Skip to main content
Storia dei Carabinieri

Storia dei Carabinieri

By Flavio Carbone

Storia dei Carabinieri è un podcast dedicato alla divulgazione della storia alla storia dei Carabinieri e dell'Arma alla fondazione (1814) ad oggi.

https://linktr.ee/storiadeicarabinieri

Se ti è piaciuto, lascia una recensione su Apple Podcast/iTunes: https://podcasts.apple.com/us/podcast/storia-dei-carabinieri/id1516917381?uo=4

Condividi l'iniziativa con i tuoi amici! Vi aspettiamo!
Available on
Apple Podcasts Logo
Google Podcasts Logo
Pocket Casts Logo
RadioPublic Logo
Spotify Logo
Currently playing episode

Extra 001. La commemorazione del 7 ottobre 1943 al Museo Storico dell'Arma (4 ottobre 2016)

Storia dei CarabinieriOct 06, 2021

00:00
01:22:52
Ep.1 La fondazione del corpo dei Carabinieri Reali

Ep.1 La fondazione del corpo dei Carabinieri Reali

Con la caduta di Napoleone Bonaparte, si avviò il processo della Restaurazione. Vittorio Emanuele I di Savoia rientrò così in possesso degli "Stati di Terraferma" dopo aver vissuto esiliato in Sardegna. Tra le poche novità introdotte vi fu proprio la creazione del corpo dei Carabinieri Reali, argomento di questo episodio
Apr 18, 202415:39
Episodio 77. bis Conclusioni e considerazioni della quarta stagione

Episodio 77. bis Conclusioni e considerazioni della quarta stagione

Care amiche, cari amici,

siamo arrivati alla fine della quarta stagione.

Per noi un percorso molto lungo e complesso che ci ha permesso di raccontare un pò di storia dei Carabinieri, nella speranza che possa aver suscitato curiosità e passione anche da parte di qualche ascoltatore. Come sapete tutti voi che seguite questo podcast, avevamo continuato ad offrire sin dall'inizio una pubblicazione degli episodi a carattere bisettimanale, cercando di di gestire tutte le attività legate alla promozione del progetto. Siamo così arrivati all’episodio 77 della cosiddetta serie ordinaria.

In realtà avevamo in mente di chiudere con un’altra puntata ma un piccolo impedimento di salute ha fatto saltare i progetti, ritardando l’uscita anche di questo episodio.

Dal 15 marzo al 6 dicembre abbiamo pubblicato complessivamente 20 episodi ordinari, 8 episodi extra (interviste concesse, relazioni a convegni, tavole rotonde ed altro) e una intervista fatta ad Adriana Migliucci in merito al diario dell’internamento del nonno, brigadiere dei Carabinieri.

Nonostante la buona volontà non siamo riusciti a toccare la serie delle piccole storie anche se abbiamo un personaggio strabiliante, ma sconosciuto di cui parlare e un altro dalla vita altrettanto interessante del quale stavamo negoziando con un discendente. Proveremo nei prossimi mesi...

Per gli approfondimenti dobbiamo necessariamente rinviare a quanto pubblicato nel blog storiacc.hypotheses.org (trovate le informazioni sulla bio, cliccando su linktree). Naturalmente contiamo di scrivere prossimamente un post dedicato alla stagione. Grazie a tutti voi che ci avete ascoltato in queste lunghe settimane dando fiducia al nostro impegno e alla nostra passione.

Segnaliamo qualche piccola cosa rimandando il resto all'ascolto della puntata speciale dedicata alla chiusura della stagione...


Una cosa bellissima che ci ha fatto emozionare è la citazione fatta del nostro podcast al termine della puntata 28 di “Chiedilo a Barbero” (qui il link) dove si cita la presenza del nostro podcast, dopo aver parlato di Pastrengo e della carica dei Carabinieri. Un ultimo successo di fine anno è la pubblicazione di un lavoro con i tipi delle Edizioni Chillemi. Si tratta della prima opera realizzata in collaborazione con il podcast Storia dei Carabinieri: “Una fiamma d'argento in guerra. Storia e memorie di un carabiniere reale 1915-1917” a cura di Paolo Pozzato e Flavio Carbone, grazie anche a Edizioni Chillemi (qui il link).


Grazie mille per l’attenzione, ci aggiorniamo prossimamente con altri possibili contribuiti sui canali social dove siamo presenti. Per il momento ci prendiamo una pausa nel progetto principale, il podcast storia dei Carabinieri con l'intenzione di riascoltarci tra qualche mese.


Nel frattempo, se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme.


Se non lo avete fatto ancora iscrivetevi su Spotify o su Apple Podcast e soprattutto dateci un voto, premierete il nostro impegno ! Grazie


Nel frattempo, rimanete con noi e seguiteci. Dove? Su Instagram per i più social, ma vi ricordo che abbiamo un canale YouTube, approfittatene.

E se volete un riepilogo di tutte le attività, vi dobbiamo inviare a iscrivervi alla nostra newsletter.

Tutti i link in bio, mi raccomando!

Jan 02, 202418:03
Episodio 77. La Seconda Guerra Mondiale. La Resistenza dei Carabinieri. Filippo Caruso e la sua Banda

Episodio 77. La Seconda Guerra Mondiale. La Resistenza dei Carabinieri. Filippo Caruso e la sua Banda

Come sapete bene ascoltando questo podcast, abbiamo già parlato dei Carabinieri a Roma, sia nella difesa della Capitale (episodio 72), sia nelle settimane difficili comprese tra la fine dei combattimenti e la cattura e l’internamento dei Carabinieri di Roma (episodi 73 e 75).

Ora è giunto il momento di toccare un tema strettamente collegato, ovvero cosa fecero quei Carabinieri che fortunosamente riuscirono a sottrarsi alla cattura e a dileguarsi. Molti di questi rimasero nascosti grazie alla rete di solidarietà composta da semplici cittadini, da amici, colleghi e superiori che erano già riusciti a trovare un modo per combattere l’occupazione tedesca.

La maggior parte dei Carabinieri si riunì nella lotta all’interno di un’unità molto particolare, la Banda Caruso, dal nome del suo comandante, il Generale Filippo Caruso. Ecco dunque di cosa parleremo brevemente in questa puntata.


Un autorevole storico della Resistenza, partigiano anch’egli ricordò le vicende dei Carabinieri in poche righe: "Il 7 ottobre sono catturati nelle caserme di Roma e deportati in Germania 1.500 carabinieri, rei soltanto di «delitto di pensiero», cioè di conservarsi nel loro intimo fedeli al giuramento prestato al re. Il 16 ottobre sono catturati in ghetto, e deportati in Germani 2.091 ebrei, rei soltanto di esser nati da un seme diverso da quello delle SS naziste" (Battaglia, 1964, 237).

Il 7 ottobre 1943 rappresentò lo spartiacque tra quella fase attendista e guardinga che l’Arma dei Carabinieri Reali, senza più un Comando Generale motore dell’Istituzione, visse e quella più attiva della Resistenza non solo al tedesco, ma soprattutto a quegli italiani che avevano aderito al progetto fratricida fascista repubblichino, complice ed esecutore ancora più feroce dello stesso occupante. La nomina di Archimede Mischi (1° ottobre) a comandante generale dell’Arma e la cancellazione di quell’aggettivo “Reali”, che tanto stava a cuore agli stessi militari, rappresentavano segnali nefasti per tutto l’organismo militare.

Lo spartiacque, si è detto, fu il 7 ottobre 1943 perché chiarì definitivamente per tutti i militari dell’Arma quali fossero le reali intenzioni dell’occupante tedesco e del fedele e solerte gregario repubblichino.


Buon ascolto!


Fonti consultate:

Romano Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1964;

Flavio Carbone, La partecipazione dei Carabinieri al Fronte Clandestino di Resistenza. Roma 1943, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 229-234;

Annamaria Casavola, La deportazione rimossa dei Carabinieri romani. 7 ottobre 1943, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 187-205;

Anna Maria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti, Roma, Edizioni Studium, 2008;

I Carabinieri 1814 –1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Massimiliano Sole, I piani nazisti per la deportazione dei Carabinieri di Roma nei telegrammi intercettati dagli alleati, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 207-219.

Dec 06, 202319:37
Extra 016. Storia dei Carabinieri. 11 gennaio 2018 Presentazione del volume Tra Carte e Caserme

Extra 016. Storia dei Carabinieri. 11 gennaio 2018 Presentazione del volume Tra Carte e Caserme

Extra 016. Storia dei Carabinieri. 11 gennaio 2018 Presentazione del volume Tra Carte e Caserme Care amiche, cari amici abbiamo deciso di farvi ascoltare un episodio extra, il numero 16, un episodio BONUS ancora una volta offerto da Storia dei Carabinieri.

Si tratta della registrazione di un evento tenutosi l'11 gennaio 2018 al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri di Roma.

In quell'occasione, è stato presentato il volume di Flavio Carbone intitolato Tra carte e caserme, edito nel 2017.

Si tratta di un volume di archivistica, o meglio, di storia degli archivi e delle pratiche documentarie nell’Arma dei Carabinieri Reali dall’Unità d’Italia sino alla proclamazione della Repubblica, dunque ben 85 anni di produzione documentaria.

L’incontro è stato introdotto dal colonnello (ora generale) Alessandro Della Nebbia, all’epoca Capo Ufficio Storico e Direttore del Museo Storico.

Successivamente, hanno preso la parola il colonnello Massimo Bettini, all’epoca Capo Ufficio Storico del V Reparto dello Stato Maggiore della Difesa e quindi il professor Gianni Paoloni, Ordinario di Archivistica presso Sapienza Università di Roma e infine l’autore.

Le conclusioni sono sempre del colonnello (ora generale) Alessandro Della Nebbia.

 

Il volume, oramai esaurito, è ancora disponibile online in consultazione sul sito del Ministero della Difesa, nell’Area Storica che vi consente anche il download gratuito.

Come sempre, vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un Iphone/Ipad.

A voi costa pochi secondi, per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio! Registrazione, editing e sound design di Flavio Carbone per Storia dei Carabinieri.


Buon ascolto!

A presto!

Nov 29, 202301:00:21
Episodio 65. La seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nella Francia occupata. La difesa degli Ebrei

Episodio 65. La seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nella Francia occupata. La difesa degli Ebrei

Episodio 65. I Carabinieri nella Francia occupata. La difesa degli Ebrei

Care amiche, cari amici, in questo episodio cerchiamo di andare a fondo di una questione che solo negli ultimi anni in Italia ha avuto maggiore attenzione, forse quella che si sarebbero aspettati tanti testimoni silenti di questa vicenda. Oggi parliamo del ruolo dei Carabinieri nella Francia occupata e in particolare a difesa degli Ebrei. Questa sembra una storia incredibile ma ha una sua ratio. La guerra resta una cosa terribile e i comportamenti degli essere umani cambiano, in genere in peggio. Questa ci sembra una bella storia che invece vogliamo condividere con voi.

 Angelo Donati un banchiere italo-francese scrisse al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali il 21 aprile 1946 precisando “Verranno resi noti documenti trovati negli archivi della Gestapo di Parigi, che provano che le autorità italiane si sono opposte alle misure razziali tedesche […] fra i nomi citati vi saranno quelli di tre ufficiali dell’Arma dei carabinieri: colonnello Mario Bodo, capitano Claudio Salvi, capitano Massimo Tosti, ai quali sarà reso un riconoscente omaggio”. Sono parole chiare e nette che non necessitano di commenti. Perché ricordarlo ancora dunque? Perché ci sono parti di questa storia che non sono state raccontate e che, oramai, sarà ben difficile riuscire a raccontare in modo dettagliato e puntuale. Resterà nella memoria collettiva di chi ha vissuto quei terribili momenti il pensiero che soldati occupanti di un Paese straniero hanno salvato la vita a cittadini di quel Paese a cui i poliziotti, i gendarmi e i fascisti di quella nazione volevano toglierla consegnandoli ai tedeschi. Sembra una vicenda molto strana, ma in questa storia così particolare, vi furono tanti Carabinieri che, forti della loro esperienza di forza dell’ordine e di polizia militare seppero opporsi decisamente ai tentativi francesi di portare alla morte persone innocenti. In questo senso, ci sembra che la storia di Massimo Tosti rappresenti una delle tante storie che questa volta possiamo raccontare.

In conclusione, vi ringraziamo molto per l’attenzione e ci auguriamo di potervi ritrovare all’ascolto delle prossime puntate.

Se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme.

Che cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo episodio? Avete curiosità? Aspettiamo un vostro commento.


Su Spotify o su Apple Podcasts potete valutare il nostro podcast. Non aspettate! Correte subito a mettere le stelline!

Grazie!


Fonti consultate:

Giuseppe Altamore, A testa alta. Massimo Tosti il carabiniere che salvò 4000 ebrei, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2020

Nov 27, 202315:21
Episodio 76. Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Albania all'8 settembre. La tragica sorte della colonna Gamucci

Episodio 76. Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Albania all'8 settembre. La tragica sorte della colonna Gamucci

Care amiche, cari amici,

questa volta tocchiamo un tema che ancora oggi crea una certa tensione e sofferenza.

Alla proclamazione dell’armistizio, la situazione in Italia si fece estremamente difficile e i reparti italiani improvvisamente e senza alcuna comunicazione preventiva si trovarono a vivere un cambiamento di fronte che portò al crollo dell’Esercito in pochissimo tempo.

Nei territori esteri la situazione fu anche più complessa. In particolare vogliamo parlare della situazione in Albania, occupata nel 1939 e diventata formalmente un regno sotto lo scettro di Vittorio Emanuele III.

Sicuramente il 23 settembre 1943 rappresenta una data importante per la Storia del nostro Paese. Un Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali, Salvo D'Acquisto, offre la propria vita per salvare quella di ostaggi innocenti ed è ucciso dai tedeschi che cercano una vendetta immotivata. Ne abbiamo parlato in un episodio di questo podcast, poi chiacchierando con il giornalista Paolo Borrometi di AGI e infine ne vorremmo scrivere sul nostro blog (sempre aperto a collaborazioni).

Quel 23 settembre rappresenta anche la nascita dell'effimera Repubblica Sociale Italiana.

Infine, per la nostra storia è la data di cattura o di passaggio ai partigiani albanesi dei Carabinieri della colonna Gamucci.

Alla proclamazione dell’armistizio andiamo a scoprire quale fu la sorte dei Carabinieri Reali in quei territori. Ne parliamo brevemente in questa puntata.


Vi ricordiamo che per noi è importante il vostro riconoscimento con l'attribuzione di una specie di voto, le stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast.

Buon ascolto!


Fonti consultate:

I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Si segnala il diario del tenente Ponzi reperito su di un sito internet curato da un discendente;

Tullio Mereu, Da Tirana a fushe gurra. La Storia della Colonna Gamucci, su Academia.edu;

Tullio Mereu, Colonna Gamucci. A case of predictable inevitability, su Academia.edu;

Relazione L'eccidio della colonna Gamucci. Ottobre-dicembre 1943 Albania custodita presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali dell'Arma dei Carabinieri;

Giovanni Villani, Il sistema di occupazione fascista in Albania, in Laura Brazzo e Michele Sarfatti (a cura di) Gli ebrei in Albania sotto il fascismo una storia da ricostruire, Giuntina, 2010.

Credits per l'immagine dei due Carabinieri adottata in copertina: Archivio Centrale dello Stato (immagine reperita in internet).

Nov 22, 202317:04
Extra 015. 7 ottobre 1943, la deportazione dei Carabinieri di Roma. Casa della Memoria e della Storia (Roma, 6 ottobre 2023)

Extra 015. 7 ottobre 1943, la deportazione dei Carabinieri di Roma. Casa della Memoria e della Storia (Roma, 6 ottobre 2023)

Care amiche, cari amici questa volta potete ascoltare un episodio extra, un episodio BONUS offerto da Storia dei Carabinieri. In occasione della ricorrenza degli 80 anni dal disarmo, dalla cattura e dall’internamento dei Carabinieri di Roma (7 ottobre 1943), siamo lieti di offrirvi la registrazione dell’incontro tenutosi il 6 ottobre 2023 presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma.

L’incontro organizzato dall’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha visto partecipare: il presidente provinciale ANPI Fabrizio De Sanctis (anche nella segreteria nazionale ANPI), la professoressa Anna Maria Casavola, dell’Associazione Nazionale Ex Internati e responsabile del periodico Noi del Lager, autrice del volume che nel 2008 ha fatto luce in maniera diretta sull’episodio; il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, Aldo Pavia, il tenente colonnello Raffaele Gesmundo, in servizio presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, con la testimonianza di Abramo Rossi, all’epoca giovane Carabiniere poi deportato in Germania.

Modera Valerio Bruni, presidenza ANPI provinciale di Roma.

Letture selezionate a cura di Ilaria Patamia.

7 ottobre 1943, la deportazione dei Carabinieri di Roma

Casa della Memoria e della Storia, ANPI, ANED, ANEI e Direzione dei beni storici dell’Arma dei Carabinieri (Roma, 6 ottobre 2023).

Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio! Registrazione, editing e sound design di Flavio Carbone per Storia dei Carabinieri.

Alla prossima!

Nov 15, 202302:13:56
Episodio 75. La Seconda Guerra Mondiale. 7 ottobre 1943 la cattura dei Carabinieri Reali, il 16 ottobre di cittadini italiani di fede ebraica

Episodio 75. La Seconda Guerra Mondiale. 7 ottobre 1943 la cattura dei Carabinieri Reali, il 16 ottobre di cittadini italiani di fede ebraica

In questo episodio 75 della quarta stagione tocchiamo due momenti molto difficili della vita della Capitale d'Italia sotto l'occupazione tedesca.

Tra i momenti tragici dei nove mesi compresi tra il settembre 1943 e il giugno 1944 se ne possono ricordare due che costarono la vita a tanti italiani: la cattura dei Carabinieri Reali il 7 ottobre 1943 e la deportazione dei cittadini italiani di fede ebraica il 16 ottobre successivo. Ma perché queste due retate e che conseguenze ebbero nella storia di Roma di quei mesi? Ne parliamo brevemente in questa puntata.

Sulla base delle ricerche condotte negli archivi inglesi il colonnello Massimiliano Sole afferma che "Kappler nel telex del 20 settembre con il quale comunicava a Berlino che L’opposizione al potere tedesco in Roma diventa sempre più palese. Gli amici della Germania segnalano il crescente odio dei Carabinieri, che sono la fonte di quasi tutta l’animosità contro i tedeschi […] Confido di poter presto trasmettere le prove di un piano d’attacco alla guarnigione tedesca".

In sostanza rappresentavano un elemento inaffidabile, fedele invece a casa reale e pronto a combattere la presenza nazista come avevano già fatto a Napoli.

Erano da eliminare.


Ricordate di premiarci con le vostre stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast.

Buon ascolto!


Fonti consultate:

Massimiliano Sole, I piani nazisti per la deportazione dei Carabinieri di Roma nei telegrammi intercettati dagli alleati, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943), a. LXX (2023), pp. 207-219;

Annamaria Casavola, La deportazione rimossa dei Carabinieri romani. 7 ottobre 1943, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943), a. LXX (2023), pp. 187-205;

Annamaria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti, Roma, Edizioni Studium, 2008, ora anche in Carabinieri tra resistenza e deportazioni. 7 ottobre 1943 - 4 agosto 1944, Roma, Edizioni Studium, 2021;

Enrico Cursi, Carabinieri da eliminare, Roma, Edizioni Chillemi, 2018; I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;

Credits per l'immagine adottata in copertina: https://www.facebook.com/photo/?fbid=10222143731931582&set=gm.1647248495715894&idorvanity=1023545944752822, postata il 18 aprile 2023 nella pagina Facebook Caserme e Carabinieri dal 1814 ai primi anni ‘90.

Nov 08, 202324:03
Episodio 74. La Seconda Guerra Mondiale. Vice Brigadiere Salvo D'Acquisto MOVM

Episodio 74. La Seconda Guerra Mondiale. Vice Brigadiere Salvo D'Acquisto MOVM

Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantaquattresino (74°) episodio della serie “normale”.

State ascoltando una puntata della quarta stagione del podcast di Storia dell’Arma dei Carabinieri.


Ricordare la figura del Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali Salvo D’Acquisto è sempre molto difficile. Ciò che egli fece in quel lontanissimo 23 settembre 1943 trascende i valori che l’Arma dei Carabinieri porta nel suo DNA sin dalla fondazione per assurgere ad un livello superiore.

Dunque, ci è parso opportuno partire dal riconoscimento che l’Italia ha voluto concedere “alla memoria” di un Carabiniere ventitreenne: la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Ecco la motivazione: Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma. Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943

 

Suggerirei a chi ascolta questo episodio di provare a leggere la motivazione a voce alta, riascoltando la propria voce. Certamente si individua immediatamente il peso della retorica ma la motivazione, sfrondata da questa, appare potente.

Dunque cosa successe nell’arco di meno di ventiquattr’ore tra la sera del 22 e quel terribile 23 settembre 1943 ce lo raccontano i testimoni e i documenti che gli studiosi hanno potuto analizzare.


Ma vi lasciamo ascoltare l'episodio...

Per approfondire: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980;

Arnaldo Ferrara, Storia documentale dell'Arma dei Carabinieri. Dal secondo conflitto mondiale alla nascita della Repubblica, Roma, Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 2014; Maria Grazia Fida, Oltre la storia. L’eroe dell’amore. Vita e morte del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, Piacenza, Berti editore, 2011;
Rita Pomponio, Salvo D’Acquisto. Il martire in divisa, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2008 (ora stampato nuovamente da Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, Roma, 2020);

Marino Codi, Salvo D’Acquisto. Storia di una vita donata, Torino, Elle Di Ci, 1993;

Giuseppe Rimbotti, Salvo D’Acquisto. Un carabiniere da non dimenticare, Milano, Edizioni Paoline, 1992; Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

Oct 25, 202309:26
Episodio 73. La Seconda Guerra Mondiale. Il ruolo dei Carabinieri dall'8 settembre all'inizio dell'ottobre 1943

Episodio 73. La Seconda Guerra Mondiale. Il ruolo dei Carabinieri dall'8 settembre all'inizio dell'ottobre 1943

Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantatreesimo (73°) episodio della serie “normale”. Quale fu il ruolo dei Carabinieri dalla difesa di Roma all’inizio dell’ottobre 1943?

E, in particolare quale fu il ruolo dell’Arma a Roma, in una delle fasi più complicate della vita della capitale del regno. Proviamo a parlarne (brevemente) in questa puntata.

La ricorrenza degli 80 dai tragici fatti dell’8 settembre 1943 ha riportato alla memoria di molti cosa accadde in quei giorni. Ecco, ci sembra doveroso fare un piccolo approfondimento su quale fu il ruolo dei Carabinieri dalla difesa di Roma all’inizio dell’ottobre di quel terribile anno.

Per mantenere l’episodio nei limiti di durata che questa stagione si è prefissa saremo costretti ad apparire piuttosto schematici dunque chi ci ascolta ci scusi, cercheremo di dare qualche consiglio di lettura e possibili approfondimenti più avanti anche su altre piattaforme, magari una più social del “semplice” podcast.

Possiamo partire dal 9 settembre quando le unità tedesche in Italia si posizionano e cercano di conquistare i gangli vitali del nostro Paese. Dico cercano perché in effetti ci riescono nonostante in alcune parti d’Italia reparti dell’Esercito, il principale protagonista, combattano guidati dai loro ufficiali, mentre intorno tutto si liquefa come neve al sole. Nel frattempo, i Carabinieri. Lo avevamo già ricordato in una puntata precedente, i Carabinieri seguono le vicende dei reparti presso i quali prestavano servizio di polizia militare se inseriti nelle unità delle Forze Armate o sono considerati, grosso modo, forza dell’ordine e quindi inizialmente l’occhio dei tedeschi è rivolto “allo sfruttamento di questa risorsa che contano di tenere alle proprie dipendenze”.

Dunque Roma. A Roma si combatte. In particolare, si combatte nella zona Sud della capitale tenuta dalla divisione Granatieri di Sardegna sotto gli ordini del generale Solinas e riesce a tenere testa ai nemici ma è quella che risponde meglio.

In altre parti intorno alla capitale l’impegno dei reparti italiani e diverso con alcuni che rimangono e si battono e molti altri si danno alla fuga, sull’esempio dei propri ufficiali.

Dunque questo aspetto mi pare importante. Dove gli ufficiali combattono le unità sono attive e tenaci, dove questi fuggono tutti si dileguano.

Per quanto riguarda l’Arma nella capitale, dal 9 all’11 settembre abbiamo due elementi da considerare: la partecipazione di un battaglione allievi Carabinieri alla difesa della capitale alla Magliana e la lotta che i Carabinieri dell’Arma territoriale oppongono alle truppe tedesche all’interno della città.

Nel frattempo, in quel periodo di circa un mese dal 9/10 settembre al 7 ottobre circa in altre parti d’Italia si combatté. Mi sembra importante citare l’episodio della Stazione Carabinieri Reali Napoli Porto.

I Carabinieri di quel comando difesero, inizialmente con un’unità di fanteria, poi da soli il palazzo dei telefoni di Napoli che avrebbe garantito i collegamenti telefonici e telegrafici con il resto d’Italia. La sorpresa pensata dai tedeschi non ebbe effetto e nello scontro ebbero la peggio.

Terminata la prima fase della resistenza armata a Napoli i tedeschi occupata militarmente la città catturarono i componenti della stazione che il 12 settembre fu trucidata insieme a due civili a Teverola, una località in provincia di Caserta.

Questo comportamento barbaro e in disprezzo delle norme e degli usi di guerra non riuscì a creare quel clima di paura con il quale i tedeschi intendevano esercitare il controllo del territorio italiano. Infatti dal 24 al 30 settembre, tutta la città di Napoli si sollevò e trovò proprio nei Carabinieri quel reticolo necessario ad allargare rapidissimamente a tutti i quartieri l’insurrezione.

Valutate il nostro podcast su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino.

A presto! #linkinbio!

Oct 11, 202314:30
Episodio 72. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri all'8 settembre

Episodio 72. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri all'8 settembre

Dunque partiamo dall’8 settembre 1943. O forse dovremmo consigliarvi prima di ascoltare almeno le due puntate precedenti (70 e 71) dedicate alla morte del Comandante Generale, al cosiddetto arresto di Mussolini e alla situazione generale dell’Italia in un periodo davvero drammatico. Se mi permettere una battuta triste: il peggio deve ancora venire.

 

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali. La perdita delle due più importanti figure dell’Arma di quel periodo, il comandante generale proveniente dai Carabinieri e il suo capo di stato maggiore, una fine mente dotata di grandi capacità, mette in crisi il piccolo centro nevralgico dei Carabinieri. Il generale Angelo Cerica subentra ad Hazon e svolge il ruolo di Comandante sino all’8/9 settembre 1943. La dichiarazione d’armistizio lo coglie a Roma ed egli, dopo aver esortato gli ufficiali e i sottufficiali della legione allievi Carabinieri a difendere la capitale, si sottrasse alla cattura e si nascose in Abruzzo, venendogli poi riconosciuta la qualifica di “partigiano isolato”.

Il nuovo capo di stato maggiore, il colonnello Dino Tabellini, assunse l’incarico qualche tempo dopo la morte di Barengo ed era presente a Roma quando fu diramato il proclama di Badoglio. Ebbe un ruolo anche nei mesi successivi al quella data.

Il Comando Generale fu dichiarato sciolto, a voce, dallo stesso Comandante Generale anche se poi Tabellini ne dispose il riavvio, consentendo poi lo spostamento del medesimo al Nord dove fu poi assorbito definitivamente dal comando generale della Guardia Nazionale Repubblicana, ibrido malformato della Repubblica Sociale Italiana.


Diversa fu la situazione per l'Arma territoriale, le Stazioni Carabinieri e i comandi superiori fino alla legione. Questi reparti dei Carabinieri ebbero vita distinta rispetto a quella dei reparti mobilitati, battaglioni e sezioni Carabinieri Reali mobilitati. Diverse furono le vicende per i Carabinieri che si trovavano all'estero, specialmente nei Balcani.


Ci trovate anche su YouTube dove abbiamo caricato sul nostro canale qualche episodio dedicato all'8 settembre a Roma.


Per approfondire: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Il Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri (vari articoli).


Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino.

A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.

Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

Sep 27, 202312:05
Extra 014. Salotto Letterario 2 marzo 2017 Il Galateo del Carabiniere

Extra 014. Salotto Letterario 2 marzo 2017 Il Galateo del Carabiniere

Presso il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri, il 2 marzo 2017 si è tenuto il salotto letterario, un esperimento dedicato alla lettura e al commento di alcuni passi del Galateo del Carabiniere, opera di Gian Carlo Grossardi, un ufficiale dei fine Ottocento. L'evento è stato introdotto dal colonnello Alessandro Della Nebbia, al tempo Direttore del Museo e Capo Ufficio Storico, moderato dal colonnello Roberto Riccardi, al tempo Capo Ufficio Stampa del Comando Generale. Il tenente colonnello Flavio Carbone, all'epoca effettivo all'Ufficio Storico e il dottor Emanuele Martinez, storico dell'arte hanno commentato i selezionati brani letti dal maresciallo capo Vincenzo Longobardi.

Segnaliamo che l'episodio 28 della nostra serie ordinaria è dedicato all'opera, mentre un'apposita playlist è stata creata sul canale YouTube; si tratta di 25 episodi letti da autori diversi che ripropongono il testo nella sua interezza.

Con l'auguro di un buon ascolto!

Sep 20, 202301:21:46
Episodio 71. La Seconda Guerra Mondiale. La situazione nell'Italia dell'estate 1943

Episodio 71. La Seconda Guerra Mondiale. La situazione nell'Italia dell'estate 1943

Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantunesimo (71°) episodio della serie “normale”.

State ascoltando una puntata della quarta stagione del podcast di Storia dell’Arma dei Carabinieri .

Dunque qual’era la situazione in Italia nell'estate 1943? Abbiamo pensato proprio a una puntata dedicata a questo tema per aiutare chi ci ascolta a comprendere aspetti che, a torto, si potrebbero pensare minori.

La situazione politica e sociale è complessa. Nella primavera i primi scioperi negli impianti industriali del Nord Italia avevano messo a nudo la situazione e chiarito quale fosse la volontà dei cittadini, stanchi di 3 anni di guerra, di lutti e di bombardamenti. Nel mese di maggio era caduto anche l’ultimo baluardo in Africa Settentrionale. Il 13 maggio si era arreso ufficialmente il generale italiano Giovanni Messe, promosso maresciallo d’Italia per l’occasione, mentre quello tedesco Hans-Jürgen von Arnim era stato catturato il giorno precedente.

Si trattava ora di capire solamente la data di quello che sarebbe passato alla storia come il più grande sbarco alleato in Europa: la conquista della Sicilia!

Infatti, nel giugno caddero progressivamente le isole che facevano da avamposti italiani in Mediterraneo: dapprima Lampedusa (11 giugno), poi Linosa, Lampione e Pantelleria che cedette il 12 giugno dopo un’accanita resistenza della contraerea italiana che riuscì ad abbattere 45 aerei inglesi.

Insieme allo sbarco degli alleati in Sicilia (10 luglio 1943), vi furono numerosi scioperi che colpirono ancora una volta il Nord Italia industrializzato e che confermarono l’esasperazione degli italiani verso una guerra e una morte che non apparteneva loro.

Nel frattempo, il cosiddetto alleato tedesco, nella Sicilia ancora pre-armistizio, diede dimostrazione di quello che avrebbe commesso nei mesi successivi. Infatti, prima il 12 luglio 1943, si macchiò della strage di Canicattì ove i soldati tedeschi uccisero 6 vittime civili innocenti; nell’agosto successivo, si macchiarono della strage di Castiglione di Sicilia (12-14 agosto 1943) con 16 morti e 20 feriti gravi, continuò con quella di Canicattì, mentre il 14 agosto dopo aver ucciso un civile che si opponeva al saccheggio di un’abitazione, sempre soldati tedeschi ammazzarono a sangue freddo 5 Carabinieri mentre un sesto al quale pure spararono miracolosamente si salvò.

Si sarebbe entrati a breve in quella fase storica della vita del nostro Paese che lo storico Claudio Pavone avrebbe indicato come guerra civile.

Per approfondire: De Felice Renzo, Mussolini e il Fascismo - La guerra civile 1943 - 1945, Einaudi 1997; I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; La Strage di Contrada Chiusa Gesso in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri⁠, n. 5/2021, pp. 18-25. Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

Sep 13, 202310:01
Episodio 70. La Seconda Guerra Mondiale. La morte del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Reali e la custodia di Mussolini

Episodio 70. La Seconda Guerra Mondiale. La morte del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Reali e la custodia di Mussolini

Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantesimo (70°) episodio della serie “normale”.

Con questo episodio tocchiamo il tema del luglio 1943: la morte del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Reali e la custodia di Mussolini con alcuni focus importanti relativi al ruolo dell’Arma dei Carabinieri e dei suoi componenti.

Iniziamo subito con il ricordare che il ruolo che i Carabinieri Reali ricoprirono in prima battuta fu determinante per le vicende politiche del nostro Paese tra il luglio e il settembre 1943.

In particolare ci sono due elementi che costituiscono l’essenza dell’episodio:  la morte del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali, generale di corpo d’armata Azolino Hazon e del Capo di Stato Maggiore del Comando Generale, colonnello Ulderico Barengo, avvenuta durante il bombardamento alleato di San Lorenzo il 19 luglio 1943, nonché il cosiddetto “arresto” e la conseguente custodia di Mussolini.

Abbiamo scelto un ordine cronologico utile a far comprendere meglio come gli eventi sono concatenati.

Nel febbraio 1943, una nuova norma consente ai generali dei Carabinieri di raggiungere il grado di generale di corpo d'armata; si consente così a questi di accedere al gradino più alto: Comandante Generale. In effetti, il generale Azolino Hazon è colui che ne beneficia ma muore con il colonnello Barengo nel bombardamento di San Lorenzo nel luglio successivo, pochi giorni prima del Gran Consiglio del fascismo che sfiducia Mussolini e che darà il via al sovrano, Egli è dimesso dall'incarico di presidente del consiglio e gli subentra il maresciallo d?Italia Pietro Badoglio.

Ai Carabinieri il compito più delicato e più complesso di quelle ore: "arrestare" Mussolini e tenerlo in custodia.

I militari dell'Arma riescono a rispettare gli ordini sino al 12 settembre 1943, quando i paracadutisti tedeschi lo liberano dal luogo più remoto ove potesse essere custodito: l'albergo a Campo Imperatore.


Finisce la vicenda della custodia di Mussolini e inizia la tragedia della Repubblica Sociale Italiana, uno stato fantoccio composto da italiani solerti esecutori della volontà tedesca che portò all’uccisione di tanti altri italiani.

Iniziava in quelle ore la Guerra civile in Italia che terminò il 25 aprile 1945, diciassette mesi dopo.

Per approfondire: De Felice Renzo, Mussolini e il Fascismo - La guerra civile 1943 - 1945, Einaudi 1997-1998 I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980. Dal Gran Consiglio al Gran Sasso in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, n. 4/2022, pp. 16-38. Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

Aug 30, 202318:23
Episodio 69. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Russia

Episodio 69. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Russia

Iniziamo subito con il ricordare che il ruolo che i Carabinieri Reali ricoprirono in prima battuta fu quello di polizia militare al seguito dei reparti inviati sul fronte russo.

 

Dunque, vediamo qual era la situazione in URSS.

Giorgio Rochat segnala correttamente che la partecipazione italiana all’operazione Barbarossa (all’invasione dell’URSS) non fu richiesta da Hitler né pensata, ma si iscrive nel solco di quella cosiddetta “guerra subalterna” con l’Italia mussoliniana che correva dietro le iniziative tedesche. In questo senso si consideri sempre che Mussolini fu informato dell’invasione a cose fatte (Rochat)

Quale fu il contributo dell'Arma. Andiamo a vedere cosa riserva a questo fronte uno dei testi più noti anche se un pò datato di Storia dell'Arma dei Carabinieri. Il volumone "Carabinieri 1814-1980", ci dice che 45 sezioni Carabinieri furono impiegate in servizio di polizia militare a supporto delle unità del CSIR e poi dell’ARMIR. Inoltre, fu dislocato sul fronte russo anche il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali che partecipò alla difesa del fronte tra il 26 dicembre 1942 e il 17 gennaio 1943, nella zona di Belowodsk, procedendo poi al ripiegamento verso Gomel successivamente.

Nel frattempo, due considerazioni di carattere generale sul volume "Carabinieri 1814-1980" che riporta in 3 pagine una sintesi estrema della presenza dei Carabinieri sul Fronte Orientale.

Bene, iniziamo con il dire che dal punto di vista editoriale il volume presenta solo 4 immagini relative a quel teatro operativo: 3 fotografie che ritraggono i Carabinieri sorvegliare la popolazione locale in occasione di qualche attività nelle retrovie: controllo documenti e assistenza e vigilanza durante la distribuzione di generi alimentari.

La quarta immagine è una rappresentazione pittorica di Vittorio Pisani del gesto del Carabiniere Giuseppe Plado Mosca. Il Carabiniere nisseno Insieme ad un soldato teatino, Mario Iacovitti, saltò su di un cavallo il 22 dicembre 1942 ad Arbusow gridando “Savoia, avanti, avanti” e riuscendo così a trascinare gli altri militari presenti nella sacca, i resti della 52a divisione di Fanteria Torino che erano sottoposti alla pressione nemica.

Le loro grida, il galoppo dei cavalli, la bandiera tricolore sventolata furono l’innesco per una azione tanto disperata quanto fortunata. Sul loro esempio, i reparti, i soldati, gli uomini che poterono mossero in un assalto all’arma bianca che riuscì a rompere l’accerchiamento. Il Carabiniere Mosca cadde ucciso da una raffica di mitragliatrice mentre il suo cavallo tornò indietro verso i reparti italiani, mentre il soldato Iacovitti rimase in sella sull'altra cavallo senza essere ferito, venendo poi catturato in una fase successiva. Entrambi i militari furono decorati di MOVM ma ciò che è più importante fu il loro esempio che permise ai resti della grande unità di potersi congiungere con l’VIII armata italiana che stava ripiegando.

Per quanto riguarda invece il XXVI battaglione mobilitato Carabinieri Reali fu inviato nell'ottobre 1942 in Russia e partecipò, in qualità di unità combattente, a tutte le fasi delle battaglie di arretramento che videro la costante avanzata dei russi.

Buon ascolto!


Per approfondire: Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005. I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980. Russia: i Carabinieri proteggono la ritirata in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, n.2/2017, pp. 30-41.

ma anche il blog di Piervittorio Buffa sulle vicende del XXVI Battaglione Carabinieri Reali. Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!

Aug 17, 202314:24
Episodio 68. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nei Balcani e in Grecia

Episodio 68. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nei Balcani e in Grecia

La puntata tocca il tema dei Carabinieri Reali nel corso delle operazioni nei Balcani e in Grecia. Deve essere chiaro che la narrazione degli atti di valore dei Carabinieri non intende in nessun modo appoggiare, condividere o dare sostegno alle guerre fasciste. In questo episodio vogliamo far conoscere il ruolo dei Carabinieri e l’importanza che questi ebbero nel controllo di un territorio ove i partigiani locali combattevano l’occupazione italiana. Anche in questa regione così complessa i Carabinieri seppero distinguersi dal punto di vista militare.
Così ci è sembrato utile e importante raccontare alcune vicende poco note.
Il sogno di Mussolini per una guerra parallela in modo da mantenere un certo prestigio con il malfidato alleato tedesco svanì miseramente con la sola aggressione alla Grecia del 28 ottobre 1940. La scelta sbagliata dei tempi, l’eroismo di soldati, alpini e Carabinieri non poté nulla contro le condizioni meteorologiche e una orografia che condannava gli attaccanti italiani che avevano tentato una guerra di rapido
corso dall’Albania fallendo senza appello.
Sul fronte greco-albanese operarono nel corso di tutte le operazioni comprese quelle di occupazione della Grecia, 14 battaglioni, 96 sezioni e 35 nuclei Carabinieri addetti alle IX e all’XI Armata nonché il Comando Superiore Carabinieri Reali d’Albania il cui comandante era l’esperto generale di divisione Crispino Agostinucci.
Secondo i dati dell’Arma vi erano oltre 6.000 impegnati nelle varie attività comprendendo sia le truppe dislocate in Albania sia quelle in Grecia.
Per quanto riguarda la Grecia, l’assenza di un fenomeno partigiano che si sviluppò unicamente all’indomani dell’8 settembre 1943, consentì un regime di occupazione che ebbe meno efferatezza sul piano militare anche se non fu da meno per la depredazione dei beni primari condotta da italiani e tedeschi.

Molti Carabinieri si distinsero dimostrando il valore ma non ebbero un esito favorevole. Alcuni morirono durante le operazioni belliche, i più nel corso dell'occupazione.
Molti caddero con le armi in pugno attaccati durante i servizi di scorta alle autocolonne o nei piccoli distaccamenti sparsi in un territorio aspro e difficile.

Per approfondire:
Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.
I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.
Giorgio Galli, I Carabinieri di “Gerolamo”, Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri n. 2/2016, pp. 32-37.

Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante.
Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!





Aug 02, 202311:49
Extra 013. I Carabinieri in Val d'Aosta. Il maggiore Edoardo Alessi, intervista di Nathalie Dorigato a Flavio Carbone

Extra 013. I Carabinieri in Val d'Aosta. Il maggiore Edoardo Alessi, intervista di Nathalie Dorigato a Flavio Carbone

Care amiche, cari amici,

Un altro episodio extra, veramente particolare. La puntata è dedicata ai Carabinieri in Val d'Aosta, grazie all'intervista fatta da Nathalie Dorigato a Flavio Carbone e trasmessa ne "La grolla del tempo" andata in onda sulla testa Rai Radio Rai Val d'Aosta il 12 maggio 2023.

Continuiamo a parlare di storia e grazie alla simpatia e alla disponibilità di Nathalie abbiamo fatto una bella chiacchierata sulle vicende dei Carabinieri che erano valdostani. In particolare abbiamo ricordato la figura del maggiore Edoardo Alessi, un uomo che ebbe una vita complessa e passò alla Storia sia per la battaglia di Eluet El Asel dove sotto il suo comando i Carabinieri Reali Paracadutisti il 19 dicembre 1941 riuscirono a bloccare l'avanzata delle truppe inglesi per ben ventiquattr'ore ma anche per il ruolo di comandante partigiano durante i durissimi mesi dell'occupazione tedesca.


Seguiteci sempre e lasciate una valutazione al podcast su Spotify o su Apple Podcast (a voi la scelta).

Se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme.


Per chi ha un Iphone valutate lo show su Apple Podcast. Sapete che nel vostro Iphone esiste una applicazione che si chiama così? Bene cercatela e scrivete poi storia dei Carabinieri, così ci troverete. A quel punto continuate pure ad ascoltarci ma soprattutto se “scrollate” giù arriverete alla parte “ratings & reviews” dove potete valutare lo show (cinque stelline ci farebbero molto piacere) e lasciare qualche commento sul nostro lavoro che è molto importante per noi.


Per chi ci ascolta su ⁠Spotify⁠, è altrettanto semplice. Una volta che hai ascoltato almeno un episodio, potrai scegliere quante stelline attribuire al podcast (non all'episodio), mi raccomando!

la nostra newsletter su Substack. Cosa dite? Non sapete di cosa si tratta? Iscrivetevi alla newsletter e lo scoprirete (link in bio)

A voi buon ascolto e al prossimo episodio.

Jul 26, 202325:40
Episodio 67. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Africa Settentrionale. Eluet El Asel

Episodio 67. La Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Africa Settentrionale. Eluet El Asel

Sapevate dell'esistenza del 1° battaglione Carabinieri Reali Paracadutisti che operò nel corso della campagna dell'Africa Settentrionale? Si dice che fu mandato in fretta e furia in Libia dopo che un sottotenente in prossimità della festa dell'Arma del 1941 scimmiottò Mussolini suscitando l'ilarità generale.

I Carabinieri Reali Paracadutisti del maggiore Edoardo Alessi ebbero occasione di combattere e di dimostrare le loro competenze il 19 dicembre 1941 bloccando per un giorno intero l'avanzata delle truppe inglesi che intendevano raggiungere la via Balbia e aggredire le divisioni italiane in ripiegamento.

Fu un successo per i Carabinieri Paracadutisti e per l'operazione in generale, ma fu anche pagato un alto prezzo di sangue.

Ascoltate il nostro episodio.


Se vi è piaciuto vi consigliamo 3 prodotti editoriali di interesse:

il volume I Leoni del Deserto di Enrico Cursi, Roma, Edizioni Chillemi 2014;

la monografia (studio agile di gradevole lettura), sempre per Edizioni Chillemi intitolata Carabinieri Paracadutisti 1940-1946;

infine un board game che vi consiglio anche se siete curiosi del gioco intitolato La Battaglia di Eluet el Asel 1941 - Board wargame, realizzato da Mauro Farina e Loris Luchetti che offre una chiara comprensione della situazione sul campo e delle gravi limitazioni che visse il maggiore Alessi.


Seguiteci sulla vostra piattaforma d'ascolto preferita!

Al prossimo episodio.

Fonti consultate:

Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.

I Carabinieri 1814 –1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.

Enrico Cursi, I Leoni del Deserto, Edizioni Chillemi, 2014

Jul 19, 202325:54
Extra 012. I Carabinieri in Val d'Aosta, intervista a Flavio Carbone

Extra 012. I Carabinieri in Val d'Aosta, intervista a Flavio Carbone

Care amiche, cari amici,

questa volta un episodio extra, veramente particolare. La puntata è dedicata ai Carabinieri in Val d'Aosta, grazie all'intervista fatta da Nathalie Dorigato a Flavio Carbone ed apparsa nella trasmissione "La grolla del tempo" andata in onda sulla testa Rai Radio Rai Val d'Aosta il 5 maggio 2023.

Certamente parliamo sempre di storia e grazie alla simpatia e alla disponibilità di Nathalie abbiamo fatto una bella chiacchierata sul ruolo dell'Arma chiave storica e sulle vicende dei Carabinieri che hanno svolto servizio in valle oppure che erano valdostani.


Seguiteci sempre e lasciate una valutazione al podcast su Spotify o su Apple Podcast (a voi la scelta).

A voi buon ascolto e al prossimo episodio.

Jul 12, 202325:54
Episodio 66. I Carabinieri nelle operazioni in Africa Orientale Italiana (Cheren, Amba Alagi, Culquaber)

Episodio 66. I Carabinieri nelle operazioni in Africa Orientale Italiana (Cheren, Amba Alagi, Culquaber)

Care amiche, cari amici, benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast. L'episodio è dedicato al ruolo e alle attività condotte dai Carabinieri nelle operazioni in Africa Orientale Italiana (Cheren, Amba Alagi, Culquaber).

Nell’epica dell’Arma in particolare Culquaber rappresenta un momento molto importante e quasi trascendentale che non poteva mancare in questa nostra chiacchierata.

Dunque cercheremo di spiegare un po’ la situazione generale in AOI e quindi quello che fu il ruolo dei militari dell’Arma.

Vi ricordo che questo è l’episodio numero 66 e siamo nella quarta stagione.


Alcuni spunti che troverete nell'episodio.

Uno stralcio del Bollettino delle Forze Armate n.539 del Quartier Generale delle Forze Armate datato 23 novembre 1941 così recita: “In Africa Orientale, nel pomeriggio del 21 novembre, gli indomiti reparti di Culqualber-Fercaber, dopo aver continuato a combattere anche con le baionette e le bombe a mano, sono stati infine sopraffatti dalla schiacciante superiorità numerica avversaria. Nell’epica difesa si è gloriosamente distinto, simbolo del valore dei reparti nazionali, il Battaglione Carabinieri Reali [sic!], il quale, esaurite le munizioni, ha rinnovato sino all’ultimo i suoi travolgenti contrattacchi all’arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri sono caduti”.


Per i fatti di Culquaber alla bandiera fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con DPR 7 aprile 1949 con la seguente motivazione:

«Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rafforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l'ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi.

Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e là contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa ed impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un solo eroico blocco simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma. Culquaber (A.O.), agosto-novembre 1941 (per il 1° Gruppo Carabinieri Reali mobilitato in Africa Orientale)».

Ma il 21 novembre è importante anche dal punto di vista religioso. Infatti, L’11 novembre 1949 Papa Pio XII, accogliendo l’istanza avanzata dall’Ordinario Militare per l’Italia, Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, promulgò un Breve Apostolico sul postulato mariano dell’Arma dei Carabinieri, indicando quale patrona dell’Arma la VIRGO FIDELIS, individuando proprio nel 21 novembre la data della celebrazione, in cui cade la festa religiosa della Presentazione di Maria Vergine, ma anche l’anniversario di Culqualber. Fonti consultate:

Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.

I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.


Jul 05, 202315:59
Episodio 64. La seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nella campagna delle Alpi

Episodio 64. La seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri nella campagna delle Alpi

Secondo i volumi ufficiali di Storia dell’Arma, si inizia con i numeri. Dunque, “L’Arma dei Carabinieri partecipò alle operazioni belliche della seconda Guerra Mondiale con 36 battaglioni, 1 battaglione paracadutisti, 1 squadrone a cavallo, 1 gruppo autonomo, 19 compagnie autonome, 1 nucleo per la base tradotte, 410 sezioni (miste, alpine, per l’aeronautica, celeri e motorizzate), nuclei per i vari uffici postali, nonché con Comando Carabinieri presso i Gruppi di Armate, Armate, Corpi d’Armata, Intendenze, basi navali ed aeree, Divisioni e Brigate. I reparti, posti tempestivamente in approntamento secondo i progetti di mobilitazione e le richieste dello S.M.E., entrarono progressivamente nella campagna, a cominciare dal 10 giugno 1940. Seguendo le varie unità dell’Esercito e delle altre Forze Armate alle quali erano addetti, svolsero la loro opera su tutti i fronti e settori ai quali si estese l’azione bellica, compiendo servizi di polizia militare sia sui campi di battaglia che nelle retrovie e nei territori occupati, servizi speciali, a seconda delle necessità contingenti, servizi ordinari di polizia giudiziaria, di ordine pubblico, di sicurezza e di assistenza alle popolazioni civili dei territori nazionali e di quelli occupati, nonché azioni tattiche vere e proprie, a fianco della altre Armi” (Carabinieri 1814-1980, p. 458). Sempre i testi ufficiali indicano che “Per quanto riguarda le operazioni belliche vere e proprie, le due Armate dislocate sul fronte occidentale sostennero, dal 21 al 24 giugno 1940, quella che fu chiamata la «battaglia delle Alpi».

Spettarono alle Sezioni e ai nuclei dell’Arma i compiti specifici di polizia, specie nelle retrovie. Particolarmente efficiente fu, da parte dei Carabinieri, il servizio informativo sulle difese avversarie e quello di guida e di scorta nella zona di frontiera e nell’intero teatro delle operazioni. Nello stesso anno venne mobilitato a Torino un «Reggimento Carabinieri Mobilitato», che non prese parte però all’operazione sul fronte occidentale e venne successivamente trasferito in Albania, ove venne sciolto ed i suoi Battaglioni impiegati in modo autonomo”. Rochat e Massobrio così si pronunciano: “In realtà il problema è squisitamente politico: la preparazione militare di uno stato non può essere misurata in valori assoluti, ma soltanto in relazione agli avversari e agli obiettivi bellici, e non è responsabilità dei soli generali, ma risultato di scelte di fondo della politica nazionale”.

È evidente che l’Italia fascista era in forte ritardo nella sua preparazione militare e che anche in comparazione con la sola Francia vi era una evidente inferiorità in approvvigionamenti di mezzi, armi e munizioni. Dunque se anche tale sforzo francese non impedì il collasso del suo esercito di fronte a quello tedesco meglio organizzato ed efficiente è anche vero che in termini comparati il potenziale bellico italiano in quegli anni era cresciuto in modo marginale depauperato anche dalle campagne d’Etiopia e di Spagna che avevano drenato denaro e risorse riducendo le reali capacità operative delle Forze Armate italiane.

Fonti consultate:

Giorgio Rochat – Giulio Massobrio, Breve storia dell’Esercito italiano dal 1861 al 1943, Torino, Einaudi 1978.

Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.

Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, Direzione dei Beni Storici e Documentali.

 

Credits per l’immagine di base della copertina: attribuzione: Goran tek-en (CC BY-SA 4.0)

Jun 07, 202312:37
Extra 11. 3 anni di podcasting

Extra 11. 3 anni di podcasting

3 anni di podcasting


Care amiche, cari amici,

questa volta non parliamo di Carabinieri coraggiosi o di storia dell’Istituzione. No, questa volta tocca parlare di un tema completamente diverso: parliamo dei 3 anni di Storia dei Carabinieri, parliamo del podcast.

Ogni anniversario rappresenta un momento propizio per fare una piccola pausa e qualche riflessione.

C’è sempre un po’ di introspezione e qui voglio condividere alcune idee; una prima considerazione che voglio condividere con voi è il pensiero che mi ha fatto iniziare questo progetto oramai qualche tempo fa: il desiderio di raccontare una storia sconosciuta, fatta di uomini (e più recentemente donne). Questi uomini hanno percorso nell’uniforme da Carabiniere tutta la storia nazionale a partire da quella Restaurazione avviata con la fine della stella radiosa di Napoleone. Si tratta in buona sostanza di una storia che si racconta molto poco, anche all’interno dell’Arma dei Carabinieri, e che questo tentativo vuole o pretende di poterla diffondere, far crescere, scoprendo i tanti lati meno noti di quelle vicende che videro i Carabinieri protagonisti.

Dunque nel celebrare i tre anni di vita del progetto, che però ha radici molto più lontane, ho chiesto a qualche ascoltatore del podcast di lasciarmi un pensiero, una riflessione, un vocale (cioè un messaggio vocale).

Inizierei da un ragazzo che si è molto entusiasmato di fronte alla mia richiesta: Giuseppe, un aspirante Carabiniere che si è imbattuto nel podcast su Instagram. Giuseppe ha fatto anche una piccola recensione e lo ascoltiamo dalla bella voce giovane, Giuseppe in bocca al lupo per il tuo futuro! (Viva il lupo).

Vedete, dedicarsi ad un podcast non è cosa facile e porta via del tempo: deve essere una passione ed un piacere. Ci sono tanti bravi e volenterosi che iniziano un progetto ma dopo alcuni episodi buttano giù tutto. Il tempo è galantuomo ci ricorda addirittura Voltaire quando vuole sottolineare che il tempo riesce a restituire ciò che è dovuto a tutti, meriti e demeriti, ovviamente. E proprio pochi giorni fa, ho letto un post su Instagram di una podcaster, una di quelle brave sapete, La Fizza. Abbiamo storie e passioni diverse ma il magico potere del podcast riesce a far divertire tutti noi (ci siamo fatti una chiacchierata insieme nel suo podcast “Sorriso Sospeso”, la trovate pubblicata il 28 aprile come puntata extra il Carabiniere podcaster). Insomma, La Fizza si domandava “vale la pena?”. Tanti follone le hanno risposto. Anche io (stavolta al singolare), come Storia dei Carabinieri mi sono avventurato con una piccola riflessione: “Vale sempre la pena!!! Il confronto con le interviste è molto stimolante, gli episodi normali aiutano tante persone… anche se non ne hai la percezione … la restituzione con un grazie, UN SOLO GRAZIE, non ha prezzo! Ci sono tante parole belle che ho sentito nei vocali di chi ha partecipato a questa piccola festa dei 3 anni. Forse un passo tra tutti è quello di Emanuele che ringrazio tanto per la sua riflessione, quando parla di comunità, fatta di persone, di donne e uomini, giovani e meno giovani, incuriositi ma forse anche appassionati da questo piccolo progetto.


Grazie a Giuseppe, ad Alessandro Maria ed Emiliano, a Matteo, a Biagio, a Maria Gabriella, a Letizia e ad Emanuele per aver donato la voce per comporre questo episodio. Grazie a tutti i podcaster e gli amici che ho incontrato in questo bel viaggio di saperi, grazie a voi che ascoltate questo podcast e che lo aiutate a crescere condividendo con i vostri amici i nostri episodi.

La prossima volta tocca a voi, sappiatelo. Vogliamo ascoltare anche le vostre voci.

Buon ascolto!

 


May 31, 202320:05
Episodio 63. L'erosione del controllo del territorio. L'OVRA, la MVSN e gli altri

Episodio 63. L'erosione del controllo del territorio. L'OVRA, la MVSN e gli altri

In questo episodio 63 cerchiamo di capire e spiegare il ruolo dei Carabinieri nel controllo del territorio durante gli anni trenta e dopo l’importante fase di consolidamento del regime fascista.

Il ruolo dell'Arma dei Carabinieri Reali fu limitato al controllo delle zone rurali, con funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, e ancora con l'impiego in ordine pubblico dove però la situazione rimaneva piuttosto tranquilla tenuto conto dell'apparato di regime che la contornava.

Le attività di polizia politica rimasero nelle mani dell'OVRA e da chi ebbe un ruolo nella gestione della pubblica sicurezza tout court e quindi principalmente Arturo Bocchini, il capo della polizia dal 1926 al 1940, mentre parzialmente vi fu un ruolo degli Uffici Politici Investigativi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Durante il periodo 1933 - 1935, ad esempio, presso l'Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Sicilia, un tenente colonnello dei Carabinieri Reali, Filippo Caruso, fu encomiato per ben tre volte con queste motivazioni:

- “Intervenuto quale elemento coordinatore, in indagini di natura molto elaborata e complessa, assicurò ad esse mediante la sua efficace collaborazione lo sviluppo necessario per conseguire brillante risultato concretatosi con la denunzia di bene 115 persone associate per delinquere singolarmente responsabili di vari delitti contro la persona ed il patrimonio”. Salemi – Vita (Trapani), ottobre 1933 – marzo 1934.

- “Addetto all’ispettorato Generale di pubblica sicurezza per la Sicilia fu prezioso elemento coordinatore in indagini di natura molto elaborata e complessa e superando con intelligente attività e con alto spirito di sacrificio le difficoltà dell’ambiente, assicurò col suo personale impulso brillanti risultati nei molteplici e delicati servizi per la repressione della delinquenza nell’Isola”. Sicilia, settembre 1933 gennaio 1935.

- “Ufficiale superiore presso l’Ispettorato Generale di P.S. per la repressione della delinquenza in Sicilia, coordinò e diresse con singolare perizia l’azione dei dipendenti, riuscendo ad identificare, dopo oltre otto mesi di paziente lavoro d’investigazione, una pericolosa organizzazione di abigeatori che agiva in tre province dell’Isola composta di ben 225 persone, in maggior parte arrestate, addividendo [addivenendo] al sequestro di ingente refurtiva”. Provincia di Agrigento, Trapani, Palermo, maggio 1934 – gennaio 1935.

Filippo Caruso rappresenta uno dei militari più conosciuti tra quelli che si distinsero negli anni successivi durante la difficile occupazione tedesca di Roma dove egli diede vita, con l’appoggio di militari dell’Arma, alla cosiddetta “Banda Caruso” che tanto diede filo da torcere agli occupanti fino alla liberazione della capitale del nostro Paese.

Dalla semplice lettura delle motivazioni, emerge che il ruolo dei militari dell’Arma all’interno dell’Ispettorato fu orientato verso la polizia giudiziaria e verso il controllo del territorio che la propaganda fascista aveva dichiarato libero ma che, invece, continuava a vedere i mafiosi farla da padroni.

Buon ascolto!

Fonti consultate:

Domizia Carafòli – Gustavo Bocchini Padiglione, Il Viceduce. Arturo Bocchini capo della polizia fascista, Milano, Mursia, 2003;

Giovanna Tosatti, La repressione del dissenso politico tra l’età liberale e il fascismo. L’organizzazione della polizia, in Studi Storici, 1997, n.1;

Alberto Aquarone, La milizia volontaria nello stato fascista, in Alberto Aquarone, Maurizio Vernassa, Il regime fascista, Bologna, Il Mulino, 1974;

Alberto Aquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 2003;

Vittorio Coco, Polizie speciali. Dal fascismo alla repubblica, Bari, Laterza, 2017.

 

Credits per l'immagine di Giuseppe Gueli: Bundesarchiv, Bild 101I-567-1503A-04 / Toni Schneiders / CC-BY-SA 3.0

 

May 24, 202314:19
Extra 010. Conferenza di Paolo Caterina I Carabinieri nella guerra di liberazione 1943 - 1945

Extra 010. Conferenza di Paolo Caterina I Carabinieri nella guerra di liberazione 1943 - 1945

L'episodio extra 010 è una puntata speciale, come siamo soliti scrivere, extra che raccoglie l'audio della conferenza tenuta dal tenente colonnello Paolo Caterina presso il comune di Sansepolcro il 26 aprile 2023. In particolare, l'ufficiale ha trattato il tema "I Carabinieri nella guerra di liberazione 1943 - 1945".

Rispetto al testo pervenuto al team di Storia dei Carabinieri sono stati espunti i saluti iniziali e finali e si è scelto di presentare ai nostri appassionati ascoltatori del podcast solamente l'intervento del docente di Storia dell'Arma alla Scuola Ufficiali Carabinieri.

In questo senso, si tratta di un'oretta di conversazione che l'ufficiale adopera per presentare le tante storie poco note o addirittura sconosciute al grande pubblico di alcuni dei tanti militari dell'Arma dei Carabinieri che combatterono per la Liberazione dell'Italia.


Si ringrazia il tenente colonnello Paolo Caterina per aver supportato la nostra iniziativa!

Trovate tutti gli episodi ordinari, quelli extra e tanto altro sulle principali piattaforme di distribuzione degli show. A voi la scelta. Dal nostro punto di vista vorremmo suggerire chi ci ascolta e possiede un Iphone di di ascoltare e valutare gli episodi su Apple Podcast.

Siamo presenti su parecchie piattaforme, ma vi chiediamo di premiare il podcast con le vostre valutazioni su Apple Podcast.

Niente di più facile. Nel vostro Iphone esiste una applicazione che si chiama Apple Podcast. Una volta aperta cercate storia dei Carabinieri. A quel punto, prima mettete un bel follow e poi continuate pure ad ascoltarci ma soprattutto scrollate giù per arrivare a “ratings & reviews” dove potete valutare lo show (cinque stelline ci farebbero molto piacere) e lasciare qualche commento sul nostro lavoro che è molto importante per noi.

Volete cercarci altrove? Well done! Ci trovate su Facebook (per i più grandi) con una pagina dedicata. In realtà siamo più attivi su Instagram (per chi ha un account, metti un follow). Ci piacerebbe allargare la community su Telegram. Vi va di entrarne a far parte? Siamo presenti sempre con lo stesso nome. Infine, altre due possibilità, su YouTube il canale esiste ma non è molto attivo.

Se avete suggerimenti un bel messaggio diretto e ragioniamo su cosa e come ma non dimenticate la nostra newsletter su Substack. Cosa dite? Non sapete di cosa si tratta? Iscrivetevi alla newsletter e lo scoprirete (link in bio). Da ultimo, ultimo il nostro blog. Affacciatevi e leggetelo ci sono tante cose interessanti. Se poi avete voglia di fare un passo in più e collaborare, scrivetevi e ci ragioniamo insieme.

Grazie!

May 17, 202301:09:50
Episodio 62. La guerra civile spagnola e i Carabinieri

Episodio 62. La guerra civile spagnola e i Carabinieri

In questo episodio cerchiamo di capire e spiegare il ruolo dei Carabinieri nella guerra civile spagnola che i documenti ufficiali italiani del regime fascista che appoggiava Franco chiamavano più semplicemente Oltre Mare Spagna.

Va subito ricordato un passo di Rochat e Massobrio: “A partire dal 1936 invece Mussolini e Ciano, forzando la mano all’alleato [Franco] inviarono in Spagna reparti sempre più consistenti di fanteria, pretendendo inoltre che fossero riuniti sotto un comando italiano e sottoposti solo allo stesso Franco e non ai suoi generali. I rapporti del generale Roatta, capo del Sim e della missione militare italiana in Spagna, lasciavano credere che solo la disorganizzazione delle forze franchiste avesse sino a quel momento salvato dal crollo totale le armate della Repubblica democratica, considerata in piena disgregazione”. (p. 256) Naturalmente, il CTV il corpo truppe volontarie italiano si scontrò con la dura e sanguinosa realtà.


Quale fu il ruolo dei Carabinieri?

La partecipazione dei Carabinieri alla guerra civile spagnola fu una necessità evocata soprattutto per il bisogno di gestire i reparti italiani, specialmente nella prima fase della partecipazione fascista alla guerra, quando i problemi e i comportamenti fuori luogo (uso un evidente eufemismo) furono molti.

La sconfitta di Guadalajara costituì la cartina di tornasole sul comportamento reale della propaganda fascista. I comandi e i soldati italiani in questa fase mostrarono le evidenti lacune che ebbero un forte impatto a livello internazionale. In questo senso il ruolo dei Carabinieri fu piuttosto efficace nel momento in cui furono fatti affluire in numero necessario a gestire la quotidianità dei reparti italiani presenti in terra di Spagna.


Con la fine dell’episodio di “Storia dei Carabinieri” proviamo a cambiare piattaforma d’ascolto!

Per chi ha un Iphone chiediamo di ascoltare e valutare gli episodi su Apple Podcast. Siamo sempre su quella che inizia con la S, ma vi chiediamo di premiare il podcast con le vostre valutazioni su Apple Podcast. Come dite? Non sapete che nel vostro Iphone esiste una applicazione che si chiama così? Bene cercatela e scrivete poi storia dei Carabinieri, così ci troverete. A quel punto continuate pure ad ascoltarci ma soprattutto se “scrollate” giù arriverete alla parte “ratings & reviews” dove potete valutare lo show (cinque stelline ci farebbero molto piacere) e lasciare qualche commento sul nostro lavoro che è molto importante per noi.

Volete cercarci altrove? Ottimo, well done! Ci trovate su Facebook (per i più grandi) con una pagina dedicata. In realtà siamo più attivi su Instagram (per chi ha un account, metti un follow). Ci piacerebbe allargare la community su Telegram. Vi va di entrarne a far parte? Siamo presenti sempre con lo stesso nome. Infine, altre due possibilità, su YouTube il canale esiste ma non è molto attivo.

Se avete suggerimenti un bel messaggio diretto e ragioniamo su cosa e come ma non dimenticate la nostra newsletter su Substack. Cosa dite? Non sapete di cosa si tratta? Iscrivetevi alla newsletter e lo scoprirete (link in bio). Da ultimo, ultimo il nostro blog. Affacciatevi e leggetelo ci sono tante cose interessanti. Se poi avete voglia di fare un passo in più e collaborare, scrivetevi e ci ragioniamo insieme.

Grazie!


Fonti consultate:

Giorgio Rochat – Giulio Massobrio, Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Torino, Einaudi, 1978

Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943. Dall’impero d’Etiopia alla disfatta, Torino, Einaudi, 2008

Edoardo Mastrolilli, Violenza e guerra civile spagnola: l’intervento dell’Italia fascista, tesi di dottorato discussa presso l’Universitat Autònoma de Barcelona nel 2018.

https://www.unuci.es/carabinieri_reali_campagna_spagna.htm.

May 10, 202314:49
Episodio 61. La campagna d'Etiopia, l'ultima guerra coloniale
Apr 26, 202314:46
Extra 009. Registrazione della conferenza "Gli ufficiali dei Carabinieri Reali. Reclutamento e formazione tenuta il 2 febbraio 2017.

Extra 009. Registrazione della conferenza "Gli ufficiali dei Carabinieri Reali. Reclutamento e formazione tenuta il 2 febbraio 2017.

L'episodio extra 009. prende origine dalla registrazione della conferenza tenutasi presso il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri il 2 febbraio 2017, in cui si è parlato degli ufficiali dei Carabinieri Reali e del loro reclutamento e formazione, prendendo spunto dal volume pubblicato nel 2013 da Flavio Carbone con i tipi di Rubbettino Editore nella collana di Livio Antonielli intitolata Stato, esercito e controllo del territorio.

Presenta e introduce il colonnello Fausto Bassetta; al suo fianco siede l'autore del volume, il tenente colonnello Flavio Carbone, all'epoca in servizio presso l'Ufficio Storico del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri.


Credits per la musica:

"Grand Dark Waltz Trio Allegro" Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License
http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Apr 19, 202301:15:42
Episodio 60. I Carabinieri nella lotta alle altre forme di criminalità organizzata

Episodio 60. I Carabinieri nella lotta alle altre forme di criminalità organizzata

Care amiche, cari amici, con questa puntata abbiamo pensato di introdurre alcuni elementi della storia dei Carabinieri orientati verso il servizio di polizia giudiziaria, un servizio che nella storia interna è poco raccontato ma che, a nostro giudizio, merita invece una certa attenzione, facendo emergere aspetti più propriamente riconducibili a quel ruolo che i Carabinieri svolgono da sempre: la polizia preventiva e la polizia giudiziaria.

Dunque il tema dell'episodio è dedicato all'azione di contrasto dei Carabinieri alle altre forme di criminalità organizzata diverse dalla mafia e, ingiustamente, ritenute minori. In questo caso, si parlerà brevemente del fenomeno dei Mazzoni presente tra la Campania e il Lazio, ma anche si darà cenno all'azione di contrasto alla criminalità presente nell'aversano, nel nolano e in quelle zone limitrofe, per dare qualche indicazione relativa ad un'area che è rimasta ancora oggi tristemente famosa per la forte presenza di una criminalità organizzata e comune piuttosto violenta.

Una seconda parte, questa più breve, dell'episodio è invece dedicata alla criminalità rurale dedita all'abigeato nella zona del foggiano e più precisamente nell'area del Gargano. Tale fenomeno, rilevato tra il 1922 e il 1925, fu contrastato con la creazione di alcune squadriglie e qualche posto fisso con l'obiettivo di controllare meglio le zone impervie e quelle di passaggio allo scopo di impedire il furto dei quadrupedi che si era espanso notevolmente in quel periodo. Sembra che anche in quest'area, l'azione dell'Arma fu piuttosto efficace se il fenomeno all'inizio del 1925 si poteva dire ridimensionato, leggendo le parole dello stesso prefetto di Foggia.

Dunque, secondo i dati raccolti nella ricerca che ha dato vita a questa puntata, vogliamo ricordare qualche aspetto: di fronte alla recrudescenza di alcuni fenomeni criminali, si adottarono modalità d’intervento più “robuste” per eliminare rapidamente i problemi. Sembra, secondo le carte che abbiamo consultato, che i risultati ci furono. Effettivamente i fenomeni furono ridotti considerevolmente con un rientro dei singoli episodi criminali in termini fisiologici.

Non va dimenticato però che tali servizi erano condotti spesso in condizioni difficili, con servizi a largo raggio che significava per i Carabinieri uscire per due/tre giorni di perlustrazione nelle campagne o nelle zone collinari a piedi e con il cibo necessario per una breve sosta, con poco riposo, spesso in posti di fortuna. Si trattava sicuramente di un servizio disagevole che comportava anche dei rischi.

Insomma non era cosa facile ma, sembra anche importante ricordare, che tali servizi furono attivati anche in un periodo, sia pur di poco, precedente l’arrivo dei fascisti al governo, sebbene poi furono questi a rivendicarne per se stessi i meriti.

Ecco, abbiamo voluto dare un’idea, qualche considerazione utile per comprendere come fosse il servizio nei Carabinieri nella metà degli anni Venti in zone apparentemente tranquilli o se si vuole meno famose della Sicilia del prefetto Mori ma non per questo meno pericolose.

Dunque siamo arrivati alla fine. Se non siete ancora iscritti alla nostra newsletter, fatelo subito per ricevere tante info sui progetti avviati, su quelli conclusi e su quello che ci piacerebbe ancora fare.

Nel frattempo, vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. In questo caso, è sufficiente andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. Non siate timidi!

Grazie e a presto!

Apr 12, 202317:30
Extra 008. Registrazione della tavola rotonda collegata alla mostra La Musica e l'Arma 26 gennaio 2017

Extra 008. Registrazione della tavola rotonda collegata alla mostra La Musica e l'Arma 26 gennaio 2017

L'episodio extra 008. è costituito dalla registrazione della tavola rotonda tenutasi presso il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri il 26 gennaio 2017, dedicata all'omonima mostra che il Museo ha ospitato dal dicembre 2016 alla fine di gennaio 2017, celebrando il primo centenario della tournée che la banda della legione Allievi Carabinieri Reali tenne nel 1916 a Parigi, durante il primo conflitto mondiale.

Dopo la breve introduzione del Capo Ufficio Storico del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e Direttore del Museo Storico, colonnello Alessandro Della Nebbia, prendono la parola nell'ordine il tenente colonnello Flavio Carbone, capo sezione Documentazione dell'Ufficio, la tenente Laura Secchi, Vice Direttore del Museo Storico, il Generale B. (r) Vincenzo Pezzolet, storico di fama e profondo conoscitore della storia dell'Arma, il maestro direttore della Banda dell'Arma, Massimo Martinelli, colonnello dei Carabinieri, il maestro Vincenzo Borgia, già direttore della Banda dell'Arma, il generale di corpo d'armata Medaglia d'Oro al Valor Militare Rosario Aiosa.

Al termine della registrazione è possibile ascoltare la registrazione della marcia composta dal maestro Vincenzo Borgia, intitolata Squilli per un eroe, dedicata al Generale di Corpo d’Armata, Medaglia d’Oro al Valor Militare Rosario Aiosa.


Scriveteci un messaggio diretto #linkinbio; vi è piaciuto? Avete suggerimenti? vi aspettiamo!


Apr 05, 202301:25:29
Episodio 59. La lotta alla mafia, il prefetto Mori e la realtà siciliana

Episodio 59. La lotta alla mafia, il prefetto Mori e la realtà siciliana

Con questo episodio, il numero 59 della serie ordinaria, tocchiamo un aspetto che la scorsa stagione non è stato che minimamente toccato, ovvero il contrasto al fenomeno mafioso nella Sicilia del prefetto Mori. Ma questa volta con l’occhio sul lavoro dei Carabinieri.

Per supportare adeguatamente l'azione del prefetto, nel 1925 a Palermo, fu ricostituito in tutta fretta il battaglione mobile denominato “Provvisorio per la repressione del Malandrinaggio in Sicilia”. Ne fu il comandante il maggiore dei Carabinieri Giuseppe Artale, a cui è stato dedicato qualche cenno nel Calendario Storico dell'Arma dei Carabinieri per il 2013. Messinese di nascita, carabiniere nel 1897, dal 1909 con il grado di maresciallo d’alloggio aveva prestato servizio nella legione di Palermo. Comandante di tenenza di Tripoli nel 1911, fu istruttore nella locale scuola Allievi Zaptié, per diventarne poi comandante. Operò sul fronte ma fu poi inviato in Dalmazia. Nel 1923 l’ufficiale era alla legione Allievi Carabinieri di Roma e, nel marzo 1925, promosso maggiore, assunse il nuovo incarico a Palermo che resse sino al 1929.

Il battaglione mobile di Palermo svolse un ruolo estremamente importante ancorché poco conosciuto. In tale periodo, dunque, l’azione del Battaglione di Palermo, uno dei pochi rimasti in vita con l’ascesa del fascismo  fu particolare e interessante. Il reparto operò a lungo in tutta l’area di competenza del prefetto e non si limitò a svolgere “semplici” attività di rastrellamento o di controllo delle zone rurali, ma si adoperò per attività investigative più sofisticate.

Il battaglione e l’organizzazione territoriale rappresentavano elementi di eccellenza e soprattutto tra i membri del battaglione vi furono numerosi riconoscimenti per l’opera di carattere investigativo. Sebbene il reparto potesse apparire come un’unità militare, in realtà, si doveva guardare a tale organismo come un’organizzazione mista metà militare e metà investigativa, una soluzione di compromesso che mise in evidenza capacità professionali notevoli.

La messa a riposo di Mori e la fine dell'esperienza per volontà del fascismo e di Mussolini furono di facciata. Nonostante le dichiarazioni del fascismo, tuttavia, non si poté considerare chiusa l’azione di contrasto alle associazioni mafiose che continuò senza dare voce all'attività condotta dalle Forze dell'Ordine. 

Vi aspettiamo presto alla prossima puntata!

Mar 29, 202313:25
Intervista 006. Adriana Migliucci sul libro Schegge di Memoria. Scaglie di Luce

Intervista 006. Adriana Migliucci sul libro Schegge di Memoria. Scaglie di Luce

L'episodio delle interviste 006 racconta il dialogo con Adriana Migliucci sul progetto realizzato con la zia Mariella dedicato al nonno Mario Migliucci e al suo internamento in Germania come conseguenza della cattura dei Carabinieri il 7 ottobre 1943 a Roma.

Questo episodio è stato realizzato alla Casa del Podcast che si trova dentro Technotown. Ringrazio L'Associazione Italiana Podcasting che mi ha consentito di fare questa nuova esperienza con il pubblico.

Grazie anche a Fabio Barbati per le foto meravigliose.



Credits per la musica The Descent di Kevin MacLeod (CC BY 4.0) 

Mar 22, 202336:23
Episodio 58. Il servizio di controspionaggio e i Carabinieri

Episodio 58. Il servizio di controspionaggio e i Carabinieri

Care amiche, cari amici, bentornati in Storia dei Carabinieri, il podcast ci siamo ripartiamo e diamo vita alla quarta stagione!

Con l’episodio 58 si avvia ufficialmente la quarta stagione del podcast avviato nell’oramai lontano maggio 2020. Siamo quasi a 3 anni di registrazioni, di pubblicazioni e di impegno.

Abbiamo terminato la stagione precedente con un ultimo episodio (57) alla “federazione del Carabiniere Reale”.

Dunque una quarta stagione che inizia all’insegna dell’intelligence e dei Carabinieri in servizio nel SIM!

Bisogna ricordare che i Carabinieri hanno sempre avuto un ruolo importante nel servizio di Intelligence. Non lo diciamo noi, ce lo ricorda molte volte l’opera avviata oramai tanti anni fa di Maria Gabriella Pasqualini.

Una delle figure più importanti per il servizio di intelligence tra la metà degli anni Venti e la seconda Guerra Mondiale è il tenente colonnello Manfredi Talamo, poi martire delle Fosse Ardeatine e Medaglia d'Oro al Valor Militare.

L'organizzazione del SIM tra il 1935 e il 1940 fu piuttosto stabile e prevedeva un servizio strutturato su di un ente centrale che svolgeva le funzioni di comando e di controllo sui reparti dipendenti. Tra questi reparti vi erano i centri controspionaggio (Centri CS) composti dai militari dell'Arma dei Carabinieri Reali. Talamo fu capo del Centro CS di Roma e riuscì a penetrare numerose legazioni di vari Paesi.

Catturato dai tedeschi dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, fu torturato e quindi ucciso alle Fosse Ardeatine. Morì a 49 anni un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri Reali, morì un marito e un padre di ben quattro figli, lasciando la famiglia priva del principale sostentamento in uno dei momenti più bui della storia del nostro Paese.


Fonti: Maria Gabriella Pasqualini, Giampiero Rugarli, L’arma e l’Intelligence, Roma 2014, Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna; Maria Gabriella Pasqualini, Carte segrete dell’intelligence italiana 1919-1939, Roma, 2007, tipografia del R.U.D.; Mimmo Franzinelli, Guerra di Spie. I servizi segreti fascisti, nazisti e alleati 1939-1943, Milano 2004, Mondadori.


Votateci su #spotify e su #applepodcast


Mar 15, 202310:41
Rec002. Podrecensione del libro Schegge di Memoria. Scaglie di Luce a cura di Mirella Migliucci

Rec002. Podrecensione del libro Schegge di Memoria. Scaglie di Luce a cura di Mirella Migliucci

Oggi parleremo del libro curato da Mirella Migliucci intitolato Schegge di buio - Scaglie di luce, Roma, stampato in proprio, 2010, 127 pp.

Mirella, o meglio Maria Antonietta Migliucci è una delle figlie di Mario, sottufficiale dei  Carabinieri catturato a Roma il 7 ottobre 1943 e deportato in Germania e di Concettina (Immacolata Panico), che ha deciso di presentare “una storia autentica: un documento che solo io posso rendere noto”, riferendosi all’esperienza del padre, all’epoca brigadiere a cavallo dei Carabinieri Reali, internato militare italiano (IMI) in Germania.

Mirella riporta la trascrizione, condotta insieme alla nipote Adriana, nostra amica del podcast @stesidalletesi (qui il sito internet) del diario tenuto religiosamente dal padre, brigadiere dei Carabinieri Reali Mario Migliucci.

Il libro è diviso in tre capitoli principali: il primo scritto dai discendenti sulla vita di Mario Migliucci sino alla cattura il 7 ottobre 1943 per mano tedesca all’interno della sua caserma dove prestava servizio come Carabiniere a cavallo, nel prestigioso quartiere dei Parioli a Roma; la seconda parte è il diario della prigionia vero e proprio, mentre la terza comprende una lettera e una cartolina spedita dalla Germania, nonché una sintesi dei successivi movimenti e cambi di destinazione sino al viaggio finale il 27 ottobre 1994.

Il testo si chiude con una piccola appendice che presenta la copia anastatica di un documento sanitario del 19 giugno 1945 e del foglietto sul quale Mario aveva tenuto traccia dei suoi movimenti durante il rientro in Italia. Conclude questa piccola parte anche una copia del certificato di tiratore scelto conseguito nel 1937 e una cartina con l’avanzata degli Alleati in Europa.

Grazie per l'attenzione!



Dec 21, 202213:45
Episodio 57. La federazione nazionale del Carabiniere Reale

Episodio 57. La federazione nazionale del Carabiniere Reale

L'associazionismo dei militari congedati e pensionati nasce, al pari di quello di altre categorie, allo scopo di sostenere gli associati e di garantire loro dei benefici, nonché il sostentamento dei propri cari in caso di morte. Si trattava delle società di mutuo soccorso. Anche i Carabinieri (congedati e pensionati) si diedero da fare su base locale, talvolta riuscendo ad espandersi anche a livello regionale dalla seconda metà dell'Ottocento sino al primo Dopoguerra.

L'episodio, si concentra sulla nascita della federazione del Carabinieri Reale nel 1925 con lo scopo di aggregare sotto un'unica direzione le spinte associative pre-esistenti sin dalla fine del XIX secolo. Evidentemente non fu cosa facile, ma si riuscì. La federazione passò attraverso 3 presidenze, la prima del generale Luigi Morcaldi che cessò con la sua morte; la seconda piuttosto breve (due anni circa) nelle mani di Balduino Caprini e la terza, dalla fine del 1934, sapientemente guidata da Amedeo Ademollo. Questi fu nominato commissario straordinario; probabilmente sarebbe dovuto rimanere in carica poco tempo ma non fu così. 

Non solo portò avanti l'associazione con nuovo statuto e nome di Associazione Nazionale del Carabiniere Reale in Congedo (1935), ma la guidò nel corso del secondo Conflitto Mondiale traghettandola nella Repubblica Italiana.




Fonti consultate:

Niccolà Mirenna, L’associazione nazionale Carabinieri e la sua storia, Roma, Stilgrafica, s.d. [ma 2006];

Laura Secchi, Il vessillo della Regina, in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, a. I - 2016, n. 1 gennaio-febbraio, pp. 46-47.

Dec 14, 202212:25
Episodio 56. Gli anni Trenta dei telefoni bianchi e i Carabinieri

Episodio 56. Gli anni Trenta dei telefoni bianchi e i Carabinieri

In questa nostra chiacchierata proveremo a dare un’idea sui Carabinieri negli anni Trenta, quello che è passato alla storia cinematografica come il periodo dei telefoni bianchi.

Quale era la situazione sul versante investigativo e giudiziario; i Carabinieri avevano smesso di fare indagini sulla criminalità organizzata? Effettivamente, dopo il prefetto Mori, la mafia era stata sconfitta? 

E le carriere? 

Ci sono molte domande da farsi sui Carabinieri Reali nel corso del lungo ventennio fascista. In questo episodio diamo qualche idea generale, con l'intenzione di ritornare su argomenti specifici tenuto anche contro delle richieste di voi ascoltati.

Non vi diciamo molto di più, a voi non resta che mettervi le cuffie e premere "play".

Ascoltate la puntata e dateci un voto su Spotify (attraverso la stellina) o attraverso Apple Podcast, a voi la scelta :)

A presto!





Fonti consultate per l'episodio:

Flavio Carbone, Lo studio delle lingue estere nell’Arma dei Carabinieri Reali: profili storici (1929-1941), in “Rassegna dell’Arma dei Carabinieri”, anno LII - n. 2 aprile/giugno 2004, pp. 101-115;

Flavio Carbone, Un archivio privato presso l’Ufficio Storico dell’Arma dei Carabinieri: il fondo Generale Caruso in Fabrizio Rizzi, Flavio Carbone, Alessandro Gionfrida (a cura di) “Archivistica Militare – Temi e problemi”, Roma, Commissione Italiana di Storia Militare, 2012, pp. 263-274;

Antonella Meniconi, Inaugurazioni giudiziarie: tre discorsi ufficiali (ma non troppo) in Le Carte e la Storia, n. 2/2014, pp. 104-116;

Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi editore, 2005, p. 176;

Diego Scarabelli, Lotta alla mafia siciliana HUP, 2015;

Fabio Truzzolillo, Fascismo e criminalità organizzata in Calabria, tesi di dottorato in Storia Contemporanea discussa presso l’Università di Pisa il 23.10.2014.

Nov 30, 202212:58
Extra 007 I Giovedì del Museo. Sapevamo già tutto di Giuseppe Governale
Nov 23, 202201:11:33
Episodio 55. L'immagine dell'Arma nel Ventennio: il Museo Storico, il Monumento al Carabiniere, il Calendario storico, il carosello storico

Episodio 55. L'immagine dell'Arma nel Ventennio: il Museo Storico, il Monumento al Carabiniere, il Calendario storico, il carosello storico

In questa nuova puntata vogliamo presentarvi un pò l’immagine dell’Arma e come questa stessa si è presentata agli Italiani del periodo. Parleremo dunque del Museo Storico, del Monumento al Carabiniere, accenneremo al Calendario storico e, infine, lasceremo qualche parola a proposito del carosello storico.

La situazione politica all’inizio degli anni Trenta era piuttosto chiara con il fascismo che era saldamente al potere e aveva cancellato quasi ogni forma di resistenza attraverso le cosiddette leggi fascistissime che avevano cancellato i diritti fondamentali garantiti dallo Statuto Albertino.

In questo periodo, dunque, l’Arma dei Carabinieri Reali si presenta ai cittadini anche attraverso un’operazione di avvicinamento alla popolazione grazie a diverse iniziative che trovarono l’interesse e l’attenzione del pubblico dell’epoca.

Il Museo Storico, ad esempio, nacque per iniziativa di un ufficiale, Vittorio Gorini, che pubblicò un articolo dedicato al tema nel 1908, realizzando poi il suo pensiero solo dopo la Grande Guerra.

Il Carosello Storico fu presentato al grande pubblico nel luglio 1932 ottenendo subito un grande successo. Doveva essere affascinante osservare quei militari dell'Arma montati che facevano le evoluzioni a cavallo indossando divise storiche.

Nell'ottobre dello stesso anno fu inaugurato il Monumento Nazionale al Carabiniere Reale a Torino, nel corso di una austera cerimonia. Si noti che l'iniziativa fu avviata da due donne, la principessa Laetizia di Savoia ma soprattutto Ildegarde Occella, presidentessa dell’Istituto Nazionale per le Biblioteche dei Soldati che si fece promotrice dell'iniziativa dando vita a un comitato che raccolse denaro ben superiore all'iniziativa stessa.

Infine, il calendario, anche questo storico, che avviato per iniziativa privata negli anni 30 passò al Museo Storico che utilizzò tale prodotto editoriale per autofinanziarsi grazie ai proventi della vendita. Sul calendario si potrebbe dire tantissimo ma abbiamo deciso di non sbilanciare la narrazione a favore di questo e lasciamo dunque spazio degli ascoltatori alla ricerca di opere a stampa dedicate al tema che sono ancora reperibili sebbene fuori catalogo.

Se vi è piaciuto l'episodio non vi dimenticate di votare il nostro podcast andando su Spotify e selezionandolo. Potrete attribuire un voto che ci aiuta tanto a farci emergere tra tutti.

Buon ascolto!


 

Nov 16, 202216:52
Episodio 54. Le missioni all'estero del fascismo (San Marino e Saar)

Episodio 54. Le missioni all'estero del fascismo (San Marino e Saar)

Con questo episodio vogliamo parlarvi delle missioni all’estero svolte dall’Arma durante il fascismo e in particolare la presenza dei Carabinieri a San Marino e nella Saar. In questa chiacchierata non parleremo delle operazioni belliche ma di quelle che oggigiorno si definiscono peace-keeping operations.

Negli episodi precedenti abbiamo tratteggiato la situazione delle Forze dell’Ordine e il rapporto dell’Arma con il fascismo. Siamo consapevoli che è poca cosa ma abbiamo ritenuto necessario non appesantire troppo gli episodi con troppe informazioni. Idealmente, contiamo di ritornare sull’argomento più avanti e analizzare magari aspetti più puntuali dando una visione più chiara di quanto fatto.

Parliamo invece di due missioni di peace-keeping (secondo l’accezione moderna) tenutesi nel corso del ventennio fascista e legate l’una alla presenza di un contingente di Carabinieri nella piccola Repubblica di San Marino e l’altro alla partecipazione italiana alla missione di osservazione legata al plebiscito tenutosi nella Saar tra la fine del 1934 e l’inizio 1935.

Partiamo dunque dalla presenza di un piccolo contingente di venti Carabinieri della legione di Bologna sul Monte Titano iniziata nel 1921, su richiesta delle locali autorità di quella repubblica allo scopo di garantire un controllo del territorio più adeguato alla situazione politica e sociale del momento che vide anche San Marino contesa da gruppi estremisti. 

Inizialmente distaccati per sei mesi, la presenza del contingente fu prorogata senza fine nel settembre 1923, su richiesta dei vertici sanmarinesi. La missione terminò nel 1936 con soddisfazione delle due parti e la concessione di una medaglia d'oro al valor militare di prima classe alla bandiera dell'Arma dei Carabinieri Reali.

Se spostiamo poi la nostra attenzione alla presenza dei Carabinieri nella Saar, scopriremo che anche in quella terra di lingua tedesca i militari dell’Arma poterono svolgere un servizio che destò ammirazione e rispetto sia da parte degli abitanti di quella regione, sia da parte degli altri militari del contingente internazionale che vigilò sul plebiscito tra il 1934 e il 1935.

A questo proposito, la Società delle Nazioni determinò di costituire un Corpo Internazionale per la Saar il cui compito principale doveva essere quello di garantire delle libere e pacifiche consultazioni referendarie. Il contingente era formato da militari di vari Paesi: Gran Bretagna, Italia, Olanda, Svezia. L’Italia costituì il proprio contingente nazionale su: un Reggimento Speciale per il servizio nella Saar costituito dal 1° battaglione del 1° reggimento e 2° battaglione del 2° Reggimento della brigata Granatieri di Sardegna, nonché bandiera e musica del 1° reggimento; un battaglione Carabinieri Reali di formazione; infine il 2° squadrone del 19° Reggimento Cavalleria Guide che, proprio a partire dal 1934, aveva iniziato la propria meccanizzazione e che inviò nella Saar uno squadrone su carri veloci. Il contingente ebbe un proprio supporto logistico relativamente al servizio sanitario, ai trasporti ed alle comunicazioni radio. Complessivamente, il Contingente internazionale era composto da circa 3300 militari: 1500 britannici, 1300 italiani, 250 olandesi e pari numero svedesi. 

l’opera dei carabinieri durante i pochi mesi di permanenza nel bacino carbonifero si distinse soprattutto per la grande capacità del personale di raccogliere i dati informativi ed elaborarli, offrendo non solo una presenza tangibile e concreta per garantire il regolare svolgimento del plebiscito, ma anche un contributo alla conoscenza diretta dell’evoluzione sociale, politica ed economica della regione della Saar, nonché di tutta la Germania oramai saldamente nelle mani del partito nazionalsocialista.

Nov 02, 202216:18
Episodio 53. L'Arma alla fine degli anni Venti

Episodio 53. L'Arma alla fine degli anni Venti

La nostra chiacchierata ci porta a presentare una sorta di fotografia dell’Arma dei Carabinieri alla fine degli anni Venti dopo che la scorsa volta abbiamo parlato del rapporto tra i Carabinieri e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Per necessità dovremo parlare sia della MVSN, sia della polizia con la costituzione del corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza e poi di lì a poco dell'OVRA il cui acronimo non è stato mai sciolto ufficialmente ma che si potrebbe indicare convenzionalmente come Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo.

Aquarone chiarisce molto bene in uno dei suoi studi più approfonditi la situazione della repressione dell'antifascismo attraverso la sovrapposizione di funzioni che si ebbe durante il periodo tra polizia, OVRA, Milizia e quindi anche aggiungendo i Carabinieri.

In particolare, lo abbiamo già ricordato nell'episodio 52, i rapporti tra Milizia e Carabinieri soprattutto in periferia non furono eccellenti tanto che il comandante generale della milizia, il generale Gandolfo, dovette emanare una circolare riservatissima per segnalare l'importanza di evitare dissidi e di mantenere buoni rapporti sia con l'autorità politica, sia con l'Arma dei Carabinieri a testimonianza della situazione difficile che si viveva.

Furono anni difficili anche per i Carabinieri. 




Per approfondire:

Alberto Aquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 2003

Renzo De Felice, Mussolini L’alleato, I. L’Italia in guerra 1940-1943. Tomo 1. Dalla guerra «breve» alla guerra lunga, Torino, Einaudi, 1990

Giorgio Rochat, L’esercito e il fascismo, in Guido Quazza (a cura di), Fascismo e società italiana, Torino, Einaudi, 1973


Oct 19, 202212:56
Una storia piccola 003. L'Aiutante di Battaglia Giuseppe Tempini

Una storia piccola 003. L'Aiutante di Battaglia Giuseppe Tempini

Questa piccola storia, la terza della serie, è dedicata all'Aiutante di Battaglia dei Carabinieri Reali Giuseppe Enrico Tempini classe 1889 da Erbusco, piccolo centro della bassa bresciana.

Giuseppe Tempini si arruolò anticipatamente rispetto la leva militare e scelse di entrare nei Carabinieri. Non era molto alto (1.66 mt), di professione muratore, sapeva leggere e scrivere, doti che offrivano opportunità insperate per un giovane destinato inizialmente a una vita piena di fatica e di privazioni.

Diventato Carabiniere dopo il corso presso la legione Allievi Carabinieri Reali di Roma, fu destinato alla legione di Milano. Prese parte (non sappiamo se volontariamente o meno) alla guerra Italo-turca e quando sembrava che la rafferma stesse per terminare, Tempini fu fagocitato dall'esperienza della Guerra Mondiale tanto da scegliere successivamente di entrare nei "corpi speciali" di allora, il XXIX reparto d'assalto "fiamme verdi"; non era facile per un Carabiniere essere accettato da quei "fegatacci" dei reparti speciali e per questo si doveva dimostrare di essere ancora più tosti. Inizialmente divenuto vicebrigadiere dopo un anno ottenne il grado di brigadiere e poi fu promosso Aiutante di Battaglia per meriti di guerra. Cosa fece? Ascoltate l'episodio!

Anche dopo la guerra si dovette distinguere in situazioni difficili di ordine pubblico ma poi ritornò a fare il Carabiniere della "Territoriale" di quelli che pattugliavano i piccoli centri ed erano in grado di scoprire rapidamente gli autori dei crimini più importanti, cosa che fece in più occasioni, il più famoso dei quali passò alla storia come il giallo di Vedano.

Teoricamente congedato prima dello scoppio di un nuovo conflitto, la seconda Guerra Mondiale, fu richiamato in servizio e, all'8 settembre 1943, rimase in uniforme per garantire quella sicurezza pubblica sempre più precaria che fascisti e tedeschi volevano violare continuamente.

Fu ucciso il 3 maggio 1945, da comandante di Stazione Carabinieri Reali di Lissone (all'epoca in provincia di Milano), dopo che il CLN locale lo aveva autorizzato a ricostituire il piccolo comando dell'Arma in attesa di una situazione più stabile. Un delinquente si volle vendicare, mascherando la sua come una azione di un partigiano, per la denuncia che aveva subìto quando Tempini lo scoprì coinvolto nella macellazione clandestina di animali.

La giustizia fece il suo corso e, dopo essere stato rimpatriato dalla Francia ove era fuggito, l'omicida fu condannato a una pena esemplare.

Noi di Storia dei Carabinieri siamo convinti che sia importante raccontare vicende come queste, allo scopo di far conoscere il ruolo, spesso silenzioso, che i Carabinieri ebbero nel corso della nostra storia nazionale.


Si ringrazia Matteo Paderni, ideatore del profilo Instagram regio_esercito per aver supportato questa iniziativa e aver voluto registrare parte dell'episodio.

                                                                                              Storia dei Carabinieri 

suggerisce a tutti gli ascoltatori di seguire su Instagram il profilo regio_esercito che posta regolarmente immagini fotografiche delle Forze Armate italiane durante il regno d'Italia.


Oct 12, 202221:33
Episodio 52. I Carabinieri e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale

Episodio 52. I Carabinieri e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale

Con l'istituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN) all'indomani della cosiddetta "marcia su Roma" del 28 ottobre 1922 furono ridisegnati gli equilibri tra le Forze dell'Ordine dell'epoca. Sciolto il corpo con funzioni di polizia direttamente dipendente dal ministero dell'Interno già alla fine del 1922, si dovette attendere il 1925 perché l'Interno avesse un nuovo organismo a totale disposizione: il corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza sotto l'attenta e potente guida di Arturo Bocchini, "Capo" della Polizia secondo la definizione che il fascismo attribuì al Direttore Generale per la Pubblica Sicurezza.

In tutto questo, l'Arma assistette a una lenta ma progressiva erosione di alcune funzioni a favore della MVSN e in particolare delle numerose "milizie speciali" che avevano precisi compiti di controllo soprattutto politico come dimostrarono ampiamente la milizia ferroviaria, portuaria, delle Strade e via dicendo.

In questo senso si può leggere una riduzione dei perimetri di responsabilità e competenza dei Carabinieri soprattutto attraverso i casi di studio dedicati alle Ferrovie dello Stato e al trasporto marittimo.

In sostanza, più che un controllo di polizia, era indispensabile esercitare un controllo politico limitando il dissenso e ponendo sotto sorveglianza sindacalisti e attivisti politici che più avevano contrastato l'ascesa del movimento fascista tra la fine del primo Conflitto Mondiale e il delitto Matteotti (10 giugno 1924). 


Votate il nostro #podcast con le stelline su #Spotify!


L'immagine per la copertina dell'episodio è tratta dal sito internet https://spazioinwind.libero.it/littorio/pnf/fotopnf-i.htm

#fascismo #mussolini #marciasuroma #1922 #28ottobre1922 #carabinierireali #MVSN #miliziavolontariasicurezzanazionale

Oct 05, 202214:08
Episodio 51. L'ascesa del fascismo e il ruolo dell'Arma tra il 1923 e il 1926

Episodio 51. L'ascesa del fascismo e il ruolo dell'Arma tra il 1923 e il 1926

Cosa successe tra il 1923 e il 1926?

Il fascismo giunto al potere sciolse immediatamente la Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza e istituzionalizzò il ruolo delle squadracce fasciste con la costituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN). A fianco a queste e dopo pochi mesi fu decisa la ricostituzione di una forza di polizia agli ordini diretti del potere politico tramite il ministro dell'Interno: nacque così il corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza che affiancò il già preesistente ruolo dei funzionari (civili) di pubblica sicurezza. In questo modo Mussolini, attraverso la fedeltà del Direttore Generale di Pubblica Sicurezza, nel frattempo nominato anche Capo della Polizia (o più semplicemente "il Capo" secondo l'abitudine del tempo), Arturo Bocchini poté affidarsi quasi interamente a questo nuovo organismo diretto e controllato da un vertice che ebbe accesso a fondi e possibilità tecniche non paragonabili ai ben più miseri stanziamenti assegnati ai Carabinieri, nonostante il Comandante Generale fosse diretta emanazione della migliore élite militare del tempo. 

In definitiva, l’Arma pagò la sua vicinanza al Capo dello Stato e l’appartenenza all’Esercito quale prima Arma con minori finanziamenti e una posizione davvero secondaria all’interno dell’apparato repressivo del fascismo in Italia dove il “Capo”, Bocchini, ebbe al contrario un ruolo da comprimario insieme a Mussolini.

Era nata la dittatura.


Vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. è sufficiente andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show.

Sep 21, 202211:05
Episodio 50. La situazione delle Forze dell'Ordine tra il 1919 e il 1923

Episodio 50. La situazione delle Forze dell'Ordine tra il 1919 e il 1923

La situazione delle Forze dell’Ordine tra il 1919 e il 1923 è un argomento poco noto e piuttosto negletto. 

In sostanza il governo Nitti nel 1919 decise per una forte riorganizzazione almeno della forze dell'ordine direttamente dipendenti dal ministero dell'Interno portando alla soppressione del corpo delle Guardie di Città e alla costituzione di 2 nuovi organismi: il corpo della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza e il corpo degli Agenti d'Investigazione

Il Comandante Generale dell'epoca, il tenente generale Luigi Cauvin, uno dei pochi proveniente dall'Arma dall'Unità d'Italia e fino al 1943, rappresentò i rischi per l'Arma dei Carabinieri Reali che avrebbero rappresentato i due nuovi corpi ma non ottenne l'attenzione che aspettava. A tal punto egli diede le dimissioni   nel 1919, lasciando la carica al parigrado Petitti di Roreto, un ufficiale di lunga tradizione militare che tuttavia lo mantenne fino al 1921. 

La riforma fu attuata e come era stato previsto fu un dissanguamento dell'Arma che si vide privare di numerosi sottufficiali anziani ed esperti che andarono soprattutto a rinforzare il corpo degli agenti d'investigazione, corpo ancillare a quello dei funzionari di pubblica sicurezza, che aveva però numerosi benefit rispetto all'Arma, uno tra tutti l'uso istituzionale dell'abito borghese e l'assenza degli obblighi di pernottamento in caserma e di limitazione anagrafiche per il matrimonio.

Nel contempo, il fenomeno squadristico prese piede creando tensioni e aggredendo fisicamente gli oppositori politici alcuni dei quali furono pure uccisi. In questo frangente la situazione delle forze dell'ordine pagò anche l'indecisione del potere politico che non seppe o non volle dare chiare indicazioni su come agire di fronte a tali azioni criminali.

Tuttavia la cosiddetta "marcia su Roma" del 28 ottobre 1922 rappresentò la vera e propria presa del potere del fascismo e la fine dell'età liberale. Allo scopo di sistemare al meglio le forze dell'ordine e non potendo riversare la rabbia sull'Arma dei Carabinieri che era pur sempre inquadrata nell'Esercito e dipendente dal ministero della Guerra, i fascisti rapidamente cancellarono non solo la Guardia Regia che pure aveva creato problemi a tutti gli schieramenti politici ma anche il corpo degli agenti di investigazione che transitò nell'Arma con il nome di "Ruolo Specializzato".

In questo senso, dal 1923 al 1925, l'Arma dei Carabinieri Reali rappresentò l'unica forza armata in servizio permanente di Pubblica Sicurezza. In realtà, nei primi giorni di gennaio 1923 fu subito costituita la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, un organismo politico di polizia che intendeva racchiudere il fenomeno dello squadrismo attraverso la sua istituzionalizzazione.


Se l'episodio vi è piaciuto, votate il nostro #podcast su Spotify. Vi aspettiamo! Buon ascolto!


Sep 07, 202216:34
Extra 006. In memoria del generale Dalla Chiesa. Il suo testamento spirituale

Extra 006. In memoria del generale Dalla Chiesa. Il suo testamento spirituale

Aug 31, 202212:17
Episodio 49. I Carabinieri nel cosiddetto "Biennio rosso"

Episodio 49. I Carabinieri nel cosiddetto "Biennio rosso"

Nei due anni successivi alla firma dell’armistizio, l’impatto della trasformazione sociale, politica ed economica fu molto forte in tutto il Paese e ciò diede vita ad un periodo di instabilità definito dai giornalisti il “biennio rosso”. 

Durante tale periodo, si ebbero richieste di riconoscimenti economici fino a quel momento negati che diedero il via anche a scontri tra operai e contadini da una parte, imprenditori e proprietari terrieri dall’altra. Tali scontri sfociarono talvolta in azioni violente da ambo le parti che, però, vedevano nel mezzo della lotta i Carabinieri e le altre forze dell’ordine.

Vi furono scioperi e atti di violenza anche contro le forze dell’ordine. Ciò portò a una difficile gestione dell’ordine pubblico in numerose città della Penisola, sia per le rivendicazioni economiche e sociali di cui si è detto, sia in conseguenza dell’azione dei nazionalisti e di altre frange estremiste di destra tra cui i fascisti in conseguenza della sigla del trattato di Versailles.

Si pensi che, nel 1920, a Milano, nel corso di un tentato moto rivoluzionario i rivoltosi assaltarono una vettura pubblica che conduceva da Monza al capoluogo il brigadiere Giuseppe Ugolini, uccidendolo orrendamente dopo che aveva reagito al tentativo di essere disarmato.

Tuttavia, i fascisti non rinunciarono ai oro piani di azione nonostante la situazione politica in Italia si fosse lentamente stabilizzata con una violenza oramai in mano proprio alle “camicie nere”. 

Celebrata la cosiddetta “marcia su Roma”, con il conseguente incarico governativo attribuito a Mussolini, i fascisti vollero dare subito il messaggio di prepotenza che caratterizzò questa loro fase politica, inserendo proprio le camice nere a fianco delle forze dell’ordine. 

In questo senso ma ne parleremo nel prossimo episodio, fu soppressa la regia guardia per la pubblica sicurezza e anche il corpo degli agenti di investigazione attribuendo  molte competenze alla neonata milizia volontaria per la sicurezza nazionale e lasciando i Carabinieri, saldamente all’interno dell’Esercito, con le incombenze che i testi normativi avevano loro attribuito sin dalla fondazione.

Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “La fine della Grande Guerra e i Carabinieri” di Flavio Carbone.

Il volume è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa.

Eccoci giunti alla fine dell’episodio numero 49 del podcast “Storia dei Carabinieri”. 

Vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. 

Basta andare sulla pagina del podcast e cliccare sulle stelline, valutando lo show. A voi costa poco, ma è tanto per noi che investiamo risorse e tempo nel progetto. 


Grazie mille!

Aug 24, 202208:25
Extra 005. In memoria del generale Dalla Chiesa. L'ultimo discorso in uniforme

Extra 005. In memoria del generale Dalla Chiesa. L'ultimo discorso in uniforme

Questo episodio extra (chiamiamolo anche episodio Bonus), il numero 5 della serie, è dedicato ad un uomo e a tutti i suoi oscuri collaboratori che hanno svolto silenziosamente il proprio dovere. 

L'episodio vuole ricordare la figura del generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso vigliaccamente il 3 settembre 1982 a bordo dell’autobianchi A112 della moglie e con la moglie, Emanuela Setti Carraro, insieme alla Guardia Scelta di Pubblica Sicurezza Domenico Russo, assegnato di scorta al prefetto Dalla Chiesa a Palermo.

Le vicende sono note e noi non le ripercorreremo. Ci sono numerosi approfondimenti sulla vita e sull'operato di un personaggio così carismatico e importante allo stesso tempo come Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Questa puntata è dedicata all'ultimo discorso che egli tenne, in qualità di ufficiale dei Carabinieri, ma forse ancora di più in qualità di Vice Comandante Generale il 5 maggio 1982, quando aveva già assunto le funzioni di prefetto di Palermo ma era tornato a Roma per il saluto all'Arma, a quella Istituzione che aveva servito fedelmente per tutta la sua vita.

Il suo fu un discorso che veniva dal cuore e che in questo episodio Storia dei Carabinieri ha provato a presentare analizzando alcune questioni. Egli ha guardato al suo passato e ai suoi collaboratori nonché all'esperienze che visse nell'Arma. Va ricordato che si tratta di un discorso letto (come egli stesso cita) per la prima volta seguendo appunti scritti nel 1982, quarant'anni fa, e dunque ciò che egli disse appare forse ancora più importante. 

In questo senso, si è voluto offrire all'ascoltatore una sintesi della interpretazione più ampia che è apparsa altrove e che ha costituito un momento di riflessione offerto nelle pagine della rivista scientifica dell'Arma dei Carabinieri.


 In questo senso, noi di Storia dei Carabinieri, ci auguriamo di aver contributo a far conoscere qualcosa di meno noto, qualcosa che molti militari dell'Arma portano con se, quel senso delle Istituzioni che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa condivise con il suo ultimo discorso.



Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal contributo apparso sulla Rassegna dell’Arma dei Carabinieri. In particolare, si tratta del saggio di Flavio Carbone “Il discorso del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa”, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, n. 2 (aprile-giugno) 2018, pp. 137-168.

Il testo è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri, mentre qui si può scaricare il numero della rivista in formato Adobe Acrobat.

Aug 17, 202222:03
Episodio 48. La Grande Guerra dei Carabinieri. La fine della guerra e i Carabinieri

Episodio 48. La Grande Guerra dei Carabinieri. La fine della guerra e i Carabinieri

L'episodio è dedicato alla fine della Grande Guerra e alle conseguenze di questa sui Carabinieri. Lo scorso episodio è stato dedicato invece alla Banda dell’Arma (n. 47).

La tenuta del Piave dopo le operazioni di ripiegamento in seguito alla penetrazione austro-tedesca a Caporetto, le operazioni contro le teste di ponte nemiche, le azioni degli arditi riuscirono a garantire quella solidità morale tanto necessaria in quei giorni difficili. 

Il ruolo dei Carabinieri continuava ad essere quello di sempre: forza dell’ordine al servizio del Paese e in mezzo ai suoi cittadini, “nella trincea e nella strada”, secondo le parole di D’Annunzio.

L’armistizio, che rappresentò la resa incondizionata da parte dell’ormai antico nemico, fu firmato alle ore 15.00 del 3 novembre 1918 a Villa Giusti, alle porte di Padova. 


Naturalmente, la firma dell’armistizio non significò la fine delle attività dell’Arma. Nuovi compiti si sommarono a quelli preesistenti.


Iniziò la smobilitazione, mentre i Carabinieri presidiarono i nuovi territori, le province di nuova annessione e le zone occupate per effetto dell'armistizio.

E poi la sicurezza dei trasporti ferroviari, la vigilanza sui beni di proprietà dell'amministrazione militare e le investigazioni condotte in caso di furti o sottrazioni. Insomma gli impegni non diminuirono affatto.


Inoltre, furono anni di riorganizzazioni con la creazione di un nuovo livello gerarchico, i comandi di gruppi di legioni, l'istituzione di nuove legioni e nuove divisioni Carabinieri (antesignane degli attuali comandi provinciali), nuove norme in materia di avanzamento e di miglioramenti economici.

Insomma, la prima Guerra Mondiale aveva portato numerosi cambiamenti in un'Arma che seguiva da vicino le trasformazioni della società.

Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “La fine della Grande Guerra e i Carabinieri” di Flavio Carbone.

Il volume è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa.

Vi aspettiamo per i prossimi episodi.


Buon ascolto!

Aug 10, 202211:09
Episodio 47. La Grande Guerra dei Carabinieri. La Banda dell'Arma

Episodio 47. La Grande Guerra dei Carabinieri. La Banda dell'Arma

Questo episodio è dedicato ad un argomento davvero poco conosciuto anche all'interno della stessa Arma dei Carabinieri. Si parlerà della  Banda dell’Arma nel corso del primo Conflitto Mondiale, dopo che si è trattato dei Carabinieri all’estero nell’episodio 46.

La musica che avete ascoltato registrata in tutti gli episodi è tratta dalla produzione e dalla esecuzione della Banda. Inizialmente si trattava della musica della legione allievi Carabinieri ma nel tempo ha cambiato nome e fisionomia. 

Allo scoppio della Grande Guerra si aveva a che fare con un complesso bandistico di tutto rispetto ma, vale la pena di ricordarlo, inserito all’interno di una organizzazione militare.

Con la mobilitazione e la costituzione del reggimento Carabinieri mobilitato, dalla legione allievi partì anche la banda e la bandiera di guerra per raggiungere il fronte.

Così i militari della banda furono presenti in prima linea e nelle immediate retrovie tanto che lo stesso maestro Luigi Cajoli rimase ferito alla gamba da una scheggia di shrapnel mentre prendeva parte alle operazioni di soccorso di alcuni Carabinieri e soldati feriti.

Vista l'inutilità di mantenere i musicisti al fronte, questi professionisti della musica furono destinati a svolgere un altro ruolo: divennero gli ambasciatori musicali del nostro Paese durante il primo conflitto mondiale viaggiando in Francia e nel Regno Unito per far conoscere la ai cittadini dei due Paesi alleati il ruolo dell'Italia e diffondere la cultura musicale italiana.


Le foto e le incredibili riprese video del tempo mostrano quanto il successo fu davvero incredibile e quanta partecipazione di cittadini ci fu per ammirare e soprattutto ascoltare le esibizioni musicali di quel complesso bandistico che nel 1916 avviò la prima della lunga serie di tournée in giro per il mondo.


Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Musica e l’Arma”, Roma, 2017, Ministero della Difesa - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare, si tratta del paragrafo “La banda all’estero (1916-1947) di Laura Secchi.

Il volume è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa

Nel prossimo episodio parleremo del ruolo della fine della prima Guerra Mondiale e del lascito ai Carabinieri.


Infine, vi invitiamo a valutare il podcast su Spotify attribuendo al podcast (non ai singoli episodi) un punteggio selezionando le stelline. Vi ringraziamo per la fiducia accordataci.

A presto!

Jul 27, 202210:21
 Episodio 46. La Grande Guerra dei Carabinieri. I Carabinieri all'estero

Episodio 46. La Grande Guerra dei Carabinieri. I Carabinieri all'estero

L'episodio è dedicato a quello che i Carabinieri fecero all’estero.

In linea generale, su tutti i fronti, le sezioni e i plotoni di Carabinieri con funzioni di polizia militare seguirono i contingenti dell’Esercito sia in Europa, sia in Medio ed Estremo Oriente, raggiungendo località sconosciute ai più in quegli anni, come Vladivostok o Pechino

Per rimanere in Europa, si può considerare al ruolo dei Carabinieri in un fronte oggi poco ricordato, l’Albania, dove un corpo di spedizione italiano garantì durante l’intero arco del conflitto il possesso del porto di Valona e il controllo del Canale d’Otranto.

Lì, i militari dell’Arma, oltre alle tante attribuzioni, addestrarono una gendarmeria locale riuscendo a trasformare i malandati e, in certi casi, inetti gendarmi ottomani presenti sul territorio, in una forza dell’ordine che ricalcava il modello dell’Arma.

Anche in questo caso dunque i Carabinieri non furono impiegati solo in qualità di polizia militare, ma più propriamente di forza dell’ordine attraverso un’attività che si potrebbe definire di nation building condotta attraverso la ricostituzione di forze di polizia efficienti. 

Sicuramente, il Carabiniere più conosciuto per il ruolo svolto all'estero durante il primo Conflitto Mondiale fu il maggiore Cosma Manera.

Con pochi uomini, ampia autonomia e superando difficoltà incredibili riuscì a individuare e recuperare in tutta la Russia devastata dalla rivoluzione e dalla guerra civile numerosi cittadini di quelle che poi furono riconosciute come le terre redente secondo la narrazione risorgimentale. Tali uomini in servizio nell'esercito austro-ungarico furono catturati dai russi durante i combattimenti sul fronte orientale e quindi con il collasso dell'impero zarista si adattarono anche a svolgere umilissime funzioni pur di sopravvivere. Manera e i suoi uomini individuarono molti di questi e a portarli a Vladivostock dove furono armati ed equipaggiati e, su base volontaria, addestrati per un possibile impiego bellico in Estremo Oriente. Infine, questi uomini ritornarono alle loro case al termine dell'esigenza di mobilitazione dall'altra parte del mondo

Su Manera vi rimandiamo al volume scritto da Paolo Formiconi di cui abbiamo parlato nel corso dell’intervista n. 4 dedicata al volume da lui scritto intitolato per l’appunto “Gli Italiani in Siberia”.


Votate il nostro podcast su Spotify! Abbiamo bisogno del vostro aiuto! Grazie!


Jul 13, 202211:06
Episodio 45. La Grande Guerra dei Carabinieri. I pionieri del volo

Episodio 45. La Grande Guerra dei Carabinieri. I pionieri del volo

L'episodio è incentrato sul ruolo dei Carabinieri nella giovanissima aviazione italiana del primo Conflitto Mondiale.

Per un breve approfondimento su quest’ultima vi rimandiamo al capitoletto trattato magistralmente dal Generale Ispettore Capo Basilio Di Martino presente nel volume citato a fine episodio.

I Carabinieri nelle operazioni aeree; inizialmente esclusi molto probabilmente per timore di vedere depauperati i reparti di polizia militare, perennemente carenti di personale a partire dal 1916 fu possibile ammettere ai corsi piloti nuovi volontari tra cui proprio numerosi Carabinieri che accorsero con il sogno di diventare piloti. Ciò forse anche per la rapida evoluzione del conflitto, l’esigenza di disporre di nuovi velivoli e di avere nuove professionalità che stimolò la produzione industriale e richiese il rapido reclutamento di centinaia di uomini entusiasti di vivere l'esperienza del volo.

Secondo alcuni testi che stiamo approfondendo complessivamente 173 Carabinieri (tra cui 4 Carabinieri Guardie del Re) entrarono nella “cavalleria del cielo”, nuova protagonista della “guerra moderna”, mantenendo tuttavia sulla giubba da aviatori gli alamari dell’Arma.

L'accesso alla nuova Arma ebbe un altro effetto: quello di offrire una rapida ascesa sociale. Per l'Arma dei Carabinieri, si possono citare i casi del tenente Ernesto Cabruna, del tenente Demetrio Artuso, del sottotenente Annibale Comazzi, del sottotenente Luigi Monnier, del maresciallo d’alloggio maggiore Giuseppe Putzu, del maresciallo d’alloggio Giuseppe Marini e di altri militari ancora.

Tra tutti i piloti, il più noto fu senza dubbio il brigadiere, poi promosso tenente per merito di guerra, Ernesto Cabruna, Medaglia d’Oro al Valor Militare, che nel dopoguerra continuò la sua carriera nelle fila della neonata Regia Aeronautica. Alla sua impresa più famosa, quella del 29 marzo 1918, in cui affrontò da solo una formazione aerea nemica abbattendone il capo squadriglia e mettendone in fuga gli altri 10 componenti, fu dedicata una copertina della “Domenica del Corriere” realizzata da Achille Beltrame.

In anni più recenti, un’attività di cooperazione interforze tra Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri ha consentito il restauro dello SPAD VII appartenuto all’asso dei Carabinieri, Ernesto Cabruna, ed attualmente esposto in un’apposita area all’interno della Scuola Ufficiali Carabinieri a Roma, a testimonianza del saldo legame tra le due Istituzioni militari a 100 anni dalla fine del conflitto.


Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “I Carabinieri pionieri del volo” di Flavio Carbone.

Il volume è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri e su quello del Ministero della Difesa.


Vi aspettiamo su Instagram. Qui il link al nostro profilo! A presto!

Jun 29, 202209:40