Il mio segno particolare

«Sai che ti dico? Tuo figlio è stato fortunato!» Lo disse un’amica a mia madre, un giorno d’estate. In questo ultimo episodio cerco di raccontare il perché mi sento fortunato. Nato con la camicia, oltre che con la valigia.

Qui si racconta della mia penultima operazione. L'arrivo è ormai lì, vicino, ma a pochi metri dal traguardo succede qualcosa: non si tratta più di prevenzione, ma di cura.

La bicicletta è stata una grande maestra: mi ha regalato molti insegnamenti. Pedalando, la solitudine iniziava a piacermi. Circondato da paesaggi meravigliosi, tenevo lontano i pensieri d'ospedale

I libri, la musica, l'arte. E ancora gli ospedali. Il dottor Azzolini mi comunica che dovrò fare le ultime 3 operazioni.

Qui racconto degli effetti della kryptonite: il mare, il basket, la scuola. Arriva l'adolescenza, accompagnata da una rigogliosa timidezza, che però mi porta a fare una nuova, grande scoperta: i libri.

Qui racconto dei palloncini che, in qualche modo, servirono a bilanciare il mio carattere: alla grande vivacità si affiancò anche la pazienza e la voglia di capire. Capire quello che mi stava accadendo. Capire gli altri. Capire il mondo.

Qui si racconta dei due anni trascorsi negli Stati Uniti d’America. Nel quartiere di Mill Street, in un fazzoletto di case era racchiuso il mondo intero. Avevo amici che provenivano da tante nazioni diverse e il mio carattere iniziava a cambiare: da pacioso diventavo elettrico.

Qui si racconta dell'importanza degli scherzi della natura, che ci fanno sentire piccoli, eppure ingigantiscono il nostro stupore.

Qui si racconta del mio primo anno di vita, tra medici, ospedali e, nonostante tutto, tanti sorrisi!

Qui si racconta della mia rocambolesca nascita e del mio primo viaggio, ad appena un giorno di vita. Destinazione: Napoli.