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Gioia per ogni giorno

Gioia per ogni giorno

By Coram Deo Italia

Gioia per ogni giorno (Solid Joys) é un podcast di meditazioni giornaliere scritte da John Piper e adattate in lingua italiana. Queste letture brevi e ricche di contenuti aiuteranno ad alimentare la tua gioia in Cristo ogni giorno dell’anno. Maggiori informazioni su www.gioiaperognigiorno.it
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Il potere liberatorio del perdono

Gioia per ogni giornoApr 23, 2024

00:00
03:05
Il potere liberatorio del perdono

Il potere liberatorio del perdono

 

“I tuoi peccati ti sono perdonati”.
(Luca 7:48)

 

Una donna va da Gesù mentre era in casa di un fariseo; gli lava i piedi e piange. Senza dubbio si vergognava mentre lo sguardo di Simone comunicava a tutti i presenti che lei era una peccatrice e che Gesù non avrebbe in nessun modo dovuto farsi toccare da lei.

Era senz’altro una peccatrice e la sua vergogna non era certamente sbagliata; ma non lo sarebbe stata per molto ancora.

Gesù le disse: “I tuoi peccati ti sono perdonati” (Lc. 7:48). Quando gli ospiti hanno iniziato a mormorare, Gesù ha incoraggiato la fede della donna dicendo: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace” (Lc. 7:50).

In che modo Gesù ha aiutato la donna a combattere gli effetti invalidanti della vergogna? Le ha dato una promessa: “I tuoi peccati sono stati perdonati! La tua fede ti ha salvata. Il tuo futuro sarà un futuro di pace.” Gesù ha dichiarato che il perdono ricevuto nel passato prossimo, produrrà una pace futura.

Perciò il punto per lei era avere fede nella grazia futura di Dio, che è radicata nell’autorità di Gesù, nella sua opera di perdono e nella sua parola che dona libertà. Questo è il modo in cui ciascuno di noi deve combattere contro gli effetti di una vergogna che potrebbe farci indugiare per troppo tempo e farci zoppicare.

Dobbiamo combattere la nostra incredulità aggrappandoci alle promesse di grazia futura e della pace che proviene dal perdono dei nostri atti vergognosi.

“Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto” (Sal. 130:4).

“Cercate l'Eterno mentre lo si può trovare, invocatelo mentre è vicino. Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'Eterno che avrà compassione di lui, e al nostro DIO che perdona largamente” (Is. 55:6-7).

“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (1 Gv. 1:9).

“Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome” (At. 10:43).

Non importa se l’atto di perdono di Dio è interamente passato o se ci sarà nuovo perdono nel futuro – in entrambi i casi il punto è il potere liberatorio del perdono di Dio per il nostro futuro – e di venire liberati dalla vergogna. Il perdono è pieno di grazia futura.

Quando viviamo per fede nella grazia futura di Dio, veniamo liberati dagli effetti paralizzanti della (giusta) vergogna nei confronti del nostro peccato (perdonato).

Apr 23, 202403:05
Cinque motivi per non avere paura

Cinque motivi per non avere paura

“Non temere, o piccol gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno”.
(Luca 12:32)

 

La ragione per cui Dio non vuole che ci preoccupiamo del denaro e delle cose materiali in genere, è perché ciò gli rende gloria in almeno cinque modi.

Prima di tutto, non temere dimostra che Dio è il nostro tesoro come buon Pastore. “Non temere, o piccol gregge”. Noi siamo il suo gregge e Lui è il nostro Pastore. Se Lui è il nostro Pastore, allora possiamo applicare alle nostre vite il Salmo 23:1: “L’Eterno è il mio pastore: nulla mi manca” – cioè, non mi manca niente di cui ho veramente bisogno.

Secondo, non temere dimostra che Dio è il nostro tesoro come Padre: “Perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno.” Non siamo soltanto il suo piccolo gregge, ma siamo anche suoi figli e Lui è nostro Padre. Egli ha cura di noi, conosce i nostri bisogni e opererà per noi, in modo che tu possa avere ciò di cui necessiti.

Terzo, non temere dimostra che Dio è il nostro tesoro come Re. Ci può dare il “regno” perché è il Re. Questo aggiunge un elemento enorme di potenza a Colui che provvede per i nostri bisogni. La parola “Pastore” ha un connotato di protezione e provvisione; la parola “Padre” di amore, tenerezza, autorità, provvisione, e guida; la parola “Re” connota invece potere, sovranità e ricchezza.

Quarto, non temere dimostra quanto Dio sia generoso. Nota, Egli dà il regno. Non lo vende, non lo dà in affitto o in leasing. Dio è infinitamente ricco e non ha bisogno dei nostri pagamenti. Dio è generoso e liberale con i suoi doni. Questo è ciò che esaltiamo di Lui quando non temiamo, ma ci affidiamo a Lui per i nostri bisogni.

Infine, non temere dimostra che Dio è il nostro tesoro come “felice”. A lui “è piaciuto” di donarci il regno. Lo vuole fare. Lo rende felice farlo. Non tutti abbiamo avuto o abbiamo dei padri così, che sono felici di dare piuttosto che di ricevere, ma ciò non ha importanza, perché tu puoi avere un Padre così, e anche un Pastore e un Re.

Perciò, il punto di questo versetto è che dovremmo fare di Dio il nostro tesoro in quanto Pastore, Padre e Re, il quale è generoso ed è felice di donarci il suo regno – di donarci il paradiso, la vita e la gioia eterna come pure tutto il resto di cui abbiamo bisogno qui sulla terra.

Se amiamo Dio in questo modo, non avremo timori e Dio sarà glorificato.

Apr 21, 202403:00
La chiave per un amore radicale

La chiave per un amore radicale

“Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi”.
(Matteo 5:11-12)

 

Una delle domande che ho chiesto recentemente, mentre predicavo da Matteo 5:44 sull’amare i propri nemici, era: Come fai ad amare qualcuno che ti rapisce e poi ti uccide?

Come possiamo amarlo? Da dove viene la forza di amare? Pensa a quanto sia sorprendente quando ciò accade nel mondo reale! C’è qualcosa che mostri la verità, il potere e la realtà di Cristo più di questo?

Penso che nello stesso capitolo, Gesù ci dia la chiave per questo amore radicale, disposto a sacrificare se stesso.

In Matteo 5:11-12, Gesù parlò ancora riguardo al venire perseguitati. Ciò che è degno di nota riguardo a questi versetti è che Gesù dice che non solo puoi sopportare i soprusi dei nemici, ma puoi anche gioirne. Questo ci sembra essere davvero fuori dalla nostra portata. Se puoi davvero farlo – se puoi davvero rallegrarti mentre vieni perseguitato – allora è anche possibile amare coloro che ti perseguitano. Se il miracolo di riuscire a gioire in mezzo all’orrore dell’ingiustizia, del dolore e delle perdite può avvenire, allora anche il miracolo di riuscire ad amare i persecutori può accadere.

Gesù, in questi versetti, ci dà la chiave per la gioia. Dice: “Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli.” La chiave per la gioia è la fede nella grazia futura di Dio – “il vostro premio è grande nei cieli.” Penso che questa gioia si trovi nel potere liberatorio di amare i nostri nemici quando essi ci perseguitano. Se questo è vero, allora il comandamento di amare è il comandamento ad aspirare alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra (Col. 3:2).

Il comandamento di amare i nostri nemici è il comandamento a trovare la nostra speranza e la nostra soddisfazione in Dio e nel suo enorme premio – la sua grazia futura. La chiave per un amore radicale è la fede nella grazia futura. Dobbiamo essere persuasi, mentre siamo nell’agonia, che l’amore di Dio “vale più della vita” (Sal. 63:3). Amare il tuo nemico non ti farà guadagnare il premio che è nei cieli; ma desiderare il premio nei cieli ti darà la capacità di amare il tuo nemico.

Apr 20, 202402:60
La paura di allontanarsi

La paura di allontanarsi

“Quanto è grande la tua bontà che riservi per quelli che ti temono, e che usi in presenza dei figli degli uomini verso quelli che si rifugiano in te!”.
(Salmi 31:19)

 

Considera queste due importanti verità nel Salmo 31:19.

1) La bontà del Signore

C’è una bontà particolare di Dio. Ovvero, non c’è solo la bontà generale di Dio, che Egli estende a tutti, facendo in modo che il sole sorga sia sui buoni sia sui malvagi (Mat. 5:45). C’è anche una bontà particolare per “quelli che lo temono”.

Questa bontà non si può misurare. È sconfinata e dura per sempre. Comprende qualsiasi cosa. Questa bontà è solo per coloro che lo temono. Tutto coopera al loro bene. Persino le loro afflizioni portano a un profitto (Rom. 5:3-5).

Coloro che non temono il Signore ricevono solo bontà temporanea – una bontà che non conduce al pentimento, ma a una peggiore distruzione (Rom. 2:4).

 

2) Il timore del Signore

Il timore del Signore è la paura di allontanarsi da Lui. Il timore si esprime nel voler confidare in Dio. Ecco perché vengono menzionate due condizioni nel Salmo 31:19 – avere timore del Signore e confidare in Lui.

Potrebbero sembrarci opposte. Il timore sembra allontanare e il confidare sembra avvicinare. Quando ci rendiamo conto che questo timore è il timore di non essere vicini al Signore, allora le due cose vanno di pari passo.

I santi si accostano con tremore. “Compite la vostra salvezza con timore e tremore” (Fil. 2:12): è il tremore di qualcuno che viene stretto tre le braccia del Padre, che lo ha appena tratto fuori dalla forte corrente dell’oceano.

Apr 20, 202402:05
Un futuro per i nostri fallimenti

Un futuro per i nostri fallimenti

“Non temete; anche se avete fatto tutto questo male, non lasciate di seguire l'Eterno, ma servite l'Eterno con tutto il vostro cuore. Non allontanatevi per seguire cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane”.
(1 Samuele 12:20-21)

 

Dopo che gli israeliti vengono presi dalla paura e si pentono per il peccato di aver chiesto a Samuele un re, arriva una buona notizia: “Non temete; anche se avete fatto tutto questo male, non lasciate di seguire l'Eterno, ma servite l'Eterno con tutto il vostro cuore. Non allontanatevi per seguire cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane” (1 Sam. 12:20-21).

Questo è il Vangelo: anche se abbiamo peccato in modo clamoroso e disonorato il Signore terribilmente e anche se hai un re adesso che hai ottenuto tramite il peccato, e non c’è alcun modo di tornare indietro dal quel peccato o dalle sue disastrose conseguenze che stanno per arrivare, nonostante tutto ciò, c’è un futuro e c’è speranza.

Non temete! Non temete!

Ecco, al versetto 22, arriva la verità cardine del Vangelo: “Poiché l'Eterno non abbandonerà il suo popolo, per amore del suo grande nome, perché è piaciuto all'Eterno di farvi il suo popolo”.

Apr 18, 202401:46
Signore, tocca i nostri cuori

Signore, tocca i nostri cuori

“Anche Saul andò a casa sua a Ghibeah, e con lui andarono uomini valorosi ai quali DIO aveva toccato il cuore”.
(1 Samuele 10:26)

 

Pensa a quello che viene detto in questo versetto. Dio aveva toccato i loro cuori: non una moglie o un figlio, non un genitore o un consulente, ma Dio in persona.

L’Unico con un potere infinito nell’universo. L’Unico con autorità infinita, saggezza infinita, amore infinito, bontà infinita, purezza infinita e giustizia infinita. Lui aveva toccato i loro cuori.

Come fa la circonferenza di Giove a toccare il bordo di una molecola? O a entrare nel suo nucleo?

Il tocco di Dio è meraviglioso, perché è un tocco vero. È una vera connessione. Vuol dire che il cuore è meraviglioso. Vuol dire che Dio è meraviglioso e che il suo tocco reale è altrettanto spettacolare.

Agli uomini valorosi di cui parla il versetto non era stata rivolta la parola. Non erano solamente mossi da un’influenza divina. Non erano in vista o conosciuti, ma Dio, con condiscendenza infinita, ha toccato i loro cuori. Dio era così vicino e loro non sono stati consumati dalla sua potenza.

Amo quel tocco. Lo desidero sempre di più. Per me stesso e per tutti voi. Prego che Dio mi tocchi in modo sempre nuovo per la sua gloria. Prego che tocchi tutti noi.

Oh, che meraviglioso è il tocco di Dio! Se arriva con il fuoco, che così sia. Se arriva con l’acqua, va bene. Se viene con il vento, che venga pure, oh mio Signore. Se viene con i tuoni e i fulmini, prostriamoci davanti ad esso.

Signore, vieni. Vieni così vicino. Brucia, bagna, soffia e scoppia. Piccolo o grande, vieni. Vieni fino a noi e tocca i nostri cuori.

Apr 17, 202402:14
Abbracciare Gesù

Abbracciare Gesù

“Questo infatti è l'amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”.
(1 Giovanni 5:3-4)

 

Il pastore e teologo del Settecento Jonathan Edwards ha dovuto lottare con questo testo e ha concluso che: “la fede salvifica implica… amore… il nostro amore per Dio ci dà la forza di superare le difficoltà che ci sono nel rispettare i comandamenti di Dio – ciò dimostra che l’amore è il fattore principale nella fede salvifica, è vita e potere di essa e produce effetti davvero importanti”.

Penso che Edwards abbia ragione e che molti testi della Bibbia supportino quello che dice.

Un altro modo per dirlo è che la fede in Cristo non è solo annuire a ciò che Dio è per noi, ma soprattutto abbracciare tutto ciò che è per noi in Cristo. “La vera fede abbraccia Cristo in qualsiasi modo le Scritture lo presentino ai poveri peccatori”. Questo modo di “abbracciarlo” dimostra il nostro amore per Lui – un amore che lo ritiene il tesoro più importante, al di sopra di ogni altra cosa.

Perciò non c’è contraddizione tra 1 Giovanni 5:3, che dice che il nostro amore per Dio ci dà la capacità di ubbidire ai suoi comandamenti, e il versetto 4, che esprime come la nostra fede vince sugli ostacoli di questo mondo, i quali vorrebbero impedirci di obbedire ai comandamenti di Dio. L’amore per Dio e per Cristo è implicito nella fede.

Il versetto 5 definisce la fede che obbedisce come quella di “colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio”. Questa fede abbraccia Gesù Cristo come la persona divina e gloriosa che egli è realmente. Non si tratta semplicemente di annuire alla verità che Gesù è il figlio di Dio, perché anche i demoni credono questo (Mat. 8:29). Credere che Gesù sia il Figlio di Dio vuole dire “abbracciare” il significato di quella verità – ovvero, essere soddisfatti con Cristo come Figlio di Dio e con tutto ciò che Dio è per noi in Lui.

“Figlio di Dio” significa che Gesù è la persona più importante nell’universo, assieme al Padre. Perciò, tutto ciò che ha insegnato è vero, tutto ciò che ha promesso sarà stabile per sempre e la sua grandezza, che soddisfa così immensamente l’anima, non cambierà mai.

Credere che Gesù sia il Figlio di Dio, perciò, vuol dire fare tesoro di tutto ciò ed esserne pienamente soddisfatti.

Apr 16, 202402:55
Misericordia per questo giorno

Misericordia per questo giorno

“È una grazia dell'Eterno che non siamo stati interamente distrutti, perché le sue compassioni non sono esaurite. Si rinnovano ogni mattina; grande è la tua fedeltà”.
(Lamentazioni 3:22-23)

 

La misericordia di Dio si rinnova ogni mattina ed è sufficiente per l’intera giornata.

Ecco perché tendiamo a disperarci quando pensiamo che dobbiamo affrontare le difficoltà del domani sulla base delle risorse di oggi. Dio vuole che sappiamo questo: non c’è bisogno di disperarci. La misericordia che ci è stata donata oggi è per i problemi di oggi. Quella che ci verrà donata domani, per i problemi di domani.

Talvolta ci chiediamo se la misericordia ci sosterrà durante i periodi di dura prova. Sì, sarà così. “Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi, poiché lo Spirito di gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi; da parte loro egli è bestemmiato, ma da parte vostra egli è glorificato” (1 Pt. 4:14). Quando l’insulto arriva, arriva anche lo spirito di gloria. È successo anche a Stefano, mentre veniva lapidato; e accadrà anche a te. Quando lo Spirito e la gloria sono richiesti, allora arriveranno.

Nel deserto la manna veniva data una volta al giorno. Non la si poteva conservare e accumulare. È nello stesso modo che dobbiamo dipendere dalla misericordia di Dio. Non riceveremo oggi la forza di cui abbiamo bisogno per sopportare i pesi di domani. La misericordia di oggi ti viene data per i problemi di oggi.

Domani le compassioni di Dio saranno rinnovate. “Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore” (1 Cor. 1:9).

Apr 15, 202402:09
Non essere come il mulo

Non essere come il mulo

“Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto, e la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia, altrimenti non ti si avvicinano”.
(Salmi 32:9)

 

Immagina il popolo di Dio come una fattoria con tutti i tipi di animali. Dio ha cura dei suoi animali, gli mostra dove devono andare e gli fornisce una stalla per la loro protezione.

C’è un animale in questa fattoria che dà a Dio un sacco di problemi, ovvero il mulo. È stupido, testardo, e non sai davvero quale delle due cose venga prima – la sua testardaggine o la sua stupidità.

Ora, il modo che piace a Dio di fare entrare tutti i suoi animali dentro la stalla, in modo che abbiano nutrimento e riparo, è insegnandogli il proprio nome e chiamandoli per quel nome. “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare” (Sal. 32:8).

Il mulo non risponde a queste istruzioni. Non capisce. Allora Dio prende il suo pick-up, va nel campo e mette il morso e la briglia all’asino, lo attacca al veicolo e lo trascina fino alla stalla anche se lui rimane a zampe tese e sbuffa per tutto il percorso.

Questo non è certo il modo in cui Dio vuole che gli animali vadano da lui per ricevere le benedizioni.

Uno di questi giorni potrebbe essere troppo tardi per quel mulo. Potrebbe venir colpito dalla grandine o da un fulmine, e dopo aver corso velocemente verso la stalla, trovare la porta chiusa.

Perciò non comportiamoci come il mulo, ma piuttosto “ogni uomo pio invochi [Dio] mentre lo si può trovare” (Sal. 32:6).

La maniera per non essere come il mulo è quello di umiliarci, di andare a Dio in preghiera, di confessare i nostri peccati e di accettare, come dei piccoli pulcini, le direzioni di Dio che portano alla protezione della sua stalla.

Apr 14, 202402:12
Prega per il suo nome

Prega per il suo nome

“Voi dunque pregate in questa maniera: «Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…»”.
(Matteo 6:9)

 

Le Scritture dicono decine di volte che Dio fa le cose a motivo del suo nome, ma se ti chiedi che cosa muove il cuore di Dio in questi versetti, la risposta è che Dio trae gioia dal fatto che il suo nome sia reso noto.

La preghiera più importante che possiamo pregare è “sia santificato il tuo nome”. Questa richiesta a Dio farà in modo che le persone santifichino il suo nome.

Dio vuole che sempre più persone “santifichino” il suo nome ed è per questo che suo figlio insegna ai credenti di allineare le loro preghiere con questa grande passione del Padre.

“Signore, fa che sempre più persone santifichino il tuo nome”, ovvero che sempre più persone stimino, ammirino, rispettino, amino, onorino e glorifichino il suo nome. Questa è praticamente la preghiera di un missionario.

Apr 13, 202401:22
Parla alle tue lacrime

Parla alle tue lacrime

“Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni”.
(Salmi 126:5-6)

 

Non c’è niente di triste nel piantare dei semi. Non ci vuole più lavoro del mietere. I giorni possono essere bellissimi. Ci può essere la speranza di una grande raccolta.

Allora perché il salmo parla di “seminare con lacrime”? Dice che qualcuno “se ne va piangendo, colui che porta il seme da spargere”. Perché piangono?

Non penso che la ragione stia nel fatto che seminare sia triste, o difficile. Non penso che la ragione abbia nulla a che fare con il seminare in se stesso. La semina è il lavoro che deve essere fatto anche quando ci sono cose nella vita che ci fanno piangere.

I campi non aspettano che il nostro dolore finisca, o che risolviamo i nostri problemi. Se vogliamo avere cibo sulla nostra tavola il prossimo inverno, dobbiamo andare nei campi e seminare, sia che piangiamo o no.

Se lo fai, la promessa di questo salmo è che “tornerai con canti di gioia quando porterai i tuoi covoni” (ovvero i fasci di spighe). Non perché le lacrime della semina producano la gioia della mietitura, ma perché la pura semina produce la mietitura; hai bisogno di ricordarti di questo, soprattutto quando le tue lacrime ti fanno tentare di lasciar perdere il tuo lavoro di semina.

Perciò, questo è l’insegnamento: quando ci sono dei lavori semplici da fare, e tu sei pieno di tristezza, e le lacrime scorrono facili e veloci sul tuo viso, continua per la tua strada e completa il lavoro anche con le lacrime. Sii realistico. Puoi dire alle tue lacrime: “lacrime, vi sento. Mi fate considerare di mandare tutto all’aria, ma c’è un campo che deve essere coltivato (piatti da lavare, auto da aggiustare, sermone da scrivere)”.

Allora puoi dire, sulla base della Parola di Dio: “Lacrime, so che non sarete qui per sempre. Il fatto stesso che sto continuando a fare il mio lavoro (anche piangendo), alla fine porterà a una raccolta di benedizioni. Perciò, vado avanti e continuo a piangere, se devo, ma credo profondamente (non lo vedo ancora e non lo sento profondamente) – che il semplice lavoro della mia semina porterà a una grande mietitura. Allora, le mie lacrime saranno trasformate in gioia”.

Apr 12, 202402:46
In fin dei conti non ci perderai

In fin dei conti non ci perderai

“Pilato disse loro: «Voi avete un corpo di guardia; andate, e assicurate il sepolcro, come vi sembra meglio»”.
(Matteo 27:65)

 

Dopo che Gesù morì e venne sepolto, la sua tomba fu chiusa con una grande pietra, i farisei andarono da Pilato e gli chiesero il permesso di sigillare la pietra e di mettere dei soldati di guardia al sepolcro.

Avevano cercato di fare del loro meglio – ma invano.

Non c’era speranza allora, non c’è speranza oggi e non ci sarà mai speranza. Possono provare quanto vogliono, ma le persone non potranno mai trattenere Gesù. Non possono tenerlo sepolto.

Non è difficile da immaginare: può uscire perché nessuno lo ha forzato a entrare. È stato lui stesso a permettere di essere diffamato, tormentato, interdetto, disprezzato, maltrattato e infine ucciso.

“Depongo la mia vita per prenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di prenderla di nuovo; questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”. (Giov. 10:17-18)

Nessuno può tenerlo sepolto, perché nessuno lo ha mai sconfitto. Gesù ha deposto la sua vita quando era il momento di farlo.

Quando sembrava che fosse sepolto per sempre, Gesù stava facendo qualcosa di meraviglioso nell’oscurità: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme in terra. Ora la notte e il giorno, mentre egli dorme e si alza, il seme germoglia e cresce senza che egli sappia come” (Mr. 4:26-27).

Il mondo pensa che Gesù sia sconfitto, fuori dai piedi; ma Gesù è all’opera nell’oscurità. “In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.” (Giov. 12:24). Ha permesso che venisse sepolto – “nessuno me la [la vita] toglie” – e ha il potere di risorgere come e quando gli pare – “ho il potere di riprenderla.”

“Dio lo ha risuscitato, avendolo sciolto dalle angosce della morte, poiché non era possibile che fosse da essa trattenuto.” (At. 2:24). Gesù oggi ha il suo sacerdozio “in virtù della potenza di una vita indissolubile” (Eb. 7:16).

Per ben venti secoli il mondo ha cercato di fare del suo meglio – invano. Non possono seppellirlo. Non possono tenerlo dentro un sepolcro. Non possono zittirlo o limitarlo. Gesù è vivo e pienamente libero di andare e venire come gli piace.

Fidati di Lui e vai con lui, senza riserve. In fin dei conti, non puoi assolutamente perderci.

Apr 11, 202403:07
Il vino più pregiato del Re

Il vino più pregiato del Re

“Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato”.
(Ebrei 4:15)

 

Non ho mai sentito nessuno dire: “le lezioni più profonde per la mia vita sono state durante i periodi di felicità e benessere”. Invece ho sentito santi forti in Cristo dire: “ogni progresso significativo che ho compiuto nella mia vita nell’afferrare la profondità dell’amore di Dio e vivere sempre di più in dipendenza da Lui, è avvenuto tramite profonda sofferenza”.

Questa è una verità biblica che fa davvero riflettere. Per esempio: “per il quale [Cristo Gesù] ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Fil. 3:8). Parafrasando: nessun dolore, nessun guadagno (no pain, no gain).

Posso anche sacrificare qualsiasi cosa, se mi darà ancora di più Cristo.

Ecco un altro esempio: “Benché fosse Figlio, [Gesù] imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Eb. 5:8). La stessa lettera agli Ebrei dice che Gesù non ha mai commesso peccato (Eb. 4:15).

Perciò, imparare l’ubbidienza non significa passare dalla disubbidienza all’ubbidienza. Significa crescere sempre di più con Dio nell’esercizio dell’ubbidienza. Significa sperimentare con una profondità sempre maggiore l’arrendersi completamente a Dio, che non ci sarebbe stato richiesto, se non fosse necessario. Questo è il frutto della sofferenza. Nessun dolore, nessun guadagno.

Samuel Rutherford disse che quando fu gettato nei sotterranei dell’afflizione, si ricordò del fatto che il meraviglioso Re teneva sempre lì il suo vino più pregiato. Charles Spurgeon disse: “coloro che navigano nei mari dell’afflizione trovano sempre delle perle rare”.

Non ami forse di più il tuo amato o la tua amata quando senti un qualche dolore strano che ti fa pensare di avere il cancro? Siamo davvero delle strane creature. Se abbiamo salute, pace e tempo, amiamo in modo scarno e frettoloso. Se invece stiamo per morire, l’amore diventa un fiume profondo di gioia inesprimibile e non possiamo sopportare di lasciarlo andare.

Perciò fratelli e sorelle, “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere” (Gc. 1:2).

Apr 10, 202402:54
Che cos'è una sana vergogna?

Che cos'è una sana vergogna?

“Perché, quando eravate servi del peccato, eravate liberi in rapporto alla giustizia. Quale frutto dunque avevate allora dalle cose delle quali ora vi vergognate? Poiché la loro fine è la morte”.
(Romani 6:20-21)

 

Quando i suoi occhi vengono aperti, il credente in Cristo si rende conto del male che così tanto disonorava Dio nel suo comportamento precedente e, giustamente, se ne vergogna. Paolo dice alla chiesa a Roma: “Perché, quando eravate servi del peccato, eravate liberi in rapporto alla giustizia. Quale frutto dunque avevate allora dalle cose delle quali ora vi vergognate? Poiché la loro fine è la morte” (Rom. 6:20-21).

È appropriato guardarsi indietro e provare una fitta di dolore perché un tempo vivevamo in un modo che davvero disonorava Dio, ma non dovremmo sentirci paralizzati da questo pensiero. Un credente dal cuore sensibile però, non può ripensare alle follie della sua gioventù senza sentire degli echi di vergogna, anche se abbiamo messo tutto a posto con il Signore.

A dir la verità, la vergogna può essere molto sana e “redentrice”. Paolo dice ai Tessalonicesi: “E se qualcuno non ubbidisce a quanto diciamo in questa epistola, notate quel tale e non vi associate a lui, affinché si vergogni” (2 Tess. 3:14). Ciò significa che la vergogna può essere un passo fondamentale nella conversione e anche nel pentimento di un credente a causa di un periodo di freddezza spirituale o di peccato. La vergogna non è qualcosa che bisogna evitare a tutti i costi. C’è un posto per essa nel bene che Dio vuole fare ai suoi.

Possiamo concludere dicendo che c’è un criterio biblico per definire una vergogna non sana e una vergogna sana – ovvero che essa abbia Dio radicalmente al centro.

Il criterio biblico per una vergogna non sana dice: non vergognarti di qualcosa che onora Dio, non importa quanto debole, insensato o sbagliato ti faccia sembrare agli occhi del mondo. Non prendere su te stesso la vergogna di una situazione veramente vergognosa, a meno che tu non sia nel peccato.

Il criterio biblico per una vergogna sana dice: vergognati se hai a che fare con qualcosa che disonora Dio, non importa quanto forte, saggio o giusto ti faccia apparire agli occhi degli altri.

Apr 09, 202402:44
Non parlare solo di Dio, ma parla a Dio

Non parlare solo di Dio, ma parla a Dio

“Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano”.
(Salmi 23:4)

 

La forma di questo salmo è istruttiva.

Nei primi tre versetti Davide si riferisce a Dio in terza persona:

  • l’Eterno è il mio pastore;
  • Egli mi fa riposare;
  • mi guida;
  • Egli mi ristora l’anima.

Poi, nei versetti 4 e 5 Davide si riferisce a Dio in seconda persona:

  • io non temerei alcun male, perché tu sei con me;
  • il tuo bastone e la tua verga mi consolano;
  • tu apparecchi davanti a me la mensa;
  • tu ungi il mio capo con olio.

Poi al versetto 6 Davide ritorna alla terza persona:

  • io abiterò nella casa dell'Eterno per lunghi giorni. La lezione che ho imparato da questo salmo è che è buono non parlare troppo di Dio senza parlare a Dio.

Ogni credente è almeno un teologo amatoriale – ovvero, una persona che cerca di capire chi Dio è e come agisce e che cerca di esprimerlo con le sue parole. Se non siamo dei piccoli teologi, allora non diremmo niente su Dio gli uni agli altri e saremmo davvero di pochissimo aiuto alla fede reciproca.

Ciò che ho imparato da Davide nel Salmo 23 e anche in altri salmi è che dovrei intrecciare la mia teologia con la preghiera. Dovrei interrompere il mio parlare su Dio con il parlare a Dio.

Per esempio, alla frase teologica “Dio è generoso”, dovrebbe far seguito il mio ringraziamento in preghiera “Grazie, mio Signore”.

Dopo aver detto “Dio è glorioso”, dovrei dire “Adoro la tua gloria”.

Ciò che ho notato è che dovrebbe avvenire così, se percepiamo la realtà di Dio nei nostri cuori, oltre a saperla descrivere con le nostre menti.

Apr 08, 202402:11
Fa in modo che Satana conosca la sua sconfitta

Fa in modo che Satana conosca la sua sconfitta

“Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi”.
(Giacomo 4:7)

 

Più Satana appare reale nelle nostre giornate, e più preziosa diventa la vittoria di Cristo per coloro che credono in Lui.

Il Nuovo Testamento ci insegna che quando Cristo è morto ed è risorto, Satana è stato sconfitto. Gli è stato concesso un tempo di libertà limitata, ma il suo potere contro il popolo di Dio è spezzato e la sua distruzione assicurata.

  • “Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo” (1 Gv. 3:8).
  • “Egli [Cristo] ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l'impero della morte, cioè il diavolo” (Eb. 2:14).
  • “[Dio] avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui” (Col. 2:15).

In altre parole, il colpo decisivo è stato dato al Calvario. Un giorno, quando il tempo di libertà limitata sarà finito, Apocalisse 20:10 dice che: “E il diavolo… fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo… e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli”.

Che cosa significa questo per coloro che seguono Gesù Cristo?

  • “Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù” (Rom. 8:1).
  • “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica” (Rom. 8:33).
  • “Né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 8:38-39).
  • “Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo” (1 Gv. 4:4).
  • “Ma essi [i santi] lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza” (Ap. 12:11).

Perciò: “resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.” Il diavolo è già stato sconfitto e a noi è stata data vittoria. Adesso il nostro compito è quello di vivere in questa vittoria e fare in modo che Satana conosca la sua sconfitta.

Apr 07, 202402:38
Cosa significa pregare per i propri nemici

Cosa significa pregare per i propri nemici

“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.”
(Matteo 5:44)

 

Pregare per i propri nemici è una delle forme d’amore più profonde, perché significa che devi veramente desiderare qualcosa di buono per loro.

Puoi fare delle cose buone per il tuo nemico senza alcun desiderio genuino che le cose gli vadano veramente bene, ma la preghiera è fatta alla presenza di Dio, che conosce il tuo cuore; pregare significa intercedere con Dio in suo favore.

Potresti pregare per la sua conversione, oppure per il suo ravvedimento. Oppure ancora affinché si risvegli dall’ostilità presente nel suo cuore. Potresti pregare affinché venga fermato nel suo circolo vizioso di peccato, anche se ci volesse una calamità o una malattia per fermarlo. La preghiera che Gesù ha in mente qui, è sempre per il suo bene.

Questo è ciò che Gesù ha detto quando era appeso sulla croce:

“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc. 23:34).

E questo è ciò che ha urlato Stefano, mentre veniva lapidato:

“Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputare loro questo peccato»” (At. 7:60).

Gesù non ci sta solo chiamando a fare del bene ai nostri nemici, ad accoglierli e aiutarli nei loro bisogni; ma ci sta anche chiamando a volere il meglio per loro e a esprimerlo in preghiera quando non sono vicino a noi.

I nostri cuori dovrebbero desiderare la loro salvezza, la loro presenza in paradiso e la loro gioia in eterno. Quindi, possiamo pregare nello stesso modo in cui ha fatto l’apostolo Paolo per i Giudei, molti dei quali gli rendevano la vita parecchio difficile:

“Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza” (Rom. 10:1).

Apr 06, 202402:09
Ricordare Gesù in due modi

Ricordare Gesù in due modi

“Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risorto dai morti secondo il mio evangelo”.
(2 Timoteo 2:8)

 

In questo versetto Paolo menziona due modi specifici di ricordare Gesù: ricordalo risorto dai morti e ricordalo della stirpe di Davide. Perché proprio queste due realtà su Gesù?

Perché, se è risorto dai morti, è vivo e trionfa sulla morte. “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi” (Rom. 8:11).

Il che vuole dire che non importa quanto difficile diventi la sofferenza, la cosa peggiore che può farti su questa terra è ucciderti. Gesù ha reso innocuo quel nemico (la morte). Egli è vivo, e anche tu vivrai. “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima” (Mat. 10:28).

La resurrezione di Gesù non è stata una resurrezione casuale. Era la resurrezione del figlio di Davide. “Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risorto dai morti”. Perché Paolo dice questo?

Perché ogni Giudeo sapeva ciò che questo voleva dire. Significava che Gesù è il Messia (Gv. 7:42). Significava che la sua resurrezione non era casuale, ma che era la resurrezione di un Re eterno. Leggiamo le parole che l’angelo ha detto a Maria, la mamma di Gesù:

“Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine” (Lc. 1:31-33).

Per questo, ricordati di Gesù, colui che servi e colui per cui soffri. Egli è vivo e regnerà per sempre e il suo regno non avrà mai fine. Non ha importanza ciò che gli altri possono farti, non hai alcun motivo per preoccuparti.

 

Apr 05, 202402:25
I libri nel giorno del giudizio

I libri nel giorno del giudizio

“[la bestia] tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello, che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo”.

(Apocalisse 13:8)

 

La salvezza è sicura per tutti coloro che sono scritti nel libro della vita.

La ragione per cui essere scritti nel libro della vita assicura la nostra salvezza è perché il libro è chiamato “il libro della vita dell’Agnello che è stato immolato” (Ap. 13:8). Le persone scritte in questo libro non sono salvate sulla base delle loro opere, ma sono salvate a motivo di Cristo, che è stato immolato.

Perciò, come può il resoconto delle nostre vite che è contenuto “nei libri” avere un ruolo nel nostro giudizio? La risposta è che i libri contengono prove sufficienti della nostra appartenenza a Cristo e sono una conferma pubblica della nostra fede e unione con Lui.

Consideriamo insieme Apocalisse 21:27: “E nulla d'immondo e nessuno che commetta abominazione o falsità vi entrerà mai, ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello”. Come viene detto da questo versetto, il risultato di “essere scritto nel libro della vita” non è solo non perire, ma anche il non praticare comportamenti detestabili e peccaminosi.

Per esempio, considera il ladrone sulla croce. Gesù gli ha detto che sarebbe andato in paradiso (Lc. 23:43), ma come sarà il giudizio per lui quando i libri saranno aperti? Più del 99.9% della sua vita sarà fatto di peccati, ma la sua salvezza sarà assicurata dal sangue di Cristo.

Allora Dio aprirà i libri e userà il resoconto dei suoi peccati per glorificare il sacrificio supremo di suo Figlio, e userà l’ultima pagina per mostrare il cambiamento che è stato attuato nelle parole e negli atteggiamenti del ladro. L’ultima pagina – ovvero le ultime ore sulla croce – saranno la conferma pubblica della fede del ladro e della sua unione con Cristo.

Perciò, quando dico che ciò che è scritto nei libri è la conferma pubblica della nostra fede e unione con Cristo, non intendo che il resoconto conterrà un maggior numero di buone opere rispetto a quelle malvagie.

Intendo che sarà descritto il tipo di cambiamento che dimostra la realtà della fede – la realtà della rigenerazione e unione con Cristo. Così è come mi preparo a quel giorno, con la certezza che la mia condanna è passata (Rom. 8:3), che il mio nome è scritto nel libro della vita e che colui che ha cominciato in me un’opera buona la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Apr 04, 202403:03
Dio ci fortifica tramite gli altri

Dio ci fortifica tramite gli altri

“Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano. Ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai ritornato, conferma i tuoi fratelli”.
(Luca 22:31-32)

 

Per quanto riguarda gli altri dieci apostoli (senza contare Giuda)? Satana avrebbe vagliato anche loro.
Gesù ha pregato anche per loro?

Si, lo ha fatto, ma non ha chiesto al Padre di proteggere la loro fede nello stesso modo in cui aveva fatto per Pietro.

Dio ha spezzato l’orgoglio di Pietro e il suo fare affidamento su se stesso quella notte, durante l’agonia provocata dal vaglio di Satana, ma non lo ha lasciato andare. Lo ha cambiato, lo ha perdonato, ristabilito e ha rafforzato la sua fede. Da lì in poi la missione di Pietro era quella di fortificare gli altri dieci.

Gesù ha provveduto agli altri dieci provvedendo prima per Pietro. Colui che è stato fortificato diventa colui che fortifica gli altri.

C’è un’importante lezione qui per noi. Certe volte Dio si occuperà di te direttamente, rafforzerà la tua fede alle prime ore del mattino, ma, la maggior parte del tempo (possiamo dire dieci volte su undici), Dio rafforza la nostra fede attraverso qualcun altro.

Dio ci manda “un Simon Pietro” che ci dona giusto quella parola di grazia di cui avevamo bisogno per continuare nella nostra fede. Forse proprio una testimonianza di come “Il pianto può durare per una notte, ma al mattino erompe un grido di gioia” (Sal. 30:5).

La sicurezza eterna è un progetto comunitario. Ogni qual volta Dio incoraggia il tuo cuore con la promessa che durante il vaglio di Satana la tua fede non verrà meno, allora prendi quell’incoraggiamento e raddoppia la tua gioia portando lo stesso incoraggiamento ai tuoi fratelli e sorelle.

Apr 03, 202403:42
Come rispondere quando vacilliamo

Come rispondere quando vacilliamo

“Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio”.
(Romani 7:19)

 

I credenti non vivono solamente nella sconfitta, ma non viviamo nemmeno nella vittoria perfetta contro il peccato. Nei momenti in cui non vinciamo sul peccato, Romani 7:13-25 ci mostra in che modo un credente dovrebbe rispondere.

Dovremmo dire:

  • Amo la legge di Dio. (v. 22)
  • Detesto ciò che ho appena fatto. (v. 15)
  • Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? (v. 24)
  • Grazie siano rese a Dio! La vittoria avverrà per mezzo di Gesù Cristo, mio Signore. (v. 25)

In altre parole, nessun credente vuole vivere in questa maniera – ovvero nella sconfitta. Nessun credente si accontenta di vivere così, ma se viviamo in questo modo per un tempo, non dovremmo mentire.

Nessuna ipocrisia. Nessun mettersi in mostra. Nessun vantarsi di un falso perfezionismo. Nessun sorriso “della domenica” o superficialità spiccia.

Signore, salvaci dall’essere ciechi verso i nostri fallimenti e dalla conseguente velocità nel giudicare gli altri.

Signore, aiutaci a pensare male delle nostre mancanze piuttosto che dei fallimenti degli altri.

Signore, dacci l’onestà, il candore e l’umiltà che l’apostolo Paolo ha avuto in questo testo!

Apr 02, 202403:40
Meglio dell'Everest

Meglio dell'Everest

“Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento”.
(Romani 8:28)

 

Se vivi secondo quest’enorme promessa, la tua vita è più solida e stabile del Monte Everest.

Niente può portarti via quando sei all’interno delle mura di Romani 8:28. Fuori da Romani 8:28, c’è confusione, ansia, paura e incertezza. Fuori da questa promessa della grazia di Dio che comprende tutte le cose, ci sono case di paglia fatte di droga, pornografia e dozzine di futili distrazioni. Ci sono muri fatti di stecchi e tetti di lamiera come fragili strategie d’investimento, effimere coperture assicurative e futili piani pensionistici. Ci sono fortificazioni fatte di cartone per lucchetti e chiavistelli, sistemi d’allarme e missili antibalistici. Fuori ci sono migliaia di sostituti per Romani 8:28.

Una volta che attraversi la porta dell’amore per entrare nell’enorme e stabile struttura di Romani 8:28, tutto cambia. Nella tua vita entrano stabilità, profondità e libertà. Semplicemente, non puoi più essere portato via di qui. La certezza che un Dio sovrano governi per il tuo bene su tutto il dolore così come su anche tutti i piaceri che sperimenterai nella tua vita, questa certezza è un rifugio di una portata incomparabile; è una sicurezza, una speranza e un potere senza eguali nella tua vita.


Quando il popolo di Dio vive veramente secondo le promesse di grazia futura descritte in Romani 8:28, allora i credenti sono veramente le persone più libere, più forti e generose del mondo.

La loro luce risplende e gli uomini glorificano il loro Padre nei cieli (Mat. 5:16).

Apr 01, 202402:15
Due dei nostri bisogni più profondi

Due dei nostri bisogni più profondi

“Alla chiesa dei Tessalonicesi, che è in Dio nostro Padre e nel Signore Gesù Cristo”.
(2 Tessalonicesi 1:1)

 

Noi, come chiesa, siamo “nel” Padre e “nel” Signore. Che cosa significa?

La parola “Padre” implica principalmente cura, sostegno, protezione, provvisione e disciplina. Quindi, essere “nel” Padre significa soprattutto essere sotto la sua cura e protezione.

L’altra parola è “Signore”: siamo nel Signore Gesù Cristo. La parola “Signore” implica principalmente autorità, appartenenza e leadership. Perciò essere “nel” Signore significa soprattutto essere sotto il suo comando, sotto la sua autorità e in suo possesso.

Perciò Paolo inizia in questo modo la sua lettera alla chiesa in Tessalonica per ricordare ai suoi membri che sono una famiglia (sotto la cura del Padre) e che sono anche servi (sotto il comando del Signore). Queste due descrizioni di Dio come Padre e come Signore, e dunque anche della chiesa, in quando famiglia e in quanto servi, corrispondono a due dei nostri bisogni più grandi.

I due bisogni di cui ciascuno di noi ha bisogno sono il bisogno di essere soccorsi e aiutati e il bisogno di avere scopo e significato nella vita.

Abbiamo bisogno di un Padre celeste che abbia pietà di noi e che ci salvi dai nostri peccati e dalla nostra miseria. Abbiamo bisogno di questo aiuto in ogni momento della nostra vita perché siamo davvero deboli e vulnerabili.

Abbiamo anche bisogno di un Signore celeste che ci guidi in questa vita e ci dica cosa è saggio e ci dia un compito importante e significativo da portare a termine. Non vogliamo solo essere al sicuro tra le mani del Padre. Vogliamo anche un motivo glorioso per cui vivere.

Vogliamo un Padre misericordioso che sia la nostra Protezione e vogliamo un Signore onnipotente che sia il nostro Campione, il nostro Comandante e il nostro Leader. Perciò quando Paolo dice al versetto 1, voi siete la chiesa “che è in Dio nostro Padre e nel Signore Gesù Cristo”, possiamo riposare a aiutarci l’un l’altro mentre prendiamo coraggio e significato gli uni dagli altri.

Mar 31, 202402:32
Cosa tiene legate le mani dell'amore?

Cosa tiene legate le mani dell'amore?

“Noi rendiamo grazie a Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, pregando continuamente per voi, perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi, a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell'evangelo”.
(Colossesi 1:3-5)

 

Il problema con la chiesa di oggi non è che ci sono troppe persone che sono follemente innamorate del paradiso. Il problema non è che credenti praticanti si ritirino dal mondo, e che passino la metà dei loro giorni leggendo le Scritture e l’altra metà cantando della loro gioia in Dio, indifferenti ai bisogni del mondo.

Il problema è che credenti praticanti leggano le Scritture per dieci minuti al giorno e poi passino metà della giornata a fare soldi e l’altra metà godendo delle cose per cui li spendono.

Non è l’essere incentrati sul paradiso quello che ostacola l’amore, ma è l’essere concentrati sul mondo che lo ostacola, anche quando questo è camuffato da una routine religiosa del fine settimana.

Dove sono quelle persone i cui cuori sono così appassionatamente innamorati della gloria promessa del paradiso che si sentono come esuli e stranieri su questa terra? Dove sono coloro che hanno assaporato la bellezza dell’era che verrà tanto che i diamanti di questo mondo gli sembrano pezzi di carbone, e il divertimento che questo mondo può offrire sembri vuoto, e che persino le cause morali di questo mondo sembrino troppo piccole in confronto all’eternità? Dove sono quelle persone?

Non sono schiave di internet, del cibo, del dormire, del bere, del fare festa, dell’andare a pescare, a nuotare… eccetera eccetera. Sono uomini e donne liberi in terra straniera. Le loro uniche domande sono: come possiamo massimizzare la nostra gioia in Dio per tutta l’eternità mentre siamo esuli su questa terra? La loro risposta è sempre la stessa: adoperandoci per l’amore.

C’è solo una cosa che soddisfa il cuore di coloro il cui tesoro sta nei cieli: fare le opere del paradiso; e il paradiso è un mondo d’amore.

Non sono le corde del paradiso che legano le mani dell’amore, ma è l’amore per il denaro, per il divertimento e per le comodità e per la lode di se stessi – queste sono le corde, i lacci, che legano le mani dell’amore. Il potere di tagliare queste corde è la speranza che viene da Cristo.

Lo ripeto ancora, con tutta la convinzione che ho dentro: non è l’essere incentrati sul paradiso quello che ostacola l’amore su questa terra, ma è l’essere concentrati sul mondo che lo ostacola; perciò, la più grande fonte dell’amore è la potente e liberatoria fiducia nella speranza che proviene da Cristo.

Mar 30, 202403:07
Lui ci terrà al sicuro

Lui ci terrà al sicuro

"[Egli] vi confermerà fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo. Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore”.
(1 Corinzi 1:8-9)

 

Su cosa stai facendo affidamento, in modo che la tua fede resista fino al ritorno di Gesù?

La domanda non è: credi nella sicurezza eterna? Piuttosto: come siamo tenuti al sicuro?

La perseveranza della nostra fede si appoggia all’affidabilità della nostra propria determinazione? O si affida all’opera di Dio che fa in modo che noi manteniamo la fiducia in Lui?

È davvero una verità meravigliosa delle Scritture il fatto che Dio sia fedele e che si prenderà cura per sempre di coloro che ha chiamato. La nostra certezza di essere eternamente al sicuro proviene dal fatto che è Dio stesso a fare in modo che manteniamo la nostra fiducia in Lui.

La certezza dell’eternità non è maggiore di quella che Dio manterrà la nostra fiducia in Lui; questa certezza è davvero grandiosa per tutti coloro che Dio ha chiamato.

Ci sono almeno tre passi delle Scritture che mettono insieme la chiamata di Dio con il sostenimento da parte di Dio.

“[Egli] vi confermerà fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo. Fedele è Dio dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore” (1 Cor. 1:8-9).

“Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo. Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo” (1 Tess. 5:23-24).

“Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, ai chiamati che sono santificati in Dio Padre e custoditi in Cristo Gesù: misericordia, pace e amore vi siano moltiplicati” (Gda. 1:1-2).

La fedeltà di Dio garantisce che Egli custodirà e terrà al sicuro tutti coloro che ha chiamato.

(Vedi anche Romani 8:30, Filippesi 1:6, 1 Pietro 1:5 e Giuda 1:24).

Mar 29, 202402:42
Sicuro come suo figlio

Sicuro come suo figlio

“Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?”.
(Romani 8:32)

 

Dio elimina il potere distruttivo di ogni dolore. Devi credere fermamente in questo o non riuscirai a crescere o forse persino a sopravvivere come cristiano, a causa delle pressioni e delle tentazioni della vita moderna.

C’è così tanto dolore, ci sono così tante sconfitte e motivi di scoraggiamento, così tante controversie e pressioni. Non saprei proprio a chi potermi rivolgere se non credessi che il Dio onnipotente sta prendendo su di sé ogni sconfitta e ogni scoraggiamento, ogni controversia, ogni pressione e ogni dolore; Dio sta eliminando il loro potere distruttivo e sta facendo in modo che contribuiscano ad aumentare la mia gioia in Dio.

Il mondo è nostro. La vita è nostra. La morte è nostra. Dio regna in modo così supremo nell’interesse dei suoi eletti che qualsiasi cosa che noi affrontiamo in una vita di ubbidienza e ministero sarà sottomessa alla potente mano di Dio e sarà messa al servizio della nostra santità e gioia eterna in Dio.

Se Dio è per noi e se Dio è Dio, allora è vero che niente, niente, può avere successo contro di noi. Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, ci donerà immancabilmente e senza restrizioni tutte le cose con lui – tutte le cose – il mondo, la vita, la morte, e Dio stesso.

Romani 8:32 è un amico prezioso. La promessa della grazia futura di Dio è travolgente e il suo fondamento è estremamente importante. È un pilastro ben saldo per tutti gli ostacoli: Dio non ha risparmiato il proprio Figlio! Ancor di più, allora, non risparmierà alcuno sforzo per darmi tutto ciò che Cristo ha comprato con la sua morte – tutte le cose, tutto il bene?

Ciò è così sicuro quanto la certezza che Egli ha amato suo Figlio!

Mar 28, 202402:29
Quando tutti ti abbandonano

Quando tutti ti abbandonano

“Nella mia prima difesa nessuno è stato al mio fianco, ma mi hanno tutti abbandonato; questo non venga loro imputato. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha fortificato, affinché per mio mezzo la predicazione fosse portata a compimento e tutti i gentili l'udissero; ed io sono stato liberato dalle fauci del leone. Il Signore mi libererà ancora da ogni opera malvagia e mi salverà fino a portarmi nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen”.
(2 Timoteo 4:16-18)

 

Questa mattina mi sono soffermato a lungo su queste parole magnifiche e allo stesso tempo che spezzano il cuore. Paolo era in carcere a Roma. Per quanto ne sappiamo, non è mai stato rilasciato. La sua ultima lettera finisce proprio così.

Considera queste cose e lasciati sorprendere!

Paolo è stato abbandonato. È un uomo anziano ormai. Un servitore fedele. In una città straniera, lontano da casa. Circondato da nemici e in pericolo di morte. Perché? La risposta è: in modo che potesse scrivere questa frase preziosa per le nostre anime: “Il Signore però mi ha assistito!”.

Oh, quanto amo queste parole! Quando i tuoi amici più stretti ti abbandonano, ti arrabbi contro Dio? Stai mettendo le persone nella tua vita al posto di Dio? Oppure prendi coraggio con questa splendida verità: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Mat. 28:20)? Rafforzi il tuo cuore con questo giuramento eterno: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Eb. 13:5)?

Diciamo insieme: “Il Signore mi ha assistito!”.

Domanda: Qual era il pericolo del versetto 18? Risposta: che Paolo non potesse raggiungere il regno celeste del Signore! “Il Signore …mi salverà nel suo regno celeste”.

Domanda: Come poteva l’apostolo Paolo raggiungere il regno celeste? Risposta: “Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste”.

Domanda: Come potevano le azioni malvagie minacciare il raggiungimento di Paolo del regno celeste? Risposta: lo tentavano nel dimenticare la sua fedeltà a Cristo attraverso la disubbidienza.

Domanda: Queste tentazioni erano forse “le fauci del leone” da cui Paolo era stato liberato? Risposta: Si. “Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli, stando fermi nella fede” (1 Pt.5:8-9).

Domanda: Quindi, chi ottiene la gloria per il fatto che Paolo non abbia ceduto a queste tentazioni, ma ha perseverato fino alla fine con fede e ubbidienza? Risposta: “A Lui [il Signore] sia la gloria e la potenza in eterno” (1 Pt. 5:11).

Domanda: Perché? Non è forse Paolo quello che non ha ceduto? Risposta: “Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte!”

Mar 27, 202403:34
Dieci risultati della risurrezione

Dieci risultati della risurrezione

“Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati”.
(1 Corinzi 15:17)

 

Qui di seguito ci sono 10 cose straordinarie dovute alla resurrezione di Gesù.

1) Un salvatore che non può più morire. “Sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui” (Rom. 6:9).

2) Ravvedimento. “Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste, appendendolo al legno. Dio lo ha esaltato con la sua destra e lo ha fatto principe e salvatore per dare ad Israele ravvedimento e perdono dei peccati” (At. 5:30-31).

3) Nuova nascita. “Benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1 Pt. 1:3).

4) Perdono per i peccati. “Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati” (1 Cor. 15:17).

5) Lo Spirito Santo. “Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato innalzato alla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete e udite” (At. 2:32-33).

6) Nessuna condanna per gli eletti. “Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi” (Rom. 8:34).

7) L’unione personale con Cristo e la sua protezione. “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente (Mat. 28:20).

8) La prova di un giudizio futuro. “[Dio] ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (At. 17:31).

9) Salvezza dall’ira futura di Dio. “Per aspettare dai cieli il suo Figlio che egli ha risuscitato dai morti, cioè Gesù, che ci libera dall’ira a venire” (1 Tess. 1:10; Rom. 5:9).

10) La nostra stessa resurrezione dai morti. “Sapendo che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi per mezzo di Gesù e ci farà comparire con voi” (2 Cor. 4:14; Rom. 6:4; 8:11; 1 Cor. 6:14; 15:20).

Mar 26, 202403:42
Trarre la propria gioia dalla Parola di Dio

Trarre la propria gioia dalla Parola di Dio

“Come sono dolci le tue parole al mio palato! Sono più dolci del miele alla mia bocca”.
(Salmi 119:103)


Non dobbiamo ridurre il cristianesimo a un insieme di richieste, soluzioni e forza di volontà. È piuttosto la somma di ciò che amiamo, di ciò da cui traiamo la nostra gioia e ciò che è buono per noi.

Quando Gesù è venuto nel mondo, il genere umano era diviso riguardo a cosa amavano. “La luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce” (Giov. 3:19). I giusti e i malvagi sono separati da ciò amano – la rivelazione di Dio oppure le vie del mondo.

Qualcuno potrebbe chiedere: come posso amare la Parola di Dio? La mia risposta avrebbe due parti:

1) Prega che il tuo cuore possa avere dei nuovi gusti;

2) medita sulle meravigliose promesse di Dio per il suo popolo.

Lo stesso salmista che disse: “come sono dolci le tue parole al mio palato!” (119:103), ha anche detto in precedenza “Apri i miei occhi e contemplerò le meraviglie della tua legge” (119:18). Ha pregato, perché avere dei gusti santi nel cuore è un dono di Dio. Nessun uomo, per natura, desidera e trae la sua gioia dalla saggezza di Dio.

Quando hai pregato, anzi, mentre preghi, medita sui benefici che Dio promette al suo popolo e sulla gioia di avere il Dio onnipotente come tuo perenne aiuto ed eterna speranza.

A chi non piacerebbe leggere un libro la cui lettura lo farebbe cambiare da paglia in cedro del Libano, oppure da polvere del deserto del Texas a un rigoglioso giardino Hawaiano? Nessuno vuole essere come la paglia – senza radici, senza peso e senza scopo. Tutti noi desideriamo attingere la nostra forza da fiumi profondi di realtà e diventare fruttuosi, persone utili.

 

Quel fiume di realtà è la Parola di Dio e tutti i santi importanti sono stati resi importanti da essa!

Mar 25, 202402:29
Soddisfatti per sempre

Soddisfatti per sempre

“Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”.
(Giovanni 6:35)

Questo testo ci dice che credere in Gesù vuol dire ricevere nutrimento e abbeveramento da tutto ciò che Cristo è. Dice che la sete della nostra anima è soddisfatta con Gesù, così che noi non abbiamo più sete.

Lui è la fine della nostra ricerca per la soddisfazione.

Quando ci affidiamo a Gesù nel modo in cui Giovanni intende, la presenza e la promessa di Gesù è così soddisfacente che non siamo più dominati dai seducenti piaceri del peccato (vedi Rom. 6:14). Questa è la ragione per cui la fede in Gesù annulla il potere del peccato e incoraggia l’obbedienza.

Giovanni 4:14 va nella stessa direzione: “ma chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che zampilla in vita eterna”. Questo versetto concorda con Giovanni 6:35 e dice che la fede salvifica è come dell’acqua che soddisfa i più profondi desideri dell’anima.

È lo stesso in Giovanni 7:37-38: “Or nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù si alzò in piedi ed esclamò dicendo: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d'acqua viva»”.

Attraverso la fede, Cristo diventa una sorgente inesauribile di vita, la cui soddisfazione dura per sempre e ci conduce verso il paradiso. Egli opera in noi così attraverso il suo Spirito (Giov. 7:38-39).

Mar 24, 202402:05
Il ministero e la paura degli uomini

Il ministero e la paura degli uomini

“Non temere davanti a loro, perché io sono con te per liberarti, dice l'Eterno”.
(Geremia 1:8)

Uno dei grandi ostacoli nel servire il Signore, specialmente tra i giovani, è la paura di essere rigettati e contrastati.

La mente si affolla di tanti pensieri su come a molti possa non piacere il modo in cui svolgo il mio ministero. Alcuni potrebbero non essere d’accordo o venire offesi. Potrei fare uno sbaglio e venire criticato.

La paura degli uomini è un grande ostacolo per il ministero.

Perciò Dio dice: Non temere, perché io sarò con te e ti libererò. La presenza e l’approvazione di Dio è molto più importante degli elogi degli uomini. Dio dice che ci libererà da tutti i nostri problemi. Alla fine, trionferemo. Saremo più che vincitori.

Oggi, le stesse cose sono promesse a tutti noi che siamo in Cristo Gesù:

  • “Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia: «Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l'uomo?»” (Eb. 13:5-6).
  • “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rom. 8:31).

Perciò Dio ha detto a Geremia e continua a dire ai giovani che sta chiamando al suo servizio: “Non dire: ‘Sono un ragazzo’” (Ger. 1:7). Perché questo?

Perché la tua vita è radicata negli inamovibili e sovrani propositi di Dio. Sei stato scelto, consacrato, formato e nominato per un grande scopo.

Perché l’autorità di Dio, e non la tua, sta dietro il tuo agire e il tuo parlare e perché Dio stesso sarà con te per liberarti da tutte le tue prove.

Mar 23, 202401:57
Ricerca il bene della tua città

Ricerca il bene della tua città

“Così dice l'Eterno degli eserciti, il DIO d'Israele, a tutti i deportati che io ho fatto condurre in cattività da Gerusalemme a Babilonia: «Costruite case e abitatele, piantate giardini e mangiate i loro frutti. Prendete mogli e generate figli e figlie; prendete mogli per i vostri figli e date le vostre figlie a marito, perché generino figli e figlie e perché là moltiplichiate e non diminuiate. Cercate il bene della città dove vi ho fatti condurre in cattività e pregate l'Eterno per essa, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere”.
(Geremia 29:4-7)

 

Se questo era vero per gli esuli di Dio a Babilonia, è ancor più vero oggi per gli esuli cristiani in questo mondo “babilonese”. Allora, cosa dobbiamo fare?

Dovremo fare le cose ordinarie che devono essere fatte: costruire case, abitarle, piantare dei giardini. Questo certamente non ti contamina, se lo fai per il vero Re e non solo per la bellezza degli occhi o per piacere agli uomini.

Cerca il bene del luogo nel quale Dio ti ha mandato. Pensa a te stesso come un inviato di Dio là. Perché in effetti, è quello che sei.

Prega il Signore per la tua città. Chiedi che accadano cose buone e importanti. È evidente che Dio non è indifferente al bene del posto. Una delle ragioni per cui non lo è, è questa: se la città sta bene, anche il suo popolo sta bene.

Questo non significa che perdiamo di vista il nostro status di esuli. Infatti, una delle cose migliori che potremmo fare per questo mondo è quella di mantenere la nostra libertà allontanandoci dalle sue attrazioni accattivanti. Il modo migliore in cui possiamo servire la nostra città è quello di rispecchiare i valori della “città futura” (Eb. 13:14). Il bene più alto che possiamo fare per la nostra città è quello di chiamare quanti più dei suoi cittadini a diventare cittadini della “Gerusalemme celeste” (Gal. 4:26).

Viviamo in modo tale che i nativi possano desiderare di incontrare il nostro Re.

Mar 23, 202402:29
L'ignoranza assicura l'empietà

L'ignoranza assicura l'empietà

"La sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù”.
(2 Pietro 1:3)

Mi meraviglio sempre dell’importanza che la Bibbia dà alla conoscenza.

Guardiamo insieme 2 Pietro 1:3: “Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù,

Letteralmente, tutto il potere disponibile da Dio di vivere e di essere pii viene dalla conoscenza! Fantastico! Quale enfasi dovremmo allora mettere sulla dottrina e sull’insegnamento delle Scritture! Sono in ballo la vita e la pietà.

Non voglio dire che la conoscenza garantisca la pietà; sembra invece che l’ignoranza assicuri l’empietà. Perché, Pietro dice, il potere divino che porta alla pietà ci è dato tramite la conoscenza di Dio.

Qui ci sono tre implicazioni, un avvertimento e una promessa.

1) Leggi! Leggi! Leggi! Stai attento a non sprecare il tuo tempo dietro a “bolle di sapone” teologiche. Leggi libri dottrinalmente validi su “colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù”.

2) Medita! Medita! Rallenta. Prenditi del tempo per leggere la Bibbia. Fatti domande. Prendi appunti. Concediti di essere umilmente confuso da domande nella tua mente. Le migliori intuizioni provengono dal cercare di identificare la radice comune a due rami apparentemente diversi.

3) Parla. Parla. Entra a far parte di una cellula o piccolo gruppo che sia appassionato per la verità. Non un gruppo a cui piaccia solo parlare o sollevare dei problemi, ma di un gruppo in cui credi ci siano risposte bibliche a problemi biblici.

Avvertimento: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” (Os. 4:6); “… oro …hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza” (Rom. 10:2).

Promessa: “Nessuno istruirà più il suo prossimo e nessuno il proprio fratello, dicendo: "Conosci il Signore!". Poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro, perché io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti” (Eb. 8:11-12).

Mar 22, 202402:41
Il negozio di dolci di Satana

Il negozio di dolci di Satana

“Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare”.
(1 Pietro 4:1)

Il primo pensiero che viene in mente è: Gesù ha dovuto rinunciare al peccato? No! “Egli non commise peccato” (1 Pt. 2:22).

Allora lo comprendiamo. Quando capiamo che Cristo ha sofferto per noi, allora realizziamo che moriamo con lui. “Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti” (1 Pt. 2:24). Quando moriamo con lui, smettiamo di peccare.

Come dice Romani 6: “sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. Infatti colui che è morto è libero dal peccato. […] Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 6: 6-7, 11).

Pietro dice: “anche voi armatevi dello stesso pensiero!”

Paolo dice: “anche voi fate conto di essere morti!”

La nostra arma è pensare/fare conto/considerare.

Quando la tentazione del nemico arriva – di concupire, di rubare, di invidiare, di vendicarsi, di screditare gli altri, di avere paura – abbraccia questo pensiero: Quando il mio Signore ha sofferto ed è morto per liberarmi dal peccato, io sono morto al peccato!

Quando Satana ti dice: perché negare a te stesso il piacere della concupiscenza? Perché dovresti affrontare questa situazione spiacevole, se puoi evitarla con una bugia? Perché non ti concedi quel piccolo e innocuo lusso che invidi? Perché non ripaghi con la stessa moneta il torto che hai subito?

La risposta è: il Figlio di Dio ha sofferto (ha sofferto moltissimo!) per liberarmi dal peccato. Non posso credere che lui mi abbia liberato per farmi vivere in modo avvilente. Sicuramente, ciò che ha comprato con la sua morte deve essere molto più meraviglioso dei piaceri del peccato. Dato che ho fiducia in Lui, la mia vulnerabilità al fascino del peccato è stata annientata.

Satana andrà via. Non mi viene più l’acquolina in bocca quando passo vicino al suo negozio di dolci.

Mar 21, 202402:45
La più bella promessa di Dio

La più bella promessa di Dio

“Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?”.
(Romani 8:32)

La promessa di più larga scala sulla grazia futura di Dio si trova in Romani 8:32. Questo è anche il mio versetto preferito della Bibbia. Parte del motivo è che la promessa è così ampia che è pronta ad aiutarmi praticamente in qualsiasi circostanza della mia vita e del ministero. Non c’è mai stata e mai ci sarà una circostanza della mia vita in cui questa promessa possa essere irrilevante.

Da sola quella promessa così ampia non renderebbe probabilmente il verso così tanto prezioso. Ci sono altre promesse così ampie come per esempio quella in Salmi 84:11: “egli non rifiuterà alcun bene a quelli che camminano rettamente”; e ancora 1 Corinzi 3:21-23: “Perciò nessuno si glori negli uomini, perché ogni cosa è vostra: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future; tutte le cose sono vostre. E voi siete di Cristo e Cristo è di Dio”.

È difficile esagerare la portata e lo scopo spettacolare di queste promesse, ma ciò che mette Romani 8:32 in una classe a sé è la logica che costituisce la promessa e la rende solida e inamovibile così come l’amore di Dio per il suo Figlio infinitamente ammirabile.

Romani 8:32 contiene un fondamento e una garanzia così forte, così solida e così sicura che non c’è assolutamente alcuna possibilità che la promessa possa mai essere spezzata. Questo è ciò che la rende una forza sempre presente anche in tempi di grande turbamento. Anche se tutto ci crollasse addosso, anche se avessimo una delusione dopo l’altra e anche se tutto fallisse, questa promessa di così grande scala sulla grazia futura di Dio non potrà mai fallire.

“Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi…”. Se questo è vero, dice la logica del paradiso, allora Dio darà sicuramente tutte le cose a coloro per i quali ha dato Gesù!

Mar 20, 202402:30
Gesù è morto per questo momento

Gesù è morto per questo momento

“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”.
(Galati 2:20)

Stamattina, quando la mia sveglia è suonata alle 4:59, mi è passato per la mente un pensiero di qualche secondo sulla realtà della morte e su di me, che mi trovavo davanti a un Dio totalmente santo con nient’altro che potesse elogiarmi se non la mia stessa vita.

L’orrore di questo pensiero venne spazzato via dal flash della realtà: Gesù Cristo è morto per questo momento e l’orrore scomparve.

Il mio sentimento immediato fu: questa è l’essenza di quello che succede quando qualcuno si converte. È così che si scopre che Gesù Cristo è reale. È così che una persona può finalmente apprezzare l’amore di Cristo. Improvvisamente, per la prima volta, riesce a vedere e percepire con gli occhi del cuore la realtà innegabile di dover incontrare Dio pur avendo la coscienza sporca.

L’impatto di quella visione è devastante. L’unica speranza è in un Mediatore. Da solo, senza niente che possa elogiarlo se non la propria vita peccaminosa, la persona si sente totalmente perduta. Se c’è una sola speranza di passare l’eternità alla presenza di questo Dio, allora ci sarà bisogno di un Redentore, un Sostituto, un Salvatore.

A questo punto di crisi terribile, niente appare più vero del Vangelo di Gesù Cristo – “il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal. 2:20). Nel secondo prima in cui Gesù intervenisse, ho visto la piena oscurità e l’orrore del giudizio – non una deduzione teologica, non una mera conclusione razionale, non solo un pensiero, ma un’occhiata consapevole di una certezza pesante.

Il nostro Dio è un fuoco consumante. Egli non volgerà lo sguardo verso il male. Siamo completamente spacciati. La mia colpa era troppo grande, troppo reale, troppo indiscussa in quel secondo prima di Gesù, che non c’era nemmeno la più remota possibilità di formulare una qualche scusa. Era tutto così improvviso, soffocante e infinitamente senza speranza. Nell’istante dopo però, Gesù è tutto ciò che ha veramente importanza. Oh Cristo! Oh Cristo! Come può il mio cuore contenere l’oceano di gratitudine? Oh Dono di Dio! Il mio unico e disperato bisogno!

Mar 19, 202402:46
Il Vangelo in sei punti

Il Vangelo in sei punti

“Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl'ingiusti, per condurci a Dio”.
(1 Pietro 3:18)

Ecco un riassunto del vangelo che può aiutarti a capirlo meglio e apprezzarlo ancora di più.

1) Dio ci ha creato per la sua gloria.

“Fa' venire i miei figli da lontano e le mie figlie dalle estremità della terra, tutti quelli che si chiamano col mio nome, che ho creato per la mia gloria, che ho formato e anche fatto” (Is. 43:6-7). Dio ha creato ciascuno di noi a Sua immagine in modo che potessimo riflettere il suo carattere e la sua bellezza morale.

2) Ogni essere umano dovrebbe vivere per la gloria di Dio.

“Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.” (1 Cor. 10:31). Vivere per la gloria di Dio significa amarlo (Mat. 22:37), affidarsi a Lui (Romani 4:20), essergli grati (Sal. 50:23), e obbedirgli (Mat. 5:16). Quando facciamo queste cose riflettiamo la gloria di Dio.

3) Tutti abbiamo peccato e siamo privi della gloria di Dio.

“Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Rom. 3:23). “Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno però glorificato né l'hanno ringraziato come Dio …e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Dio in un'immagine…” (Rom. 1:21, 23). Nessuno di noi ha amato Dio nel modo in cui avrebbe dovuto, così come non ci siamo affidati a Lui, non lo abbiamo ringraziato o non gli abbiamo obbedito nel modo in cui avremmo dovuto.

4) Tutti meritiamo la punizione eterna.

“Perché il salario del peccato è la morte (eterna), ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 6:23). Coloro che non avranno obbedito al Signore Gesù “Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza” (2 Tess. 1:9). “Questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna” (Mat. 25:46).

5) Nella sua infinita misericordia, Dio a mandato il suo unigenito Figlio Gesù Cristo per provvedere ai peccatori la via per la vita eterna.

“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giov. 3:16). “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi” (Gal. 3:13). “perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl'ingiusti, per condurci a Dio” (1 Pt. 3:18).

6) La vita eterna è un dono gratuito per tutti coloro che ripongono la propria fiducia in Cristo come Signore e Salvatore.

“Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (At. 16:31). “…poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Rom. 10:9). “Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori” (Ef. 2:8-9). “Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal. 2:20).

Mar 18, 202403:53
Ecco perché dobbiamo aggrapparci alla nostra speranza

Ecco perché dobbiamo aggrapparci alla nostra speranza

“Così Dio, volendo dimostrare agli eredi della promessa più chiaramente l'immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento, affinché per mezzo di due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, avessimo un grande incoraggiamento noi, che abbiamo cercato rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci è stata messa davanti”.

(Ebrei 6:17-18)

Dio non è imprevedibile. Egli non si adopera nel fare promesse e giuramenti, e nell’offrire il sangue di Suo figlio semplicemente per ancorare solo un’estremità della nostra sicurezza e lasciare l’altra estremità a penzolare nell’aria.

La salvezza che Gesù ha ottenuto tramite il suo sangue era tutto il necessario per salvare il suo popolo, non era un sacrificio parziale.

Quindi ci chiediamo, perché lo scrittore dell’epistola agli Ebrei ci incoraggia ad afferrare saldamente la speranza (v. 18)? Se la nostra speranza è stata ottenuta e assicurata irrevocabilmente dal sangue di Gesù, perché Dio ci dice di afferrarla saldamente?

La risposta è questa:

  • Ciò che Cristo ha comprato per noi a caro prezzo quando è morto non è la libertà di non afferrare saldamente la speranza, ma la capacità di poterlo fare.
  • Ciò che Egli ha comprato non è stato l’annullamento della nostra volontà, come se non dovessimo aggrapparci in modo saldo, ma piuttosto il potenziamento della nostra volontà, affinché potessimo agire.
  • Ciò che ha comprato non è stato l’annullamento del comandamento ad afferrare la speranza, ma il compimento di quel comandamento.
  • Ciò che ha comprato non è stata la fine dell’esortazione, ma piuttosto il trionfo dell’esortazione.

Ha fatto ciò in modo che noi potessimo compiere esattamente quello che Paolo stesso fece secondo Filippesi 3:12: “…proseguo per poter afferrare il premio, poiché anch'io sono stato afferrato da Gesù Cristo”. Non è pazzia, ma è il Vangelo, dire a un peccatore di fare ciò che Cristo soltanto può dargli la capacità di fare, ovvero, riporre la propria speranza in Dio.

Perciò voglio esortarvi con tutto il mio cuore: aggrappatevi saldamente a quello per cui siete stati afferrati fermamente da Cristo, aggrappatevi con forza grazie alla sua forza!

Mar 17, 202402:38
Il punto esclamativo della preghiera

Il punto esclamativo della preghiera

“Poiché tutte le promesse di Dio hanno in lui il «sì» e l'«Amen», alla gloria di Dio per mezzo di noi”.
(2 Corinzi 1:20)

La preghiera è una risposta alle promesse, ovvero alle rassicurazioni che Dio ci fa sulla sua futura grazia.

La preghiera è il prelevare da un conto corrente in cui Dio ha già depositato tutte le sue promesse di grazia futura.

La preghiera non è sperare, nel momento di buio, che ci sia un Dio con delle buone intenzioni da una qualche parte. La preghiera va tutti i giorni in banca e preleva le promesse di grazia futura di cui abbiamo bisogno per la giornata.

Non dimenticarti della parola che connette le due metà di questo versetto – il “perciò”: “tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in Cristo. Perciò, per mezzo di lui noi pronunciamo l’Amen alla gloria di Dio”.

Proviamo a scambiare le due metà del versetto, in modo da capirlo meglio. Quando preghiamo, noi diciamo Amen a Dio per mezzo di Cristo, perché Dio ha detto Amen a tutte le sue promesse in Cristo. La preghiera è una supplica sicura del fatto che Dio agirà secondo il bene, secondo le sue promesse di grazia futura fatta a motivo di Cristo. La preghiera collega la nostra fede nella grazia futura di Dio con il fondamento di tutto, ovvero Gesù Cristo.

Ciò conduce al punto finale: “Amen” è una parola preziosa per le nostre preghiere. Non significa principalmente: “sì, ho concluso questa preghiera”, ma vuole principalmente dire “sì, Dio ha fatto tutte queste promesse”.

Amen vuole dire “sì, Signore, tu puoi farlo!”. Vuole anche dire “sì, Signore, tu sei potente. Sì, Signore, tu sei saggio. Sì, Signore, tu sei benevolo. Sì, Signore, tutta la grazia futura viene da te ed è stata confermata in Cristo”.

“Amen” è il punto esclamativo di speranza alla fine di una preghiera di aiuto.

Mar 16, 202402:14
Gesù porterà a termine la missione

Gesù porterà a termine la missione

“E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine”.
(Matteo 24:14)

Non conosco nessuna promessa missionaria più motivante di queste parole di Gesù.

Non: Questo Vangelo dovrebbe essere predicato.

Non: Questo Vangelo potrebbe essere predicato.

Ma: Questo Vangelo sarà predicato.

Questo non è un grande mandato o un grande comandamento. È una grande certezza, una grande sicurezza.

Chi potrebbe parlare in questo modo? Come fa a sapere che il Vangelo sarà predicato? Come può essere sicuro che la chiesa non fallirà nel suo compito missionario?

Risposta: la grazia del servizio missionario è tanto irresistibile quanto la grazia della rigenerazione. Cristo può promettere la proclamazione universale del Vangelo perché è sovrano. Egli conosce il successo futuro delle missioni perché è Egli stesso crea il futuro. Tutte le nazioni sentiranno il Vangelo!

Una “nazione” non è uno stato moderno. Quando si parla di nazioni nell’Antico Testamento, ci si riferisce a gruppi tipo i Gebusei, i Ferezei, gli Ivvei, e gli Amorei, i Moabiti, i Cananei e i Filistei. Le “nazioni” sono gruppi etnici con la loro particolare cultura. Il Salmo 117:1 dice: “Lodate l'Eterno, voi nazioni tutte! Celebratelo, voi popoli tutti!”.

In quanto sovrano Figlio di Dio e Signore della chiesa, Gesù si è semplicemente preso carico del suo scopo divino e ha dichiarato con certezza assoluta: “Questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti”.

Il successo della missione globale è assolutamente assicurato. Non può fallire. Non è allora ragionevole che preghiamo con profonda fede, che investiamo con grande certezza e che andiamo in missione sicuri del successo?

Mar 15, 202402:17
Sovversivi per il Salvatore

Sovversivi per il Salvatore

“Ed ecco, essi si misero a gridare, dicendo: «Che vi è tra noi e te, o Gesù, Figlio di Dio? Sei tu venuto qui, per tormentarci prima del tempo?”
(Matteo 8:29)

Qui i demoni hanno imparato un mistero. Hanno capito che erano spacciati. Sapevano che il Figlio di Dio sarebbe stato il vincitore, ma non lo realizzarono fino a quando Cristo venne da loro prima del tempo della sconfitta finale.

Cristo non aspetterà che lo scoppio di una bomba atomica finisca la guerra. Ha già incominciato a dirigere una forza sovversiva verso il territorio di Satana. Ha addestrato una “squadra speciale” per compiere rischiose operazioni di salvataggio. Cristo ha già pianificato moltissime vittorie tattiche prima della strategica vittoria finale.

Perciò, l’atteggiamento mentale di guerra che ne risulta è questo: dato che la sconfitta di Satana è sicura, e Lui lo sa, noi possiamo sempre ricordarglielo quando Satana ci tenta a seguirlo. Possiamo farci una risata e dire: “sei pazzo?? Chi mai vorrebbe essere dalla parte del perdente?!”

La chiesa è il nemico dichiarato del “dio di questo mondo” (2 Corinzi 4:4). Noi siamo la marina e l’esercito. Siamo coloro che insorgono contro il regno ribelle del “principe della potenza dell’aria” (Ef. 2:2).

Certo, è pericoloso, ma è anche elettrizzante. Molti perdono la vita. Le “truppe” di Satana sono sempre alla ricerca di ogni attività sovversiva. Cristo ha garantito la resurrezione per tutti coloro che lottano fino alla morte. Non ha però garantito benessere, accettazione dal mondo o prosperità in territorio nemico.

In battaglia molti hanno dato la loro vita volentieri per il Comandante. Non riesco a pensare a nessun altro modo migliore di vivere o di morire!

Mar 14, 202402:09
Il trionfo è assicurato

Il trionfo è assicurato

“Perciò il popolo forte ti glorifica, la città di nazioni potenti ti teme”.
(Isaia 25:3)

Isaia vede arrivare il giorno in cui tutte le nazioni, ovvero rappresentati di tutti i popoli della terra, non saranno più in conflitto con Yahweh, il Dio d’Israele e il suo Messia, che noi sappiamo essere Gesù.

Loro non adoreranno più Bel, Nebo, Molech, Allah o Buddha, oppure dei programmi sociali utopici, delle possibilità di crescita capitalistica e non serviranno più gli spiriti degli antenati o altri spiriti animisti.

Il loro velo di tristezza verrà rimosso, la morte sarà annientata e non ci sarà più disprezzo per il popolo di Dio, così come non ci saranno mai più lacrime.

Questo è il contesto per capire la visione che ci viene presentata nel versetto 3: “Perciò il popolo forte ti glorifica, le città delle nazioni possenti ti temono”. In altre parole, Dio è più forte del “popolo forte” ed Egli è così potente e così pieno di grazia che alla fine riuscirà a far sì che nazioni spietate gli offrano reverenza.

Perciò l’immagine che ci dà Isaia è quella di tutte le nazioni che adorano Dio, di un grande banchetto per tutto il popolo, della cessazione di tutte le sofferenze, afflizioni e disprezzo per le nazioni che sono diventate il suo popolo e la definitiva, totale sconfitta della morte.

Il trionfo è assicurato perché è opera di Dio. È per questo che possiamo esserne certi.

Nessuna vita spesa per la causa dell’evangelizzazione del mondo è spesa invano. Nessuna preghiera, nessun dollaro, nessun sermone o lettera di incoraggiamento o una piccola luce che risplende nel buio – niente di quello che è fatto per il regno è invano.

Il trionfo è assicurato.

Mar 13, 202402:06
Gesù è l'Amen di Dio

Gesù è l'Amen di Dio

“Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l’Amen alla gloria di Dio”.
(2 Corinzi 1:20) (ed. NR)

Nella preghiera il passato e il futuro vengono ripetutamente collegati alle nostre vite. Dico ciò perché in questo versetto Paolo collega la preghiera con il sì di Dio in modo davvero sorprendente.

In 2 Corinzi 1:20, Paolo dice “perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l’Amen alla gloria di Dio” (con un greco un po’ “spezzato” che risulta un po’ disconnesso anche nella traduzione italiana). Cerchiamo di “sciogliere” questa frase e di renderla più comprensibile.

Questo è ciò che Paolo sta dicendo: “Perciò, a motivo di Cristo, diciamo Amen a Dio nelle nostre preghiere per dimostrare che Dio ottiene la gloria per la grazia futura su cui noi facciamo affidamento.

Ti sei mai chiesto perché i cristiani dicono Amen alla fine delle loro preghiere e da dove viene questa usanza? Ecco la risposta: Amen è una parola che proviene dall’ebraico e che è stata assunta così com’è in greco, senza alcuna traduzione, proprio come viene usata in italiano e nella maggior parte delle lingue del mondo.

In ebraico, si trattava di una forte espressione di affermazione (vedi Numeri 5:22; Neemia 5:13, 8:6), un modo molto serio, formale, solenne per dire “sono d’accordo” o “confermo quello che hai appena detto”, oppure ancora “questo è vero”. Più semplicemente, “Amen” è un sincero sì nel contesto di riferimento a Dio.

Ora, nota la connessione tra le due metà di versetto 20. La prima metà dice: “tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui” e la seconda metà dice: “perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l’Amen alla gloria di Dio.”

Quando realizzi che “Amen” e “sì” vogliono dire la stessa cosa, ecco quello che questo versetto dice realmente: in Gesù Cristo, Dio dice il suo sì a noi attraverso le sue promesse; e in Cristo, attraverso la preghiera, noi diciamo il nostro sì a Dio.

Mar 12, 202402:30
Quando il vasaio è dalla nostra parte

Quando il vasaio è dalla nostra parte

“Guai a chi contende con chi l'ha formato, un frammento di vasi di terra con altri frammenti di vasi di terra. Dirà l'argilla a chi la forma: «Che fai?», o dirà la tua opera: «Non ha mani?»”.
(Isaia 45:9)

La maestà di Dio viene magnificata quando noi lo vediamo attraverso le lenti della creazione ex nihilo (dal nulla). Egli comanda il nulla, il nulla obbedisce e diventa qualcosa.

Dal nulla Egli crea l’argilla e dall’argilla crea noi – i vasi del Signore (Is. 45:9) – la sua proprietà, destinati per la sua gloria, in totale dipendenza da Lui.

“Riconoscete che l'Eterno è DIO; è lui che ci ha fatti e non noi da noi stessi; noi siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo” (Sal. 100:3). È una cosa molto umile essere una pecora e un vaso che appartengono a qualcun altro.

Questa mattina, mentre leggevo Isaia, ho trovato un’altra affermazione sulla maestà di Dio. Quando la unisco al potere assoluto di Dio e ai suoi diritti in quanto Creatore, un’esplosione si scatena nel mio cuore. Boom!

Isaia 33:21 dice: “Là il Signore sta per noi in tutta la sua maestà!”. (ed. NR)

Per noi! Per noi! Il Creatore è “per noi” e non contro di noi. Con tutto il potere nell’universo e con il suo assoluto diritto di fare come più gli piace con ciò che Egli stesso ha creato – Egli è per noi!

“Dall'antichità nessuno aveva mai sentito né orecchio udito né occhio visto alcun DIO all'infuori di te, che agisce per chi spera in lui” (Is. 64:4). “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (Rom. 8:31).

Riesci a pensare a qualcosa (intendo qualsiasi cosa) che sia più confortante, rassicurante e piacevole del fatto che il Signore, in tutta la sua maestà, sia per te?

Mar 11, 202402:15
Due verità infinitamente forti e delicate

Due verità infinitamente forti e delicate

“Io annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima le cose non ancora avvenute, che dico: «Il mio piano sussisterà e farò tutto ciò che mi piace»”.
(Isaia 46:10)

La parola “sovranità” (così come la parola “trinità”) non compare nella Bibbia. La usiamo per riferirci a questa verità: Dio ha il sommo controllo del mondo, dalla più importante vicenda internazionale alla più comune caduta di un piccolo uccellino in un bosco.

Ecco cosa dice la Bibbia: “Io sono Dio, e non ce n’è alcun altro; … Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà” (Is. 46:9-10). “[Dio] agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra. Nessuno può fermare la sua mano o dirgli «Che cosa fai?»” (Dan. 4:35). “Ma egli non ha uguali, e chi mai può farlo cambiare? Ciò che egli vuole, lo fa; così egli compirà ciò che ha decretato nei miei confronti e di piani come questo ne ha molti altri.” (Gb. 23:13-14). “Il nostro Dio è nei cieli e fa tutto ciò che gli piace” (Sal. 115:3).

Una delle ragioni per cui questa dottrina è così preziosa per i credenti è perché sappiamo che il grande desiderio di Dio è quello di mostrare misericordia e benevolenza verso coloro che ripongono la fiducia in Lui (Ef. 2:7; Sal. 37:3-7; Prov. 29:25). La sovranità di Dio implica che questo piano nei nostri confronti non possa essere reso vano.

Niente, assolutamente niente, accade a “coloro che amano Dio” e che “sono chiamati secondo il suo proponimento” se non ciò che è per il nostro bene più assoluto (Rom. 8:28; Sal. 84:11).

Perciò, la misericordia e la sovranità di Dio sono i due pilastri principali della mia vita. Sono la speranza del mio futuro, l’energia per il servizio che svolgo, il centro della mia teologia, il legame per il mio matrimonio, la migliore medicina in tutte le mie malattie, il rimedio per tutti i miei scoraggiamenti.

Quando morirò (sia che sia presto o tardi), queste due verità saranno ai lati del mio letto e come braccia infinitamente forti, ma anche infinitamente delicate, mi alzeranno verso Dio.

Mar 10, 202402:46
Adoriamo l'Agnello

Adoriamo l'Agnello

“Io piangevo forte, perché non era stato trovato nessuno degno di aprire e di leggere il libro, e neppure di guardarlo”.
(Apocalisse 5:4)

Hai mai pensato alle tue preghiere come al profumo del paradiso? La Pasqua si avvicina e questo mi ha portato ancora una volta a leggere i capitoli 4 e 5 di Apocalisse. In questi capitoli si può dare un’occhiata alla vita in paradiso.

In Apocalisse 5 vediamo Dio onnipotente seduto sul trono con un libro nella Sua mano. Il libro ha sette sigilli e tutti dovevano essere rimossi prima che il libro potesse essere aperto.

Io penso che l’apertura del libro rappresenti i giorni finali della storia e che l’apertura dei sette sigilli rappresenti il tipo di storia che attraverseremo per raggiungere quei giorni.

Come prima cosa, Giovanni pianse per il fatto che non si fosse trovato nessuno che fosse degno di aprire il libro e di guardarlo (5:4), ma uno degli anziani mi disse: “Non piangere; ecco, il Leone della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e sciogliere i suoi sette sigilli” (5:5).

Morendo sulla croce, Gesù si era guadagnato il diritto di aprire il tempo rimanente della storia della redenzione e di guidare vittoriosamente il suo popolo attraverso di esso.

Nel versetto successivo, il Leone è raffigurato come l’Agnello “in piedi, come immolato” (5:6). Non è forse questa una bellissima immagine di Gesù vittorioso sulla croce?

È sicuro come un leone che ha divorato il suo nemico, ma il modo in cui ha ottenuto la vittoria è stato quello di permettere al nemico di ucciderlo come se fosse un agnello.

Quindi adesso l’Agnello è degno di prendere il libro della storia della redenzione dalla mano di Dio e di aprirlo. Questo è un atto così regale che i ventiquattro anziani del paradiso (il comitato di lode di Dio, per dirlo in altre parole), si prostrano davanti all’Agnello in adorazione.

Sai cosa sono le coppe d’oro piene di profumi? Il versetto 8 dice che sono “le preghiere dei santi”. Non significa forse questo che le nostre preghiere sono il profumo del paradiso, un dolce, soave profumo davanti al trono di Dio e davanti all’Agnello?

Mi sento rinvigorito e incoraggiato a pregare sempre più spesso e con ancora più vigore quando penso che le mie preghiere vengono raggruppate e conservate nel paradiso e offerte a Cristo ripetutamente in paradisiaci atti di lode.

Perciò, benediciamo, onoriamo e adoriamo Cristo qui sulla terra con le nostre preghiere, e gioiamo doppiamente del fatto che il comitato di lode del paradiso le offra ancora a Cristo come soavi profumi davanti all’Agnello che è stato immolato.

Mar 09, 202403:07
Dio ha cura di te

Dio ha cura di te

“Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli v'innalzi al tempo opportuno, gettando su di lui ogni vostra sollecitudine, perché egli ha cura di voi”.
(1 Pietro 5:6-7)

In che modo l’ansia per il futuro è una forma di orgoglio?

La risposta di Dio al riguardo suonerebbe più o meno così:

Io – il Signore, il tuo Creatore – sono colui che ti conforta, che promette di prendersi cura di te; quelli che ti intimoriscono sono solo dei comuni mortali. Perciò la tua paura deve voler dire che tu non hai fiducia in me – e anche se non sei sicuro che le tue risorse possano prendersi cura di te, nonostante ciò decidi di appoggiarti alla tua fragile autonomia, piuttosto che alla fede nella mia grazia futura. Per questo tutto il tuo tremore – fragile com’è – rivela orgoglio in te stesso.

Il rimedio? Abbandona il tuo voler confidare in te stesso e decidi di affidarti a Dio, riponi la tua fede nella potenza più che sufficiente della grazia futura.

In 1 Pietro 5:6-7 vediamo che il preoccuparsi è una forma di orgoglio. Infatti, notate il collegamento grammaticale tra i due versetti: “Umiliatevi … sotto la potente mano di Dio … [versetto 7] gettando su di Lui ogni vostra sollecitudine.” Il versetto 7 non è una nuova frase, ma è una frase subordinata alla prima. “Umiliatevi … [in che modo?] gettando su di Lui ogni vostra sollecitudine.”

Questo significa che gettare le nostre preoccupazioni su Dio è un modo per abbassarci sotto la potente mano di Dio. È come dice: “Mangia educatamente … masticando con la bocca chiusa.” “Guida con attenzione … tenendo gli occhi ben aperti”. “Sii generoso … invitando qualcuno al pranzo di Natale.”

Un modo per umiliarci davanti a Dio è gettare su di Lui ogni nostra sollecitudine. Ciò vuol dire che un ostacolo al gettare le nostre preoccupazioni su Dio è proprio l’orgoglio. Quindi l’ansia non giustificata è una forma di orgoglio.

Allora, com’è che gettare sul Signore le nostre preoccupazioni è l’opposto dell’orgoglio? Perché all’orgoglio non piace ammettere di avere delle preoccupazioni e se l’orgoglio lo ammettesse, comunque non gli piacerebbe accettare che il rimedio sia confidare in qualcuno che è più saggio e più forte.

In altre parole, l’orgoglio è una forma di incredulità, o mancanza di fede, a cui non piace affidarsi alla grazia futura di Dio. La fede ammette il bisogno di aiuto. L’orgoglio non lo fa. La fede fa affidamento su Dio per ricevere aiuto. L’orgoglio non lo fa. La fede getta le preoccupazioni su Dio. L’orgoglio non lo fa.

Per questo motivo, il modo di combattere l’incredulità dell’orgoglio è ammettere apertamente di avere delle preoccupazioni e di rallegrarsi nelle promesse di grazia futura, “Perché Egli ha cura di te”.

Mar 08, 202403:12
Apri la porta del tuo cuore

Apri la porta del tuo cuore

“Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui la mia anima si compiace. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà la giustizia alle nazioni. Non griderà, non alzerà la voce, non farà udire la sua voce per le strade. Non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante; presenterà la giustizia secondo verità”.
(Isaia 42:1-3)

Queste sono probabilmente le parole più incoraggianti che ho sentito nelle ultime settimane, e provengono da una profezia in Isaia 42:1-3 su Gesù e sul suo potere spirituale.

Ti senti come una “canna rotta”? Come uno di quei tulipani appassiti i cui gambi si incurvano e i cui petali cadono fragili a terra? Senti mai che la tua fede sia solo una piccola scintilla invece che una bella fiamma – proprio come quel piccolo puntino rosso sullo stoppino di una candela dopo che viene spenta?

Fatti coraggio! Lo Spirito di Cristo è lo Spirito dell’incoraggiamento: lui non spezzerà il gambo del tuo fiore, non spegnerà il piccolo lucignolo.

“Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri” (Lc. 4:18). “Ma per voi che temete il mio nome, sorgerà il sole della giustizia con la guarigione nelle sue ali” (Mal. 4:2). “Io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime” (Mat. 11:29). “Spera fermamente nell’Eterno; sii forte, si rinfranchi il tuo cuore; spera fermamente nell’Eterno.” (Sal. 27:14).

Il fatto di essere solo una scintilla invece di una fiamma ardente può farci stare male, ma ascolta attentamente! Sii incoraggiato: sì, c’è effettivamente una grande differenza tra una scintilla e un fuoco, ma c’è anche un’enorme differenza tra una scintilla e nessuna scintilla. Un granello di senape (di fede) è molto più vicino all’essere una montagna che al non essere seme.

Apri la porta alle promesse di Dio e permetti che lo Spirito possa soffiare in ogni stanza del tuo cuore. Il soffio Santo di Dio né si spezzerà né si spegnerà. Lui solleverà il tuo capo e alimenterà la tua scintilla fino a farla diventare una fiamma. Egli è lo Spirito dell’incoraggiamento.

Mar 07, 202402:46
Come posso essere ripieno dello Spirito Santo?

Come posso essere ripieno dello Spirito Santo?

“Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza”.
(Romani 15:4)

Come possiamo essere ripieni dello Spirito Santo? Come possiamo sperimentare una profusione dello Spirito Santo sulla nostra chiesa che ci riempia di una gioia incontenibile, e che ci liberi e potenzi per amare coloro che ci stanno intorno in modo così autentico che essi possano essere conquistati da Cristo?

Risposta: medita giorno e notte sulle incomparabili promesse di Dio, che sono in grado di darci speranza. Come ci mostra il versetto sopra, questo è il modo in cui Paolo faceva sì che il suo cuore fosse ripieno di speranza, di gioia e di amore.

La piena certezza della speranza proviene dal meditare le promesse scritte nella Parola di Dio e questo non contraddice affatto la frase che troviamo otto versetti più avanti che dice che è lo Spirito Santo a darci speranza (Rom. 15:13). Infatti lo Spirito Santo è l’autore divino delle Scritture. Non è affatto una contraddizione che il modo in cui Egli ci riempie di speranza è riempirci con le sue stesse promesse.

La speranza non è una vaga emozione che proviene da qualcosa di indistinto, quasi come il mal di stomaco. La speranza è la fiducia che il meraviglioso futuro che ci è stato promesso dalle Parole dello Spirito si avvererà per davvero. Perciò il modo per essere ripieni dello Spirito è essere ripieni della Sua Parola. Il modo per avere la potenza dello Spirito è credere alle promesse della Parola.

Poiché sono le promesse che ci riempiono di speranza, la speranza ci riempie di gioia e la gioia sfocia in capacità e libertà di amare il nostro prossimo. Questa è la pienezza dello Spirito Santo.

Mar 06, 202402:12
Dio ha riguardo per gli umili

Dio ha riguardo per gli umili

“Il DIO dei tempi antichi è il tuo rifugio; e sotto di te stanno le sue braccia eterne”.
(Deuteronomio 33:27)

È possibile che in questo momento tu stia attraversando delle situazioni che ti stanno dolorosamente preparando per un servizio prezioso per Gesù o per il Suo popolo. Quando una persona tocca il fondo e si sente insignificante e impotente, può imbattersi nella Roccia dei Secoli.

Mi viene in mente una bellissima frase in Salmi 138:6 che abbiamo letto durante la nostra devozione mattutina lo scorso sabato: “Anche se l'Eterno è eccelso, egli ha riguardo degli umili”.

Non puoi affondare tanto in basso disperando delle tue stesse risorse che Dio non veda e non se ne preoccupi. Infatti Egli è lì sul fondo che aspetta di prenderti. Come disse Mosè: “Il DIO dei tempi antichi è il tuo rifugio; e sotto di te stanno le sue braccia eterne” (Deu. 33:27).

Sì, è proprio così. Lui ti vede tremare e scivolare. Lui può (e infatti spesso lo ha fatto) afferrarti prima che tu possa toccare il fondo, ma questa volta ha qualcosa di nuovo da insegnarti.

Nel Salmo 119:71 il salmista ha detto: “È stato bene per me l'essere stato afflitto, perché imparassi i tuoi statuti”. Non ha detto che sia stato facile, divertente o addirittura piacevole. Guardando indietro, ha semplicemente detto “è stato bene per me”.

La scorsa settimana ho letto un libro scritto da un pastore scozzese di nome James Stewart. Egli ha detto: “al servizio dell’amore, solo i soldati feriti possono servire”. Ecco perché credo che alcuni di voi in questo momento sono in corso di preparazione per qualche prezioso servizio d’amore. Perché siete feriti.

Non pensare che la tua ferita sia fuori dal piano pieno di grazia di Dio. Ricorda le sue parole: “Ora vedete che io, io sono Lui, e che non vi è altro DIO accanto a me. Io faccio morire e faccio vivere, ferisco e risano, e non vi è nessuno che possa liberare dalla mia mano” (Deu. 32:39).

Che il Signore possa garantire una grazia speciale a tutti voi che state gemendo sotto di un pesante macigno. Cercate attentamente la nuova tenerezza dell’amore che Dio vi sta donando già in questo momento.

Mar 05, 202402:36