meccanismi fisiologici che presiedono la maturazione delle uve, spicca la figura del Professor Alain Deloire, formatosi alla prestigiosa Scuola di Viticoltura di Montpellier (Francia) e docente presso l’attuale 'Institut Agro-Montpellier (France) “UMR UMR-LEPSE-ETAP 1083 Sciences pour l’Oenologie et la Viticulture”, ricercatore e docente con vaste esperienze internazionali quale, ad esempio, professore di viticoltura all’Università di Stellenbosch, Sud Africa. Le tematiche da affrontare, che ho proposto e condiviso con il prof. Deloire, ci permetteranno di acquisire nuove conoscenze su alcuni, ma fondamentali, aspetti di fisiologia della vite; eccole in estrema sintesi: 1. il trasporto degli zuccheri verso gli acini, attraverso il floema (sugar loading), come si calcola? perché è importante? che informazioni ne possiamo trarre? 2. la chiusura del floema, a livello delle bacche, potrebbe essere codificata come nuova fase fenologica? 3. i giorni che intercorrono tra la chiusura del floema e la vendemmia influenzano significativamente il futuro bouquet aromatico dei vini bianchi e rossi; come stabilire la data di vendemmia? È sufficiente la degustazione (analisi sensoriale) delle bacche? 4. sono state messe a punto delle tecniche di analisi che ci possono aiutare a seguire l’evoluzione della maturazione; in base alla sua esperienza quali consigli è in grado di fornire ai nostri Ampelonauti? 5. la variazione del colore della buccia, nei vitigni a bacca bianca, ci fornisce indicazioni in merito all’evoluzione delle uve e qualche correlazione con le famiglie aromatiche presenti?

Aug 10, 202301:06:26
Resistenza delle Crittogame ai prodotti fitosanitari

Resistenza delle Crittogame ai prodotti fitosanitari

“Resistenza” è una parola molto comune, e un concetto fondamentale. La sua origine ci parla di un fermare respingendo, di un non cedere ad una forza, ad una spinta, e questo concetto può essere declinato in decine di modi diversi; noi ci soffermeremo sulla resistenza degli organismi viventi a sostanze che l’uomo utilizza per combatterli. Dal vocabolario Treccani rileviamo che “resistenza” è la capacità di determinati organismi di resistere all’azione di sostanze tossiche e velenose, di microrganismi patogeni, ecc. Affrontiamo questo argomento perché, negli ultimi anni, si è assistito all’introduzione di nuove sostanze attive (Prodotti Fitosanitari, PF) dotate spesso di elevata specificità, spiccata efficacia e attività sistemica. Ciò ha permesso di ampliare la gamma dei prodotti disponibili, ma l’uso ripetuto di questi PF ha portato, in tempi brevi, ad effetti collaterali negativi. Fra questi, il più pericoloso e il più difficile da “gestire” è quello della resistenza, cioè una sensibilità ridotta da parte di un parassita animale o vegetale nei confronti di un certo PF; questo fenomeno può essere il risultato di un cambiamento genetico. La Peronospora della vite, alga primitiva, microrganismo appartenente al Regno Chromista, ne è un ottimo esempio, in quanto ha manifestato negli ultimi trent’anni, e anche recentemente, fenomeni di resistenza a varie sostanze attive. In questo appuntamento ho avuto al mio fianco una collega molto esperta, la dott.ssa Marina Collina, professoressa associata e docente di Patologia Vegetale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Nella sua attività di ricerca si è dedicata, tra l’altro, all’approfondimento dei meccanismi di resistenza dei patogeni fungini (anche Peronospora) alle diverse sostanze attive con approcci biologici e molecolari. Nella diretta abbiamo affrontato quelli che ritengo essere i punti critici della difesa della vite (in particolare di quella antiperonosporica) e, con l’aiuto della dott.ssa Collina, cercheremo la migliore risposta alle seguenti domande e a quelle che arriveranno da voi partecipanti: 1. Cosa si intende per resistenza ad una sostanza attiva? 2. Cosa significa sostanza attiva (s.a.) multi-sito e s.a. mono-sito? 3. Le caratteristiche delle diverse s.a. come sono correlate all'insorgenza delle resistenze? 4. Quali sono le strategie anti-resistenza più efficaci? 5. In questo periodo di forte presenza di infezioni di peronospora e oidio, quali sono le indicazioni generali per non aumentare le popolazioni di Crittogame resistenti?

Jul 05, 202301:21:10
Il clima di giugno in Italia e sua influenza sulla vite; come sarà l’estate?

Il clima di giugno in Italia e sua influenza sulla vite; come sarà l’estate?

In questa conversazione itorniamo con l'incontro mensile con l’enologo Ramon Persello, con lui affronteremo e approfondiremo le seguenti tematiche: 1 Cosa è successo nel mese di giugno in Italia? Un confronto analitico tra il mese di giugno 2023 e gli ultimi 5-15 e 30 anni, in diversi areali viticoli d’Italia; scopriremo così dove è piovuto di più o di meno evidenziando anche le ore di bagnatura fogliare. Faremo un bilancio di come è andata dal punto di vista idrico (precipitazioni utili) e da quello termico (temperature e giorni di caldo). 2 Previsioni per l’estate secondo il modello meteorologico CFS, e gli indici AO per il mese di agosto Secondo l’indice NAO luglio e agosto con incursioni artiche in tutta la penisola: ci teniamo a precisare che di proiezioni 3 L’andamento meteoclimatico come ha influito sulla fenologia della vite? Analizzeremo l’eventuale anticipo o ritardo di Vitis vinifera nei diversi areali, stimandolo in giorni dalla possibile data di invaiatura (o vendemmia) delle uve. 4 Arriva lo stress idrico, cosa fare? La vite inizia ad andare in stress idrico ed è fondamentale un’attenta analisi dei diversi terroir che caratterizzano la vitivinicoltura italiana, valutando i vari tipi di suoli e la loro capacità di ritenzione idrica e progressiva cessione alle radici della vite. Irrigare o non irrigare questo è il dilemma! In alcune Regioni, si è già iniziato ad irrigare ma vedremo come operare nella gestione del vigneto dove non è possibile irrigare (mancata disponibilità della risorsa idrica).

Jun 28, 202301:06:59
Le strategie ideali di lotta contro le tignole per uve di qualità

Le strategie ideali di lotta contro le tignole per uve di qualità

Le tignole della vite, Lepidotteri che allo stadio larvale sono antofagi e carpofagi, rappresentano da sempre gli ampelofagi chiave nel definire le strategie di difesa/lotta. Il controllo di questi insetti, che svolgono 3-4 generazioni all’anno, richiede, in quasi tutti gli areali viticoli, almeno un intervento insetticida o altre tecniche quali disorientamento e confusione sessuale. Proprio queste caratteristiche biologiche, che vedono le tignole presenti durante tutta la stagione vegetativa, richiedono il loro costante monitoraggio nel vigneto per seguire l’evolversi delle varie generazioni (volo dei maschi adulti, ovideposizione, larve, … nidi larvali, crisalidi, …) e individuare la necessità e momenti di intervento per ridurre i pesticidi. Nella banca dati 4Grapes di Perleuve, sono archiviati e disponibili 24 anni di dati sul monitoraggio dei voli di tignola e tignoletta della vite e, da 3 anni, in collaborazione con FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), grazie al Progetto “Come ridurre l'utilizzo dei prodotti fitosanitari in viticoltura entro il 2030?”, il monitoraggio si è ampliato coinvolgendo i Soci FIVI. Con il prof. Francesco Pavan, Entomologo e Ricercatore, dell’Università degli Studi di Udine, che conosco da molti anni e considero l’Indiana Jones dell’entomo e acarofauna del vigneto, abbiamo affrontato la tematica tignole alla ricerca della strada per migliorare la lotta a questi insetti e la sostenibilità della viticoltura da vino. Di seguito le domande alle quali cercheremo di dare risposta: 1 Ruolo del clima sull’accoppiamento e sulla parassitizzazione di uova e larve Come si è evoluto il ciclo biologico negli ultimi vent’anni (adulti 3 e 4 volo in aumento costante) 2 Intervenire contro la II o la III generazione? La lotta contro la II generazione permette di abbattere la popolazione o è necessario un ulteriore trattamento? 3 Differenze di lotta contro le tignole in vitigni precoci e in vitigni tardivi Il peso di tignola e tignoletta e di eventuali altri Lepidotteri carpofagi 4 Applicare la confusione o il disorientamento sessuale necessita comunque di monitoraggio? La risposta è ovvia ma come deve comportarsi, in questo caso, l’Ampelonauta? 5 Confusione e il disorientamento danno buoni risultati se applicati in grandi comprensori ma si segnalano danni da fitofagi minori, come agire? In base all’esperienza del prof. Pavan cosa fare? 6 Posso controllare altri fitofagi assieme alla lotta alle tignole? Quali sostanze attive, loro pro e contro in termini di efficacia e conseguenze su entomo e acarofauna utile?

Jun 23, 202301:08:30
La Peronospora può fare grossi danni in tutta Italia

La Peronospora può fare grossi danni in tutta Italia

Le ampelopatie arrivate dal Nuovo Mondo, che hanno devastato l’Europa a partire dalla metà dell’Ottocento, sono state nell’ordine Oidio, Fillossera e Peronospora. Si tratta di un fungo (Oidio), di un insetto (Rincote, la Fillossera) e di 𝐮𝐧’𝐚𝐥𝐠𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚 , appartenente al Regno Chromista (per altri al Regno Straminipila) secondo la nuova classificazione della Peronospora. Ampelopatie ben note ai viticoltori, ma quest’anno, in particolare in alcune Regioni del Centro e Sud Italia (es. Abruzzo e Puglia), la Peronospora ha fatto ingenti danni e, nella diretta del 21 giugno, cercheremo di capire quali possono essere le (vere) cause di queste infezioni. Ospite in questo appuntamento il prof. 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐚𝐳𝐳𝐢, docente di Patologia Vegetale all’Università Politecnica delle Marche e Presidente dell’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante, che è un profondo conoscitore della Peronospora e mi aiuterà a proporre delle linee operative per affrontare al meglio questo microrganismo. Sulla stampa si legge che le responsabilità degli attacchi 2023 sono da attribuire alle elevate piovosità primaverili, ma vi proporrò dei dati meteoclimatici che non danno forza a questa tesi. Nelle Regioni del Nord Italia piove molto di più, ma i viticoltori “conoscono” la pericolosità della Peronospora così come i viticoltori del Centro e Sud, storicamente, temono l’Oidio. Sarebbe interessante proporre un confronto tra Viticoltori e Tecnici per uno scambio di esperienze almeno su queste due ampelopatie. Il cambiamento climatico ci impone però di aggiornare le nostre conoscenze e accettare i nuovi paradigmi… la Peronospora può fare grossi danni in tutta Italia; dobbiamo essere preparati! Nella diretta del 21 giugno evidenzierò quelli che ritengo essere i punti critici della difesa antiperonosporica e, con l’aiuto del prof. Romanazzi, cercheremo la migliore risposta alle mie domande e a quelli che arriveranno da voi partecipanti alla diretta. 1. 𝘘𝑢𝘢𝑙𝘪 𝘴𝑜𝘯𝑜 𝑔𝘭𝑖 𝑒𝘳𝑟𝘰𝑟𝘪 𝘱𝑖𝘶̀ 𝘧𝑟𝘦𝑞𝘶𝑒𝘯𝑡𝘪 𝘤𝑜𝘮𝑚𝘦𝑠𝘴𝑖 𝑛𝘦𝑙 𝑐𝘰𝑛𝘵𝑟𝘰𝑙𝘭𝑜 𝑑𝘪 𝘲𝑢𝘦𝑠𝘵𝑜 𝑝𝘢𝑡𝘰𝑔𝘦𝑛𝘰? 2. 𝘘𝑢𝘢𝑙 𝑒̀ 𝑙’𝑖𝘮𝑝𝘰𝑟𝘵𝑎𝘯𝑧𝘢 𝘥𝑒𝘨𝑙𝘪 𝘪𝑛𝘵𝑒𝘳𝑣𝘦𝑛𝘵𝑖 𝑝𝘳𝑒𝘷𝑒𝘯𝑡𝘪𝑣𝘪 𝘦 𝘵𝑒𝘮𝑝𝘦𝑠𝘵𝑖𝘷𝑖 𝑛𝘦𝑙𝘭𝑎 𝑙𝘰𝑡𝘵𝑎 𝑎𝘭𝑙𝘢 𝘱𝑒𝘳𝑜𝘯𝑜𝘴𝑝𝘰𝑟𝘢? 3. 𝘓𝑎 𝑔𝘦𝑠𝘵𝑖𝘰𝑛𝘦 𝘥𝑒𝘭 𝘴𝑢𝘰𝑙𝘰, 𝑛𝘦𝑙𝘭𝑒 𝑅𝘦𝑔𝘪𝑜𝘯𝑖 𝑑𝘦𝑙 𝐶𝘦𝑛𝘵𝑟𝘰 𝘦 𝘚𝑢𝘥 (𝑙𝘢𝑣𝘰𝑟𝘢𝑧𝘪𝑜𝘯𝑒 𝑜 𝑎𝘴𝑠𝘦𝑛𝘻𝑎 𝑑𝘪 𝘪𝑛𝘦𝑟𝘣𝑖𝘮𝑒𝘯𝑡𝘰 𝘦 𝘲𝑢𝘪𝑛𝘥𝑖 𝑑𝘪 𝘱𝑜𝘳𝑡𝘢𝑛𝘻𝑎 𝑑𝘦𝑙 𝑠𝘶𝑜𝘭𝑜), 𝑟𝘦𝑛𝘥𝑒 𝑑𝘪𝑓𝘧𝑖𝘤𝑖𝘭𝑒 𝑒𝘯𝑡𝘳𝑎𝘳𝑒 𝑛𝘦𝑖 𝑣𝘪𝑔𝘯𝑒𝘵𝑖… 𝘲𝑢𝘢𝑙𝘦 𝘪𝑚𝘱𝑜𝘳𝑡𝘢𝑛𝘻𝑎 ℎ𝘢 𝘲𝑢𝘦𝑠𝘵𝑜 𝑎𝘴𝑝𝘦𝑡𝘵𝑜? 4. 𝐴 𝑐𝘪𝑜̀ 𝑠𝘪 𝘢𝑔𝘨𝑖𝘶𝑛𝘨𝑒 𝑙’𝑖𝘮𝑝𝘰𝑟𝘵𝑎𝘯𝑧𝘢 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘤𝑜𝘮𝑝𝘭𝑒𝘵𝑎 𝑒 𝑎𝘤𝑐𝘶𝑟𝘢𝑡𝘢 𝘣𝑎𝘨𝑛𝘢𝑡𝘶𝑟𝘢 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘷𝑒𝘨𝑒𝘵𝑎𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦? 𝑆𝘪̀, 𝑚𝘢 𝘭𝑒 𝑖𝘳𝑟𝘰𝑟𝘢𝑡𝘳𝑖𝘤𝑖? 𝘜𝑛 𝑑𝘦𝑐𝘪𝑠𝘰 𝘯𝑜! 𝘢𝑑 𝑖𝘯𝑡𝘦𝑟𝘷𝑒𝘯𝑡𝘪 𝘤𝑢𝘳𝑎𝘵𝑖𝘷𝑖, 𝘣𝑖𝘴𝑜𝘨𝑛𝘢 𝘭𝑎𝘷𝑜𝘳𝑎𝘳𝑒 𝑖𝘯 𝘱𝑟𝘦𝑣𝘦𝑛𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦 (𝑎𝘵𝑡𝘦𝑛𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦 𝘢𝑖 𝑓𝘦𝑛𝘰𝑚𝘦𝑛𝘪 𝘥𝑖 𝑟𝘦𝑠𝘪𝑠𝘵𝑒𝘯𝑧𝘢 𝘢𝑖 𝑃𝘍), 𝘙𝑜𝘮𝑎𝘯𝑎𝘻𝑧𝘪 𝘤𝑜𝘴𝑎 𝑛𝘦 𝘱𝑒𝘯𝑠𝘢? 5. 𝘘𝑢𝘢𝑙 𝑒̀ 𝑙𝘢 𝘳𝑒𝘴𝑝𝘰𝑛𝘴𝑎𝘣𝑖𝘭𝑖𝘵𝑎̀ 𝑑𝘦𝑙 𝑐𝘢𝑚𝘣𝑖𝘢𝑚𝘦𝑛𝘵𝑜 𝑐𝘭𝑖𝘮𝑎𝘵𝑖𝘤𝑜 𝑛𝘦𝑙𝘭’𝘢𝑢𝘮𝑒𝘯𝑡𝘢𝑡𝘢 𝘤𝑜𝘮𝑝𝘭𝑒𝘴𝑠𝘪𝑡𝘢̀ 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘥𝑖𝘧𝑒𝘴𝑎 𝑑𝘦𝑙𝘭𝑎 𝑣𝘪𝑡𝘦 𝘥𝑎 𝑣𝘦𝑐𝘤ℎ𝘪𝑒 𝑒 𝑛𝘶𝑜𝘷𝑒 𝑎𝘮𝑝𝘦𝑙𝘰𝑝𝘢𝑡𝘪𝑒?

Jun 22, 202301:03:32
Perché programmare la vendemmia dalla allegagione? Con prof. Matteo Gatti, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

Perché programmare la vendemmia dalla allegagione? Con prof. Matteo Gatti, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

In questo Conversazione viticola abbiamo evidenziato l’importanza del monitoraggio di tutti i dati rilevabili nel vigneto per quantificare la variabilità intra-parcellare (il sub-vigneto) ed effettuare la vendemmia selettiva per valorizzare il potenziale enologico delle uve. Tutti pensiamo che la viticoltura di precisione sia interessante, ma ci stiamo interrogando sulle sue applicazioni e sulle azioni da intraprendere una volta caratterizzata la variabilità intra-parcellare. Le tecnologie a rateo variabile, che permettono di adattare la gestione del vigneto (delle sub-unità) in base alla variabilità osservata modulando gli interventi, rivoluzioneranno presto la viticoltura in ambiti diversi come l'irrigazione, la concimazione, l'irrorazione e la vendemmia. Nella diretta con il dott. Matteo Gatti, professore associato, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, affronteremo la tematica della “Vendemmia selettiva: come valorizzare il potenziale enologico delle uve in vigneti eterogenei” che lo ha visto tra i protagonisti dell’esperienza pilota, realizzata in Piemonte, per valorizzare la variabilità del vigneto. L'eterogeneità intra-parcellare (sub-vigneto) è un ambito ancora poco studiato ma, per valorizzare al meglio le vostre uve e ottimizzare i processi enologici in funzione della loro qualità, vanno sviluppate strategie di selezione intra-parcellare per guidare le uve verso l'itinerario tecnico più adatto al potenziale qualitativo (es. aromi) della materia prima. Questa mattinata sarà l'occasione per fare il punto sulle tecnologie disponibili e far tesoro dell’esperienza del dott. Gatti con il quale affronterò I seguenti aspetti: - come rilevare la variabilità del vigneto e interpretare i dati così acquisiti (variabilità media); - qual è la vigoria ottimale (equilibrio vegetativo) per raggiungere l’obiettivo enologico prefissato? Tutte queste conoscenze sono la base per programmare/attuare una vendemmia selettiva vincolata anche al cambiamento climatico della singola annata; - vendemmia selettiva manuale o meccanica? Sincrona o asincrona? in questa scelta imprenditoriale, cioè costi e benefici, entrano in gioco le dimensioni aziendali e la volontà di aggiungere valore ai vini ottenuti da vendemmia selettiva. È mia opinione che la vendemmia selettiva sia possibile, e con costi limitati, in quanto le uve sono valorizzate al meglio del loro potenziale qualitativo.

May 31, 202301:16:20
Clima e Vite: differenza tra gli effetti di un minimo e un fronte

Clima e Vite: differenza tra gli effetti di un minimo e un fronte

In questa diretta abbiamo approfondito varie tematiche che, di seguito, vi sintetizzo: 1. Quante infezioni di peronospora sono state previste nel mese di maggio dai modelli previsionali? 2. Come si sono distribuite le precipitazione in Italia nel mese di maggio e perché in Emilia Romagna sono scesi 300mm e in Sardegna 20 mm? 3. Abbiamo reintegrato il deficit idrico nel diversi areali italiani? Analizzeremo l’andamento termo pluviometrico, con particolare attenzione alle ultime tre decadi, di alcune Regioni (tra queste anche l’Emilia-Romagna, devastata da alluvioni e frane) e lo confronteremo con lo scorso anno e con gli anni precedenti. Ci soffermeremo su alcuni parametri fondamentali per le loro implicazioni sulla fisiologia della vite e sul rischio ampelopatie: a. Somma delle precipitazioni e giorni di pioggia --acqua utile, acqua non assorbita e stato idrico suoli b. T °C media e sommatoria termica -- andamento fenologia e sviluppo germogli c. UR e bagnatura fogliare -- malattie: giorni/momenti (ore) infettanti per peronospora e oidio 𝐈 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐭𝐞𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨?

May 24, 202301:16:54
Come utilizzare il monitoraggio per ridurre i danni di peronospora

Come utilizzare il monitoraggio per ridurre i danni di peronospora

In questo incontro abbiamo affrontato la tematica del monitoraggio della peronospora, che è fondamentale per rilevare i primi attacchi che si originano dalle oospore, svernate nel terreno. Germinando, esse liberano le zoospore che sono in grado di avviare le infezioni primarie. L’obiettivo principale è quello di identificare il rischio di infezione in ogni singolo vigneto (o sub vigneto) per impostare le migliori strategie atte ad impedire e/o limitare le conseguenze degli attacchi di questa pericolosa crittogama (si tratta di un’alga primitiva, un Oomicete appartenente al regno Chromista). Negli ultimi anni, il clima caldo e asciutto non ha favorito lo sviluppo di questo microrganismo, ma la sua capacità di conservazione pluriennale sui residui vegetali presenti nel terreno è tale da poter aggredire la vite, in condizioni umide e piovose, con gravi danni fino alla perdita totale della produzione. In alcune Regioni d’Italia questa ampelopatia è già stata segnalata, con presenza di macchie esito di infezioni primarie, ma il perdurare di tempo piovoso fa prevedere il proseguire degli attacchi e l’aumento della sua pericolosità. L’importanza del corretto monitoraggio di questa ampelopatia, che può essere rilevata durante tutta la stagione vegetativa, ci permette di gestire, in maniera sostenibile, gli interventi antiperonosporici nell’annata in corso. Per enfatizzare il lato pratico di questa Conversazione viticola ho invitato nuovamente l’Ampelonauta senior, la dott.ssa Alessandra Di Gregorio, collaboratrice di Perleuve in Piemonte, che mi aiuterà a guidarvi nel monitoraggio della Peronospora. Insieme esamineremo gli aspetti salienti qui elencati: · Interpretare i dati meteo per prevedere i periodi di infezione · Affidabilità dei modelli previsionali · Quando e dove effettuare il monitoraggio della peronospora · Il monitoraggio “scientifico” · La visione di insieme del vigneto · Alcuni concetti chiave della difesa

May 18, 202301:15:06
Flavescenza dorata trasmessa da Scaphoideus titanus, la parola dell’esperto

Flavescenza dorata trasmessa da Scaphoideus titanus, la parola dell’esperto

Negli ultimi dieci anni Flavescenza Dorata è di nuovo in espansione in tutto il Nord Italia e si è manifestata, con danni di varia intensità in tutt’Italia. Per un aggiornamento sulle conoscenze di questa ampelopatia ho con piacere invitato in questa diretta il 𝐝𝐨𝐭𝐭. 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚 𝐌𝐨𝐫𝐢 professore associato e docente di Entomologia all’Università degli Studi di Verona, che 𝐝𝐚 𝟑𝟎 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐢𝐭𝐨𝐩𝐥𝐚𝐬𝐦𝐚/𝐯𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞. Le tematiche che intendo affrontare, grazie alla sua esperienza, riguardano: 1. come monitorare lo sviluppo dell’insetto e stimare l’entità della popolazione presente nei vari stadi? con quali metodi e mezzi? 2. come contenere le popolazioni della cicalina in viticoltura biologica e convenzionale e con quali prodotti fitosanitari? 3. come monitorare e valutare l’efficacia degli interventi insetticidi per il controllo di St? 4. tra gli agenti di biocontrollo ci sono prodotti in grado contenere le popolazioni di St? 5. quale ruolo gioca la qualità dell’irrorazione e l’eliminazione di polloni e succhioni presenti lungo il tronco? 6.si ipotizza l’uso di droni per rilevare FD nei vigneti? In conclusione, sono fermamente convinto che il monitoraggio del vettore St e della FD, con l’identificazione ed estirpazione dei ceppi contaminati, devono essere effettuati collettivamente sotto il controllo di tecnici preparati (organizzazioni tecniche e professionali con la supervisione dei Servizi Fitosanitari regionali). Questa sorveglianza collettiva e la condivisione delle conoscenze e dei riscontri provenienti dai vigneti locali o regionali interessati a FD permette di trasmettere ai viticoltori le esperienze positive, con un linguaggio comune e un consenso sulle misure di gestione della lotta insetticida. Il monitoraggio della malattia, svolto in altre nazioni (es. Francia), indica che la possibilità di eradicazione si affievolisce nel tempo mentre si costruisce, in modo esperienziale, una sorta di "convivenza" con FD.

May 10, 202358:53
Contrasto ad Oidio con biocontrollo ospite prof.ssa Ilaria Pertot

Contrasto ad Oidio con biocontrollo ospite prof.ssa Ilaria Pertot

’𝐎𝐢𝐝𝐢𝐨, una delle malattie più importanti per la difesa della vite, è oggetto di particolare attenzione da parte del viticoltore nella fase finale della stagione (eventuale lotta ai casmoteci) e, alla ripresa vegetativa, per il ruolo determinante delle infezioni precoci. In questo appuntamento con la 𝐝𝐨𝐭𝐭.𝐬𝐬𝐚 𝐈𝐥𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐏𝐞𝐫𝐭𝐨𝐭, Professore all’Università degli Studi di Trento, abbiamo esaminato alcuni aspetti di 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐨𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐢𝐞𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐢 𝐟𝐢𝐭𝐨𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 (e non classificati tali) di 𝐨𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 che, inseriti in una corretta strategia, 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐫𝐞, almeno in parte, 𝐢 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐢 𝐟𝐮𝐧𝐠𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢 𝐞 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞/𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐳𝐨𝐥𝐟𝐨. Negli ultimi anni il settore della viticoltura ha dato un importante impulso ai biopesticidi, più comunemente denominati BCA (Bio Control Agents, agenti di biocontrollo), settore in forte crescita non solo nella difesa biologica ma anche, e soprattutto, in quella integrata. La dott.ssa Pertot vanta una conoscenza e attività sperimentale più che ventennale sui BCA e per questo, forte della sua esperienza, esamineremo insiemi alcuni aspetti salienti: Qual è il principio del biocontrollo e quali sono i suoi benefici/vantaggi? Come si attua il biocontrollo? Quali sono i prodotti di biocontrollo omologati per l'uso in viticoltura e in quale misura vengono utilizzati? Quali sono le confusioni da evitare? Dove posso trovare l'elenco ufficiale dei prodotti di biocontrollo? Dove trovare l'elenco dei prodotti di biocontrollo per la viticoltura? Il biocontrollo è efficace? Qual è il costo del biocontrollo?

Apr 19, 202301:00:53
Il monitoraggio dell'oidio della vite

Il monitoraggio dell'oidio della vite

In questo appuntamento Giovanni Bigot insieme all'Ampelonauta senior di Perleuve, Alessandra Di Gregorio, ha affrontato la tematica del monitoraggio dell’Oidio fondamentale per impostare l’eventuale inizio dei trattamenti contro questa pericolosa crittogama della vite.

Negli ultimi anni nei vigneti, a causa del cambiamento climatico, è stato favorito lo sviluppo dell’Oidio (soprattutto da settembre in poi, in caso di mancata protezione, ad esempio con Ampelomyces) grazie ad una maggiore produzione di forme svernanti (sessuate) del fungo, i casmoteci.
Come vedremo, la sopravvivenza del fungo può avvenire anche all’interno delle gemme ibernanti che, in primavera, danno origine ai “germogli bandiera”; la vegetazione è completamente infettata dal patogeno.
In primavera i casmoteci maturi, di colore scuro (nero), aggrappati con i loro uncini al tronco e sul cordone permanente della vite, germinano liberando le ascospore dell’Oidio; queste sono veicolate sulla nuova vegetazione dalle piogge e schizzi d’acqua.
Quando si verificano le condizioni meteoclimatiche necessarie al rilascio delle ascospore, cioè in presenza di temperature medie sopra gli 8 °C e una pioggia di almeno 2,5 mm, prendono avvio le prime infezioni ascosporiche.
Le tematiche che abbiamo affrontato riguardano l’importanza del corretto monitoraggio di questo fungo che si svolge durante tutta la stagione vegetativa e, anche, nel corso del riposo invernale (sintomi sui tralci).
Vi dimostrerò che aver monitorato, nel 2022, l’Oidio e il suo potenziale di inoculo ci permette di gestire, in maniera sostenibile, gli interventi antioidici nell’annata in corso.
Insieme ad Alessandra abbiamo esaminato alcuni aspetti salienti che qui elenco sinteticamente:
• Dove cercare (monitorare) l'oidio nel vigneto?
• Come riconoscere i germogli bandiera?
• Come identificare le infezioni ascosporiche?
• Utilizzo strategico (nella difesa) delle Mappe di rischio elaborate in 4GrapesR
• Approfondire le conoscenze consultando le GAM (Guide Al Monitoraggio) dell’Oidio
• Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale grazie a 4GrapesR
• Una panoramica della diffusione e gravità dell’Oidio in Italia (anni 2010-2023)
• L’importanza di trattamenti precoci nel prevenire le infezioni ascosporiche dell’oidio.

Apr 12, 202301:10:52
I portinnesti della vite e il cambiamento climatico: affrontare il problema dalle radici

I portinnesti della vite e il cambiamento climatico: affrontare il problema dalle radici

La viticoltura sta affrontando numerose sfide a causa del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla resa e sulla composizione delle uve, ma anche per la forte richiesta sociale di una gestione vitivinicola e agricola rispettosa dell'ambiente. La capacità di adattarsi a queste sfide è fondamentale per garantire la sostenibilità (anche economica) della viticoltura. Nella diretta con il prof. Vitale Nuzzo, dell’Università degli Studi della Basilicata - Potenza, cercheremo di delineare, anche grazie alle ricerche da lui condotte sul vitigno Aglianico mediante l’uso di nuovi portinnesti, quali sono le possibilità di adattamento della parte della vite (bimembre) nascosta nel suolo e spesso trascurata, le radici. La complessità delle interazioni tra suolo e radice rende necessario un approccio globale che coinvolge fisiologia, patologia e genetica, al fine di individuare le strategie per migliorare l'adattamento della viticoltura alle minacce attuali e future. Il portinnesto è il collegamento, “il grande mediatore”, tra il suolo e la marza (Vitis vinifera) e ha svolto un ruolo essenziale per combattere (biologicamente) la fillossera in Europa dalla fine del XIX secolo. I portinnesti, nel caso di nuove piantagioni, insieme alla gestione del suolo, possono essere uno strumento essenziale per affrontare gli effetti del cambiamento climatico e dei parassiti e patogeni emergenti presenti nel suolo. Ecco alcuni aspetti che intendo approfondire, mercoledì 29 marzo, con il prof. Vitale Nuzzo: 1. conosciamo e abbiamo sperimentato sufficientemente il patrimonio dei vecchi portinnesti? 2. il vivaismo ha cercato, spesso, di semplificare le cose puntando su pochi portinnesti? 3. quanto tempo richiede la valutazione agronomica, e di adattamento ad un dato vitigno di V. vinifera, di un portinnesto di “vecchia conoscenza” (es. Rupestris du Lot) anche rispetto ai nuovi portinnesti (es. Serie M e STAR)? 4. i portinnesti della serie M sembrano interessanti, sono da proporre su larga scala o è meglio prima effettuare delle prove con piantagioni nelle diverse realtà? … non c’è la fillossera ma il cambiamento climatico… imprevedibile! 5. nei vigneti già in coltivazione ci sono (hai) esperienze solide sul come gestire il vigneto e il suolo per renderlo resiliente ai cambiamenti climatici?

Mar 29, 202301:10:54
Clima e vite: comprendere il futuro attraverso i cambiamenti climatici e i dati agronomici

Clima e vite: comprendere il futuro attraverso i cambiamenti climatici e i dati agronomici

I cambiamenti climatici che si stanno manifestando influiscono sulle stagioni (temperatura, piovosità, innevamento, scorte idriche, ecc.) e, nell’emisfero boreale (il nostro) condizionano l’attività vegetativa delle piante. Nel 2022 Vitis vinifera, ha sofferto per gli eccessi termici, le alte radiazioni UV e le carenze idriche. Nello specifico le conseguenze sulla fisiologia della vite sono: anticipo delle fasi fenologiche, riduzione dell’attività fotosintetica, alterazione e deviazione della sintesi di composti secondari dell’uva che sono alla base della qualità del vino. In questa diretta cercheremo di capire il perché dei cambiamenti climatici in atto, grazie all’intervento dell’enologo Ramon Persello, laureato in Viticoltura ed Enologia con una tesi sugli indici bioclimatici ed esperto di agrometeorologia e cambiamenti del clima. L’appuntamento con l’enologo Persello diverrà mensile per permetterci di valutare l’andamento meteoclimatico dei mesi che verranno. È d’obbligo una premessa, i pareri sulle responsabilità dell’uomo per quanto si sta verificando, negli ultimi decenni a livello mondiale, sono contrastanti e anche opposti, la comunità scientifica è divisa dal carattere catastrofico o meno dell’Anthropogenic Global Warming (AGW): il catastrofismo alimentato dalle teorie dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change); il pragmatismo del NIPCC (Nongovernmental International Panel on Climate Change) che ha scritto “La Natura, non l’attività dell’uomo governa il clima”; il negazionismo come sostenuto dal premio Nobel per la fisica nel 1973, Ivar Giaever che è il primo firmatario di una petizione di oltre 1200 scienziati (preminentemente fisici, geofisici, astrofisici e geologi) che avvertono l’universo mondo che non v’è alcuna emergenza climatica. Insomma, un bel guazzabuglio medievale nel quale cercheremo di districarci con l’aiuto di Persello. Per il viticoltore e l’enologo il paradigma, nelle sue linnee generali è conoscere il cambiamento climatico per valutare le azioni da svolgere in vigneto; i dati agronomici acquisiti nelle aziende in cui siamo presenti, anche grazie a 4GrapesR, nelle più importanti zone viticole mondiali ci permettono di comprendere il futuro, intravederne gli scenari e anticipare le scelte agronomiche”.

Mar 22, 202301:10:04
Viticoltura di precisione: Sistemi di geolocalizzazione dati, Macchine per la viticoltura di precisione e monitoraggio del vigneto

Viticoltura di precisione: Sistemi di geolocalizzazione dati, Macchine per la viticoltura di precisione e monitoraggio del vigneto

Parole chiave: telerilevamento, GIS, GPS, sensori, monitoraggio, mappe, esperienza, modelli viticoli,

Bisogna conoscere il cambiamento climatico per valutare le azioni da mettere in campo. Continuiamo con la nostra filosofia di "Kaizen", ovvero del continuo miglioramento, e quindi torniamo con le Conversazioni viticole del mercoledì alle ore 7:30.   

 Il monitoraggio del vigneto si conferma il focus delle Conversazioni viticole e questa diretta era dedicata alla Viticoltura di precisione; ai Sistemi di geolocalizzazione dati, Macchine per la viticoltura di precisione e monitoraggio del vigneto.

Ecco alcune tematiche che abbiamo approfondito con la Prof.ssa Maurizia Sigura e del Prof. Rino Gubiani del Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali dell'Università degli Studi di Udine.

Sistemi di geolocalizzazione dati

  • Come posso migliorare/amplificare le osservazioni visive?
  • una panoramica dei sistemi di geolocalizzazione disponibili (dal satellite ai rilevatori in vigneto - il programma europeo Copernicus)
  • analisi della maggiore o minore accessibilità
  • Per esempio, si riescono ad utilizzare facilmente dati da satellite?
  • costi da affrontare (in particolare dei sensori a terra, non solo di quelli agro-meteorologici)
  • convenienza economica in base alle dimensioni:

Macchine per la viticoltura di precisione

  • una sintetica disamina sull’utilizzo, in sicurezza, di macchine agricole e non per la viticoltura di precisione
  • disponibilità di attrezzature, quali quelle più efficaci e affidabili--> spandiconcime, vendemmiatrice, irroratrici, altro?
  • Adesso ci sono i trattori 4.0! come utilizzarli, per cosa si possono utilizzare nel quotidiano?
  • necessità di adattamento/aggiornamento di macchine già in uso in azienda
  • Quale possibile utilizzo? Vendemmia selettiva, concimazione mirata, irroratrici ad intermittenza negli interventi fitosanitari
Mar 15, 202301:06:22
Fertilità chimica del terreno: quali nutrienti e come somministrarli

Fertilità chimica del terreno: quali nutrienti e come somministrarli

In occasione dei due ultimi incontri vitivinicoli con la dott.ssa Anna Benedetti e con il dott. Roberto Zanotti, si è evidenziato il ruolo del microbioma e della gestione del suolo (es. con il sovescio) sulla fertilità biologica e fisica del terreno. 

In questa conversazione “proseguendo sul solco tracciato” affronteremo la fertilità chimica del terreno con due Agronomi di notevole esperienza nella nutrizione della vite, il dottor Duilio Porro della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (TN) e il dottor Mauro Schippa, agronomo e esperto internazionale della nutrizione della vite.  La fertilità chimica del terreno è interconnessa con molti altri aspetti (vedi fertilità microbiologica e fisica…) e, per mantenerla o migliorarla, gli apporti nutrizionali al vigneto sono stati affrontati con la logica degli asporti. In estrema sintesi vanno restituiti gli elementi nutritivi utilizzati dalla vite per la produzione dell’anno. Con questo “Criterio restitutivo” si stabilisce la quantità di elementi da restituire sulla base delle asportazioni annue. Partendo da questa “metodologia operativa” con i colleghi Duilio Porro e Mauro Schippa affronteremo le seguenti tematiche: 

1. quali sono i fabbisogni nutrizionali della vite durante le diverse fasi fenologiche? 

2. come stimare i quantitativi medi di elementi nutritivi asportati in diversi modelli viticoli? 

3. a che cosa è correlata la disponibilità di elementi nutrizionali del suolo? 

4. nella stima della fertilità chimica quale importanza hanno le analisi del terreno in laboratorio (e in vigneto) e le analisi fogliari? 

5. in base a quali criteri fisso la periodicità delle analisi? (quando ricorrere al laboratorio e con che intervallo di tempo?) 

6. cosa ci dicono le analisi chimico fisiche del suolo e come si leggono? 

7. cosa succede se decido di non concimare il mio vigneto? 

8. quali sono le possibili interazioni tra concimazione, lavorazioni e inerbimento del vigneto? 

9. come è possibile il ritorno a forme di fertilizzazione organica? Con quali prodotti in commercio? 10. con un clima che sta cambiando devo considerare un apporto nutrizionale diverso? 

Sep 21, 202201:13:03
Fertilità fisica del terreno: il sovescio

Fertilità fisica del terreno: il sovescio

Nel secondo appuntamento dedicato alla "qualità del suolo e qualità delle uve e del vino" dedichiamo le prossime due dirette del mercoledì alla fertilità fisica del terreno (domani) e la prossima settimana alla fertilità chimica.

Nei decenni scorsi, la diffusione dell’inerbimento totale (permanente), dove le condizioni idriche lo hanno consentito, ha contribuito a migliorare gli apporti di sostanza organica al suolo, ma non è stato sufficiente a compensare le annuali perdite per mineralizzazione cui va incontro la frazione organica del terreno. In altri termini, non premette di mantenere stabile il contenuto di humus nel vigneto senza l’apporto di fertilizzanti organici. La diminuzione della sostanza organica nei suoli è legata al progressivo abbandono di fertilizzazioni organiche che non vengono compensate dall’inerbimento permanente. La sola restituzione al suolo di foglie, tralci ed erba non consente di mantenere in pareggio il bilancio della sostanza organica di un vigneto nelle condizioni dell’Italia settentrionale. L’ulteriore apporto di vinacce e raspi non è sufficiente a compensare il disavanzo ma solo a ridurlo. Il sovescio, di cui parleremo diffusamente, rappresenta un’ulteriore fonte di sostanza organica che, associata al recupero di altre matrici organiche prodotte dal vigneto, permette di limitare la perdita di humus. Il sovescio autunno-primaverile, infatti, pur applicato a filari alterni e dunque su metà circa della superficie, consente di compensare circa il 40% dell’intero fabbisogno annuo di humus. 

Con il collega dott. Roberto Zanzotti, della Fondazione Edmund Mach (S. Michele a/A, Trento), che da molti anni si occupa della gestione del suolo in viticoltura, affronteremo le seguenti tematiche: - il sovescio è uno strumento per migliorare la fertilità fisica dei terreni? 

- come attuarlo/seminarlo per ridurre, tra l’altro, la compattezza del suolo? 

- come posso misurare il risultato delle semine per il sovescio?

 - come effettuo la stima della quantità di biomassa epigea ed ipogea? 

- quali sono le differenze tra le principali famiglie di piante erbacee? 

- qual è il loro ruolo agronomico? 

- quali sono i possibili consigli da fornire al viticoltore in base ai risultati della sperimentazione FEM? 

- come è possibile il ritorno a forme di fertilizzazione organica (letame). 

Buon ascolto 

Sep 16, 202201:01:44
Fertilità biologica del suolo e qualità delle uve

Fertilità biologica del suolo e qualità delle uve

Il suolo è vivo e i numerosi esseri viventi (microrganismi, lombrichi, ecc.) che lo abitano hanno un impatto diretto sul suo funzionamento: sulle proprietà agronomiche (stabilità strutturale, resistenza all'erosione) e fisiochimiche (cicli dell'azoto e del carbonio). Il controllo della "qualità del suolo" è una questione importante per la viticoltura in quanto le proprietà fisiche, chimiche e biologiche hanno effetti ed interazioni che determinano un funzionamento più o meno efficiente del vigneto in termini di produzione e qualità dell’uva, impatto ambientale e sostenibilità dei sistemi viticoli. 

In un recente incontro, nel mese di maggio, con la dott.ssa Anna Benedetti, ex direttrice del CREA-RPS - Roma, Centro di ricerca per lo studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo, abbiamo affrontato la complessa problematica del suolo e della sua fertilità. La dott.ssa Benedetti è ricercatrice ed ha il suo attivo molte pubblicazioni scientifiche relative al terreno che ha studiato nelle molteplici sfaccettature che lo compongono. Nel positivo colloquio/confronto siamo partiti da alcune considerazioni/convinzioni maturate dalle nostre esperienze pratiche e di ricerca:  il microbioma del vigneto può svolgere un ruolo importante nella produzione di uve di alta qualità;  la gestione del suolo modifica in vario modo le comunità microbiche del vigneto stesso;  un miglior equilibrio vegetativo e un suolo sano e attivo sviluppano comunità microbiche più stabili e utili alla vite;  il microbioma ha un ruolo non trascurabile nelle reazioni/meccanismi di difesa della vite;  il microbioma ha un ruolo non trascurabile nella produzione di uve di alta qualità;  è fondamentale mantenere una buona fertilità del terreno: Di seguito alcune questioni/domande aperte che desidero affrontare con la dott.ssa Benedetti (si tratta di tematiche già emerse in occasione del nostro incontro), nella diretta di domani mattina:  un apporto esterno di MicroOrganismi (di seguito MO) influenza la comunità microbica del terreno?  quali pratiche agronomiche modificano i MO?  quali effetti hanno l'utilizzo di compost e di MO irrorati al terreno nei confronti del microbioma del terreno stesso?  l'utilizzo di MO può aumentare le difese della vite in modo tale da poter ridurre l'apporto di rame della difesa in viticoltura biologica?  quali MO sono riconosciuti come più importanti?  c'è una relazione tra MO del suolo e MO dell’uva e, quindi, sulla qualità del vino?  quali sono le opinioni della dott.ssa Benedetti sui MO o sostanze prodotte o derivate da microrganismi presenti in commercio?  …

Sep 08, 202201:05:57
I tre passi per affrontare la difesa contro l’oidio - non perdere questo momento della stagione

I tre passi per affrontare la difesa contro l’oidio - non perdere questo momento della stagione

I casmoteci, organi svernanti dell’oidio della vite, cominciano a formarsi in grandi quantità a partire dalla fine del mese di agosto sugli organi vegetativi colpiti dalla malattia, in particolare su foglie e tralci e la loro maturazione è favorita da condizioni climatiche autunnali caratterizzate da assenza di piogge e da temperature miti. Recenti studi, mirati a valutare la presenza/consistenza di casmoteci in vigneto, hanno dimostrato che la loro presenza, a fine estate/inizio autunno, inizia ad essere rilevante quando la gravità dell’attacco supera il 30-40% della superficie fogliare; si è calcolato che si possono formare tra 8 e 44 milioni di casmoteci per ettaro, in funzione della densità d’impianto e della forma di allevamento.  Grazie al monitoraggio in vigneto per il controllo della formazione dei casmoteci e l’evoluzione del loro colore è possibile stabilire in quali casi e in che periodo effettuare l’intervento/i con A. quisqualis per ridurre la carica d’inoculo svernante (sanitazione) presente nel vigneto per la stagione successiva.  

Ne ha parlato Giovanni Bigot in questa conversazione viticola di mercoledì con Marta Soccolini, collega e agronomo di Perleuve.

Sep 01, 202201:08:45
Caratteristiche delle uve e vinificazione: il ruolo delle scelte viticole e di gestione agronomica

Caratteristiche delle uve e vinificazione: il ruolo delle scelte viticole e di gestione agronomica

La vendemmia è iniziata più o meno timidamente in tutte le Regioni d’Italia. Le notizie che ci giungono fanno prevedere che le uve, a causa del cambiamento climatico in atto, si caratterizzeranno per le buone concentrazioni zuccherine (talora fin troppo elevate), accompagnate però da acidità basse e pH alti, parametri non adatti soprattutto alla produzione di vini destinati alla spumantizzazione o al lungo affinamento. Nella sostanza, dopo mesi di attente cure in vigneto si conclude il ruolo del Viticoltore (dell’Agronomo) e le uve che arrivano in cantina sono affidate, ora, alle scelte di vinificazione del responsabile Enologo, Enotecnico o Cantiniere. Con il dott. Gabriele Valentini, ricercatore e dottorando del Dipartimento di Scienza e tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell'Università degli Studi di Bologna, affronterò i possibili accorgimenti da applicare in vigneto per migliorare le caratteristiche della materia prima (l’uva) in base agli obiettivi enologici prefissati. Nella diretta di domani ci concentreremo sui due parametri chiave, l’acidità e il pH dell’uva che diventerà mosto e poi vino, per stabilire (assieme all’analisi organolettica delle uve) la data di vendemmia. Evidenzieremo i possibili interventi da attuare nella gestione del vigneto, di cui viene solitamente sottovalutata l’importanza, in grado di influenzare questi fattori analitici: ✓ qual è il ruolo della gestione del suolo sull’acidità e il pH delle uve? ✓ la gestione della chioma ha un ruolo multifunzionale, proviamo a sintetizzarlo? ✓ nella nutrizione minerale come utilizzare l’azoto e il potassio? E gli altri elementi nutritivi? ✓ come gestire lo stress idrico? ✓ nelle nuove piantagioni quale può essere il ruolo del portinnesto? E del numero di viti/ha - densità di piantagione? ✓ l’orientamento dei filari può avere un ruolo strategico nelle nuove piantagioni?

Sep 01, 202201:11:17
Situazione meteo-climatica all'invaiatura in alcune delle principali zone viticole d'Italia

Situazione meteo-climatica all'invaiatura in alcune delle principali zone viticole d'Italia

In alcune zone viticole la vendemmia di alcuni vitigni (Pinot nero e Chardonnay) è già iniziata per la produzione di vini base spumante (Lombardia-Franciacorta, Trentino-Alto Adige). In molte altre, i grappoli sono in fase di invaiatura annunciando un anticipo di 10-15 giorni rispetto al 2021. in questa diretta ho analizzato quest’annata 2022 che presenta caratteristiche comuni in diverse zone viticole. Come è emerso in occasione dell’incontro con il prof. Andrea Pitacco, la variabile che sta caratterizzando il 2022 è rappresentata dalle temperature minime, mai così alte (perdonate l’ossimoro). Esamineremo così tutti i dati meteorologici a nostra disposizione, grazie anche a 4Grapes. 

Le recenti precipitazioni e quelle attese nel corso della settimana saranno in grado dare ristoro ai vigneti in difficoltà? Cosa possiamo fare in questo periodo di attesa della vendemmia? Tanti argomenti da affrontare...

Aug 10, 202201:09:06
Bilancio idrico e del carbonio in vigneto e sua resilienza

Bilancio idrico e del carbonio in vigneto e sua resilienza

I vitigni coltivati nelle diverse aree viticole che si sono adattati bene ad un certo terroir, in quest’annata 2022 hanno comunque manifestato qualche stato di sofferenza (stress idrico e termico legati al cambiamento climatico). Come abbiamo visto nelle precedenti dirette possiamo e riusciamo a contrastare gli eventi climatici con particolari interventi agronomici (ad esempio, mantenere l’acidità delle uve attraverso tecniche di concimazione azotata e di irrigazione mirata. Si possono conservare gli aromi con interventi di defogliazione ad hoc, o sopperire a periodi prolungati di stress idrico con scelte più oculate e innovative del portinnesto). Anche la gestione del suolo è fondamentale per conservarne e migliorarne le proprietà dinamiche come il drenaggio, anche a fronte di piogge concentrate o, all’opposto, la capacità di accumulo per superare periodi siccitosi valorizzando la microbiologia del suolo che può aiutare la vite nei periodi di crisi. Nelle nuove piantagioni ci aiuteranno i nuovi portinnesti e vitigni resistenti, ma in un prossimo futuro sarà la terapia genica, attraverso le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita se verranno autorizzate dall’UE), a permettere il silenziamento o potenziamento di alcune caratteristiche presenti nei diversi vitigni, rendendoli più adattabili agli eventi estremi. 

In questo episodio affronteremo tutte queste affascinanti tematiche con il prof. Andrea Pitacco docente di Viticoltura, afferente al DAFNAE - Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente dell’Università degli Studi di Padova, tra i maggiori esperti di fisiologia della vite a livello mondiale, cercheremo di capire quanta CO2 assorbe il vigneto e come il ceppo gestisce la risorsa idrica (bilancio idrico e del carbonio). Secondo Andrea Pitacco, capire quanto carbonio può assimilare la vite è strategico per aumentare la resilienza al cambiamento climatico e bisogna premiare ogni atteggiamento virtuoso. Ecco alcune domande che intendo porre all’illustre relatore e collega: 

 quali sono gli elementi di base della fisiologia della vite che influiscono sui rapporti fra acqua ed elementi nutrivi? 

 qual è il ruolo dell’acqua e della CO2 sull’attività vegeto produttiva e sulla maturazione dell’uva destinata alla produzione di vino? 

 in che modo il carbonio assimilato dalla vite è strategico per aumentare la resilienza al cambiamento climatico? 

 quali sono le relazioni tra fasi fenologiche della pianta ed eccessi/carenze idriche?

  ci può indicare il corretto utilizzo dei modelli di gestione dell’irrigazione oggi disponibili? 

 si parla sempre più spesso di irrigazione a deficit, che cosa significa? 

 in riferimento ai rapporti acqua ed elementi minerali, quali strategie irrigue sono compatibili con le esigenze di sostenibilità, qualità delle uve e obiettivi enologici? 

 come gestire il diverso fabbisogno per la produzione di uva per base spumante, per vini rosati, vini da invecchiamento, …?

Aug 08, 202201:19:12
Effetto del deficit idrico sul profilo aromatico delle uve

Effetto del deficit idrico sul profilo aromatico delle uve

In questi giorni nell’inserto “Il Gusto” di un noto quotidiano nazionale è stata pubblicata questa segnalazione che qui sintetizzo: Clima, allarme per gli spumanti: “Se non irrighiamo le piante muoiono” di Lara Loreti Dal Prosecco al Trentodoc passando per Franciacorta e Alta Langa, la preoccupazione dei produttori per la siccità: “La maturazione dell’uva è del tutto disuniforme, tempestività e monitoraggio del terreno possono fare la differenza”. Grande lavoro degli enologi per salvare la qualità Incertezza e preoccupazione. Il mondo degli spumanti si prepara ad affrontare il mese più critico degli ultimi decenni: i vigneti sono duramente messi alla prova dalla siccità, l’uva sta maturando e da un appezzamento all’altro, lo stato vegetativo del frutto è del tutto diverso e non uniforme. Una situazione che mette sotto pressione gli agronomi ma anche e soprattutto gli enologi … 

In questo appuntamento Giovanni Bigot con dott. Giacomo Palai dell’Università degli Studi di Pisa, ha affrontato la tematica “Effetto del deficit idrico sul profilo aromatico delle uve”. 

Di seguito alcune domande che abbiamo approfondito con il collega Palai: 

 l’attuale situazione meteoclimatica, che interessa l’Italia tutta, rischia di compromettere la qualità delle uve, per quali cause? 

 temperatura, stress idrico e fisiologia della vite, le tue ricerche hanno preso in considerazione varie fasi dello sviluppo (evoluzione) della bacca; hai dedicato molta attenzione al deficit idrico e al profilo aromatico delle uve evidenziando importanti modificazioni in base al verificarsi dello stress idrico e termico; ci puoi sintetizzare i risultati più importanti di queste attività? 

 queste esperienze ti permettono di dare qualche consiglio agronomico (pratico -operativo) al viticoltore? 

 hai sperimentazioni (concluse o in corso) sull’uso del portinnesto come “regolatore” dell’effetto e dell’espressione del deficit idrico sul profilo aromatico delle uve? 

 il profilo aromatico delle uve è una caratteristica identificativa del vitigno, ci sono comportamenti diversi in base ai diversi vitigni e aree nelle quali, ad oggi, i vitigni aromatici sono più a rischio qualitativo? 

 qualche sintetica considerazione sul patrimonio aromatico e il rischio di ottenere uve non idonee all’obiettivo enologico, come descritto nell’articolo dedicati agli spumanti? e il Sauvignon o il Traminer?

Aug 08, 202201:09:13
Gestione del suolo: inerbimento e consumo idrico con la dott.ssa Caterina Capri, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

Gestione del suolo: inerbimento e consumo idrico con la dott.ssa Caterina Capri, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

Nelle più recenti dirette del mercoledì abbiamo evidenziato la necessità di rendere sostenibile la coltivazione della vite anche in relazione al cambiamento climatico in atto. Per questo è necessario valutare attentamente le scelte nella nuova piantagione (preparazione del suolo, vitigno europeo, portinnesto, sesto d’impianto, …) e di successiva gestione del vigneto in fase di allevamento e di produzione. È necessario applicare una serie di tecniche agronomiche sviluppate negli ultimi decenni e modulare diversamente quelle più tradizionali; a partire dal suolo e dall’inerbimento fino all’uso della viticoltura di precisione. 

In questo episodio, ospite la dott.ssa Caterina Capri, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, affronteremo la complessa tematica della gestione del suolo con focus sull’inerbimento. Si tratta di una tecnica utilizzata da tempo nelle aree viticole con buona piovosità durante il ciclo vegetativo della vite (l’inerbimento migliora la portanza del suolo e permette l’accesso ai mezzi meccanici, ad esempio per l’irrorazione) ma, in generale, è vista con sospetto per il timore di un’eccessiva competizione del cotico erboso per la risorsa idrica. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, da anni studia questa tematica e la dott.ssa Capri ci parlerà delle potenzialità di diversi livelli di copertura del suolo rilevate grazie ad una prova quadriennale. Di seguito alcune delle tematiche che Giovanni ha affrontato durante la mattinata: 

 partendo dall’assioma “a ogni ambiente la sua copertura del suolo” e, quindi tanta necessità di ricerca e di pratica applicazione ed esperienza, nella conservazione del suolo quale ruolo hanno/possono assumere le colture di copertura (cover crop) come pratica più sostenibile di gestione del suolo? 

 e gli inerbimenti spontanei? 

 l’inerbimento artificiale/spontaneo migliora la fertilità e struttura del suolo, il sequestro di carbonio, la conservazione della biodiversità?  come gestire la competizione per le risorse del suolo (acqua e nutrienti)?

 nella gestione del cotico erboso, quali consigli si possono dare ai viticoltori che mirano a ridurre la sua competizione nei confronti della vite?  l’altezza e la tempistica dello sfalcio del cotico erboso rappresentano una valida strategia di gestione del consumo idrico? 

 gli effetti dello sfalcio sono diversi in funzione della composizione floristica (% di Graminacee vs % di Leguminose); quali inerbimenti (naturali/spontanei) si possono proporre in funzione delle piovosità medie di una data zona viticola?

  come programmare la gestione del cotico erboso in funzione dei vari parametri (i risultati della sperimentazione)? 

Jul 20, 202201:09:24
La gestione dello stress idrico in vigneto, approfondimento. Ospite Diego S. Intrigliolo della Spanish National Research Council

La gestione dello stress idrico in vigneto, approfondimento. Ospite Diego S. Intrigliolo della Spanish National Research Council

L’uso dell’acqua in viticoltura è di grande attualità visto l’andamento siccitoso degli ultimi mesi. A livello globale, regionale e locale le risorse idriche sono soggette ad uno sfruttamento eccessivo e ciò è oggi ampiamente riconosciuto. In tutto il mondo, l’uso sostenibile delle risorse idriche è diventato imperativo per la società, l’ambiente, l’industria e le imprese, e rappresenta un fattore cruciale per le politiche di numerosi governi, settori industriali e soggetti commerciali. In molti vigneti delle regioni aride o semiaride di più recente sviluppo, le precipitazioni annue non soddisfano pienamente i bisogni dei moderni sistemi viticoli. Analogamente, in altre regioni dove la viticoltura si è insediata da tempo, le piogge sono insufficienti o mal distribuite ed è quindi difficile garantire un’offerta produttiva adeguata in termini qualitativi e quantitativi (forse pretendiamo di produrre oltre il sostenibile), visti i molteplici fattori che influiscono sullo stato idrico della vite. L'uso dell'acqua dovrebbe essere pianificato tenendo conto della sua disponibilità locale e dell’impatto del suo consumo sulla qualità stessa dell’acqua e sui livelli delle falde freatiche. 

La vite, pianta arido resistente potrebbe essere soggetta a vincoli o al divieto totale nell’uso della risorsa acqua.  Giovanni Bigot ne ha parlato in questo episodio con lcon il ricercatore Diego S. Intrigliolo dello Spanish National Research Council (CSIC), Desertification Research Center (CIDE), CSIC-UV-GV, Valencia, Spain - che da anni lavora sulla problematica dello stress idrico. 

Ecco alcune domande che ha trattato con lui: 

 la Spagna da circa vent’anni ha autorizzato la pratica dell’irrigazione in vigneto (prima vietata) che ha permesso un buon aumento della produttività (e qualità?); è stata una buona scelta? 

 era meglio percorrere altre strade (genetica di portinnesti e di Vitis vinifera, gestione del suolo, forme di allevamento, …) per aumentare la produzione? 

 da anni il gruppo di lavoro, del quale fai parte, ha messo a punto una nuova proposta per il bilancio idrico del vigneto, metodi di misura del contenuto idrico del terreno e della vite, finalizzato all’ottimizzazione dell’irrigazione; ci puoi sintetizzare questa nuova esperienza e proposta operativa al viticoltore? 

 quali interventi pratici si possono consigliare al viticoltore che dispone del bilancio idrico del suo vigneto ma deve gestire input e output tecnici spesso in competizione tra loro? 

 tra i molti effetti dello stress idrico viene segnalata la sua influenza sullo sviluppo radicale e sulla differenziazione delle gemme; hai fatto ricerche/esperienze su queste tematiche? 

 che cosa consigli al viticoltore che deve effettuare una nuova piantagione? 

 io immagino la preparazione del suolo (per favorire l’approfondimento dell’apparato radicale), e in sintesi tutto ciò che può migliorare la resilienza della vite; cosa ne pensi?

Jul 20, 202201:08:49
Stress termico ed idrico: tecniche di rilevamento e gestione in vigneto

Stress termico ed idrico: tecniche di rilevamento e gestione in vigneto

I continui eventi di stress termico e idrico rendono sempre più evidente la necessità di cambiare il modo di produrre e di proteggere il vigneto, migliorando le nostre conoscenze su suolo e ambiente e sulla loro interazione con la pianta e gli agenti patogeni.  Occorre conoscere nel dettaglio la fisiologia della vite in relazione al suo comportamento in funzione dello stress al quale è sottoposta; va fatto ricorso alle tecniche agronomiche più adatte e a tutti i mezzi tecnici - prodotti fitosanitari (PF), corroboranti, biostimolanti e induttori di resistenza - imparando ad utilizzarli in modo sinergico in una viticoltura che deve ridurre gli input (UE 2030 - obiettivo - Ridurre del 50% l'uso dei PF). 

Sull’uso della risorsa acqua è da valutare se l’irrigazione sia “sostenibile” per la vite, pianta arborea aridoresistente che produce uva da vino, destinata ad ottenere la bevanda degli Dei oggi considerata bene voluttuario! Il ruolo delle nuove tecnologie per il rilevamento degli stress idrici e termici e, di conseguenza. la possibilità di modulare gli interventi agronomici e l’eventuale apporto idrico sono tematiche di grande attualità nel contesto climatico attuale.  

Tante tematiche che Giovanni Bigot ha affrontato con due illustri ricercatori, il dottor Davide Modina dell’Università di Milano e la dott.ssa Alessia Cogato dell’Università di Udine, che da anni sono impegnati ad acquisire nuove conoscenze e divulgarle ai vari interessati (viticoltori e tecnici).  


Jul 06, 202201:18:34
Stress idrico e termico: rischio di veder compromessa la qualità delle uve

Stress idrico e termico: rischio di veder compromessa la qualità delle uve

La situazione meteorologica continua ad essere seriamente allarmante. Siamo di fronte, infatti, a forte stress termico e stress idrico, accompagnato dalla difficoltà di apportare i giusti quantitativi di acqua con l’irrigazione.  In questa conversazione vitivinicola Giovanni Bigot ospita Aaron Fait, Professore di biochimica vegetale alla Ben Gurion University del Neghev (Israele), dell'Istituto Blaustein per gli studi sul deserto con cui ha parlato di:

 - differenti risposte tra i vitigni isoidrici e quelli anisoidrici 

- risposta della vite allo stress idrico/termico 

- il ruolo del vitigno europeo e del portinnesto nel manifestare i sintomi di stress (idrico e termico)

 - esistono ricerche sulla possibile riduzione della chioma per adattare la vite allo stress? 

- età delle viti e loro capacità di adattamento ai vari tipi di stress, quali evidenze rilevate?

Jun 29, 202201:11:45
Il cotico erboso spontaneo come indicatore delle caratteristiche del suolo

Il cotico erboso spontaneo come indicatore delle caratteristiche del suolo

Quando si parla di erbe spontanee viene alla mente il ruolo alimentare che i vegetali hanno avuto nell’evoluzione dell’uomo, dapprima raccoglitore e poi agricoltore, permettendogli, nei secoli passati, il sostentamento e la sopravvivenza. Tuttavia, la raccolta e il consumo di erbe commestibili, definite tecnicamente piante alimurgiche, sono stati progressivamente abbandonati a causa di diversi fattori: il benessere economico, il non dedicare tempo ed attenzione alla raccolta di queste erbe, l’aver perso la capacità di riconoscere le piante buone … e il timore di raccogliere erbe “avvelenate” dai numerosi interventi fitosanitari effettuati sulle colture agrarie e, in particolare, sulla vite. Tutte le erbe spontanee presenti nel cotico erboso hanno però un ruolo importante come indicatrici delle caratteristiche e delle proprietà del suolo che le ospita. Ne abbiamo parlato in questa conversazione con il dott. Luciano Loschi, presidente dell’Accademia Italiana Piante Spontanee ed esperto Botanico e Micologo.

Jun 15, 202201:17:41
Dopo più di 40 anni la Flavescenza dorata fa ancora paura

Dopo più di 40 anni la Flavescenza dorata fa ancora paura

È una grave ampelopatia causata da fitoplasmi, caratterizzata da rapida diffusione e ingenti perdite economiche. Scaphoideus titanus e flavescenza dorata (FD): Negli ultimi anni le manifestazioni epidemiche causate da FD, hanno assunto dimensioni sempre maggiori e preoccupanti, interessando molte aree viticole dell’Italia (nel Nord in particolare). Che cosa sappiamo di certo per combattere/contrastare questa ampelopatia? In quale direzione si sta muovendo la ricerca scientifica? Quali notizie sull’individuazione di geni di resistenza? 

Di questi aspetti ne ho parlato con la dott.ssa Elisa Angelini, ricercatrice del CREA Viticoltura ed Enologia di Conegliano (Treviso), nella diretta di mercoledì 08 giugno, con abbiamo affrontato alcune tematiche: 

Quali sono le cause di questa recrudescenza della FD? 

Gli insetticidi oggi utilizzabili sono meno efficaci degli esteri fosforici (ora vietati)? 

Tutto ciò è, almeno in parte, dovuto al minore impegno dei viticoltori nel contrasto alla malattia? 

Quali esperienze avete maturato utilizzando la capitozzatura? 

Il recovery su alcuni vitigni funziona? 

Scaphoideus titanus è molto efficiente nella trasmissione di FD, qual è il ruolo di altri vettori? 

È importante l’uso di misure di controllo del vettore e delle viti infette (è fondamentale, nella attuale fase fenologica, eliminare tutte le piante che presentano vegetazione sintomatica in vigneto), in quanto l’insetto che ha assunto il fitoplasma può trasmettere la malattia? 

La gestione collettiva è ideale e funziona bene se interessa vasti areali (in sostanza tutti i viticoltori devono effettuare la lotta insetticida al vettore), qual è la tua esperienza in proposito? 

Vigneti abbandonati, viti inselvatichite quale ruolo hanno? Conservano il fitoplasma e permettono a Scaphoideus titanus di acquisire il fitoplasma della FD?

Buon ascolto,

Giovanni Bigot


Jun 08, 202201:16:00
L' Ampelocalendar.... Che cosa monitorare in vigneto?

L' Ampelocalendar.... Che cosa monitorare in vigneto?

L'Ampelocalendar aiuta tutti gli Ampelonauti ad organizzare le attività nel vigneto. 

Ospite della diretta di domani, dott.ssa Marta Soccolini, Agronomo di Perleuve con cui parleremo di: 

1. Siamo ad un terzo della stagione vegetativa della vite, nella fase della fioritura della vite. Il momento è importante per osservare....? 

2. La gestione del vigneto migliora se hai fatto il monitoraggio 

3. L'ampelocalendar come strumento a portata di mano per le osservazioni puntali nel vigneto 

4. Le guide al monitoraggio ti aiutano a fare i rilievi di precisione

Jun 03, 202248:42
Cocciniglie in costante aumento e diffusione, quali le cause?

Cocciniglie in costante aumento e diffusione, quali le cause?

I viticoltori ed i tecnici lamentano il forte aumento delle infestazioni di questi Emitteri da circa un quarto di secolo. Nel passato gli attacchi erano sporadici, legati all’andamento stagionale e la presenza del fitofago diminuiva nell’anno seguente (trattamenti con esteri fosforici? Controllo biologico?). Venivano colpite le viti più squilibrate (deboli) quasi non avessero capacità di “difesa” e si indebolivano per la sottrazione di linfa (danno diretto). 

Giovanni Bigot ha affrontato queste interessanti tematiche in questo episodio con il Dott. Arturo Cocco del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Insieme cercheremo di affrontare le seguenti domande: 

 - Come possiamo spiegare il forte aumento delle infestazioni negli ultimi decenni? 

- Quale ruolo può avere il cambiamento climatico? avvantaggia il fitofago? 

- Il vigneto se non ben gestito compromette il ruolo degli insetti predatori e antagonisti delle cocciniglie? 

- Quali sono i rischi di trasmissione di virosi e batteriosi (?) di interesse nel controllo di questi fitofagi?

 - Che cosa pensi della teoria della “Trofobiosi” che, in estrema sintesi, porta ad un indebolimento del vegetale? 

- Quali strategie di lotta insetticida (prodotti fitosanitari) consigli in base alle tue attività di ricerca? 

- L’utilizzo di feromoni (distrattori) che impediscono/riducono gli accoppiamenti riducendo la popolazione delle cocciniglie, garantisce buoni risultati? 

- Ci puoi parlare delle tue esperienze nel lancio di insetti utili per il contrasto alle cocciniglie? Quali risultati possiamo ottenere con questa tecnica (lanci aumentativi o inondativi)?

May 25, 202201:12:57
La difesa da peronospora con solo rame o con il supporto di BcA, ospite con Gianfranco Romanazzi, Prof. all'Università Politecnica delle Marche e Presidente dell'AIPP

La difesa da peronospora con solo rame o con il supporto di BcA, ospite con Gianfranco Romanazzi, Prof. all'Università Politecnica delle Marche e Presidente dell'AIPP

Da 144 anni il rame è la sostanze attiva efficace contro peronospora ma essendo classificato tra i metalli pesanti e temendo conseguenze di tipo ambientale il suo utilizzo è stato via via limitato agli attuali 4kg/ha/anno medi. La peronospora della vite rimane la patologia fungina con i danni più gravi, sempre più frequentemente gli attacchi si espandono anche in Sud Italia, possiamo dire il perché? Le ultime perturbazioni che hanno colpito l’Italia sono state infettanti? La situazione in Italia di quest’anno a confronto con gli altri anni come si può considerare? In questo appuntamento Giovanni Bigot ha affrontato questi argomenti con Gianfranco Romanazzi, Prof. all'Università Politecnica delle Marche e Presidente dell'AIPP.

Principi biologici base della difesa da peronospora:  

· Condizioni di maturazione delle oospore anche alla luce dei cambiamenti climatici 

· L’importanza del monitoraggio della maturazione delle oospore per l’avvio della difesa  

· Quali pratiche agronomiche possono limitare lo sviluppo e la gravità delle infezioni di peronospora?  

La difesa senza rame:  

· Chitosano esperienza pratiche di utilizzo nell’ambito della difesa  

o Effetti collaterali dell’uso del chitosano, quali?  

o Può essere attivo contro Brettanomyces su uva?  

· Quali altri BcA possono essere utilizzati nella difesa .. efficace?  

· Nel prossimo futuro quali sono le prospettive?  

La difesa con rame:  

· Biodisponibilità e caratteristiche fisiche dei diversi formulati 

 · Dose minima efficace 

 · Effetti e azioni su altre ampelopatie  


May 18, 202201:13:14
Il riscaldamento globale ha conseguenze dirette sulla vite e sui grappoli irraggiati?

Il riscaldamento globale ha conseguenze dirette sulla vite e sui grappoli irraggiati?

Tra i possibili interventi di mitigazione per ridurre le conseguenze negative dell’irraggiamento diretto dei grappoli e del forte aumento della temperatura degli acini più esposti discuteremo del ruolo: 

✔ della defogliazione in prefioritura a confronto con altri momenti di intervento; 

✔ degli effetti di questa tecnica di gestione del verde sulla produzione, sulla qualità delle uve e dei vini; 

✔ di alcuni altri interventi (irrorazioni e gestione della chioma) in verde che possono ridurre notevolmente la temperatura dei grappoli esposti.  

Di seguito, alcune delle principali domande a cui daremo risposta durante questa conversazione, grazie alla presenza della dott.ssa Ilaria Filippetti, professoressa associata del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università degli Studi di Bologna, che da molti anni si dedica a queste tematiche che coinvolgono la fisiologia della vite e la gestione del vigneto. 

1. la defogliazione in pre-fioritura ha effetti diversi in funzione del vitigno su cui viene applicata? 

2. quali sono i principali effetti che si possono ottenere con tale tecnica di gestione a verde? 

3. ci possono essere conseguenze negative o effetti indesiderati operando in pre-fioritura? 

4. ci sono mezzi tecnici in grado di mitigare alcuni di questi eventuali effetti? 

5. quale ruolo possono avere i trattamenti con zeolite e caolino? Questi interventi hanno gli stessi effetti sulla chioma e sui grappoli? 

6. la quercetina (o quercitina) aumenta nei vitigni a bacca nera in cui viene applicata questa tecnica. Cosa comporta nei vini? 

Tante tematiche interessanti/importanti.


May 11, 202201:12:18
Perché è importante controllare il volo delle tignole della vite?

Perché è importante controllare il volo delle tignole della vite?

Solo se controllo la presenza dei carpofagi nel vigneto posso assicurare la costante qualità delle uve - e del vino. 

Nel progetto FIVI4Future il controllo dei voli dei tortricidi della vite (tignole e altri) è un'attività che mette in rete i vignaioli di più di 10 regioni d'Italia: i dati rilevati sono trasmessi in tempo reale all'Università di agraria di Udine che li elabora e restituisce informazioni molto utili. 

Ospiti della conversazione viticola di mercoledì Prof. Francesco Pavan, Università di Agraria Udine e Luigi Maffini, Vicepresidente Fivi.

May 05, 202201:13:20
La difesa dalla peronospora parte dal costante monitoraggio in vigneto

La difesa dalla peronospora parte dal costante monitoraggio in vigneto

La peronospora rappresenta, nella maggior parte degli areali viticoli italiani, il nemico più pericoloso e difficile da combattere. Questa ampelopatia, a causa dei cambiamenti climatici in atto, trova spesso impreparati anche i viticoltori del centro e sud Italia, ottimi conoscitori dell’oidio. Nella diretta di domani parliamo di peronospora con la dott.ssa Luisa Mattedi; il suo percorso formativo, la sua attività ed esperienza sulla difesa della vite sono maturati a San Michele all'Adige (TN), ora Edmund Mach Foundation. Vi anticipo le tematiche che abbiamo affrontato con Luisa Mattedi: 

• Perché è importante eseguire un monitoraggio attento della presenza di peronospora e, in base alle tue esperienze, quanto esso influisce sui risultati della difesa della vite?

 • Quali sono i risultati (riduzione del numero di interventi e della quantità di Cu impiegato, …), che hai ottenuto grazie al costante controllo della presenza della peronospora in vigneto? • Raccontaci alcuni aspetti pratici del rilievo della presenza di infezioni e della percentuale di sporulazione giornaliera della peronospora in base alla tua esperienza.

 • Come influiscono le condizioni ambientali e meteorologiche sulla presenza e gravità delle infezioni peronosporiche? 

• Zone ad alto rischio e basso rischio, quale ruolo ha la durata della bagnatura fogliare? 

Apr 20, 202201:15:15
La qualità delle uve è questione di efficienza nella gestione del vigneto

La qualità delle uve è questione di efficienza nella gestione del vigneto

La pioggia tanto attesa è arrivata, non sempre in grande quantità (vi presenterò la situazione a livello nazionale) dapprima è stata lenta, permettendo l’imbibizione dei primi centimetri di terreno e ridotto così le perdite per dilavamento; nei giorni successivi un po’ più consistente (vedi zone viticole).

Nella diretta di domani cercheremo di capire le tecniche di gestione del vigneto più adatte alla buona ripresa vegetativa e all’efficienza fisiologica della vite.

Si tratta di una tematica che si interseca, in particolare, con la gestione del suolo che è molto complessa e il viticoltore, con le sue scelte (lavorazione, inerbimento, pacciamatura verde, sovescio, …) va ad influire su altri aspetti gestionali:

- sulla nutrizione minerale: quando e come effettuarla, con che cosa;

-  sulla nutrizione idrica: come aumentare la capacità di campo e l’esplorazione degli orizzonti di terreno profondi da parte delle radici - se disponibile tale risorsa quando irrigare/fertirrigare.

Il viticoltore, con la gestione del suolo, può aiutare la vite ad adattarsi ai cambiamenti climatici in atto.

Ne parliamo con il dott. Massimo Bertamini, docente al Center of Agriculture dell'Università di Trento; la sua attività ed esperienza è maturata alla Edmund Mach Foundation, San Michele all'Adige (TN).

Apr 06, 202201:11:03
Efficienza ed efficacia Irroratrici

Efficienza ed efficacia Irroratrici

In questa conversazione viticola affrontiamo la tematica della distribuzione dei prodotti fitosanitari (PF) in vigneto. Si tratta di una materia molto articolata che vede nel viticoltore il principale protagonista nel corretto utilizzo delle irroratrici e, quindi, dei PF che devono raggiungere il giusto bersaglio da proteggere. Ospite dott. Mario Tamagnone, dell’Università di Torino, professore di Meccanica agraria presso il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (DISAFA). Il DISAFA collabora con ENAMA (Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola) ed è referente italiano del progetto europeo TOPPS, (Train Operators to Promote Practices and Sustainability). 

Abbiamo parlato di:

1. Andare oltre il controllo funzionale delle irroratrici, ora obbligatorio, ma non recepito correttamente da molti viticoltori che lo ritengono “burocratico”. Il viticoltore deve essere formato alla corretta manutenzione e taratura in vigneto che lo vedono unico protagonista (tra un controllo funzionale e l’altro). 

2. Come vanno gestite le irroratrici [pressione di esercizio, volume da irrorare, velocità di avanzamento, controllo qualitativo dell’irrorazione (cartine idro-sensibili), orientamento degli ugelli (dei distributori) in funzione della forma di allevamento- sesto d’impianto - altezza della parete – volume della chioma…]? 

3. Utilizzo di app innovative per la taratura e regolazione delle irroratrici, quali i risultati attesi? 

4. Come ridurre/mitigare l’inquinamento puntiforme, il dilavamento (inquinamento del suolo), la deriva, il ruscellamento, …?

Mar 31, 202201:08:32
Il clima dell'inverno nelle principali zone viticole d'Italia

Il clima dell'inverno nelle principali zone viticole d'Italia

Quali sono state le principali differenze climatiche dei mesi invernali 2021/22?

Quali sono le condizioni dei suoli viticoli d'Italia alle porte della nuova stagione vegetativa? L'andamento termico, in particolare dell'ultimo periodo, sta influenzando lo sviluppo fenologico della vite; quali sono le differenze rilevate nelle diverse regioni d'Italia? Siamo veramente in crisi idrica?

La sensazione è quella di scarse precipitazioni e temperature fuori dalla media, ma i numeri forse ci danno una visione diversa.

Ragionamenti importanti che approfondirò ho approfondito con dott. Luigi Mariani, Agrometeorologo dell'Università degli Studi di Milano e Brescia.

Mar 23, 202201:07:39
Il futuro dell'agricoltura è nella digitalizzazione?

Il futuro dell'agricoltura è nella digitalizzazione?

Apro le Conversazioni vitivinicole del 2022 con due ospiti che ricoprono ruoli importanti nella ricerca agricola, nei settori della produzione e della digitalizzazione in agricoltura. Ve li presento molto sinteticamente:

Roberto Pinton, dopo una brillante carriera come professore di Chimica Agraria con una specifica competenza di ricerca nel settore della nutrizione delle piante, oggi è Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Udine.

Antonio Samaritani, laureato in Economia e Commercio presso l’Università Bocconi di Milano, già Direttore Generale dell'Agenzia per l'Italia Digitale, è oggi CEO di Abaco Group.

A questi insigni ospiti rivolgerò alcune domande sulla digitalizzazione che sta coinvolgendo tutto il mondo agricolo, alle quali agricoltori e tecnici di settore non sono ancora riusciti a dare risposte soddisfacenti.

1. Siamo capaci di utilizzare al 100% tutta la tecnologia digitale oggi disponibile?

2. È possibile adottare nel settore viticolo, in tempi brevi, la tecnologia attualmente disponibile?

3. Quali sono le competenze professionali delle figure che aiuteranno l’azienda vitivinicola (agricola) in questa transizione?

4. Quali sono i risultati della digitalizzazione nel settore vitivinicolo (nell’agricoltura) negli ultimi 10 anni?

Mar 16, 202201:11:10
Internet of Things: sensori a portata di mano con Giovanni Bigot e Roberto Zorer

Internet of Things: sensori a portata di mano con Giovanni Bigot e Roberto Zorer

L’Internet delle cose è un termine moderno che descrive la possibilità di acquisire un flusso contino di informazioni (internet) da diverse fonti/sensori (le cose).  L’obiettivo generale, grazie al collegamento tra IoT – BigData e dati georeferenziati (es. 4GrapesR), è ottenere dei sistemi di supporto alle decisioni a diversa scala spaziale: nazionale, comprensoriale ed aziendale, per la gestione sostenibile dei suoli viticoli e per la valorizzazione dell’effetto “terroir”, cioè delle migliori interazioni tra vitigno, ambiente pedoclimatico e gestione agronomica. In Viticoltura i Sistemi di Supporto alle Decisioni (il DSS Decision Support System degli anglosassoni) a diversa scala spaziale si stanno sempre più diffondendo anche nella realtà italiana. Tra tutte le informazioni eseguite in vigneto, in assoluto la più frequente riguarda la fenologia della vite, che regola: modelli previsionali delle malattie, epoche di potatura, data di vendemmia etc.   

In questa conversazione vitivinicola Giovanni Bigot ne ha parlato con  Roberto Zorer, ricercatore della Fondazione Edmund Mach, con cui parleremo di una stazione meteo-fenologica a supporto della viticoltura di precisione.

Oct 13, 202101:09:41
Il fabbisogno di elementi chimici in relazione all'andamento stagionale

Il fabbisogno di elementi chimici in relazione all'andamento stagionale

Duilio Porro, esperto nutrizione della vite di Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, era l'ospite della conversazione vitivinicola di Giovanni Bigot.  

Gli argomenti approfonditi durante la conversazione erano: 

1. carenza od eccesso idrico (sono sempre situazioni di stress), come mi devo comportare con gli apporti nutrizionali e la gestione del suolo? In particolare dopo un'annata con forte deficit idrico? 

2. alta o bassa produzione, è comunque necessario reintegrare gli elementi nutritivi? La risposta ovvia è sì, la vite “spende” molte energie per costruire il proprio apparato vegetativo che annualmente eliminiamo (per l’85-95% in funzione della forma di allevamento) con la potatura al bruno (secca o invernale).  

3. destino da riservare ai sarmenti, eliminazione dal vigneto? trinciatura sul posto, ad interfila singola o alterna? compostaggio (tante le novità)? Vanno evidenziate le motivazioni che spingono alle diverse possibili scelte. 

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Oct 06, 202101:08:44
L'importanza dell'approccio scientifico nella viticoltura. Ospite Giovanni Carrada

L'importanza dell'approccio scientifico nella viticoltura. Ospite Giovanni Carrada

Si sono fatti i vini dagli antichi romani, cosa possiamo ancora imparare? Cosa ci può insegnare la scienza in confronto con la saggezza dei secoli? Nella diretta di mercoledì, 29 settembre 2021, ho avuto il piacere di avere come ospite Giovanni Carrada, biologo, giornalista scientifico e dal 1994 co-autore di Superquark, la trasmissione di RAI di Piero Angela. Parliamo dell'importanza della scienza, dell'osservare, misurare e andare oltre le impressioni per anche sbagliare. Perché la scienza è anche diritto di sbagliare, per dopo confrontarsi a vicenda e condividere. Da soli, infatti, non si va da nessuna parte.  Giovanni

Sep 29, 202101:12:37
Il monitoraggio del vigneto durante la vendemmia

Il monitoraggio del vigneto durante la vendemmia

Il periodo di vendemmia è importante non solo per la raccolta dell'uva ma anche perché si tirano le somme dell'andamento di tutte le scelte fatte nel vigneto e per prepararlo ad affrontare una nuova stagione. Non dimentichiamo che in questo periodo si possono fare delle osservazioni fondamentali per impostare le strategie per l'annata successiva come per esempio monitorare la formazione dei casmoteci, controllare la presenza delle tignole nei grappoli, monitorare i sintomi di mal dell‘esca ed altro...  Ospite della diretta del 22 settembre la Dott.ssa Agronomo, Marta Soccolini, mia collega nonché l'Ampelonauta con il maggior numero annuo di osservazioni in campo. Giovanni

Sep 22, 202101:15:12