Skip to main content
Storie di economia e finanza

Storie di economia e finanza

By Bank Station

La finanza e l’economia non sono argomenti semplici. Ma non sono nemmeno riservati a chi ha studiato economia all'università o a chi lavora in questo settore.

La finanza e l'economia appartengono a chiunque abbia voglia di capirle fino in fondo.

Mettete da parte gli stereotipi su lupi di Wall Street, grattacieli e cravatte, e lasciatevi accompagnare dalle nostre voci e da un sound design immersivo alla scoperta degli eventi che hanno segnato la storia dell'economia e della finanza.

And the next stop is... Bank Station.
Available on
Amazon Music Logo
Apple Podcasts Logo
Castbox Logo
Google Podcasts Logo
Spotify Logo
Currently playing episode

Ep4 – Tinder trap: il credito cooperativo – I believe in yesterday

Storie di economia e finanzaJan 20, 2022

00:00
32:23
BONUS TRACK – Out Now! La finanza etica contro l'apartheid

BONUS TRACK – Out Now! La finanza etica contro l'apartheid

Per questa puntata bonus della serie "Out Now!", abbiamo fatto una chiacchierata con la professoressa Cristiana Fiamingo, docente di storia e istituzioni dell'Africa all'Università Statale di Milano.

Le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa in più sulle radici economiche del regime di Apartheid in Sudafrica, sulle principali politiche economiche del regime e su come quelle politiche, purtroppo, facciano ancora sentire il loro impatto sul Sudafrica di oggi.

Dec 30, 202328:11
Ep4 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Il coro

Ep4 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Il coro

A cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, la campagna per il disinvestimento portata avanti dai campus delle università americane comincia a prendere piede in tutti gli Stati Uniti.

Ma di fronte alla scelta operativa di quali azioni vendere, di quali aziende si meritino il disinvestimento, gli investitori vengono messi di fronte ad un dilemma:

È giusto fare di tutta l’erba un fascio? È proprio vero che tutte le aziende che fanno affari in Sudafrica stanno contribuendo a sostenere l’apartheid?


*  *  *


Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.

L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.

Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori.


Fonti:

- South African History Online. ⁠https://www.sahistory.org.za/⁠

- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. ⁠http://www.jstor.org/stable/41421629⁠

- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. ⁠http://www.jstor.org/stable/25071819⁠

- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan. http://michiganintheworld.history.lsa.umich.edu/antiapartheid/exhibits/show/exhibit

Oct 23, 202336:17
Ep3 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Hope and pray

Ep3 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Hope and pray

Dopo la rivolta di Soweto in Sudafrica nel 1976, il movimento anti-apartheid americano cambia volto. I suoi protagonisti non sono più leader religiosi o veterani del movimento per i diritti civili,  ma sono studenti universitari, che nei campus di tutta America formano associazioni, stampano volantini, scrivono cartelli e scendono in piazza.

Ma il movimento non cambia solo volto, cambia anche strategia.


*  *  *


Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.

L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.

Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori.


Fonti:

- South African History Online. ⁠https://www.sahistory.org.za/⁠

- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. ⁠http://www.jstor.org/stable/41421629⁠

- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. ⁠http://www.jstor.org/stable/25071819⁠

- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan. http://michiganintheworld.history.lsa.umich.edu/antiapartheid/exhibits/show/exhibit

Oct 23, 202335:12
Ep2 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Il paradosso

Ep2 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Il paradosso

L’indignazione globale seguita alla notizia del massacro di Sharpeville trova terreno fertile negli Stati Uniti, dove da una costola movimento per i diritti civili degli afro-americani, nasce un movimento contro l’Apartheid in Sudafrica.

Fin dagli anni ’60, questo movimento si pone un obiettivo chiaro. La sua missione è quella di convincere le maggiori aziende americane ad interrompere i commerci e gli investimenti in Sudafrica, per mettere in ginocchio l’economia del paese.

Ma che cosa vuol dire “convincere un’azienda”?


*  *  *


Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.

L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.

Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma, per portare avanti idee, battaglie e valori.


Fonti:

- South African History Online. ⁠https://www.sahistory.org.za/⁠

- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. ⁠http://www.jstor.org/stable/41421629⁠

- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. ⁠http://www.jstor.org/stable/25071819⁠

- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan. http://michiganintheworld.history.lsa.umich.edu/antiapartheid/exhibits/show/exhibit

Oct 23, 202337:50
Ep1 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Izwe Lethu

Ep1 – Out Now! La finanza etica contro l’Apartheid – Izwe Lethu

La mattina del 21 Marzo 1960, nella township sudafricana di Sharpeville – una periferia dove abitano esclusivamente persone nere – migliaia di persone si stanno accalcando davanti alla stazione di polizia chiedendo a gran voce di essere arrestate e messe in cella.


*  *  *


Nell’Ottobre del 1986, il Senato americano impone per la prima volta sanzioni economiche contro il Sudafrica, per fare pressione al governo sudafricano affinché cancelli l’Apartheid – un brutale regime di segregazione razziale in vigore da quasi quarant’anni.

L’approvazione delle sanzioni americane contro il Sudafrica, arrivata nonostante l’opposizione feroce del presidente Ronald Reagan, è il punto di arrivo di una lotta durata più di 30 anni – una lotta portata avanti non da presidenti e senatori, ma da una costellazione di associazioni e gruppi di attivisti sparsi per il territorio americano.

Questa costellazione – il movimento anti-apartheid americano – è riuscita a prevalere e a raggiungere il suo obiettivo grazie ad un’idea nuova di finanza: un nuovo paradigma, per cui la finanza e gli investimenti smettono di essere soltanto un sistema per gestire i propri soldi e diventano un’arma per portare avanti idee, battaglie e valori.


Fonti:

- South African History Online. https://www.sahistory.org.za/

- BROYLES, P. A. (1998). THE IMPACT OF SHAREHOLDER ACTIVISM ON CORPORATE INVOLVEMENT IN SOUTH AFRICA DURING THE REAGAN ERA. International Review of Modern Sociology, 28(1), 1–19. http://www.jstor.org/stable/41421629

- Paul, K., & Aquila, D. A. (1988). Political Consequences of Ethical Investing: The Case of South Africa. Journal of Business Ethics, 7(9), 691–697. http://www.jstor.org/stable/25071819

- Divestment for humanity: the Anti-Apartheid Movement at the University of Michigan. http://michiganintheworld.history.lsa.umich.edu/antiapartheid/exhibits/show/exhibit

Oct 23, 202327:11
Ep4 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – La festa

Ep4 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – La festa

La salita dei prezzi delle azioni dot-com non si basava su aziende solide, ma su persone che compravano le azioni convinte di riuscire a rivenderle ad un altro scemo ad un prezzo più alto. Una salita del genere non può durare all’infinito, perché ad un certo punto gli scemi finiscono.

Gli scemi finirono a Marzo del 2000.

Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.

Testo: Luca Dann e Francesco Namari

Voci: Luca Dann, Francesco Namari

Guest star: Fjona Cakalli

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#dotcom #bolla #bolladelledotcom

Fonti:

- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.

- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.

- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.

- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)

- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.

Jun 15, 202236:29
Ep3 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – I DJ

Ep3 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – I DJ

Chi ha avuto la faccia tosta di portare le azioni di compagnie giovani e in perdita sui sacri scaffali della borsa? Saranno stati quei pazzi furiosi degli investment banker della City e di Wall Street.

Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.

Testo: Luca Dann e Francesco Namari

Voci: Luca Dann, Francesco Namari

Guest star: Fjona Cakalli

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#dotcom #bolla #bolladelledotcom

Fonti:

- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.

- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.

- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.

- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)

- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.

Jun 15, 202223:27
Ep2 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – La canzone

Ep2 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – La canzone

Dal 1982, giorno di rialzi dopo giorno di rialzi, sempre più persone avevano spostato i loro risparmi nel mercato azionario, e nel 1995 tutti erano pronti ad investire nella prossima novità.

La novità la portò un team di ragazzi dell’Università dell’Illinois, che regalò al mondo il primo internet browser capace di mostrare testo e immagini insieme nella stessa schermata. Ah oltre al browser i ragazzi fecero partire anche la bolla delle dot-com.

Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.

Testo: Luca Dann e Francesco Namari

Voci: Luca Dann, Francesco Namari

Guest star: Fjona Cakalli

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#dotcom #bolla #bolladelledotcom

Fonti:

- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.

- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.

- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.

- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)

- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.

Jun 15, 202235:35
Ep1 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – L’open bar

Ep1 – Mi sento fortunato: la bolla delle dot-com – L’open bar

Il 1982 fu un anno ricco di eventi. La nazionale di calcio Italiana vinse il suo terzo titolo mondiale, l’Argentina occupò le isole Falkland, Michael Jackson rilasciò Thriller, il suo album più celebre che fece la storia della musica.

Ma questi sono tutti eventi insignificanti (se non addirittura ridicoli) in confronto al ben più importante mercato azionario, che proprio quell’anno cominciò il più lungo periodo di rialzi che Wall Street aveva mai visto. Un periodo di quasi vent’anni che vide l’indice azionario Dow Jones aumentare di oltre dieci volte, e il NASDAQ di oltre trenta volte.

Questo lungo periodo di prosperità a Wall Street è stato il primo di una serie di step che ha portato alla formazione della bolla speculativa passata alla storia come “la bolla delle dot-com” degli anni ‘90.

Tra il 1995 e il 2000, la promessa di un’età dell’oro di internet ha portato gli investitori di tutto il mondo a scagliare i loro soldi alle azioni di qualunque società avesse un “.com” alla fine del nome. Aziende con pochi mesi di vita, fondate da ragazzini appena usciti dal college, arrivarono a valere cifre mostruose e senza senso, per poi crollare rapidamente una volta raggiunti livelli ingiustificabili. La bolla delle dot-com è l’evento di storia economica moderna che ha impattato di più le nostre abitudini, i lavori tra cui possiamo scegliere oggi e il modo in cui li svolgiamo.

Testo: Luca Dann e Francesco Namari

Voci: Luca Dann, Francesco Namari

Guest star: Fjona Cakalli

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#dotcom #bolla #bolladelledotcom

Fonti:

- Swisher, K. (2000, December 18). Dot-Com Bubble Has Burst; Will Things Worsen in 2001?. Wall Street Journal.

- Eaton, L. (2000, December 18). Keeping Up With the Dow Jones; From Suites to Streets, All Eyes Are on Stock Market. The New York Times.

- Ip, G. Pulliam, S. Thurm, S. Simon, R. (2000, July 14). How the Internet Bubble Broke Records, Rules, Bank Accounts. Wall Street Journal.

- John Cassidy, Dot.Con: The Greatest Story Ever Sold (2002)

- Stock market data are taken from The Wall Street Journal, Yahoo Finance, and Bloomberg.

Jun 15, 202224:31
Ep3 – Banana Republic: l’Irlanda senza banche – Il castello di carta

Ep3 – Banana Republic: l’Irlanda senza banche – Il castello di carta

Dalla storia incredibile della Banana Republic, è facile trarre conclusioni romantiche.

E’ forte la tentazione di pensare che le banche e i loro numeri alla fine non servono. Che se nel Novembre 1970 le banche Irlandesi non avessero riaperto, tanto era lo stesso.

Ma non è andata proprio così. Per capire perché l’economia Irlandese non sarebbe andata avanti all’infinito senza banche, serve rispondere ad un’ultima domanda: che cosa sono i soldi?

Nel 1970, tutte le banche commerciali della Repubblica d’Irlanda rimasero chiuse per oltre sei mesi, a causa di una disputa sindacale tra le banche e i loro impiegati.

Per quei sei mesi, l’Irlanda divenne la cavia involontaria di un sadico esperimento sociale. Che proprio come un esperimento di laboratorio, ci consente di osservare un prima e un dopo, e ci aiuta a rispondere ad una domanda: puo’ funzionare un’economia senza banche?

Testo: Luca Dann e Francesco Namari

Voci: Luca Dann, Francesco Namari

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#irlanda #banche #soldi

Fonti:

- Irish Newspaper Archives,
https://www.irishnewsarchive.com/

- Murphy, Antoin E, 1978. "Money in an Economy without Banks: The Case of Ireland," The Manchester School of Economic & Social Studies, University of Manchester, vol. 46(1), pages 41-50, March

- Krüger, Malte (2017) : Money and credit: Lessons of the Irish bank strike of 1970, ROME Discussion Paper Series, No. 17-13, Research On Money in the Economy (ROME), s.l.

- McLeay, Michael & Radia, Amar & Thomas, Ryland, 2014. "Money creation in the modern economy," Bank of England Quarterly Bulletin, Bank of England, vol. 54(1), pages 14-27.

Mar 30, 202218:06
Ep2 – Banana Republic: l’Irlanda senza banche – Carenza di liquidi

Ep2 – Banana Republic: l’Irlanda senza banche – Carenza di liquidi

Nel 1970, l’85% del denaro nell’economia Irlandese esisteva solo sottoforma di depositi in conto corrente, numeri scritti sui libri contabili delle banche.

Ma quando quelle banche chiusero i battenti tutto quel denaro, proprio come era stato creato dal nulla, scomparve all’improvviso.

All’Irlanda serviva un’alternativa… E quell’alternativa arrivo!

Nel 1970, tutte le banche commerciali della Repubblica d’Irlanda rimasero chiuse per oltre sei mesi, a causa di una disputa sindacale tra le banche e i loro impiegati.

Per quei sei mesi, l’Irlanda divenne la cavia involontaria di un sadico esperimento sociale. Che proprio come un esperimento di laboratorio, ci consente di osservare un prima e un dopo, e ci aiuta a rispondere ad una domanda: puo’ funzionare un’economia senza banche?

Testo: Luca Dann e Francesco Namari

Voci: Luca Dann, Francesco Namari

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#irlanda #banche #soldi

Fonti:

- Irish Newspaper Archives,
https://www.irishnewsarchive.com/

- Murphy, Antoin E, 1978. "Money in an Economy without Banks: The Case of Ireland," The Manchester School of Economic & Social Studies, University of Manchester, vol. 46(1), pages 41-50, March

- Krüger, Malte (2017) : Money and credit: Lessons of the Irish bank strike of 1970, ROME Discussion Paper Series, No. 17-13, Research On Money in the Economy (ROME), s.l.

- McLeay, Michael & Radia, Amar & Thomas, Ryland, 2014. "Money creation in the modern economy," Bank of England Quarterly Bulletin, Bank of England, vol. 54(1), pages 14-27.

Mar 30, 202214:26
Ep1 – Banana Republic: l’Irlanda senza banche – Il negozio dei numeri
Mar 29, 202219:23
Ep4 – Tinder trap: il credito cooperativo – I believe in yesterday

Ep4 – Tinder trap: il credito cooperativo – I believe in yesterday

Nel 1864, Raiffeisen fonda la sua prima cooperativa di credito a Heddesdorf. Il borgomastro è riuscito a creare una banca capace di risolvere la tinder trap, sfruttando i rapporti sociali tra i contadini che vivevano nei piccoli borghi rurali tagliati fuori dalle altre banche. Questo modello di banca si diffonde presto nel resto della Germania e dell’Europa, e il suo successo gli ha permesso di arrivare fino ai giorni nostri.

In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#creditocooperativo

Fonti:

- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89,
http://www.jstor.org/stable/2698024

- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280

- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).



Jan 20, 202232:23
Ep3 – Tinder trap: il credito cooperativo – Il borgomastro

Ep3 – Tinder trap: il credito cooperativo – Il borgomastro

Il borgomastro Friedrich Wilhelm Raiffeisen ha una soluzione per dare accesso al credito ai contadini: essere tutti più bravi cristiani, smettere di pensare al vile denaro e aiutare il prossimo. Ma prima di realizzare questo paradiso in terra dovrà passare per l’inferno di una carestia, armato solo di una pagnotta di pane.

In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Con la partecipazione di Francesca Mazzotti nel ruolo di Natasha

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#creditocooperativo

Fonti:

- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89,
http://www.jstor.org/stable/2698024

- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280

- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).


Jan 20, 202215:19
Ep2 – Tinder trap: il credito cooperativo – Gli esclusi

Ep2 – Tinder trap: il credito cooperativo – Gli esclusi

Che cosa hanno in comune gli utenti delle app di incontri online e i contadini tedeschi di metà ‘800? Entrambi devono fare i conti con la selezione avversa e l’azzardo morale! Queste inefficienze di mercato impediscono a chi usa Tinder di trovare il partner perfetto. Le stesse inefficienze lasciavano gli ex servi della gleba esclusi dal sistema bancario, e negavano loro l’accesso al capitale di cui avevano un disperato bisogno.

In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Con la partecipazione di Francesca Mazzotti nel ruolo di Natasha e Alessandro Ferrari nel ruolo di Luciano

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#creditocooperativo

Fonti:

- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89,
http://www.jstor.org/stable/2698024

- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280

- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).

Jan 20, 202225:02
Ep1 – Tinder trap: il credito cooperativo – La finanza vera

Ep1 – Tinder trap: il credito cooperativo – La finanza vera

La finanza, quella vera, non è il trading online o un grasso conto in banca, e non è nemmeno riuscire a comprare un bitcoin proprio prima di un aumento vertiginoso del prezzo. La finanza vera è quella con cui devono confrontarsi i contadini tedeschi di metà ‘800: da poco liberati dalla servitù della gleba e bisognosi di capitale per finanziare investimenti nelle loro piccole imprese agricole.

In questa serie di episodi torneremo indietro nel tempo, nella Germania di metà ‘800, dove il sindaco di un borgo di montagna ha creato un modello di banca capace di risolvere inefficienze di mercato che ancora oggi affliggono banche, economisti… e utenti delle app di incontri online. Un modello che esiste ancora oggi: il credito cooperativo.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#creditocooperativo

Fonti:

- Guinnane, Timothy W. “Cooperatives as Information Machines: German Rural Credit Cooperatives, 1883-1914.” The Journal of Economic History, vol. 61, no. 2, Cambridge University Press, 2001, pp. 366–89,
http://www.jstor.org/stable/2698024

- Groeneveld, Hans, Reconciling Different Truths About Isomorphic Pressure and Distinctive Behavior at European Cooperative Banks: Back to the Future with Raiffeisen's Principles (September 2020). Annals of Public and Cooperative Economics, Vol. 91, Issue 3, pp. 359-386, 2020, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3686659 or http://dx.doi.org/10.1111/apce.12280

- Raiffeisen, F.W. – Le Associazioni Casse di Prestito (Ecra, 2010).

Jan 20, 202215:46
Trailer: Bank Station – Storie di economia e finanza

Trailer: Bank Station – Storie di economia e finanza

Ciao e benvenuti a Bank Station. Il podcast, diretto dagli ex analisti, della City of London.

Ex perché se inizialmente questo podcast era cominciato come un piccolo progetto di educazione finanziaria a cui lavoravamo la notte, ai weekend, o in un qualunque momento libero lontano dai nostri desk nelle investment bank inglesi, adesso è diventato il nostro lavoro a tempo pieno.

Abbiamo costruito un piccolo studio di registrazione a Bologna e abbiamo acceso i microfoni.

In questo podcast raccontiamo la storia economica, e le notizie finanziarie più importanti, sviscerandole in maniera comprensibile e facendo un uso intensivo del sound design, come quello che state sentendo adesso, secondo noi utilissimo per facilitare ancora di più la comprensione dei complicati temi che trattiamo.

Eh sì, non siamo qui a dirvi che la finanza e l’economia sono semplici... Perché non lo sono. 

La buona notizia, però, è che la finanza non è solo di chi ha studiato economia o di chi lavora in questo settore, la finanza è di chi ha voglia di capirla.

I nostri podcast contengono tutto quello che serve sapere per comprendere a fondo una notizia, o un importante avvenimento di storia economica.

Le cose vi appariranno semplici non perché siano banali, ma perché noi ve le spieghiamo bene dall’inizio.

Questo significa che non vi risparmieremo nemmeno le spiegazioni tecniche e le lezioni di finanza più complesse, spesso fondamentali per capire veramente come sono andate le cose.

Ma se avete davvero voglia di capire e di imparare, anche le cose più tecniche diventeranno semplici, visto che avrete chiaro il perché ve le stiamo raccontando.

Siamo Francesco Namari e Luca Dann, and the next stop is… Bank Station.

Jan 16, 202202:26
Ep5 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – L’allunaggio

Ep5 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – L’allunaggio

Un esercito di trader degenerati, chiusi nelle loro case in pieno lockdown, con conti Robinhood carichi di risparmi e di sussidi statali. Una compagnia considerata spacciata e il suo titolo pesantemente shortato. Teorie su un possibile short squeeze stavano cominciando ad apparire qui e là su WallStreetBets. Gli ingredienti ci sono tutti. Che cosa stiamo aspettando?

Un anno dopo la battaglia epica tra i trader degenerati di Reddit e gli hedge fund di Wall Street, Bank Station racconta la storia incredibile dei piccoli investitori che hanno messo in ginocchio alcuni tra i più famosi fondi di investimento al mondo.

Questa serie di episodi è basata sui post originali dei membri del subreddit WallStreetBets, il social network dove i piccoli trader si sono organizzati, e sui tweet e gli articoli di giornale dell’epoca.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Giammarco Miani, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#GameStop

Fonti:

- Form S-1 REGISTRATION STATEMENT – Robinhood Markets, Inc.

- Staff Report on Equity and Options Market Structure Conditions in Early 2021

- Restore GameStop – GameStop’s Investor Presentation Reinforces the Need for More Change [online] Available at:
https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/1326380/000092189520001510/ex1todfan14a12166002_051920.pdf

- Market data from Bloomberg

- Bloomberg (2021). How WallStreetBets Pushed GameStop Shares to the Moon [online] Available at: https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-01-25/how-wallstreetbets-pushed-gamestop-shares-to-the-moon

- https://www.reddit.com/r/wallstreetbets/

Dec 20, 202137:32
Ep4 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – La spremuta

Ep4 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – La spremuta

Dec 20, 202117:21
Ep3 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – L’establishment

Ep3 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – L’establishment

Dec 20, 202122:36
Ep2 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – I degenerati

Ep2 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – I degenerati

Robinhood aveva democratizzato la finanza. Chiunque avesse voluto, avrebbe potuto cominciare ad investire. Quello che mancava ai piccoli investitori era il tempo a disposizione e un luogo dove informarsi.

Un anno dopo la battaglia epica tra i trader degenerati di Reddit e gli hedge fund di Wall Street, Bank Station racconta la storia incredibile dei piccoli investitori che hanno messo in ginocchio alcuni tra i più famosi fondi di investimento al mondo.

Questa serie di episodi è basata sui post originali dei membri del subreddit WallStreetBets, il social network dove i piccoli trader si sono organizzati, e sui tweet e gli articoli di giornale dell’epoca.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Giammarco Miani, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#GameStop

Fonti:

- Form S-1 REGISTRATION STATEMENT – Robinhood Markets, Inc.

- Staff Report on Equity and Options Market Structure Conditions in Early 2021

- Restore GameStop – GameStop’s Investor Presentation Reinforces the Need for More Change [online] Available at:
https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/1326380/000092189520001510/ex1todfan14a12166002_051920.pdf

- Market data from Bloomberg

- Bloomberg (2021). How WallStreetBets Pushed GameStop Shares to the Moon [online] Available at: https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-01-25/how-wallstreetbets-pushed-gamestop-shares-to-the-moon

- https://www.reddit.com/r/wallstreetbets/

Dec 20, 202120:19
Ep1 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – Robinhood

Ep1 – To the Moon! Reddit e il caso GameStop – Robinhood

Il 31 Gennaio del 2020 le azioni di GameStop venivano scambiate alla borsa di New York a prezzi sotto i $4 ad azione. Lo stesso giorno un anno dopo le azioni chiusero la giornata di borsa a $325.

Un anno dopo la battaglia epica tra i trader degenerati di Reddit e gli hedge fund di Wall Street, Bank Station racconta la storia incredibile dei piccoli investitori che hanno messo in ginocchio alcuni tra i più famosi fondi di investimento al mondo.

Questa serie di episodi è basata sui post originali dei membri del subreddit WallStreetBets, il social network dove i piccoli trader si sono organizzati, e sui tweet e gli articoli di giornale dell’epoca.

Testo: Luca Dann, Francesco Namari e Marco Tedeschi

Voci: Luca Dann, Giammarco Miani, Francesco Namari, Marco Tedeschi

Sound design a cura di Andrea Roccabella

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

#GameStop

Fonti:

- Form S-1 REGISTRATION STATEMENT – Robinhood Markets, Inc.

- Staff Report on Equity and Options Market Structure Conditions in Early 2021

- Restore GameStop – GameStop’s Investor Presentation Reinforces the Need for More Change [online] Available at:
https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/1326380/000092189520001510/ex1todfan14a12166002_051920.pdf

- Market data from Bloomberg

- Bloomberg (2021). How WallStreetBets Pushed GameStop Shares to the Moon [online] Available at: https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-01-25/how-wallstreetbets-pushed-gamestop-shares-to-the-moon

- https://www.reddit.com/r/wallstreetbets/

Dec 19, 202114:58
Ep4 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – I piedipiatti

Ep4 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – I piedipiatti

Siamo nel Settembre 2015 e l’allora ministro dell’economia e delle finanze peruviano, Alonso Segura Vasi, è costretto a cambiare repentinamente i suoi piani per volare a nord dell’equatore. Il motivo pare sia dovuto ad un… diciamo pettegolezzo. Un rumour, direbbero in inglese.

In pochi minuti Alonso Segura è già su un jet diretto negli Stati Uniti. E badate bene, il ministro non è diretto alla Casa Bianca, questo non è un incontro tra ufficiali per discutere i rapporti tra le due nazioni. Il volo è verso New York, e gli uffici dove è diretto sono privatissimi, a due passi da Wall Street. Sono gli uffici della MSCI, il famoso fornitore di indici.

Il motivo che ha spinto il ministro a mettersi su un volo intercontinentale è esattamente lo stesso che ha spinto i nostri due Yankees a compiere un atto illegale di insider trading: in ballo, ci sono miliardi di dollari.

Nel capitolo finale di questa storia, a noi di Bank Station non resta che parlarvi di coloro che sono usciti vincitori dalla crescita di popolarità dei fondi passivi che tracciano gli indici. Ovvero coloro che li creano, gli indici. E decidono quindi chi è fuori… e chi è dentro.

Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station.

Crediti: 
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella 

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

Fonti: 

- Petry, J., Fichtner J. and Heemskerk, E., (2019). Steering capital: the growing private authority of index providers in the age of passive asset management, New Political Economy.

- Petry, J. (2020). From National Marketplaces to Global Providers of Financial Infrastructures: Exchanges, Infrastructures and Structural Power in Global Finance, New Political Economy.

- Braun, B. (2016). From performativity to political economy: index investing, ETFs and asset manager capitalism, New Political Economy.

- Rauterberg, G. and Verstein, A. (2013). Index Theory: The Law, Promise and Failure of Financial Indices, Yale Journal On Regulation. 

-  Robertson A. (2019). Passive in Name Only: Delegated Management and "Index" Investing, Yale Journal On Regulation. 

Jul 01, 202127:42
Ep3 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – Il fiorista

Ep3 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – Il fiorista

Ci siamo quasi. Il giorno del ribilanciamento degli indici della S&P si fa sempre più vicino.

James, nel cercare di convincere Yuanbiao ad aiutarlo nella sua impresa criminale, ripercorre la storia dei fondi passivi, raccontando gli ostacoli che hanno incontrato tra gli investitori e il supporto che hanno invece trovato nella realtà accademica.

I primi fondi passivi degli anni 70 e le intuizioni di Jack Bogle. Le ostruzioni degli investitori che bollavano questi fondi come comunisti e non-americani (perché replicare il mercato era un compito da… beh, perdenti). E poi il CAPM, la realtà accademica, Michael Jensen e non solo, che guardavano con scetticismo al mondo dei fondi attivi e con grande interesse a quello dei fondi passivi. I masters of the universe riescono davvero a battere il mercato come millantano? 

Come ci racconta James, tutto questo comincia a cambiare con la grande recessione del 2007, che spazza via lontano i ricordi dei ritorni strepitosi del mercato pre-crisi e comincia a far scricchiolare il business model dei fondi attivi, che rimaneva dipendente da elevate commissioni.

Ma l’ascesa dei fondi passivi passa anche dall’innovazione finanziaria; in questo ambiente di ritorni depressi uno strumento nato negli anni 90 inizia a prendere sempre più piede, facilitando enormemente la crescita del denaro investito nei fondi passivi: gli Exchange Traded Funds. 

Il terzo capitolo di questa storia passa proprio da questo prodotto, da ciò che lo ha reso così popolare, dalle sue caratteristiche e perché no, anche da un bouquet di fiori!

Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station.

Crediti: 
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella 

Graphic design a cura dello studio Sezione Grafica

Fonti: 

- Petry, J., Fichtner J. and Heemskerk, E., (2019). Steering capital: the growing private authority of index providers in the age of passive asset management, New Political Economy.

- Petry, J. (2020). From National Marketplaces to Global Providers of Financial Infrastructures: Exchanges, Infrastructures and Structural Power in Global Finance, New Political Economy.

- Braun, B. (2016). From performativity to political economy: index investing, ETFs and asset manager capitalism, New Political Economy.

- The Economist. (2017) Exchange-traded funds become too specialised. [online] Available at https://www.economist.com/finance-and-economics/2017/04/27/exchange-traded-funds-become-too-specialised  [Accessed 1 June 2021]. 

-  BlackRock. "iShares: What’s an ETF?" [online] Available at https://vimeo.com/33357971  [Accessed 1 June 2021]. 

Jun 17, 202131:19
Ep2 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – Il taxi

Ep2 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – Il taxi

Il secondo episodio della nostra saga sul passive management e gli index providers.

Il ribilanciamento dell’indice è in arrivo e James e Yuanbiao sono pronti ad anticipare le mosse del mercato. Il piano è chiaro: James, utilizzando la sua posizione di insider alla S&P DJI, con l’aiuto di Yuanbiao, scommetterà sulle aziende che verranno incluse ed escluse dall’indice prima che la notizia arrivi al mercato, per tirar su una fortuna. 

Ma c’è qualcosa che tormenta ancora Yuanbiao: com’è possibile che il solo ribilanciamento di un indice, cioè il cambiamento di una semplice lista di aziende, abbia un impatto così grande sui prezzi delle azioni, tale che se anticipato possa fruttare milioni? 

Il loro piano si basa sull’idea che una volta ribilanciati gli indici, i fondi passivi saranno costretti a ribilanciare a loro volta i loro investimenti comprando e vendendo azioni. Il quesito che si pone Yuanbiao, quindi, non è scontato: ci sono davvero così tanti soldi investiti nei fondi passivi? Così tanti da influenzare il prezzo delle azioni che comprano e vendono?

Per rispondere a queste domande vi trasporteremo attraverso anni di storia economica e finanziaria. Attraverso i primi fondi negli anni 70, le intuizioni di Jack Bogle, e le teorie finanziarie di Harry Markowitz, Jack Treynor, William Sharpe, e Michael Jensen.

Quindi allacciate le cinture, e tenetevi forte. Il secondo capitolo di questa saga passa attraverso il passive investing, i fondi passivi, la loro nascita e la loro storia.

Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station.

Crediti: 
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella 
 
Fonti: 

- Petry, J., Fichtner J. and Heemskerk, E., (2019). Steering capital: the growing private authority of index providers in the age of passive asset management, New Political Economy.

- Petry, J. (2020). From National Marketplaces to Global Providers of Financial Infrastructures: Exchanges, Infrastructures and Structural Power in Global Finance, New Political Economy.

- Braun, B. (2016). From performativity to political economy: index investing, ETFs and asset manager capitalism, New Political Economy.

- Bloomberg (2019). When Vanguard's founder first invented the index fund, it was ridiculed as 'un-American'. [online] Available at: https://www.businessinsider.com/vanguard-jack-bogle-first-index-fund-criticism-2019-1?r=DE&IR=T.

- Bloomberg (2016). Are Index Funds Communist? [online] Available at: https://www.bloomberg.com/opinion/articles/2016-08-24/are-index-funds-communist.

- The Economist (2019). No one did more for the small investor than Jack Bogle. [online] Available at: https://www.economist.com/leaders/2019/01/26/no-one-did-more-for-the-small-investor-than-jack-bogle.

May 27, 202129:32
Ep1 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – Il piano

Ep1 – Una nuova era della finanza: passive management & index providers – Il piano

Il 21 Settembre 2020 la Securities and Exchange Commission, l’agenzia americana responsabile della supervisione dei mercati finanziari, ha presentato una denuncia a carico di un certo James Yang, un manager alla Standard & Poor’s Dow Jones Indices, e a carico di un suo amico, Yuanbiao Chen, manager di un ristorante di sushi. 

L’accusa non è leggera: aver generato quasi 1 milione di dollari attraverso delle operazioni di insider trading.

La cifra può sembrare notevole, ma non è così nel contesto dell’insider trading e delle grandi frodi che hanno avuto luogo a Wall Street.

Ma allora cosa c'è di particolare in questo evento?

La cosa che rende questa storia diversa dai precedenti casi di insider trading, è che James non lavorava per una banca d’affari o per un grosso hedge fund. No, James era un impiegato della Standard & Poor’s Dow Jones Indices, divisione della più conosciuta Standard & Poor’s Global. Un semplice fornitore di indici, o index provider in inglese. 

Sorge quindi una domanda: come ci arriva l’inside information ad un dipendente di un fornitore di indici?

Restate sintonizzati, per venire a capo di questo quesito abbiamo preparato per voi quattro episodi un po’ più complessi del solito. Ma credeteci, comprendere a fondo questo caso di insider trading è fondamentale perché per quanto minuscolo è il simbolo di una nuova era della finanza mondiale.

Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station.

Crediti: 
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci 
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella 
 
Fonti: 

- SEC (2020). Available at: https://www.sec.gov/litigation/litreleases/2020/lr24909.htm

May 13, 202120:22
Ep4 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – Itaca

Ep4 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – Itaca

L'ultimo capitolo della saga sulla crisi greca.<br /> <br /><br />Il secondo pacchetto di aiuti aveva evitato, almeno per il momento, il default. Tuttavia la situazione economica in Grecia rimaneva complicata, mentre quella sociale diventava sempre più ingestibile. <br /><br /> <br /><br />Il costo delle politiche di austerity fu molto elevato. Pensate che nel 2013 il tasso di disoccupazione raggiunse il 28%. Questo significa che più di una persona ogni quattro era senza lavoro. <br /><br /> <br /><br />Ma l’economia di un paese non è fatta solo di numeri. Quando si parla di tassi di disoccupazione, di povertà e di recessione, ci si dimentica spesso che dietro alle statistiche c’è gente che soffre, arrabbiata, affamata sia di cibo che di giustizia. <br /><br /> <br /><br />Ma si sa, spesso i momenti più difficili equivalgono a momenti di grande cambiamento. Ed in questo difficile contesto continuava ad acquisire sempre più rilievo un partito che, fino a qualche anno prima, si trovava ai margini del sistema politico greco. Un partito fortemente opposto alle politiche di austerity imposte dai creditori internazionali. Il partito di sinistra radicale… Syriza! <br /><br /> <br />Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station <br /> <br />Crediti: <br /> <br />Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci <br /> <br />Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci <br /> <br />Sound design a cura di Andrea Roccabella <br /> <br />Fonti: <br /> <br />- Aljazeera. (2018) Begging for bread: A Greek family under austerity. [online] Available at www.aljazeera.com/news/2018/2/23/begging-for-bread-a-greek-family-under-austerity [Accessed 15 April 2021]. <br /> <br />- The Guardian. (2015) The case for cuts was a lie. Why does Britain still believe it? The austerity delusion, by Paul Krugman. [online] Available at: www.theguardian.com/business/ng-interactive/2015/apr/29/the-austerity-delusion [Accessed 1 April 2021].<br /><br />
Apr 29, 202139:23
Ep3 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – L’Idra

Ep3 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – L’Idra

Il terzo e penultimo capitolo della saga della crisi Greca.
 
Essendo questa la primissima volta in cui l’Unione si trovava ad affrontare l’imminente default di un suo Stato Membro, non vi erano ancora meccanismi salva-stato a livello europeo. Quindi non c’era una procedura ben definita da seguire. Infatti, questo piano di aiuti venne semplicemente attuato attraverso prestiti bilaterali. Cioè semplici prestiti tra la Grecia e i singoli paesi, e anche tra la Grecia e il fondo monetario internazionale.
 
Ma qual era la condizione che la Troika aveva imposto su questo piano di salvataggio?
 
Ebbene, per la Troika era fondamentale che questo denaro non servisse solo a tamponare la situazione fino alla crisi successiva.
 
No. La grecia doveva impegnarsi a mettere in regola i suoi conti pubblici, riportando fiducia nel paese sui mercati e il suo debito ad un livello sostenibile. In questo modo avrebbe potuto tornare presto a finanziarsi autonomamente e, cosa più importante, sarebbe stata presto in grado di ripagare alla Troika questo enorme prestito.
 
Ma cosa avrebbe dovuto fare in pratica la Grecia per raggiungere questi obiettivi?
 
La risposta gliela diede la Troika: un piano di riforme dolorose e impopolari, comunemente conosciute come politiche di austerity.
 
Non solo, la grecia perdeva anche qualcosa di estremamente importante. Parte della sua libertà. Tra le varie condizioni legate al prestito infatti, la Troika avrebbe sorvegliato strettamente le mosse del governo greco per anni. Per assicurarsi che le politiche di austerity, venissero implementate con disciplina, puntualità, e rigore.
 
Ma cosa sono le politiche di austerity? Ve lo spieghiamo in questo episodio, ma intanto vi diamo un indizio: queste politiche piacciono poco, molto poco, a tutti i popoli. E quello greco, che come sapete dagli episodi precedenti non ci mette molto a farsi sentire, non è stato un’eccezione.
 
Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella
 
Fonti:
 
- Ardagna, S. and Caselli, F., (2012). The Political Economy of the Greek Debt Crisis: A Tale of Two Bailouts Special Paper No. 25. [online] Available at: [Accessed 5 April 2021].
 
- Council on Foreign Relations. Greece's Debt Crisis Timeline. [online] Available at:   [Accessed 5 April 2021].
 
- Ilsole24ore. (2018) Il debito greco, una lunga storia di errori. [online] Available at   [Accessed 5 April 2021].
 
- The Guardian. (2015) The case for cuts was a lie. Why does Britain still believe it? The austerity delusion, by Paul Krugman. [online] Available at:   [Accessed 1 April 2021].

Apr 08, 202126:36
Ep2 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – L’inganno del cavallo

Ep2 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – L’inganno del cavallo

Pochi giorni dopo le elezioni, Papandreou ricevette la vera eredità lasciatagli dai suoi avi. Non il partito PASOK, ma un segreto.

Un segreto terribile che se rivelato avrebbe distrutto l’immagine del paese.

Papandreou capì allora che le promesse che aveva fatto al popolo greco non sarebbe riuscito a mantenerle. Era solo una questione di tempo, il momento della verità sarebbe presto arrivato.

Quel momento arrivò in Lussemburgo, qualche giorno dopo le elezioni.

Il ministro delle finanze greco si trovava ad una riunione con gli altri membri dell’Eurogruppo. Aveva chiesto la parola e sarebbe stato il prossimo ad intervenire.

Arrivò il suo turno. Si alzò in piedi. Tutti quanti si zittirono. Fece un grosso respiro. Prese il microfono…

...e confessò.

Così comincia la seconda parte della storia della crisi economica greca.
 
Conoscere questa storia aiuta moltissimo a capire certe decisioni che sono state prese in questi mesi dall'Italia e dagli altri paesi europei per affrontare la crisi economica di oggi.
 
La crisi finanziaria della Grecia è stata la prima vera crisi che il blocco europeo ha dovuto affrontare. E si sa, è nei momenti di crisi che il sistema viene messo a nudo. I nodi vengono al pettine, i problemi non possono più essere ignorati, gli anelli deboli si rompono e se non si lavora in fretta, e soprattutto se non si lavora in team, il sistema collassa.
 
Si tratta quindi di un tassello di storia economica da cui l’Europa ha imparato molto: i vantaggi e i limiti della moneta comune, i pro e i contro delle misure di austerità, e ha anche dovuto confrontarsi con le profonde differenze culturali ed economiche dei paesi che la compongono.
 
Alla fine di questa serie di episodi avrete chiari tutti gli avvenimenti che hanno portato al disastro greco del 2010, e le misure che sono state adottate per risolverlo. Questo vi permetterà di capire come funzionano i vari componenti del meccanismo europeo, e di come intervengono nei momenti di difficoltà.
 
Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella
 
Fonti:
 
-Ardagna, S. and Caselli, F., (2012). The Political Economy of the Greek Debt Crisis: A Tale of Two Bailouts Special Paper No. 25. [online] Available at:
https://cep.lse.ac.uk/pubs/download/special/cepsp25.pdf [Accessed 25 March 2021]
 
-Ilsole24ore.com, 2018. Il debito greco, una lunga storia di errori. [online] Available at: https://www.ilsole24ore.com/art/il-debito-greco-lunga-storia-errori--AEPQskFF [Accessed 25 March 2021]
 
-Nikos Chrysoloras, 2013. "Rebuilding Eurozone’s Ground Zero. A review of the Greek economic crisis," GreeSE – Hellenic Observatory Papers on Greece and Southeast Europe 66, Hellenic Observatory, LSE.

Mar 25, 202125:47
Ep1 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – L’età d’oro

Ep1 – La mia grossa grassa crisi: la crisi greca – L’età d’oro

Era la primavera del 1967 ad Atene e in casa Papandreou si respirava un'aria elettrizzante. I sondaggi parlavano chiaro... avrebbero stravinto le elezioni che si sarebbero tenute di lì a poco.

Poi... una notte...

La famiglia Papandreou si sveglia di soprassalto. Si sentono degli spari in lontananza.
 
Una guardia li raggiunge al piano di sopra e trafelata urla che i militari stanno arrivando, e che stanno venendo a prenderli.
 
I soldati prendono d'assalto l'edificio e si mettono alla ricerca della famiglia. Salgono fino al terrazzo e lì trovano il giovane Giorgos.
 
Un sergente gli punta una mitragliatrice alla testa: "Dimmi dove si trova tuo padre... o ti ammazzo".
 
Questo è solo l'inizio della storia incredibile che ha vissuto il paese ellenico negli ultimi 50 anni.
 
Conoscere questa storia aiuta moltissimo a capire certe decisioni che sono state prese in questi mesi dall'Italia e dagli altri paesi europei per affrontare la crisi economica di oggi.
 
La crisi finanziaria della Grecia è stata la prima vera crisi che il blocco europeo ha dovuto affrontare. E si sa, è nei momenti di crisi che il sistema viene messo a nudo. I nodi vengono al pettine, i problemi non possono più essere ignorati, gli anelli deboli si rompono e se non si lavora in fretta, e soprattutto se non si lavora in team, il sistema collassa.
 
Si tratta quindi di un tassello di storia economica da cui l’Europa ha imparato molto: i vantaggi e i limiti della moneta comune, i pro e i contro delle misure di austerità, e ha anche dovuto confrontarsi con le profonde differenze culturali ed economiche dei paesi che la compongono.
 
Alla fine di questa serie di episodi avrete chiari tutti gli avvenimenti che hanno portato al disastro greco del 2010, e le misure che sono state adottate per risolverlo. Questo vi permetterà di capire come funzionano i vari componenti del meccanismo europeo, e di come intervengono nei momenti di difficoltà.
 
Siamo Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci, and the next stop is... Bank Station
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella
 
Fonti:
 
- Financial Times, 2015. Greece and the EU: a brief (economic) history in charts. [online] Available at: https://www.ft.com/content/9436dfa7-cd88-3daa-a844-56da4b27ec54 [Accessed 1 Feb. 2021]
 
-Woodhouse, C. (1991). Modern Greece : A short history (5th ed.]. ed.). London: Faber and Faber.

Mar 11, 202132:27
Ep2 – La frode che ha cambiato tutto: Enron – Jenga

Ep2 – La frode che ha cambiato tutto: Enron – Jenga

L’incentivo economico: i bonus stratosferici.
 
L’incentivo sociale: rimanere i manager dell’azienda più innovativa del mondo.
 
Il mezzo per aggirare il sistema: una contabilità aggressiva e molto spesso fraudolenta.
 
Enron manipolò i suoi bilanci in due modi. Il primo sistema lo utilizzò per far sembrare profittevoli gli investimenti in perdita, il secondo, invece, per tenere le montagne di debito usate per finanziarli fuori dal bilancio.
 
È importante ricordare che l’attività fraudolenta di Enron non venne scoperta fino al 2001. Solo alla fine di quell’anno l’azienda ammise irregolarità contabili. Come ha fatto a sopravvivere senza profitti stabili, con milioni di dollari di debito investiti in progetti fallimentari e a ingannare centinaia di analisti e investitori per così tanti anni?
 
Siete pronti per una lezione di contabilità a livello agonistico? Noi di Bank Station vi accompagneremo nell’ufficio dei due uomini che hanno reso tutto questo possibile. Coloro che hanno permesso ad Enron di vivere gli ultimi anni della sua esistenza in una vera e propria financial fantasyland. Il Chief Operating Officer, Jeff Skilling, e il Chief Financial Officer, Andrew Fastow.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella
 
Fonti:
 
- Complaint: SEC v. Andrew S. Fastow, October 2002.
 
- Steven L. Schwarcz (2002). Enron and the Use and Abuse of Special Purpose Entities in Corporate Structures, 70 University of Cincinnati Law Review 1309-1318
 
- McLean, B. & Elkind, P. (2003). The Smartest Guys in the Room, Portfolio.
 
- Powers, Troubh and Winokur (2002). Report from the Special Investigative Committee of the Board of Directors of Enron Corp.
 
- Healy, Paul, M., and Krishna G. Palepu (2003). "The Fall of Enron ." Journal of Economic Perspectives, 17 (2): 3-26.
 
- Dubner (2005). Freakonomics: A Rogue Economist Explores the Hidden Side of Everything. New York: William Morrow, 2005. Print.

Jan 05, 202143:39
Ep1 – La frode che ha cambiato tutto: Enron – La scintilla

Ep1 – La frode che ha cambiato tutto: Enron – La scintilla

Il 25 gennaio 2002, Cliff Baxter, un executive di Enron, è trovato morto nella sua auto in Texas con una ferita autoinflitta da arma da fuoco.  Lascia un biglietto indirizzato alla moglie: "Mi dispiace. Sento di non poter andare avanti... per favore perdonami".
 
A febbraio sarebbe comparso davanti al Congresso per testimoniare sul caso Enron, dopo la bancarotta del colosso americano.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Voci: Giammarco Miani, Francesco Namari e Gaia Geraci
 
Sound design a cura di Andrea Roccabella
 
Fonti:
 
- Duane, T. (2002). Regulation's Rationale: Learning from the California Energy Crisis, 19 Yale J. on Reg.
 
- Marcus, W. & Hamrin, J. (2001). How We Got Into The California Energy Crisis, National Renewable Laboratory.
 
- Taylor, J. & VanDoren, P. (2002). Did Enron Pillage California, Cato Institute Briefing Papers.
 
- McLean, B. & Elkind, P. (2003). The Smartest Guys in the Room, Portfolio.

Nov 05, 202036:17
Il numero più importante del mondo – LIBOR

Il numero più importante del mondo – LIBOR

A soli quattro anni dalla grande recessione, Wall Street si vede protagonista dell’ennesimo scandalo. Questa volta non ci sono di mezzo derivati finanziari complessi e una bolla immobiliare, ma lo scandalo ruota intorno ad un unico numero: il LIBOR.
 
In questo episodio, scoprirete come una piccola manipolazione di questo numero abbia innescato un gigantesco processo di cambiamento della finanza mondiale. Perché il LIBOR non è un numero qualunque, il LIBOR è il numero più importante al mondo.
 
Crediti:
  
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
  
Voci: Giammarco Miani e Francesco Namari
  
Sound design a cura di Francesco Namari

Jul 22, 202029:13
Ultimo Tango a Parigi? – Il Default Argentino

Ultimo Tango a Parigi? – Il Default Argentino

Dalla prima volta in cui ha cercato il suo aiuto nella seconda metà degli anni 50, l’Argentina ha firmato più di 20 accordi con il Fondo Monetario Internazionale, e dichiarato numerose volte il default.
 
Poi nel 2015 un faro di speranza, quando il leader Mauricio Macri vince le elezioni mettendo fine a decenni di governi populisti.
 
I festeggiamenti però non durano a lungo. Prima una fuga di capitale, poi le elezioni, e infine la pandemia. Il 22 Maggio 2020, l’Argentina dichiara per l’ennesima volta il default, la scommessa dell’IMF fallisce: si torna al tavolo delle trattative.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Voci di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Produzione a cura di Francesco Namari
 
Fonti:
 
- Weisbrot, M. & Merling, L. (2018). Argentina's Deal with the IMF: Will "Expansionary Austerity" Work?, Center for Economic and Policy Research.
 
- United Nations Conference on Trade and Development (2020). The Covid-19 Shock to Developing Countries. 
 
- Ministry of Economy of the Argentine Republic (2020). Argentina's Debt Sustainability Framework.
 
- Smith, C. (2019). IMF's reputation on the line in Argentina, Financial Times. 
 
- Mander, B. (2018). Why Argentina has returned to the IMF, Financial Times.

Jun 16, 202027:33
La sottile linea rossa – WTI

La sottile linea rossa – WTI

Il 20 Aprile, sul mercato del petrolio, è accaduto qualcosa di mai visto prima: il prezzo dei WTI Crude Oil Futures, con consegna a maggio, è sceso in territorio negativo oltre -$40 al barile.
 
Come vedremo in questo episodio, più di una tecnicalità di mercato è entrata in gioco in questa occasione.
 
Tuttavia un evento del genere non può essere considerato solamente una tecnicalità. L'economia mondiale è in seria difficoltà.
 
Siamo Giammarco Miani e Francesco Namari, and the next stop is... Bank Station
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Voci: Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Sound design a cura di Francesco Namari

May 11, 202027:01
Recessioni parte II – Coronavirus

Recessioni parte II – Coronavirus

Non è il 2008. Tutti i giornali parlano delle differenze tra questa crisi innescata dalla pandemia del coronavirus e quella precedente del 2008, innescata dal sistema finanziario. Abbiamo quindi deciso di spiegarvi perché effettivamente, non è il 2008, mettendo le due crisi a confronto.
 
Come si è presentata l’economia globale all'alba dello scoppio della pandemia? Quali sono i possibili risvolti? In questo episodio, affronteremo la corrente crisi economica, provocata dal COVID-19, mettendo a confronto le cause e conseguenti soluzioni rispetto alla crisi finanziaria del 2008.
 
Siamo Giammarco Miani e Francesco Namari, and the next stop is… Bank Station.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Voci: Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Sound design a cura di Francesco Namari

Apr 11, 202015:42
Recessioni parte I – La crisi del 2008

Recessioni parte I – La crisi del 2008

Non è il 2008. Tutti i giornali parlano delle differenze tra questa crisi innescata dalla pandemia del coronavirus e quella precedente del 2008, innescata dal sistema finanziario. Abbiamo quindi deciso di spiegarvi perché effettivamente, non è il 2008, mettendo le due crisi a confronto.
 
In questo episodio, affronteremo le cause principali della crisi finanziaria del 2008, attraversando più di 10 anni di storia del mercato USA fino al 15 Settembre 2008, il giorno del crollo della Lehman Brothers.
 
Siamo Giammarco Miani e Francesco Namari, and the next stop is… Bank Station.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Voci: Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Sound design a cura di Francesco Namari

Apr 11, 202018:29
La lunga notte della sterlina – Brexit

La lunga notte della sterlina – Brexit

Il 31 Gennaio del 2020, il Regno Unito, dopo 4 anni di trattative, è ufficialmente uscito dall'Unione Europea. In questo episodio, vi parleremo della storia turbolenta tra il vecchio continente e il parlamento di Westminster iniziata ufficialmente 47 anni fa, con radici già nel secondo dopoguerra, e terminata de facto con il referendum del Giugno 2016. L’evento ha naturalmente tenuto tutti col fiato sospeso, inclusi, i grossi giocatori di Wall Street e della City, che hanno così piazzato le loro scommesse: Brexit o Remain.
 
Siamo Giammarco Miani e Francesco Namari, and the next stop is… Bank Station.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Voci: Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Sound design a cura di Francesco Namari

Mar 10, 202022:19
L’IPO più grande della storia – Saudi Aramco

L’IPO più grande della storia – Saudi Aramco

In questo primo episodio vi trasporteremo attraverso un secolo di storia economica raccontandovi la storia di Rockefeller e delle Sette Sorelle. Vi spiegheremo cos'è una Initial Public Offer e vi parleremo della più grande della storia: Saudi Aramco, una società che fa impallidire pure i re delle borse Amazon, Apple e Microsoft.
 
Siamo Giammarco Miani e Francesco Namari and the next stop is... Bank Station.
 
Crediti:
 
Testo di Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Voci: Giammarco Miani e Francesco Namari
 
Sound design a cura di Francesco Namari
 
Fonti:
 
- Saudi Arabian Oil Company (Saudi Aramco) Prospectus
 
- Anthony Sampson, (1975). The Seven Sisters: The Great Oil Companies and the World They Shaped, Viking Press

Feb 10, 202020:28