Ebrei che hanno fatto la Storia

In occasione dell'anniversario della nascita di Rav Lord Jonathan Sacks, due studentesse del liceo della scuola ebraica di Milano, Ghila Schreiber e Linda Halfon, hanno approfondito l'eredità lasciata da uno dei più importanti rabbini della nostra generazione.

Partendo dalla loro esperienza personale, ripercorrono le caratteristiche che lo hanno reso così carismatico e apprezzato in tutto il mondo. Un episodio speciale del podcast di HaTikwa, un dialogo amichevole riguardante una fonte di ispirazione per persone di tutte le età e vissuti. 

Per conoscere meglio la figura di Rav Jonathan Sacks, ascolta l'episodio 18 della prima stagione.

Una delle più celebri attrici holliwoodiane: donna di cinema e di teatro, Natalie Portman è considerata un’icona del mondo dello spettacolo. L’abbiamo vista interpretare i ruoli della regina Amidala in Star Wars, alla regina d’Inghilterra Anna Bolena, fino alla First Lady Jackie Kennedy e tanti altri ruoli a fianco di grandi attori. 

Di recente ha mosso anche i primi passi come regista del film Sognare è vivere tratto dal libro di Amos Oz.

Un’artista a tutto tondo e un’icona sullo schermo come nella vita reale.

La storia di Rav Yisrael Meir Lau, ha dell'incredibile. Nato in Polonia nel 1937, Rav Lau, all’epoca conosciuto come il piccolo Lulek, era l’ultimo dei quattro figli del Rabbino Capo della Comunità ebraica di Fiotrekóv. All’età di otto anni, Lulek entrò a Buchenwald e, quando il campo venne liberato, egli fu il più giovane prigioniero a sopravvivere. Nessuno all’epoca poteva immaginare che il bimbo rimasto orfano, un giorno potesse a sua diventare volta Rabbino Capo dello Stato d’Israele, ma così accadde. 

Nel tempo, in molti hanno provato a dare una risposta alla domanda tormentata "Dov'era Dio durante la Shoah?", ma pochi, forse nessuno, l'ha fatto come Rav Lau. Egli, infatti, non fa sconti a Dio, non lo giustifica in alcun modo. Non spiega il perché delle sue azioni, o al contrario, non colma la mancanza delle sue non azioni. Rav Lau dice semplicemente di non capire, di non sapere abbastanza. Chiede di non spiegare la fede con la logica, perché sarebbe una partita persa a priori. Forse ha ragione lui, il bambino sopravvissuto: logica e fede viaggiano su due binari paralleli, ed è giusto che sia così.

Un uomo che ha in tutti i modi influenzato le vite di ogni singola persona su questo pianeta. Il creatore di personaggi come Hulk, Thor, Spiderman e molti altri. La stessa mente capace di partorire una delle frasi più famose di sempre: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.

Stiamo parlando proprio di lui, Stan Lee.

“Ciò che voleva trasmettere è che non serve saper volare per salvare qualcuno. Non serve avere una forza sovrumana per alzarsi in piedi ogni volta che ci buttano giù. Abbiamo un dovere, dobbiamo insegnare alle future generazioni che non servono superpoteri per far del bene nel mondo.”

Prima ancora che a stravolgere il mondo del nuoto arrivasse un fuoriclasse come Michael Phelps, la prima vera grande leggenda del nuoto mondiale è stata di religione ebraica. 

Con sette medaglie d’oro e sette record del mondo in una sola Olimpiade, ancora oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, rimane uno degli atleti più grandi di sempre, un'icona senza tempo e un esempio di eccellenza sportiva. Parliamo di uno dei nuotatori più grandi di sempre, Mark Spitz.

Con uno stile che spazia tra i generi musicali più disparati, è stata una delle voci che ha maggiormente caratterizzato i primi anni ‘2000. A dieci anni dalla scomparsa in circostanze misteriose, la sua musica riesce ancora ad emergere e toccare il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. 

Una leggenda del Rock, icona del soul bianco e regina assoluta del palcoscenico. In due parole: Amy Winehouse. 

"Da Mosè a Mosè non ci fu nessuno come Mosè." Rabbino, leader, filosofo e medico: Mosè Maimonide fu una pietra miliare dell'ebraismo medievale. Dopo essere fuggito alle persecuzioni islamiche in Spagna, trovò rifugio in Egitto, dove scrisse molti dei codici più importanti della letteratura rabbinica. 

Il suo instancabile lavoro e le sue doti di leader comunitario lo iscrissero indelebilmente nella memoria del popolo ebraico.

Soldatessa, modella e attrice israeliana: dopo aver calcato le migliori passerelle di tutto il mondo, è arrivata sul grande schermo nei panni della super eroina della DC Comics Wonder Woman. Gal Gadot è diventata un’icona del cinema internazionale, senza mai allontanarsi dalle sue radici.

Moshe Dayan fu un personaggio chiave nella Storia del nostro popolo. La sua intelligenza brillante ed il suo carisma, unito al suo cinismo ed certo sprezzo del pericolo, lo portarono a prendere una delle decisioni più importanti della storia ebraica, riunificare la “Capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele”. Per questo, gli spetta senza dubbio un posto d’onore tra gli “Ebrei che hanno fatto la Storia”.

Da bambino pensi sempre ai tuoi idoli sportivi. E quando sei ebreo viene difficile pensare ad un eroe nel mondo dello sport, che sia della tua stessa religione. Tranne che per un nome. Un nome che al solo suono, non si può che pensare ad altro se non che è ebreo.

All’altezza di 1 metro e 93, ed un peso di ben 130 kg, Bill Goldberg ha completamente stravolto non solo il mondo del Wrestling, ma anche la vita di bambini ebrei in tutto il mondo.

In una sala gremita del museo di Tel Aviv, con alle spalle un ritratto di Theodor Herzl, David Ben Gurion proclama solennemente la fondazione dello Stato d’Israele. Era il 5 Iyar del 5708, e in quel preciso momento si stava realizzando il sogno di un intero popolo che, dopo aver vissuto in esilio per secoli, stava toccando con mano la possibilità di tornare nella Terra Promessa dei propri avi.

Ed ecco che a farsi voce di un intero popolo c’è lui, David Ben Gurion: un uomo di bassa statura, ma gigante allo stesso tempo, capace di ergersi a guida di uno stato appena nato, che da lì a 73 anni sarebbe diventata “una luce tra le nazioni”.

Ciò che colpisce maggiormente di Golda Meir, è il contrasto tra la sua immagine e il suo personaggio. Ovvero, da un lato scopriamo l'immagine da nonna, con i capelli grigi sfatti perennemente raccolti in uno chignon modesto. Mai un velo di trucco o un filo di tacco, al contrario, lei girava sempre con le scarpe ortopediche che contenevano le caviglie gonfie. Dall'altro lato invece scopriamo il leader che era in lei, con quel dono innato per condurre, guidare, governare. Con quel carisma disimpegnato e l'umorismo sottile. Ecco, questa era Golda: la nonna e la guida del popolo ebraico.

Nathan è stato il primo e unico sindaco ebreo nella storia della Capitale. Nato a Londra nel 1845 da Sara Levi Nathan e Moses Meyer Nathan, cresce tuttavia più nel mazzinianesimo che nell’ebraismo: la causa risorgimentale era essenzialmente il centro della vita della madre, che lo instradò verso un pensiero laico e anticlericale.

Ebreo per gli altri, ma cosa per gli ebrei? Anche questo è un interrogativo, in quanto la grandezza dell’uomo era fuori discussione, ma conciliare la religione ebraica con il mazzinianesimo è cosa assai difficile.

Oggi parliamo di un artista, un poeta, considerato come uno dei più raffinati cantautori nella storia recente della musica e una vera e propria leggenda in Canada, dove è nato. Di chi stiamo parlando? Di Leonard Cohen!

Durante la sua vita Leonard Cohen è stato in maniera veramente intensa un artista ebreo, portando l’ebraicità del suo lavoro ad un livello superiore, per questo non può che far parte degli “Ebrei che hanno fatto la Storia”.

La perdita per overdose del fratello River nel 1993, i disagi psicologici che lo hanno condotto a problemi di alcolismo, è come se lo avessero portato a sviluppare una tale conoscenza dei lati più reconditi di sé, da renderla in grado di trasporli sui personaggi che interpreta, dando loro quella connotazione tipicamente angosciante e dolorosa e vera. Il tutto unito ad un incredibile dedizione al lavoro, che lo porta a spingersi fisicamente e psicologicamente al limite pur di raggiungere il proprio obiettivo.

Le testimonianze dei sopravvissuti al genocidio nazista sono tante, eppure sembrano non bastare mai. Ognuna racchiude in sé un mondo. Ognuna è preziosa e indispensabile, ma ce n'è una che è davvero singolare: la testimonianza di Viktor Frankl, uno psicologo nel campo di sterminio. Frankl è entrato infatti ad Auschwitz in  veste di prigioniero, ma si è comportato da perfetto psicologo quale era. Ha utilizzato il lager come laboratorio e gli altri prigionieri come pazienti. Ha analizzato la sua esperienza con una lucidità impressionante, quasi disumana, guardandola dall'esterno, dissociandosi dall'uomo che era diventato. Nonostante fosse costretto ai lavori forzati, lui continuò ad utilizzare quegli strumenti invisibili di terapista per occuparsi dei suoi compagni, per studiare il loro dolore e la loro sete di vita. Il risultato di tutto ciò? Una teoria psicologica: la logoterapia, la terapia che usa come stimolo, come obiettivo e come cura la ricerca di un significato alla propria vita.

Sacha Baron Cohen, non solamente ha riformato la satira sull’America, ma ci ha anche fatto capire quale sia il vero pericolo di un uso incontrollato dei social network. Un attore e un attivista formidabile, capace di farci aprire gli occhi sui grandi problemi che attanagliano questo mondo.

Adam Sandler si è distinto per la capacità di portare la cultura e la commedia ebraica all'interno del cinema hollywoodiano, con un orgoglio e un senso di appartenenza fuori dal comune. Questo gli riserva un posto di diritto negli "Ebrei che hanno fatto la Storia''.

Nato nel 1954 a Gerusalemme, David Grossman è uno dei più grandi scrittori israeliani viventi. Dalla narrativa per ragazzi all’impegno politico, ha saputo reagire alla morte del figlio continuando a raccontare storie intense e cariche di emozioni.

Questa è la storia di Rabbi Lord Jonathan Sacks, il grande Maestro che parlava alle menti e toccava i cuori. Scomparso lo scorso mese, questo maestro umile e incredibilmente grande, capace di rendere accessibile a chiunque lo studio della Torah, non potrebbe mancarci di più. 

Da lui impariamo cosa sia l'impegno, la speranza, la fede e l'ascolto. Proprio lui infatti ci ha insegnato che "la fede ebraica non è altro che l'arte dell'ascolto". Per ricordarlo insieme, ecco il nostro piccolo omaggio: un episodio assolutamente speciale degli Ebrei che hanno fatto la Storia.

L'ebreo Zuckerberg ha silenziosamente e progressivamente stravolto le nostre vite: Facebook ha oltre due miliardi e mezzo di utenti, e con l’acquisizione di Whatsapp ed Instagram, possiamo decisamente considerare l’imprenditore statunitense il re dei social network.

Quando, nel 1978, pubblicò il suo capolavoro, la graphic novel “Contratto con Dio”, Will Eisner aveva già alle spalle una fortunata carriera come fumettista. Ma con quest’opera, egli fu tra i primi autori a far sì che il fumetto fosse riconosciuto come una forma d’arte a tutti gli effetti.

Cantante, attrice, compositrice, regista e produttrice cinematografica, con 145 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, due Premi Oscar, dieci Grammy Award, cinque Premi Emmy e un Tony Award: Barbra Streisand è una delle più grandi artiste della storia. 

Di lei Oriana Fallaci ha scritto: “Non assomiglia a nessuno, è incatalogabile come nessuno, e tipi come lei capitano tutt’al più una volta in una generazione: riscattandoci dalla mediocrità, la banalità, la noia nella quale viviamo". 

Chi l'ha visita esibirsi live invece, può affermare con certezza di aver assistito almeno una volta in vita sua alla perfezione. Perché nulla è più perfetto della voce della Streisand. L'unica voce al mondo e nella storia capace di dare un pugno allo stomaco e al contempo a fungere da balsamo per l'anima.

Fisico roccioso, capelli biondi, occhi azzurri, e una fossetta sul mento diventato tratto distintivo di questo vero e proprio divo. Parliamo di Kirk Douglas, l'ultimo divo dell'Età dell'Oro di Hollywood, che ci ha lasciato lo scorso febbraio alla veneranda età di 103 anni.

Dall'essere "il figlio dello straccivendolo" fino a diventare una delle più grandi star della storia del cinema, e al tempo stesso attivista civile, filantropo e per ultimo, ma non per importanza, patriarca di una numerosissima famiglia.

Simbolo dell'American Dream, la sua è una vita da film, di cui lui è stato l'assoluto protagonista.

Smargiasso, showman, un personaggio quasi hollywoodiano, sul ring come nella vita. Ma quando c'era da fare sul serio, Max Baer poteva essere un pericolo per la vita di chiunque. Con la stella ebraica sul pantaloncino, divenne un simbolo di riscatto per gli ebrei del trentennio.

Max Baer, il campione che sconfisse l'eletto di Hitler.

Questo 4 novembre, saranno passati 25 anni esatti da quando il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin fu ucciso da un ebreo estremista. Rabin fu ucciso perché voleva la pace, e scendere a compromessi con nemici che aveva passato la vita a combattere.

Allora, oggi parliamo un po' di umiltà. Umiltà intesta come semplicità, come onestà, ma anche come coraggio. Il coraggio di essere umili in un ambiente dove nessuno mai lo è stato e mai lo sarà. Oggi parliamo di Menachem Begin, l'uomo più umile della storia della politica israeliana. Tra i gesti più straordinari da lui realizzati, vi è senza dubbio il suo ritiro dalle scene politiche e le dimissioni dal ruolo di Capo del Governo. Accadde nell'83, in seguito alla prima guerra con il libano e il senso di fallimento da lui percepito a causa delle troppe vittime israeliane. Begin si presentò alle telecamere e disse che gli dispiace, ma non c'è la fa più. Proprio così. "Mi dispiace, ma non ce la faccio più". Ah, quanta vulnerabilità, quanta sincerità, quanta umiltà nell'ammettere di essere arrivato al limite. Dopo una vita passata a combattere, Begin ammette al mondo di non farcela più, di aver esaurito le forze. Begin trova il coraggio di essere umile e di parlare con il cuore. Un gesto dal quale dovremmo imparare tutti, piccoli e grandi, giovani e vecchi. Tutti noi dovremmo imparare a mettere da parte l'orgoglio e mostrarci per ciò che siamo: degli esseri umani.

Una delle figure più stimate ed apprezzate di tutto il panorama politico israeliano, considerato un eroe e colui che incarna alla perfezione l'essenza del Sionismo.

Vincitore di vari premi, tra cui la Medaglia d'onore del Congresso americano, il più recente è stato Premio Genesis, con il quale si onora coloro che sono d'ispirazione per le generazioni future. 

Proprio come Sharansky che, nonostante avesse avuto la possibilità di ambire ad una carriera politica più importante di quella che ha avuto, ha preferito con tutta la sua tenacia e la sua perseveranza dedicarsi alla difesa del popolo ebraico: occupandosi delle comunità ebraiche nel mondo, lottando contro l'odio antisemita, e pensando ovviamente anche al futuro, ai giovani.

Se questo non è un eroe, allora chi può esserlo veramente?

«Posso dire di sentirmi lontano dalla religione ebraica come da tutte le religioni. Per contro ho sempre avuto molto forte il senso di appartenenza al mio popolo, che ho cercato di coltivare anche nei miei figli. (...) Ciò che mi legava all'ebraismo era (...) non la fede, e nemmeno l'orgoglio nazionale (...). Ma tante altre cose rimanevano che rendevano irresistibile l'attrazione per l'ebraismo e gli ebrei, molte oscure potenze del sentimento»

Tra i fondatori del World Union of Jewish Students, membro del Bene Berith. Tentare di spiegare l'identità ebraica del padre della psicanalisi a chi concepisce l'ebraismo esclusivamente come religione è cosa praticamente impossibile. Noi abbiamo provato a raccontarvela.

Woody Allen è uno dei più grandi comici della nostra epoca, capace di trattare in maniera divertente riflessioni sul senso della vita. Un artista da conoscere e studiare, senza pregiudizi.

A molti di voi questo nome non risulterà famigliare, ma se doveste chiedere ad un israeliano: "scusa, sai dirmi per caso chi è Miriam Peretz?", vedreste d'un tratto i suoi occhi illuminarsi. E come biasimarlo? Dopo aver sepolto due figli, entrambi ufficiali dell'esercito israeliano uccisi in guerra, Miriam è diventata il simbolo della forza e del coraggio. Il coraggio di vivere. Il coraggio di amare la vita, nonostante tutto. Madre non solo dei figli caduti in guerra, Miriam è presto diventata madre dell'intero popolo ebraico, in Israele e nel mondo. Quando le si domanda se il tempo curi davvero le ferite, lei sorride e risponde: "Non è il tempo a curare le ferite, è la vita a curare le ferite". Ecco, adesso la conoscete anche voi. Miriam Peretz, questo è il suo nome. E mi raccomando, se mai doveste incontrarla per strada, non esitate a salutarla, a rivolgerle un sorriso. In cambio otterrete un abbraccio che oltrepassa la pelle e arriva dritto all'animo. Un abbraccio da mamma.

Non nasce all'interno di una famiglia religiosa, non è nemmeno credente, è un uomo di scienza.

Sembra una personaggio incredibilmente lontano dal mondo ebraico.

Eppure c'è un filo rosso che collega il più grande fisico del XX secolo all'Ebraismo e al Popolo d'Israele, tanto che nel 1952 gli viene offerta la carica di Presidente dello Stato d'Israele da nientemeno che David Ben Gurion.

Albert Einstein, come (forse) non lo avete mai sentito.

"Io sogno per vivere": con queste parole si raccontava Steven Spielberg in un'intervista al "Time" negli anni '80. Ma in oltre 50 anni di carriera, questo regista ebreo di Cincinnati ha permesso al mondo intero di sognare insieme a lui.

Prima di essere Senatrice a Vita, prima di essere Testimone della storia che cambia, Liliana Segre è una nonna. Quando si presenta agli studenti per raccontare la sua storia, lei ripete sempre: "Siete tutti i miei nipoti ideali". Il coraggio di Nonna Liliana viene dunque raccontato da un suo nipote ideale. Da lei impariamo infatti a trasformare la marcia della morte nella marcia della vita, una gamba davanti all'altra, senza perdere mai la speranza. Perché siamo fortissimi, molto più di quanto immaginiamo. Da lei impariamo il dono dell'umanità e dell'empatia, i valori dell'amore e della pace.