Il salotto delle mamme

Da quando sei diventata mamma ti è mai capitato di pensare:

E se lasciassi cadere la mia bambina? Cosa succede se entro nella cameretta e lui non respira? E se mi scivolasse accidentalmente mentre fa il bagnetto e annegasse?E se perdessi la pazienza e il controllo e gli facessi del male?

Dopo l’arrivo di un figlio la nostra vita cambia notevolmente, il nostro corpo non è più lo stesso, il rapporto di coppia è differente, le priorità sono completamente diverse, le amicizie spesso cambiano o addirittura a poco a poco si allontanano, per non parlare del tempo per sé stesse che è inesistente. Sei travolta da un uragano che ti porta a pensare a mille cose, al bucato, a come gestire i pianti del bambino, a come farlo dormire, le ore trascorse sul divano ad allattare, le lavatrici da fare, la cena da preparare e per quanto tu possa trovare piano, piano un ritmo, per quanto tu possa delegare o chiedere aiuto a chi ti sta vicino, quando ti guardi allo specchio vedi un’altra te, ti senti diversa, osservi un riflesso che non sembra essere più il tuo e potresti sentirti persa e sola.

Negli anni ho imparato a non avere grandi aspettative, a non fare una lista di buoni propositi infinita perché poi puntualmente li dimenticavo oppure non li raggiungevo ma ne raggiungevo altri e la mia mente diceva :“Si ok ma non hai raggiunto ciò che ti eri prefissata”. Questo modo di pensare mi ha portata a focalizzarmi su ciò che mi mancava e a non essere grata per quello che comunque avevo raggiunto. In quel momento ho capito che l’inizio del nuovo anno poteva essere un "nuovo inizio", un modo per migliorare alcune cose ma non volevo più vivere la pressione di dover cambiare le cose in modo drastico. Così ho iniziato ad inserire la "parola dell’anno" che mi potesse accompagnare durante tutto l’anno ed ho iniziato a pensare alle intenzioni dell’anno piuttosto che agli obiettivi da raggiungere.

In questo episodio ti racconto la differenza tra il definire gli obiettivi e le intenzioni ma soprattutto ti lascerò 6 intenzioni sulla maternità che spero possano esserti d'ispirazione per il tuo nuovo anno.

Le vacanze di natale possono essere un momento per staccare dal lavoro, dalle routine, un momento di riposo e di condivisione per stare con i nostri figli. Partiamo con tanti bei propositi, ci riposiamo, rallentiamo, facciamo quelle cose che di norma non riusciamo a fare, ma poi la realtà è ben diversa. In giro fra una casa e l'altra tra pranzi e cene, gite fuori porta, shopping sfrenato per acquistare gli ultimi regali, cucinare per tante persone, mille cose a cui pensare, i bimbi da gestire in casa e poi arrivi al 6 di Gennaio che sei più stanca di prima.

Magari tutto questo ti piace ma se così non fosse nella puntata di oggi vediamo insieme cosa puoi fare per goderti le tue vacanze di natale, perché puoi scegliere come vivere le festività, quali tradizioni di famiglia portare avanti e puoi scegliere anche a quali e a quanti pranzi/cene partecipare, chi vedere e dove andare.

Le festività del Natale possono essere una croce o una delizia. I bambini restano a casa, cambiano le routine, rivediamo parenti che non siamo soliti frequentare, spesso si sta chiusi in casa a festeggiare con tante persone, si fa più tardi del solito e capiterà sicuramente che i bambini piccoli siano un pochino destabilizzati, che si trovino a disagio o che siano più stanchi del solito e potrebbero manifestare qualche disappunto in più rispetto al solito. Quando ciò accade potremmo ricevere da parte di alcuni parenti (e amici) dei consigli non richiesti su come prendercene cura, ad esempio su come farli dormire, su come allattarli ma anche su come educarli specialmente e tutto questo potrebbe farci sentire sotto giudizio, una madre pessima, potrebbe emergere il senso di colpa e di inadeguatezza.

Non è sempre facile gestire questi momenti da cui vorremmo scappare a gambe elevate.

In questo episodio vorrei condividere con te alcuni suggerimenti e idee per gestire i consigli non richiesti durante le feste.

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Siamo la generazione di genitori più informati di sempre e questo spesso invece che aiutare ci confonde. Ogni giorno sul web possiamo leggere informazioni sulla cura e sull’educazione dei figli, questo da una parte è un bene perché ci permette di conoscere ad esempio le tappe dello sviluppo del bambino, come dorme un neonato, perché alcune pratiche educative passate non funzionano, perché è importante lavorare sull’accogliere le emozioni,etc. Ma le opinioni divergenti sul tema spesso confondono i genitori e li disorientano creando spesso ansia, senso di colpa e inadeguatezza.

Ti risuona tutto questo?

Allora non perderti questo episodio del podcast!

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Durante la gravidanza ci si focalizza molto sulla preparazione al parto ma poco sul post parto.

Nell'episodio di oggi voglio condividere con te alcuni suggerimenti basati sulla mia esperienza personale e professionale, per organizzare il tuo rientro a casa dopo il parto.

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Proseguiamo il viaggio nel periodo della gravidanza parlando della paura del parto, di come accoglierla ed esplorarla per affrontarla per vivere un'esperienza di parto positiva.

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Che sia la prima la seconda o la terza gravidanza, il periodo della gestazione è un tempo di attesa, un tempo in cui ci si prepara ma a cosa? Prepararsi alla nascita significa rallentare, fermarsi e mettersi in ascolto del proprio corpo e delle proprie emozioni. Se c’è una parola che secondo me rispecchia il periodo della gravidanza è cambiamento perché quello che si vive è un cambiamento a 360°: corporeo, psicologico e relazionale.

Quando si scopre di aspettare un bambino si possono provare un insieme di emozioni contrastanti: amore, felicità, paura, stupore, ansia, gioia. Mille domande e mille pensieri si fanno largo nella mente e nell’episodio di oggi voglio portarti alla scoperta dei vissuti emotivi, che vivono entrambi i genitori, nel corso dei tre trimestri di gravidanza.

Quando perdiamo la calma e urliamo con i nostri figli o mettiamo in atto comportamenti inusuali per noi, proviamo rabbia e vergogna. Pensiamo che ci sia qualcosa che non vada in noi, che stiamo sbagliando tutto, che siamo un mostro, abbiamo paura di creare un trauma o un danno ai nostri figli

Il nostro obiettivo non dovrebbe essere evitare l’errore bensì capire cosa ce ne facciamo di questi errori, cosa ce ne facciamo di questi momenti in cui perdiamo il controllo.

Nell'episodio di oggi vorrei provare insieme a te a spostare il focus dal “non voglio più arrabbiarmi” a “come posso trasformare questi momenti in delle opportunità di crescita per me e per mio figlio/a?"

Insieme capire perché è importante riparare con nostro figlio/a dopo un conflitto e come iniziare a farlo.

Quando pensiamo all'immagine della mamma perfetta, spesso evochiamo immagini di una presenza calma, quasi zen, rassicurante, calda che gestisce tutto in modo perfetto, che accoglie e comunica in modo sempre gentile con i suoi figli e gli altri. Nel momento in cui perdiamo la calma, quindi non aderiamo a questo standard ci sentiamo in colpa, proviamo vergogna e pensiamo “Che razza di madre urla così tanto con suo figlio/a?”

Se lo hai pensato e/o detto almeno una volta, non puoi perderti questo episodio in cui parliamo nuovamente di rabbia delle mamme e troverai qualche suggerimento per iniziare ad urlare meno (o almeno ci proviamo).

Torniamo a parlare di Self-care ma soprattutto di quanto sia importante prendersi una pausa quando siamo sovraccariche, quando il nostro cervello è "fritto" e sentiamo di essere entrate in un tunnel senza via d'uscita.

In questo episodio del podcast voglio riflettere insieme a te sul mettere in "Time out" tutto per liberare la mente e tornare a guardare le cose da una prospettiva diversa, per trovare soluzioni nuove, per uscire fuori dalla modalità "sopravvivenza".

Il carico mentale è tutta l'energia mentale necessaria per affrontare la giornata e portare a termine i nostri compiti ed include il lavoro di pianificazione necessario per gestire tutti gli impegni della famiglia, che il frigorifero venga rifornito per la cena e i panni vengano lavati in tempo. È incessante, logorante ed estenuante e ricade in modo sproporzionato sulle donne.

Cosa si può fare per ridistribuire il carico nella coppia?

In questo episodio ti darò qualche suggerimento per iniziare ad alleggerire il tuo carico mentale da oggi.

Lo studio del 2017 è basato sui dati del Canadian Work, Stress, and Health Survey del 2011.

Ti capita mai di chiederti costantemente se stai facendo la cosa giusta per tuo figlio/a?

Se il tuo bambino/a dorme a sufficienza, mangia a sufficienza, se stai seguendo la routine giusta, se il tempo che trascorre davanti alla tv sia giusto oppure no, se gioca a sufficienza all’aperto oppure se l’attività proposta è adatta alla sue età e se l'educazione che stai abbracciando sia quella giusta?

Tutto questo è normale e naturale perché vogliamo il meglio per i nostri figli ma cosa succede quando non riusciamo a essere al 100% per i nostri figli, quando sbagliamo, quando perdi la pazienza e urli?

E come ti senti quando lo standard, l'ideale di maternità che stai perseguendo ti sembra irraggiungibile e tutto quello che fai non ti sembra mai abbastanza?

Se queste parole ti risuonano dentro, non puoi perderti questo episodio del podcast!

L'estate è a mio parere uno dei periodi più complessi e tosti da affrontare per noi genitori. E' un'occasione per stare più tempo con i nostri figli, per vivere lentamente le nostre giornate, ma spesso il periodo estivo per un genitori è sinonimo di stress.

Ci si prende cura del proprio bambino/a 24 su 24, 7 giorni su 7, senza prevedere una pausa, ci si destreggia tra il lavoro e le attività estive e in tutto questo magari bisogna preparare le valige per il viaggio.

In questo periodo lo stress potrebbe innalzarsi e in quest'ultimo episodio prima della pausa estiva, vorrei darti qualche suggerimento per vivere più serenamente questo momento dell'anno, tanto bello quanto faticoso.

Con la maternità ciò che cambia non è solo la nostra identità, la nostra vita, la relazione di coppia, le nostre giornate bensì cambia anche il nostro cervello. La maggior parte delle neomamme in particolare nel primo anno dopo il parto prova una sensazione strana e sconosciuta, una sorta di rallentamento cognitivo generale, caratterizzato da vuoti di memoria, scarsa concentrazione che prende il nome di “amnesia materna” o “mumnesia”. Quello che è accade è molto più complesso di quanto possiamo immaginare, il nostro cervello in gravidanza e nel post parto è impegnato ad affrontare un’importante transizione ormonale, una specie di riorganizzazione interna. Il cervello focalizza e massimizza tutte le sue energie e risorse sulla realizzazione dell’attaccamento con il figlio/, ma non solo.

In questo episodio ti racconto in che modo la maternità cambia il cervello, quali sono i cambiamenti strutturali che avvengono durante la gravidanza e dopo il parto.

Sembra ieri quando hanno iniziato la scuola dell'infanzia, eppure eccoci qui pronti ad iniziare un nuovo percorso. Sono tante le emozioni in gioco, per questo ho pensato di dedicare un episodio a questo delicato passaggio, parlando di come prepararsi all'inizio della scuola primaria.

Sei pronto/a per questa nuova avventura da vivere insieme al tuo bambino/a?!

Come coordinatrice psicopedagogica di un nido della mia città, ogni anno con lo staff durante gli open day mi trovo a rispondere a diversi quesiti da parte dei genitori, ma anche nei percorsi con le mamme, spesso mi ritrovo a parlare della scelta del nido e/o della scuola dell’infanzia in vista del rientro al lavoro.

In questo episodio ti darò cinque suggerimenti per orientarti nella scelta del nido più adatto alla tua famiglia, alle vostre esigenze ma soprattutto al vostro bambino/a.

Ciuccio si o no? A che età è meglio toglierlo? Taglio la punta e lo butto oppure lo tolgo in modo graduale?

Non esiste un metodo magico per togliere il ciuccio (ahimè non esiste per nulla!) ma in questo episodio vi darò qualche suggerimento per toglierlo in modo graduale, perché le cose drastiche non piacciono a nessuno!

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Trasferirsi in un'altra città è un'opportunità di crescita ma al tempo stesso un grande cambiamento per grandi e piccini.

In questo episodio ti racconto la mia esperienza personale e professionale, per rendere questo cambiamento il più sereno possibile per tutti.

Il cammino di un genitore è fatto di alti e bassi, come la vita del resto, in alcuni momenti senti di aver raggiunto l'equilibrio tanto desiderato, ti senti in perfetta sintonia con tuo figlio/a, senti che sei in grado di gestire le tue emozioni e le sue, ma in altri, specialmente quando si sta vivendo un periodo difficile, torniamo a mettere in moto "il pilota automatico", provando un senso di fallimento e smarrimento che ci porta a pensare che non cambieremo mai, che tutto il lavoro non sia servito a nulla.

In questo episodio ti racconto una mia riflessione nata in seguito a una serie di consulenze sulla genitorialità.

In questo episodio vorrei rispondere ad una domanda che mi viene posta, da tanto tempo su Instagram, sotto diverse forme "Qual è la giusta distanza tra un figlio e l'altro", "Esiste il momento giusto per avere un figlio?", "Quali sono le variabili da tenere in considerazione quando si desidera un figlio?".

Chiaramente non ho la risposta in tasca in quanto il progetto di avere un figlio è un progetto di coppia, ma spero che questa riflessione possa aiutarvi se in questo momento vi state ponendo queste domande.

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Negli ultimi dieci anni, possiamo dire che i “papà” sono il tema del momento, perché la figura paterna sta cambiando, sta vivendo una grande trasformazione perché i papà di oggi hanno rimesso tutto in discussione. I papà di oggi vogliono esserci per i figli e per la famiglia, vogliono condividere le responsabilità con la propria compagna/moglie, vogliono fare la loro parte. Molti dei papà di oggi sono figli di padri autoritari, dediti al lavoro, il cui ruolo era appunto quello di portare il pane a casa e di occuparsi dell’educazione dei figli solo sotto l’aspetto normativo. Beh questo ruolo a quanto pare ai papà di oggi sta molto stretto e non vogliono più affidarsi a quel modello un tempo dominante, lo hanno messo in discussione e lo stanno smantellando e ricostruendo, senza seguire un libretto d’istruzioni preciso, abbracciando il modello autorevole, condividendo le responsabilità e il carico con la proprio compagna, vogliono esserci in ogni momento della vita dei loro figli.

I papà di oggi hanno avviato una vera e propria rivoluzione culturale, ma è davvero per tutti così? Ne sono tutti entusiasti?

Ne parliamo in questo episodio.

Il feto memorizza la sua vita nella pancia della mamma? Ricorda qualcosa del parto? Cosa ricorda della sua vita prima della nascita? E' un ricordo consapevole o inconsapevole? Se viviamo male la gravidanza, questo creerà un trauma al mio bambino/a?

Ne parliamo in questo episodio dedicato alla vita intrauterina e alla memoria prenatale.

Sono tanti i falsi miti sul sonno infantile come "Dagli l'artificiale così dorme tutta la notte", "Lascialo piangere così impara a dormire da solo", " Lascialo nella culla che le braccia viziano", "Togli il seno così dormirà tutta la notte", "Fallo stancare così crolla", etc..

In questo episodio ti svelo 5+1 falsi miti sul sonno infantile e ti spiego (scientificamente) perché sono leggende e non realtà.

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Quando diventi mamma cambia tutto, anche la gestione del tuo tempo. Se prima potevi decidere come organizzare, programmare e investire il tuo tempo, quando nasce un bambino/a tutto prende un'altra forma e riuscire a ritagliare del tempo per te stessa ti sembrerà un lusso. So bene quanto sia difficile organizzare la propria giornata con un bambino/a piccolo/a, quanto sia difficile riuscire a ritagliare del tempo per sè o per la coppia.

Nell'episodio di oggi parleremo di come cambia la gestione del tempo dopo la nascita di un figlio e insieme alla Dott.ssa Elena Aprile, dietista e Lifestyle Coach, vi daremo qualche suggerimento per trovare un nuovo equilibrio.

Inoltre, se anche tu desideri riprendere in mano le redini del tuo tempo, per migliorare la gestione del tuo tempo da quando sei diventata mamma e capire quali strategie mettere in atto per investire al meglio il tempo che hai a disposizione, abbiamo pensato ad un Workshop adatto a te.

"Il tempo delle Mamme" nasce da un bisogno che è stato nostro in prima persona e di tutte le mamme che in questi anni abbiamo affiancato come professioniste.

Con questo workshop vogliamo aiutarti a creare quello spazio di cura e benessere personale, con la flessibilità che richiede l’essere mamma, ottimizzando le risorse e il tempo, tempo che potrai dedicare anche alla coppia e alla famiglia.

Elena ti aiuterà ad instaurare nuove abitudini per riconnetterti al tuo corpo, per sentirti bene, in forma, energica, nonostante la fatica dell’essere mamma e delle notti difficili. Sfrutteremo l’organizzazione non come ulteriore carico di responsabilità, ma come mezzo per ottimizzare e liberare tempo.

Tempo da dedicare all’ascolto di sé, delle proprie emozioni, dei propri desideri, oltre che alla famiglia. Perché la comunicazione è importante anche con noi stesse.

Io ti aiuterò a capire come cambia la realtà della coppia, come cambia il tempo da dedicarsi e il modo di comunicare, a partire dalle strategie per condividere le proprie emozioni e i propri bisogni in modo efficace e condividere il percorso di genitorialità.

E infine, come dedicare tempo di qualità ai bambini? Che giochi potremmo condividere a seconda dell’età per divertirci insieme?

Se anche tu vuoi ritrovare una dimensione del tempo a tua misura per prenderti nuovamente cura di te, ma dare un giusto spazio anche alla coppia e alla famiglia non esitare a iscriverti a “Il tempo delle mamme”!

Touched Out è un termine che viene usato per descrivere un fenomeno molto comune nel post parto, ovvero quando ci sente sopraffatte dal costante contatto fisico con i propri figli. E' come se ti sentissi satura dal tocco, al tal punto da provare panico e/o sentire una cerca insofferenza anche al sol pensiero di dover allattare nuovamente tuo figlio/a o se il partner ti abbraccia.

Il contatto fisico è fondamentale per lo sviluppo del bambino, ma alcune madri sentono che il proprio corpo non gli appartiene più, che è in "comodato d'uso" per il figlio.

Ti suona familiare tutto questo? Allora non perderti questo episodio.

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In questo episodio del podcast vi racconto la mia esperienza con il burnout. Ho deciso di parlarne a distanza di tempo perché sentivo il bisogno di fermarmi, perché non sapevo se fosse il caso di raccontarmi così profondamente, perché dovevo viverlo e superarlo. Vi racconto quali sono stati i miei campanelli d'allarme, cosa mi ha aiutata a riemerge dal vortice del burnout e come mi sono presa cura di me stessa.

Quando diventiamo genitori si creano delle aspettative troppo alte, irrealistiche e dannose che derivano proprio dagli stereotipi che la nostra società e cultura diffonde anche sulla maternità. Sono tanti i miti legati alla maternità a partire dall’istinto materno  che nascerà automaticamente quando terrai in braccio tuo figlio/a, che sarà tutto naturale dal parto all’allattamento, che capirai subito cosa fare,  di cosa ha bisogno tuo figlio/figlia, quando il diventare genitori è un percorso,  un viaggio che compiamo insieme ai nostri figli, che richiede tempo ma soprattutto spazio per conoscersi. Ebbene sì, noi non conosciamo i nostri figli come loro non conoscono noi, ma dobbiamo imparare a conoscerci e per fare questo ci vuole tempo e pazienza.

Nell'episodio di oggi rifletteremo insieme sui falsi miti legati alla maternità.

Prima di avere figli pensavo che le routine fossero noiose e monotone, ed ho scoperto che questo pensiero è comune.  Ho rivalutato le routine dopo la nascita dei miei figli, in particolar modo dopo la nascita del primo figlio.

Spesso si sente parlare prevalentemente della routine della nanna, ma non è l’unica routine presente nell’arco della giornata. Se ci pensiamo bene anche il nido e la scuola dell’infanzia organizzano le attività seguendo una routine. Su questo tema però ci sono due filoni di pensiero, quelli pro routine e quelli contro, per alcuni è una gabbia in cui intrappoliamo il bambino e il genitore, per altri invece è davvero necessaria.

Nell'episodio di oggi ti spiegherò perché le routine sono così importanti per lo sviluppo dei bambini, quali sono i benefici per grandi e piccini, e alcuni suggerimenti per creare una vostra routine quotidiana.

Tuo figlio/figlia non fa che ripetere "è tutto mio" e non condivide mai i giochi ed inizi a pensare che sia un piccolo egoista? E' davvero così oppure è normale?

Nell'episodio di oggi ti parlerò della fase dell'egocentrismo infantile e qualche tips per vivere serenamente questa tappa dello sviluppo del tuo bambino/a.

Quali sono gli stili di attaccamento? Perché è così importante? Come posso favorire un attaccamento sicuro con mio figlio/a?

Nella puntata di oggi ti parlerò di uno dei temi fondamentali della psicologia dello sviluppo, ovvero della Teoria dell'attaccamento di John Bowlby e del perché è così importante per lo sviluppo di tuo figlio/figlia.

Hai mai sentito nominare il termine FOMO?
E' l'acronimo per l'espressione inglese fear of missing out, che significa letteralmente: "paura di essere tagliati fuori".
Nell'episodio di oggi ti parlo di come io ho vissuto la paura di perdere qualcosa dei miei figli e di come ho affrontato il mio senso di colpa.

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Gli spasmi affettivi sono episodi di apnea, in cui il bambino smette di respirare involontariamente e perde conoscenza per un breve periodo, immediatamente dopo un’esperienza spaventosa o con forte valenza emotiva, oppure dopo un’esperienza dolorosa. 

Nell'episodio di oggi ti spiegherò cosa sono gli spasmi affettivi, come affrontarli e cosa puoi fare per aiutare il tuo bambino/a dopo un episodio così forte. 

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L'arrivo di un altro figlio/a in famiglia è un grande cambiamento per genitori e figli. Noi genitori abbiamo ben 9 mesi per prepararci all'arrivo di un nuovo figlio ma i nostri bambini ne sono consapevoli solo dopo la nascita. Tuttavia è possibile coinvolgerli durante l'attesa e ancora di più dopo la nascita. Nell'episodio di oggi ti parlo di come affrontare serenamente questo grande cambiamento assieme al tuo bimbo/a.

«Andiamo a mangiare»; «Lavati le mani»; «Rimetti in ordine i giochi»; «Lavati i denti»; «Mettiti le scarpe»; «Andiamo a letto» e la risposta è sempre "NO".
Come genitori a volte facciamo davvero fatica a sopportare alcuni atteggiamenti dei nostri figli. In alcuni momenti non riusciamo proprio a comprenderli, altre volte ci fanno  perdere la pazienza e sale un senso di impotenza e frustrazione quando all'ennesima richiesta, nostro figlio/a ci dice di "no".

Ma perché sembra essere così oppositivo? Lo è davvero? Perché si comporta così? E cosa possiamo fare noi genitori?

In questo episodio cercheremo di capire insieme come gestire i "no" dei bambini.

Mancano pochi giorni al termine di questo anno e tutti siamo alle prese con i bilanci, personali e lavorativi. Tutti ci fermiamo a riflettere su come sia andato l’anno, emergono tante emozioni, pensieri, ricordi, e al tempo stesso nutriamo una grande aspettativa e speranza verso l’anno che verrà. Ognuno di noi spera nel cuore che l’anno in arrivo sia migliore rispetto all’anno che sta per terminare o bello tanto quello passato o diverso, e puntualmente stiliamo una lista di buoni propositi da raggiungere. Ma perché nonostante i nostri sforzi il cambiamento è così difficile? Perché non riusciamo a mantenere i buoni propositi prefissati?

Nell'episodio di oggi ti spiegherò perché i buoni propositi non funzionano se non c'è una motivazione profonda che ci spinge verso il cambiamento, ma soprattutto se non c'è una visione, e se non lavoriamo sulle nostre credenze limitanti. Ma da dove bisogna partire? Come posso davvero attuare un cambiamento nella mia vita? Come creo la mia visione?

Ne parlerò in questo episodio.

Le festività del Natale, croce e delizia per molte mamme, è uno dei periodi in cui aumenta il carico invisibile. I bambini da gestire in casa, la corsa ai regali, le riunioni di famiglia, e chi più ne ha più ne metta.  Nell'episodio di oggi ti darò qualche suggerimento per lasciar andare le aspettative e vivere serenamente questo Natale ormai alle porte.

Ognuno di noi è influenzato dal contesto in cui vive, anche il modo di giocare dei nostri figli e con cosa giocano. Ad oggi facciamo ancora fatica ad accogliere il concetto che "il gioco non ha genere". Viviamo in una società in cui fino a qualche anno fa era impensabile regalare la cucina ad un maschio e una pista per macchinine ad una femmina, oggi viviamo dei profondi cambiamenti culturali in cui non possiamo più relegare i giochi in categorie e ruoli di genere.
Oggi dovremmo permettere ai bambini di sperimentare giochi che sono tradizionalmente legati al proprio o all’altro sesso, permettendo ai bambini di giocare in totale libertà promuovendo il suo sviluppo.

Ti ringrazio se vorrai sopportami anche in questa nuova avventura e fammi sapere cosa ne pensi.

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La scrittura può essere uno strumento potentissimo per aiutarci a conoscerci meglio, ma davvero siamo tutti portati per la scrittura? E cosa scrivo? Come devo scrivere? E dopo aver scritto pagine e pagine su di me, come può essermi davvero utile tutto questo?

Così ho deciso di ospitare una delle massime esperta nel campo della scrittura, la carissima Valeria Da Pozzo.

Buon ascolto!

Ho scritto un libro e ancora non ci credo!
Nell'episodio di oggi sentire la mia voce davvero emozionata, tremolante, con tante pause ma sto vivendo un vortice di emozioni indescrivibili.
"Anche i genitori nascono" è un libro in cui parlo della transizione dall'essere figli al diventare genitori, è un libro edito da Red Edizioni, rivolto sia a genitori in attesa che neogenitori ma io direi a tutti i genitori!

Il mio augurio è quello di potervi accompagnare, pagina dopo pagina, all'inizio di uno dei viaggi più emozionanti della vita.

Il mio libro "Anche i genitori nascono" esce oggi Mercoledì 23 Novembre in tutte le librerie online e fisiche.

Dopo la nascita di un figlio, il bambino ideale si scontra con quello reale e tutto diventa più difficile. Nell'episodio di oggi ti parlo di una delle fatiche maggiori che vivono i genitori a livello psicologico, ovvero l'accettare il proprio figlio per quello che è e non per come dovrebbe essere.

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La nascita di un figlio è un evento tanto forte, emozionante, ricco di gioia ma anche travolgente. Le sfide che affrontano i neogenitori sono molteplici: il trovare un nuovo equilibrio di coppia i cui membri non sono più due ma tre, il trovare il proprio posto in questa famiglia, l’affrontare le aspettative e le fantasia fra la famiglia ideale e quella reale, il dover tracciare dei confini dei confini personali, di coppia ma anche famigliari e con il mondo esterno.

Nell'episodio di oggi condividerò con te una mia riflessione sulle sfide che affrontano i neogenitori dopo l'arrivo di un figlio/a.

Come ogni cosa l'allattamento ha un inizio e una fine. Spesso il termine dell'allattamento viene vissuto come un passaggio ricco di stress e pianti da parte del bambino. A volte si decide di smettere di allattare perché qualcuno ci "spinge" a farlo altrimenti si "vizia" e non diventerà mai autonomo, altre volte dopo una serie di notti in bianco pensiamo che smettere di allattare farà dormire il nostro bambino/a, altre volte è una scelta consapevole. 

Ma è possibile portare a termine l'allattamento serenamente, senza pianti e stress? Assolutamente sì, ne parliamo oggi con la mia ospite Irene Vaticano, infermiera pediatrica, consulente babywearing, consulente allattamento IBCLC e Parent Coach.

Spesso il papà viene escluso da questa parte importante dell’accudimento del neonato, mi dirai che è normale specialmente se la mamma allatta al seno e si pensa che possa essere coinvolto solo quando l’allattamento è artificiale. In realtà il padre ricopre un ruolo fondamentale nel nutrimento del proprio bambino/a e ne parleremo in questo episodio.

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Il rientro al lavoro dopo la maternità è uno dei passaggi più delicati che mamma e bambino vivono. Nell'episodio di oggi assieme a Giada Roncoroni, infermiera  specializzata in allattamento, parleremo di come vivere il rientro al lavoro e l'allattamento al seno.

Al giorno d’oggi allattare in generale è una scelta difficile che viene spesso contestate, criticata, giudicata. Se allatti al biberon non ci hai provato abbastanza, se allatti al seno crescerai un figlio/a "Viziato". Ognuno sembra dover dire la sua e qualsiasi sia la modalità di allattamento spesso viene criticata e questo non solo fa sentire la neomamma sola ma spesso anche inadeguata. Nell'episodio di oggi vorrei riflettere sul senso di colpa che molte madri vivono rispetto alla modalità di allattamento e cosa possiamo fare per scrollarcelo via di dosso e vivere serenamente questo momento magico assieme ai nostri figli indipendentemente dalla modalità di allattamento.

Nell'episodio di oggi  parleremo di una delle prime paure che vivono i nostri bambini: la paura degli estranei. Quando si manifesta a volte può metterci a disagio perché quel piccolo/a bambino/a che fino a pochi giorni fa sorrideva a chiunque all’improvviso appena vede una persona estranea inizia a piangere e a cercare la mamma. La paura degli sconosciuti è una reazione emotiva legata all’ansia da separazione verso le figure di accudimento, il bambino/a ha paura di perdere e non rivedere più la sua mamma e il suo papà. Si tratta di una fase importante per lo sviluppo del bambino che spesso ci fa preoccupare, ci domandiamo se abbiamo sbagliato qualcosa, a volte ci sentiamo anche in colpa o in difetto se le persone iniziano a “rimproverarci” che nostro figlio/a è un vero mammone.

Cercheremo di capire insieme di che cosa si tratta e cosa possiamo fare per aiutare i nostri bimbi a vivere questa fase di sviluppo.

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L'ambientamento al nido è il primo vero e proprio distacco non solo dalla madre ma anche dal contesto familiare. Lasciare i propri figli a persone "sconosciute" che non sono a noi familiari è davvero difficile, spesso riaffiorano dubbi, paure, tensioni, sensi di colpa che possono rendere questo cambiamento ancora più difficile. 

In questo periodo ho pensato di lasciarvi alcuni suggerimenti per vivere questo primo distacco serenamente, mettendo da parte il senso di colpa.

Lo iscrivo al nido oppure no? Meglio i nonni, la babysitter o il nido? A che età è meglio iscriverlo? Quante ore lo lascio al nido? Come posso vivere al meglio questo distacco?

In questo episodio risponderò ad alcune delle vostre domande più frequenti in merito all'inserimento al nido.

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