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Nel corso della Storia e della Filosofia - Tolandus Redivivus

Nel corso della Storia e della Filosofia - Tolandus Redivivus

By Fabrizio Puca

Ciao, sono Fabrizio Puca, professore di storia e filosofia del triennio superiore. Registro lezioni precise, dettagliate e spero non troppo noiose con la mia gatta Sophie.

Nel canale YouTube puoi trovare molte altre lezioni tematicamente organizzate e suddivise in playlist. Dai un'occhiata anche alla pagina Facebook e Instagram per leggere piccole storie curiose.

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Spartizione della Polonia - Settecento Guerre e politica 8

Nel corso della Storia e della Filosofia - Tolandus RedivivusMay 19, 2024

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Spartizione della Polonia - Settecento Guerre e politica 8

Spartizione della Polonia - Settecento Guerre e politica 8

La politica dell’equilibrio riesce a trovare un assestamento e ad evitare guerre generali per trent’anni. Tuttavia i successi di Caterina II di Russia contro gli ottomani spingono Austria e Russia a chiedere una contropartita territoriale. Ne fa le spese la Polonia, un regno sprofondato nell’anarchia e nella miseria, che viene spartita per ben tre volte. Alla fine non resta niente. Federico II di Prussia ottiene, tra gli altri territori, la Prussia occidentale, riuscendo finalmente ad unificare i suoi possedimenti. L’Austria si prende la Galizia, la Russia incamera i territori ucraini. L’eroe nazionale Tadeusz Kosciuszko organizza l’ultima inutile resistenza polacca. Conquistando la costa settentrionale del mar Nero, Caterina II realizza il sogno del suo predecessore Pietro il Grande. Il Settecento europeo si conclude con il compimento estremo e cinico del sistema dell’equilibrio, mentre la Francia rivoluzionaria ben presto renderà improvvisamente obsolete le monarchie di cui abbiamo parlato in queste otto videolezioni.

May 19, 202442:29
Francia e Inghilterra - Settecento Guerre e politica 7

Francia e Inghilterra - Settecento Guerre e politica 7

In questa lezione parliamo della politica interna di Francia e Inghilterra nella prima parte del Settecento. In Francia la morte di Luigi XIV e il periodo della Reggenza segnano la ripresa delle forze anti assolutistiche: i ceti privilegiati riusciranno a non pagare le tasse. La situazione non cambia durante il regno del debole Luigi XV. Le molte guerre aggravano il debito pubblico, spianando la strada alla successiva Rivoluzione francese. Si apre anche una stagione di maggiore libertà e anticonformismo, che segna l’affermazione dell’illuminismo. In Inghilterra il parlamento aumenta ulteriormente i suoi poteri, già notevoli dopo il Bill of Right. Si pone un problema di successione, perché dopo la morte di Maria e Guglielmo, la regina Anna (che realizza l’unione di Inghilterra e Scozia nella Gran Bretagna) non ha eredi. Si avvia dunque all’estinzione il ramo protestante degli Stuart, aprendo la possibilità del ritorno degli Stuart cattolici. Per evitare questo il parlamento approva l’Act of Settlement: dopo Anna, i tedeschi Hannover sono invitati a prendere possesso del trono britannico. Mentre la Scozia si ribella inutilmente, Giorgio I e Giorgio II Hannover non si occupano quasi per niente degli affari di Stato. Il parlamento così spadroneggia. I tories (conservatori), accusati di voler favorire gli scozzesi e i pretendenti Stuart, vengono criminalizzati. Per quarantacinque anni governano interrottamente Walpole e altri primi ministri whig (liberali), che diffondono la corruzione. Il parlamento si riduce ad un comitato d’affari dei proprietari terrieri che stanno realizzando la rivoluzione industriale.

May 17, 202450:34
Guerra dei Sette anni - Settecento Guerre e politica 6

Guerra dei Sette anni - Settecento Guerre e politica 6

Maria Teresa d’Austria non dimentica il tradimento di Federico II di Prussia nella guerra precedente, e medita vendetta. Riesce a rovesciare le alleanze europee e ad allearsi, oltre con la Russia, anche con la tradizionale nemica Francia. Gli Hohenzollern duchi di Brandeburgo e poi re di Prussia, si erano fortemente rafforzati nel tempo. In questa lezione ripercorriamo la storia e gli avvenimenti di questa dinastia nei centocinquant’anni precedenti. Circondato da ogni parte, come nella precedente Guerra di successione austriaca, anche in questo caso Federico II attacca per primo, ma nonostante l’ottima organizzazione dell’esercito prussiano nulla può contro tre grandi potenze. Egli deve fuggire dalla sua capitale Berlino, e tutto sembra perduto per lui. Un cambio dinastico in Russia salva inaspettatamente Federico. La Russia esce dalla guerra, e la Prussia riesce ad ottenere una pace che ripristina lo status quo ante. Come nella precedente guerra di successione austriaca, anche qui vi è una guerra parallela. Infatti la Francia, alleata dell’Austria, e la Gran Bretagna, alleata della Prussia, combattono tra loro non per conquistare territori europei, ma le colonie. Quindi si combatte anche in America e in Asia, tanto che gli storici parlano di una guerra mondiale. Lo scontro si rivela un disastro per la Francia, che perde l’intero Canada e molte basi in India. La superiorità coloniale britannica non ha più rivali.

May 12, 202440:28
Guerra di successione austriaca - Settecento Guerre e politica 5

Guerra di successione austriaca - Settecento Guerre e politica 5

I territori degli Asburgo d’Austria si ingrandiscono enormemente grazie alle conquiste balcanico-danubiane propiziate dal crollo dell’impero ottomano. In maniera repentina gli Asburgo si trovano padroni di un impero costituito da numerose nazionalità oppresse, con lingue, tradizioni, religioni, etnie molto diverse tra loro. Un impero che rompe l’equilibrio europeo e che fa gola a numerose potenze. Maria Teresa d’Austria in quanto donna non viene riconosciuta come sovrana, come non viene riconosciuto suo marito Francesco di Lorena come imperatore germanico. L’Austria si ritrova contro tutta Europa, tranne la Gran Bretagna che nelle guerre dell’equilibrio si schiera sempre con il più debole. Federico II di Prussia scatena la guerra (la terza guerra di successione in pochi decenni) occupando la ricca Slesia. Maria Teresa, contro ogni previsione, si salva perché gli ungheresi, che in precedenza si erano ribellati a Vienna e avevano ottenuto una certa autonomia, le restano fedeli. Tuttavia la Slesia resta alla Prussia, che diventa sempre più potente. La pace che conclude questa guerra è piuttosto complessa, e mostra come nella logica dell’equilibrio le nazionalità non venissero tenute in alcuna considerazione: alcuni sovrani vengono spostati da una parte all’altra dell’Europa, e messi a capo di principati che nulla c’entrano con le loro dinastie.

May 10, 202435:12
Guerra di successione polacca - Settecento Guerre e politica 4

Guerra di successione polacca - Settecento Guerre e politica 4

Dopo aver spiegato le motivazioni del tragico declino della Polonia - ben rappresentato dal fatto di non aver ottenuto nulla dalla Grande guerra del Nord pur essendo tra i vincitori -, Stato fantoccio prima della Russia, poi della Svezia, poi di nuovo della Russia, cerchiamo di descrivere le motivazioni dello scoppio della seconda guerra di successione del Settecento. I due candidati al trono polacco sono appoggiati dalla Francia e dalla Russia, e questo versante della guerra si conclude rapidamente con la vittoria del candidato russo Augusto III di Sassonia. Tuttavia c’è una guerra nella guerra, che non riguarda direttamente la Polonia: La Spagna, alleata della Francia, e l’Austria, alleata della Russia, si scontrano in Italia per il possesso del regno di Napoli. La Spagna vince nella battaglia di Bitonto, e Carlo III figlio del re di Spagna Filippo V, costituisce una nuova dinastia borbonica a Napoli, che ritorna capitale di uno Stato indipendente dopo più di duecento anni. L’Austria perde l’Italia meridionale a causa di una guerra che non la riguardava direttamente, e alla quale aveva partecipato solo per amicizia con la Russia.

May 05, 202438:34
Grande guerra del Nord - Settecento Guerre e politica 3

Grande guerra del Nord - Settecento Guerre e politica 3

Negli stessi anni della guerra di successione spagnola, in Europa orientale infuria la Grande guerra del Nord. Come la Francia di Luigi XIV minacciava l’equilibrio delle potenze ad Ovest, così la Svezia aveva rotto l’equilibrio ad Est, costruendo durante il Seicento un vero e proprio impero marittimo sul mar Baltico. Carlo XII re di Svezia si trova a combattere contro Polonia, Danimarca e Russia. Contro ogni aspettativa le sconfigge una dopo l’altra, dimostrandosi un genio militare: sarà preso a modello da Napoleone. E come Napoleone, commette stesso errore cento anni prima di lui: invade la Russia e si scontra contro un inverno terribile. Alla fine la Svezia è sconfitta. Carlo XII muore senza eredi, e i ceti anti assolutistici ne approfittano per instaurare una democrazia parlamentale, la seconda dopo l’Inghilterra. L’impero svedese cessa di esistere. Il vero vincitore della guerra è lo zar Pietro il Grande; dopo tanti tentativi frustrati, la Russia conquista finalmente uno sbocco nel mar Baltico incamerando territori baltici e finlandesi.

May 03, 202433:33
Spagna e Russia - Settecento Guerre e politica 2

Spagna e Russia - Settecento Guerre e politica 2

Parliamo di due Paesi molto diversi. La Spagna in declino, dopo aver perso tutti i possedimenti europei, cerca una rivincita della guerra di successione spagnola. Il solo fatto che la decadente dinastia degli Asburgo sia stata sostituita da un re proveniente dalla Francia, genera qualche miglioramento ed autorizza speranze. Il primo ministro Alberoni cerca di riconquistare i territori persi, ma fallisce con l’unico risultato di favorire gli austriaci, i quali ottengono la Sicilia dai Savoia in cambio della meno importante Sardegna. L’opposizione interna dei ceti parassitari blocca le riforme, e il re Filippo V non riuscirà ad impedire il degrado della Spagna. All’inizio del Settecento la Russia era una potenza minore, priva di sbocco al mare: il mar Baltico era egemonizzato degli svedesi, e il mar Nero settentrionale dai tatari di Crimea vassalli dell’impero ottomano. Dopo un inutile tentativo di conquistare uno sbocco sul mar Nero attraverso il fiume Don, lo zar Pietro capisce che l’espansione territoriale della Russia non avverrà in mancanza di una modernizzazione economica. Così si reca in Occidente e ritorna portando con sé tecnici e artisti stranieri. In pochi anni la Russia viene sottoposta ad una modernizzazione forzata, simboleggiata dalla costruzione della nuova capitale Pietroburgo. Pietro sarà ricordato come Pietro il Grande, e la Russia è pronta a diventare grande.

Apr 28, 202441:59
Guerra di successione spagnola - Settecento Guerre e politica 1

Guerra di successione spagnola - Settecento Guerre e politica 1

Le guerre europee del Settecento vengo chiamate “guerre dell’equilibrio”, perché la diplomazia europea, molto complessa e sempre all’opera, tende a mantenere l’equilibrio tra gli Stati, intervenendo ogniqualvolta qualche potenza minacci di romperlo. Spesso queste guerre si concludono non perché una parte prevalga militarmente sull’altra, ma perché i rappresentanti dei vari Stati trovano un accordo che accontenti tutti. Le trattative e lo spionaggio non si arrestano durante i conflitti. Il declino inarrestabile della Spagna rischia di rendere troppo forte Luigi XIV, che pretende il trono e tutti i possedimenti spagnoli per suo nipote Filippo. Il Re Sole aveva mostrato il suo pericoloso espansionismo già in guerre precedenti. Sicché quasi tutti i Paesi europei si schierano a favore dell’altro pretendente all’eredità spagnola, ovvero Carlo d’Asburgo d’Austria figlio dell’imperatore Leopoldo. I successi militari dell’Austria e il rischio che, essendo morti alcuni suoi parenti, Carlo possa diventare anche padrone dei territori asburgici, spinge le potenze europee ad accettare una spartizione in cui il francese diventa re di Spagna e l’austriaco incamera i possedimenti spagnoli in Europa (compresi Napoli e Milano). Chi si avvantaggia realmente da tutte le guerre dell’equilibrio è l’Inghilterra, che lascia che gli Stati assoluti litighino per qualche trono o qualche pezzo d’Europa senza significato, mentre essa conquista il resto del mondo. La pace inglese della guerra successione spagnola infatti è diversa dalle altre paci. L’Inghilterra ottiene vantaggi strategici, coloniali e commerciali (ad esempio il possesso di Gibilterra). La strategia inglese, che porterà Londra ad affermarsi quale prima potenza mondiale indiscussa, segue una logica diversa perché è espressione del Parlamento puritano affaristico e antifeudale, mentre la politica estera degli altri Paesi risente della mentalità anacronistica dei sovrani assoluti e di una nobiltà preindustriale.

Apr 26, 202450:20
Industria - Sei-Settecento - Storia sociale e materiale 4

Industria - Sei-Settecento - Storia sociale e materiale 4

L’Olanda aveva scarsa popolazione, aveva scarse materie prime. Nel Seicento si afferma come prima potenza industriale grazie alla sua tecnologia. Niente di ciò che veniva esportato dall’Olanda era prodotto in Olanda. L’Olanda raffinava lo zucchero portoghese, l’Olanda tinteggiava i tessuti inglesi. Si chiama riesportazione. Ben presto questo gioco non funziona più… Come in agricoltura, anche nel campo dell’industria l’Inghilterra si rivela la prima potenza economica del Settecento. L’Inghilterra svetta anche nella finanza. Infine parliamo di un signore che sosteneva che i bambini non dovessero nascere.

Apr 21, 202435:24
Agricoltura e Matrimonio - Sei-Settecento Storia sociale e materiale 3

Agricoltura e Matrimonio - Sei-Settecento Storia sociale e materiale 3

Si parla spesso male dell'illuminismo, accusandolo di aver schiacciato il sentimento. Eppure proprio nel Settecento nasce il matrimonio d'amore e l'amore materno. Grazie al clima illuministico. Prima del romanticismo. Questo avviene anche e soprattutto a livello di classi popolari. La crescita demografica riguarda tutti i Paesi, ma solo in uno di questi dipende dall’aumento della natalità… In un altro Paese, avanza la secolarizzazione che favorirà la rivoluzione… L’arretratezza dell’economia francese e mediterranea rispetto a quella inglese è drammatica.

Apr 19, 202447:21
Rivoluzione alimentare e sanitaria - Sei-Settecento Storia sociale e materiale 2

Rivoluzione alimentare e sanitaria - Sei-Settecento Storia sociale e materiale 2

Nel Settecento si diffondono mais e patata, oltre ad altri prodotti provenienti dall’America. La gente inizia a fumare e a ubriacarsi. In compenso la peste scompare. Si comincia a non soffiarsi il naso e a non pulirsi la bocca a tavola con il vestito…

Apr 14, 202435:26
Classi sociali - Sei e Settecento Storia sociale e materiale 1

Classi sociali - Sei e Settecento Storia sociale e materiale 1

Il feudalesimo in età moderna. Il nobile non lavora e considera il lavoro un disonore. Solo in Inghilterra e in Olanda i nobili assumono una mentalità capitalistica. Molti borghesi vogliono diventare nobili. Possono farlo?

Apr 12, 202447:41
Rivoluzione Industriale 7 - Società

Rivoluzione Industriale 7 - Società

Durante la rivoluzione industriale nella prima metà dell’Ottocento vengono inventati la fotografia, il telegrafo, il francobollo e il giornalismo di gossip. Nasce la medicina moderna. In Inghilterra si fanno molti figli, in Francia pochi. Emerge il conflitto di classe tra borghesia e proletariato, ma le dinamiche tra le classi sociali non si sviluppano come spesso si pensa…

Apr 05, 202441:52
Rivoluzione Industriale 6 - Europa continentale

Rivoluzione Industriale 6 - Europa continentale

Tutti i Paesi continentali si industrializzano molto tempo dopo l’Inghilterra. Chi di essi si industrializza presto? Chi di essi si industrializza tardi? e l’Italia? Forse molti non sanno che la Spagna non si è industrializzata mai; è passata direttamente dal feudalesimo al terziario.

Mar 30, 202431:39
Rivoluzione Industriale 5 - Proletariato

Rivoluzione Industriale 5 - Proletariato

Le terribili condizioni di vita e di lavoro del proletariato di fabbrica. Sicuro che nelle campagne si stava meglio? Osservazioni e riflessioni accompagnate da precisi riferimenti al dibattito storiografico.

Mar 29, 202440:14
Rivoluzione Industriale 4 - Perché proprio in Inghilterra?

Rivoluzione Industriale 4 - Perché proprio in Inghilterra?

Perché la rivoluzione industriale nel Settecento si realizza solo in Inghilterra? È soltanto questione di mentalità capitalistica oppure vi sono altre cause? Che cosa aveva l’Inghilterra di più e di diverso dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna? In quali regioni e città dell’Inghilterra la rivoluzione industriale avvenne di preciso? Guarda la cartina durante la lezione!

Mar 23, 202426:39
Rivoluzione Industriale 3 - Carbone ferro trasporti

Rivoluzione Industriale 3 - Carbone ferro trasporti

Perché il carbone estratto dalle miniere è più conveniente di quello ricavato dagli alberi? Come si fonde la ghisa? Perché fu inventata la macchina a vapore? Come si eliminano le impurità dal carbone? Chi ha inventato la locomotiva? Perché per molto tempo essa non si incastrava bene con i binari?

Mar 22, 202440:06
Rivoluzione Industriale 2 - Manifattura

Rivoluzione Industriale 2 - Manifattura

Manchester è la prima città industriale del mondo. La seconda Liverpool. Ma su questo molti non sono d’accordo. I telai meccanici furono inventati prima dei filatoi meccanici. I filatoi meccanici per il cotone furono inventati prima di quelli per la lana. E all’inizio le fabbriche dovevano essere costruite necessariamente vicino ai fiumi…

Mar 16, 202428:16
Rivoluzione Industriale 1 - Agricoltura

Rivoluzione Industriale 1 - Agricoltura

Gli animali mangiano foraggio e il maggese scompare. I proprietari recintano e i contadini diventano salariati. Comincia così dopo più di diecimila anni di società agricola la rivoluzione industriale. Forse può stupire che inizi dalle campagne, e che la macchina a vapore arrivi solo alla fine.

Mar 15, 202433:28
Keplero - Rivoluzione astronomica 5

Keplero - Rivoluzione astronomica 5

Giovanni Keplero è un astronomo tedesco che porta a compimento la prima fase della rivoluzione astronomica, calcolando la corretta forma ellittica delle orbite dei pianeti (prima legge di Keplero). In questo egli riesce a distaccarsi dal paradigma ideologico dominante, che aveva impedito persino a Copernico e Brahe di abbandonare il dogma del moto circolare. Keplero è guidato da una visione filosofica neoplatonica, che lo conduce a trovare un’armonia nascosta (aritmetica) al posto della vecchia armonia infranta (geometrica), attraverso un’unica formula che compendia tutti i moti planetari (terza legge di Keplero). La spiegazione dei movimenti dei pianeti come causati da una forza attrattiva situata nel sole, e l’istituzione della relazione inversa tra velocità e distanza dal sole (seconda legge di Keplero) fa del nostro astronomo un precursore della gravitazione newtoniana.

Mar 03, 202457:51
Brahe - Rivoluzione astronomica 4

Brahe - Rivoluzione astronomica 4

Tycho Brahe è l’astronomo che funge da anello di congiunzione tra Copernico e Keplero. Egli realizzò nuove osservazioni, pur sempre ad occhio nudo, che mettono in discussione alcuni presupposti del sistema tolemaico: l’apparizione di una “stella nuova”, e la dimostrazione della forma ellittica dell’orbita di una cometa. Il sistema tychonico, che sembra un compromesso tra geocentrismo ed eliocentrismo copernicano, in realtà equivale a quest’ultimo. Le precisissime osservazioni di Brahe, che rendono sempre più difficile salvare le orbite circolari dei pianeti, a causa della sua morte improvvisa saranno utilizzate e portate a compimento dal suo discepolo Giovanni Keplero.

Mar 01, 202434:48
Copernico 2 - Rivoluzione astronomica 3

Copernico 2 - Rivoluzione astronomica 3

Questa lezione cerca di illustrare le basi filosofiche, di stampo neoplatonico, che spingono Copernico e altri a sostenere il nuovo sistema. Copernico non realizzò osservazioni inedite: egli interpretò in maniera diversa i medesimi dati del passato, li interpretò alla luce del rinnovato neoplatonismo, ovvero di una visione che non poteva accettare le complicazioni e le disarmonie del sistema tolemaico e mirava a spiegare i cieli in maniera semplice e ordinata. Le obiezioni teologiche e fisiche al sistema copernicano, e le principali interpretazioni storiografiche, sono ampiamente illustrate. Ad ogni modo per prudenza anche il sistema copernicano, come il sistema tolemaico, venne presentato all’epoca come ipotesi matematica e non come realtà fisica.

Feb 25, 202453:31
Copernico 1 - Rivoluzione Astronomica 2

Copernico 1 - Rivoluzione Astronomica 2

L’insoddisfazione nei confronti del sistema tolemaico, che aveva spiegato le anomalie delle orbite planetarie rendendo più complessa e lontana dalla realtà la cosmologia, spinge l’astronomo polacco Nicola Copernico a proporre la centralità del sole e il movimento della Terra e degli altri pianeti intorno ad esso. Le caratteristiche del sistema copernicano a volte presentano aspetti di conservazione (ad esempio il mantenimento delle orbite circolari), ma le innovazioni sono particolarmente importanti: anche l’idea dell’infinità dell’universo, per quanto non affermata esplicitamente da Copernico, è compatibile con l’incommensurabile distanza che il nostro astronomo assegna alle stelle fisse.

Feb 23, 202401:04:34
Tolomeo - Rivoluzione Astronomica 1

Tolomeo - Rivoluzione Astronomica 1

Nel Rinascimento si diffonde un senso di insoddisfazione nei confronti della cosmologia tolemaica. Quest’ultima rappresenta un aggiustamento rispetto al modello ideale aristotelico, messo in crisi dalle “anomalie” del movimento dei pianeti. Invece di utilizzare tali anomalie per abbandonare la teoria, Tolomeo prima e i medioevali dopo, la salvano attraverso strumenti, come il sistema deferente-epiciclo, presentati solo come ipotesi matematiche, che rendono la teoria stessa estremamente complicata e del tutto priva di armonia. Pur in assenza di nuove scoperte osservative, il cambiamento di mentalità porterà a rifiutare il geocentrismo a favore dell’eliocentrismo.

Feb 18, 202456:21
Campanella - Naturalismo rinascimentale 5

Campanella - Naturalismo rinascimentale 5

Tommaso Campanella, illustre rappresentante del naturalismo rinascimentale italiano, ebbe una vita molto travagliata, segnata da continue persecuzioni da parte dell’Inquisizione e da lunghe detenzioni. Tuttavia resterà sempre orgogliosamente cattolico, e riuscirà alla fine ad essere riabilitato. La sua tensione riformatrice parte, come in Telesio e in Bruno, da una dura critica dell’aristotelismo scolastico, accusato persino del declino morale della Chiesa. La fisica di Campanella è un’estensione di quella di Telesio, e delinea un vero panteismo, all’interno del quale la magia viene giustificata con la connessione vitalistica tra tutte le cose. La metafisica si basa sulla dottrina delle tre primalità, comuni a Dio e alle creature, che gli consente di interpretare ogni ente come un “soggetto psichico”. Notevole anche la teoria della coscienza. Tutti gli aspetti del pensiero di Campanella, compresa l’utopia della “Città del sole” e le altre idee politiche, sono illustrate con precisione.

Feb 16, 202401:05:28
Telesio - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 4

Telesio - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 4

La filosofia di Bernardino Telesio propone un sensismo radicale che si contrappone alla visione della natura dell’aristotelismo, giudicata astratta e basata su princìpi metafisici errati. Il caldo e il freddo sono i due principi cosmici che forniscono il grado di sensibilità agli enti terrestri. Lo stesso “spiritus” dell’essere umano non è che una trasformazione del caldo che proviene dai cieli. Le facoltà mentali dell’uomo, e perfino la morale, sono spiegate in termini naturalistici. L’attribuzione all’essere umano di una “mens superaddita” spirituale che lo distingue dagli altri enti, può essere interpretata come una forma di prudenza da parte di un pensatore che rischiava di essere considerato eretico, oppure come una sincera volontà di rendere compatibile questa fisica naturalistica con la dottrina cristiana.

Feb 11, 202440:22
Spaccio de la bestia trionfante - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 3

Spaccio de la bestia trionfante - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 3

La bestia da spacciare (da scacciare) è l’ozio, alla base di tutti i vizi; poiché l’ozio trasforma l’essere umano in bestia non solo metaforicamente, ma realmente – in una vita successiva. L’essere umano si avvicina a Dio attraverso l’operosità (l’intelletto e la mano lo distinguono dagli animali) con i quali trasforma intenzionalmente la natura. La bestia sta trionfando a causa del Cristianesimo, che favorisce l’ozio e l’ascolto passivo, proponendo un ideale di santità che Bruno deride definendola asinità. Il Cristianesimo è sin dall’inizio cattiva religione, ma è degenerato con la Riforma protestante, che nega il libero arbitrio e il valore delle opere. Giordano Bruno costruisce una filosofia della storia in cui si alternano epoche di fioritura ed epoche di decadenza. Alle origini dell’umanità vi è la civiltà egizia, che secondo il nostro filosofo possedeva la sapienza assoluta, mentre alla sua epoca si è raggiunto il declino più profondo. Bruno stesso si propone come una sorta di profeta inviato dal dio Ermes, per riportare l’umanità ad un nuovo egizianismo influenzato dal Corpus Hermeticum. Una riforma religiosa affidata ai sovrani viene indicata come la soluzione. L’anticlericalismo di Bruno, che lo porterà al rogo, contrasta con le cautela delle opere precedenti, e dipende dal fatto che questa volta la sua proposta riguarda tutti, non solo una ristretta élite.

Feb 09, 202450:06
Infinitismo e panteismo - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 2

Infinitismo e panteismo - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 2

Nei primi tre dialoghi di Giordano Bruno che analizziamo, il filosofo di Nola difende il copernicanesimo come verità fisica, traccia un primo abbozzo del principio di inerzia, immagina l’universo come infinito con altri soli e altri pianeti abitati e come un unico ente: un’unica sostanza animata, pervasa da un’attività vista come proprietà della materia stessa, e capace di generare in ogni sua parte. L’infinitismo bruniano finirà per essere una caratteristica del sistema copernicano che lo stesso Copernico non aveva avuto l’ardire di ammettere apertamente. L’organicismo bruniano è pervaso di cultura magica, ma introduce anche suggestioni che anticipano la scienza moderna e sono in contrasto con la dottrina cristiana. L’anima umana è solo una parte del pensiero universale dell’Uno-Tutto, all’interno del quale rifluisce trasformandosi sempre in qualcosa d’altro in indefinite vicissitudini. Quindi l’unicità e l’immortalità dell’anima umana sono escluse. Per il momento però Bruno cerca di essere conciliante con la religione, perché afferma di parlare solo da un punto di vista filosofico, senza mettere in discussione le verità della teologia. Fino alla redazione dello “Spaccio”, Giordano Bruno considera il cristianesimo necessario per tenere a bada le masse.

Feb 04, 202401:00:11
Vita e opere - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 1

Vita e opere - Giordano Bruno e il naturalismo rinascimentale 1

La vita di Giordano Bruno è particolarmente travagliata. Intellettuale europeo, apprezzato dai sovrani, grande viaggiatore, carattere polemico, sin da giovane si scontra con il clero e i sapienti per via delle sue idee eretiche e della sua incapacità di dissimularle. Dopo il litigio con i calvinisti di Ginevra, e dopo il rifiuto del re di Francia Enrico III e della regina di Inghilterra Elisabetta I di aderire alla sua singolare riforma religiosa ermetica, si trasferisce in Germania e poi a Venezia, presso la dimora del nobile Mocenigo che lo assume per delle lezioni di mnemotecnica. Qui Bruno esprime incautamente le sue idee anticristiane, e il suo ospite lo denuncia all’inquisizione. Arrestato, viene traferito a Roma, dove subisce un processo che si prolunga per anni. Inizialmente Giordano Bruno cerca di negare le accuse di eresia; poi però di fronte all’evidenza decide di rivendicare apertamente e coraggiosamente le sue le sue idee, sprezzante nei confronti nell’inevitabile condanna a morte. Fieramente Bruno si rifiuta di abiurare per avere salva la vita. La sua morte sul rogo a Campo de’ Fiori è rimasta un evento simbolico nella storia del libero pensiero. Vengono descritte le sei opere principali di Giordano Bruno di cui ci occuperemo nelle prossime videolezioni.

Feb 02, 202451:39
Anticristo e frammenti postumi - Nietzsche 8

Anticristo e frammenti postumi - Nietzsche 8

Negli ultimi anni della sua vita cosciente Nietzsche scrive alcune opere di grande interesse, seppur segnate dai prodromi della follia. Nell’“Anticristo” formula la teoria della doppia morale: quella dei signori (i superuomini) e quella degli schiavi. Gli schiavi sono i cristiani, identificati con i mediocri, i deboli, i perdenti, che nutrono risentimento nei confronti dei forti, dei felici e dei vincenti, e da duemila anni sono riusciti ad avvelenare loro la vita attraverso l’invenzione e la propagazione di una religione e di una morale che condanna e colpevolizza l’essere vincente. Essendo maggiori di numero, gli schiavi sono riusciti nel loro intento, neutralizzando la potenza dei padroni. I cristiani si accontentano di un ipocrita egualitarismo. L’amore cristiano viene da Nietzsche interpretato come sintomo di debolezza e di cattiveria. Nietzsche inizia ad occuparsi di politica e per la prima volta pretende di mettere in pratica le sue idee. Tuttavia, nei suoi frammenti postumi, egli si limita a vagheggiare il ritorno del dionisiaco nel mondo grazie alla presa di potere da parte dei superuomini, che egli non identifica con una presunta razza, con un popolo (tantomeno con il popolo tedesco), con una classe sociale, con una casta del denaro o del sapere. Il superuomo è una sorta di individualista anarchico che dimostra una superiorità antropologica, che non può essere identificato con alcun referente storico preciso.

Jan 28, 202440:43
Eterno ritorno dell'uguale - Nietzsche 7

Eterno ritorno dell'uguale - Nietzsche 7

L’eterno ritorno dell’uguale viene definito da Zarathustra il pensiero più abissale, il più centrale. Tuttavia (o forse proprio per questo) egli non lo spiega chiaramente. L’interpretazione più accreditata fa riferimento al tempo. In un tempo ciclico infinito la ripetizione eterna di ogni attimo, in tutte le sue combinazioni possibili, rende l’attimo meritevole di essere vissuto in sé; senza che esso risulti collegato al passato e al futuro, come avviene nel tempo lineare finalistico ed escatologico dei cristiani. L’attimo è privo di senso, ma proprio per questo modo acquista un nuovo tipo di senso che non punta ad un fine. Solo il superuomo può desiderare la ripetizione eterno dell’attimo, anche quando questo fosse doloroso.

Jan 26, 202424:60
Superuomo e volontà di potenza - Nietzsche 6

Superuomo e volontà di potenza - Nietzsche 6

“Così parlò Zarathustra” è l’opera in cui Nietzsche annuncia i contenuti più peculiari della sua filosofia. La morte di Dio apre la strada ai superuomini, che hanno scarsi riferimenti storici e che Nietzsche presenta come archetipi per l’avvenire. Il superuomo si afferma e si espande mostrando una volontà di potenza sconosciuta agli uomini comuni. L’interpretazione di questi concetti è controversa. Lo stile volutamente enigmatico e metaforico dell’opera non aiuta la comprensione. L’individualismo, l’antistatalismo e il rifiuto di ogni gerarchia da parte dei superuomini escludono la lettura nazista e razzista del superuomo, che ora per fortuna è stata abbandonata dalla storiografia filosofica dopo essere stata a lungo in voga. In questa lezione viene illustrato con esattezza ciò che si ritrova nel testo, senza azzardare interpretazioni forzate e di parte, e mettendo anzi in evidenza la problematicità della questione.

Jan 21, 202438:59
Morte di Dio - Nietzsche 5

Morte di Dio - Nietzsche 5

Nietzsche spiega come le azioni apparentemente nobili non nascano da presunte essenze alte e del medesimo tipo, bensì da cose basse, ignobili, spesso vergognose, e opposte. I valori tradizionali sono solo menzogne. Ogni uomo è determinato esclusivamente dal principio di piacere. Tuttavia il nichilismo del nostro filosofo è un “nichilismo attivo”. Lo spirito libero e il viandante, archetipi della ricerca nietzschiana, gettano dietro di loro tutti i valori e le credenze della tradizione, e si mettono in cerca di nuovi valori. Viene annunciata la morte di Dio. Ovvero il crollo di tutte le certezze. L’uomo, nella sua concretezza e fisicità, deve mettersi in qualche modo al posto di Dio, e forgiare da sé nuovi valori del tutto lontani dalla morale tradizionale. Siamo al livello della filosofia del mattino. Quando arriverà il meriggio?

Jan 19, 202438:49
Nichilismo - Nietzsche 4

Nichilismo - Nietzsche 4

Nietzsche abbandona l’illusione giovanile per la funzione palingenetica dell’arte, e si rivolge alla scienza e all’illuminismo, intesi nel senso critico-distruttivo del termine. Egli cerca di svelare l’inconsistenza di tutte le realtà eterne e le essenze metafisiche, interpretando il mondo, e in particolare le figure morali e le credenze religiose, come l’esito di casuali scontri di forze privi di finalità e di senso. Tutto è cangiante e relativo. La “critica genealogica” mette in evidenza l’origine storica e i continui mutamenti nel tempo di qualunque realtà che la civiltà occidentale abbia cercato di spacciare come invariabile, salda e fondante. Con crudo realismo Nietzsche, rifacendosi ai moralisti francesi del Seicento ed esprimendosi con aforismi, trova l’origine dei sentimenti e delle azioni egoistiche in un egoismo mascherato. Le credenze tradizionali svelano il nulla sul quale erano edificate.

Jan 14, 202449:19
Prospettivismo e Considerazioni inattuali - Nietzsche 3

Prospettivismo e Considerazioni inattuali - Nietzsche 3

Ci occupiamo delle altre opere nietzschiane della fase artistico-giovanile, scritte alcuni anni dopo la più celebre “Nascita della tragedia”. Nella “Filosofia nell’età tragica dei greci” Nietzsche estende al pensiero filosofico ciò che aveva già cercato di dimostrare nel caso della letteratura e dell’arte all’interno della “Nascita della tragedia”: la netta distinzione tra epoca arcaica e epoca classica, e la superiorità della prima. I filosofi naturalisti presocratici sono considerati come gli affermatori di una filosofia eroica ed istintuale, mentre Socrate e gli idealisti successivi avrebbero imposto dottrine ottimistiche, razionalistiche, e sterili. In “Su verità e menzogna in senso extramorale”, Nietzsche esprime il suo prospettivismo e il suo relativismo su ogni ipotesi di verità, scagliandosi in particolare contro la presunta obiettività della scienza. Nietzsche si basa sull’idea che il linguaggio e il concetto siano epistemologicamente inefficaci, e prende le distanze dal positivismo della sua epoca. Trae inoltre la conseguenza che il soggetto e la conoscenza non siano trasparenti e presenti a stessi, come molti avevano pensato in passato. Le quattro considerazioni inattuali sono dedicate a David Strauss, di cui Nietzsche critica la svolta materialistica; alla storia, dalla quale Nietzsche mette in guardia da uno studio eccessivo che ci fossilizzi nel passato; a Schopenhauer e a Kierkegaard, i miti giovanili del nostro filosofo, ai quali Nietzsche attribuisce il ruolo di avanguardia in vista del riemergere del dionisiaco nel mondo, e che utilizza come prototipi per delineare la figura del Genio.

Jan 12, 202459:36
La nascita della tragedia - Nietzsche 2

La nascita della tragedia - Nietzsche 2

Inizialmente Nietzsche ritiene che il vero si disveli attraverso l’arte. In alcune forme d’arte e di religione popolare, e soprattutto nella tragedia, il popolo greco avrebbe affrontato il dionisiaco, ovvero il lato irrazionale, istintuale e distruttivo della vita, rendendolo creativo e fecondo attraverso l’opposizione di un principio opposto, ovvero l’apollineo. L’apollineo è armonia, razionalità, luce. Ma è anche ottimismo, finalismo, stabilità. Durante l’“età tragica” dei greci, il dionisiaco era in primo piano, mentre l’apollineo era riconosciuto come un’illusione. La stessa tragedia avrebbe avuto origine dai seguaci mascherati del dio Dioniso. L’“età tragica” dei greci, secondo Nietzsche, è l’età arcaica, non quella classica. Al contrario il nostro filosofo pensa che proprio nell’Atene di Pericle si sarebbe affermato l’inganno del razionalismo e dell’ottimismo. Euripide, interprete delle idee di Socrate, uccide la tragedia. La società occidentale si costruisce su filosofie teoretiche, antitragiche, tranquillizzanti. L’apollineo viene scambiato per realtà, e il dionisiaco viene eliminato. Ma Nietzsche profetizza il prossimo ritorno dello spirito eroico dei greci. In questa lezione la prima opera importante di Nietzsche viene illustrata in tutti i suoi aspetti.

Jan 07, 202437:47
Vita e Opere - Nietzsche 1

Vita e Opere - Nietzsche 1

La vita di Nietzsche è costellata da difficoltà familiari, amici che si diradano, viaggi errabondi, problemi di salute che sfoceranno nella completa follia. Quest’uomo mite nel comportamento e terribile nella scrittura, ci ha lasciato testimonianze scritte spesso in maniera enigmatica che hanno preconizzato le inquietudini e le crisi del ventesimo secolo. In questa lezione i principali eventi biografici sono illustrati e spiegati in maniera ordinata. La redazione delle opere, la loro periodizzazione, le interpretazioni, le falsificazioni che hanno portato all’equivoco di considerare Nietzsche un precursore del fascismo, sono discusse in base alle valutazioni più recenti.

Jan 05, 202401:07:17
Cristianesimo - Kierkegaard 6

Cristianesimo - Kierkegaard 6

Nella “Malattia mortale” Kierkegaard estende a tutti gli uomini la categoria di disperazione, che in passato aveva attribuito solo all’uomo estetico. L’essere umano rifiuta il proprio io, ma esso è posto dal Signore e non può cambiare. Nella sua ultima opera, “L’esercizio del Cristianesimo”, Kierkegaard finalmente esprime in maniera chiara la sua visione del Cristianesimo. La fede è incompatibile con la ragione. Il Cristianesimo è un assurdo, un paradosso che crea scandalo. Poiché ci chiede di credere che Gesù Cristo, segno di contraddizione, sia sceso dall’eternità nel tempo, e si sia incarnato per salvare gli uomini nonostante la loro condizione di peccato radicale.

Dec 31, 202333:29
Esistenzialismo - Kierkegaard 5

Esistenzialismo - Kierkegaard 5

Soltanto il singolo, il soggetto, è esistente. In polemica con Hegel, Kierkegaard si oppone all’idea che l’esistenza possa essere dedotta da un sistema di pensiero. Non è pensabile che l’individuo possa arrivare a Dio attraverso una mediazione razionale, perché esiste un baratro tra l’uomo è Dio. Dio non pensa propriamente, Dio non esiste propriamente. Esistenza ed eternità non possono trovare un punto di incontro. La decisione e la ripresa sono le categorie della vita religiosa, che necessita di un salto verso la trascendenza.

Dec 29, 202330:34
Timore e angoscia - Kierkegaard 4

Timore e angoscia - Kierkegaard 4

L’incompatibilità e la profonda contraddizione tra la vita etica e la vita religiosa, già accennata al termine di “Aut-aut”, viene espressa in “Timore e tremore” dalla storia biblica di Abramo, al quale il Signore ordina di uccidere il proprio figlio Isacco nonostante ciò sia in contrasto con la legge morale che lo stesso Jahvè gli ha rivelato. Nel silenzio e nell’assurdo Abramo si arrovella nella scelta. “Il concetto dell’angoscia” affronta un tema che sarà centrale all’interno dell’esistenzialismo novecentesco, ma che qui viene interpretato da un punto di vista religioso. L’angoscia è la conseguenza del peccato originale, in seguito al quale gli esseri umani escono dallo stato di innocenza naturale e scelgono di poter scegliere tra bene e male. L’angoscia è la condizione della libertà, l’angoscia è ineliminabile, l’angoscia è costitutiva della natura umana.

Dec 24, 202331:40
Aut-aut - Kierkegaard 3

Aut-aut - Kierkegaard 3

La prima opera di Kierkegaard delinea i tre possibili stadi dell’esistenza. Soltanto due di essi, la vita estetica e la vita etica, vengono chiaramente illustrati. Il terzo stadio, la vita religiosa, viene solo accennato nel finale. L’uomo estetico prende la vita come un gioco, resta sempre alla superficie senza mai realizzarsi nella concretezza. La sua caratteristica è la disperazione, la sua personalità è frammentaria e non suscettibile di evoluzione. Il seduttore è il simbolo della vita estetica. Al contrario l’uomo etico, rappresentato dal giudice Wilhelm, è caratterizzato da serietà e capacità di scelta. Il matrimonio è il suggello di questa possibilità di esistenza, che si attua nella comunità e nei compiti tipicamente borghesi. Potrebbe sembrare che la vita estetica sia del tutto desiderabile. In realtà la vita estetica è limitata. Essa è in conflitto con la vita religiosa e non può cogliere l’idealità. Infatti quando l’uomo etico sceglie, la sua libertà si rivela fittizia, perché ciò che viene scelto è già stato posto dal Signore. Quando si sceglie il proprio io, lo si scopre gravato dal peccato originale. Non c’è soluzione, se non abbandonarsi alla vita religiosa.

Dec 22, 202301:02:41
Scelte di scrittura - Kierkegaard 2

Scelte di scrittura - Kierkegaard 2

Per comprendere le idee di Kierkegaard non si può prescindere dalla riflessione sulle sue singolari scelte stilistiche e comunicative. Egli distingue tra comunicazione diretta (costituita dagli interventi pubblici, in buona parte articoli comparsi sul giornale “Il momento”, da lui stesso fondato e scritto), e la comunicazione indiretta, realizzata nelle opere a stampa, caratterizzate da pseudonimi che incarnano ciascuno una possibilità di esistenza, e da differenti varietà di scrittura. Kierkegaard in questo modo cerca di indirizzarsi non ad un pubblico indistinto, ma ad individui singoli, che non possono essere appiattiti e omologati. Kierkegaard mira a comunicare ai lettori non idee astratte, ma un saper fare; non una filosofia teoretica, ma bensì una filosofia che rispecchia la vita pratica del singolo, che si esprime attraverso l’esistenza concreta. Sull’esempio di Socrate e Cristo, che non hanno avuto bisogno di scrivere. Per questo la comunicazione indiretta, la comunicazione in maschera, viene anche chiamata comunicazione di esistenza. Il lettore dovrebbe essere attirato in maniera sottile, attraverso un “colpire alle spalle” finalizzato all’esercizio del cristianesimo. Tali scelte di scrittura, criticabili quanto si vuole, nascono anche dal rifiuto da parte del filosofo nei confronti dalla falsa oggettività del giornalismo di massa nella società liberale, che mira non alla verità ma alla rassicurazione. La comunicazione di massa è fasulla e ingannevole, giacché chi scrive non “reduplica” nella sua esistenza quel che dice. Le critiche di Kierkegaard non risparmiano il cristianesimo del suo tempo, a suo giudizio colpevole di essersi mondanizzato, imborghesito, ridotto a declamazioni ipocrite in contrasto con la condotta di vita dei sedicenti cristiani.

Dec 17, 202345:59
Vita e Opere - Kierkegard 1

Vita e Opere - Kierkegard 1

Søren Kierkegaard nasce a Copenaghen in una famiglia numerosa e agiata, ma la sua esistenza rivela sin da bambino i caratteri del tormento e della sofferenza. La severa educazione religiosa da parte del padre e la fragilità fisica spingono Søren ai confini con la pazzia. La difficoltà della sua vita interiore viene espressa nel “Diaro”, opera enorme, frammentaria e complessa. Dopo un periodo di libertinaggio, Kierkegaard si laurea in teologia ed eredita beni che gli consentiranno di vivere di rendita, dedicandosi completamente alla scrittura. L’abbandono della sua fidanzata Regina Olsen sancisce il rifiuto della vita borghese. Conservatore in politica e in religione, il filosofo si consuma in infinite polemiche pubbliche, che alla fine lo conducono ad uno scontro aperto con la Chiesa luterana danese. Le sue opere vengono scritte in un periodo di tempo relativamente breve, e Søren muore prematuramente.

Dec 15, 202345:53
Darwin - Positivismo 10

Darwin - Positivismo 10

Esistono anticipatori dell’evoluzionismo biologico anche nel Settecento (Maupertuis, Buffon, Diderot). All’inizio dell’Ottocento Jean-Baptiste Lamarck ipotizzò che la vita si evolva in specie sempre più complesse, fino alla più complessa di tutte, ovvero la specie umana. Ogni organismo, di fronte alle minacce della natura, modifica la propria organizzazione: tende a usare un organo o una parte del corpo, e a non usare un altro organo. Se la giraffa deve raggiungere le foglie in alto per nutrirsi, lo sforzo fa allungare il suo collo. Secondo Lamarck i nuovi caratteri acquisiti dagli individui vengono trasmessi ereditariamente ai discendenti, e possono affermarsi come caratteri della specie. Questo processo trasforma alcune specie in altre. Charles Darwin partecipò ad un viaggio intorno al mondo sul brigantino “Beagle”. Egli osservò animali leggermente diversi in territori vicini, e ipotizzò che in ogni zona un gruppo di animali avesse sostituito il gruppo precedente, in relazione ai cambiamenti ambientali. Una variazione lenta e continua nel tempo. A Darwin sembra che le specie si modifichino poco a poco, ma non per l’azione dell’ambiente esterno, e non (a differenza di quel che aveva scritto Lamarck) per volontà degli organismi. Gli organismi si adattano all’ambiente in base a variazioni di cui Darwin non capisce il meccanismo e che si possono in un certo senso chiamare casuali; variazioni che vengono trasmesse ai discendenti. Le variazioni favorevoli all’ambiente vengono mantenute, le variazioni sfavorevoli all’ambiente vengono distrutte. A volte gli individui modificati si adattano meglio all’ambiente. Dunque hanno più probabilità di sopravvivere rispetto agli altri, e di sopravvivere fino all’età dell’accoppiamento. I caratteri mutati si adattano all’ambiente, e si stabilizzano. Prevalgono nella lotta per l’esistenza, ovvero per l’alimentazione e per la riproduzione. Al contrario, le tante variazioni che non si adattano all’ambiente, che non facilitano la nutrizione e la riproduzione, non vengono conservate. Si tratta del principio della selezione naturale. Così questi caratteri si affermano. Sono utili alla sopravvivenza all’interno della situazione ambientale in cui appaiono. Darwin parla di sopravvivenza del più adatto (survival of the fittest). Questa videolezione cerca di collocare Darwin all’interno di un contesto. Parliamo dell’anticipazione della teoria darwiniana (divulgata tardivamente nella celebre opera “L’origine delle specie”), da parte di Alfred Wallace. Spieghiamo come Wallace facesse parte di quel gruppo (piuttosto numeroso) che accettava l’evoluzionismo darwiniano pur rifiutandone le implicazioni relative all’uomo. Nell’“Origine delle specie” non si parla della derivazione dell’uomo da un’altra specie animale. Tuttavia ciò era implicito. Preceduto da Huxley, Darwin intervenne sulla questione con il testo “L’origine dell’uomo e la scelta sessuale”. Darwin non si sofferma tanto sulle somiglianze fisiche tra uomo e scimmia, dandole per acquisite, quanto piuttosto sull’origine delle facoltà morali e intellettuali dell’uomo, che lo distinguono notevolmente dai primati. Darwin mostra che tra le qualità psichiche dell’uomo e degli animali vi è una differenza di grado, non una differenza di essenza qualitativa, e quindi l’intelletto dell’uomo può derivare da quello degli animali. La morale umana è anch’essa un affinamento evolutivo di qualità che derivano dagli animali.

Dec 10, 202352:02
Lombroso e il positivismo italiano - Positivismo 9

Lombroso e il positivismo italiano - Positivismo 9

Il positivismo italiano si sviluppò soprattutto a partire dall’Unità, e diede i suoi risultati migliori nelle scienze settoriali, come la criminologia (con Lombroso), la pedagogia (con Gabelli e Angiulli), la storiografia (con Villari), la medicina (con Tommasi e Murri); mentre nell’ambito propriamente filosofico il positivista italiano più importante è sicuramente Roberto Ardigò. Cesare Lombroso elaborò una teoria di sociologia del crimine che si delinea come una teoria generale della delinquenza. Lombroso ritiene che i criminali non delinquano in base ad una libera volontà, ma perché nascono con una tendenza innata al crimine. Il crimine infatti scaturisce in maniera necessaria da una organizzazione psichica e fisica diversa dal normale. In questo modo Lombroso nega le cause ambientali e sociali della criminalità. Lombroso precisa quali sarebbero le caratteristiche anatomiche, fisiologiche e psicologiche dei criminali (scarsezza dei peli, fronte sfuggente, sviluppo enorme della mandibola e degli zigomi, e così via). Naturalmente si tratta di una teoria pseudoscientifica: la pretesa di dedurre il carattere, e in particolare il carattere delinquenziale e patologico, dall’aspetto fisico. Purtroppo Lombroso deriva dalle sue idee considerazioni razziste. Troviamo positivisti italiani anche nel campo della medicina, come Salvatore Tommasi e Augusto Murri, o Pasquale Villari che applica il metodo positivistico alla storiografia. La storiografia positivistica, come la critica letteraria e la critica d’arte di stampo positivistico, mettono in primo piano il contesto sociale concreto in cui opera il personaggio storico, oppure lo scrittore, oppure l’artista. I fattori sociali e materiali contano più di quelli ideologici. Il positivismo italiano ha contribuito anche al rinnovamento della pedagogia, e si è inserito nel dibattito sulla scuola e la sua organizzazione dopo l’unità d’Italia. Per questo parliamo di figure come Aristide Gabelli. Da un punto di vista strettamente filosofico, l’autore più importante del positivismo italiano è senza dubbio Roberto Ardigò. Egli è favorevole ad una psicologia materialistica, che bandisca ogni residuo di spiritualismo. In psicologia bisogna usare il metodo scientifico, gli strumenti scientifici e i metodi statistici. Solo la scienza va in cerca dei fatti, li nota, li accerta. Ardigò afferma la centralità del fatto. Esso ha una propria realtà un sé, che non è alterabile. Diverso dal fatto è l’astratto. Il fatto è oggettivo fuori di noi. L’astratto invece lo formiano noi. Secondo Ardigò l’induzione è l’unico metodo scientifico. La filosofia non è scienza dei princìpi primi, bensì scienza del limite (ovvero peratologia). La filosofia cerca di superare i limiti delle scienze particolari per raggiungere per intuizione la natura come uno-tutto. Secondo il filosofo italiano la natura è soggetta ad una legge generale di evoluzione. Mentre Spencer ritiene che l’evoluzione sia un passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo, Ardigò vede l’evoluzione universale della natura come un passaggio dall’indistinto al distinto. Non solo le sensazioni evolvono dall’indistinto al distinto, ma tutti gli aspetti della realtà. Da un’unità originaria indistinta derivano tutti gli infiniti fenomeni, sia nel mondo fisico, sia nel mondo psichico.

Dec 09, 202334:16
Haeckel e il positivismo tedesco - Positivismo 8

Haeckel e il positivismo tedesco - Positivismo 8

L’impetuoso sviluppo industriale in Germania favorisce la diffusione delle idee del positivismo. Il positivismo tedesco e si presenta come una forma di rigido materialismo. Tuttavia questi materialisti prendono qualcosa dal romanticismo: la visione di un universo dinamico, unitario e pieno di forze. Il fisiologo Jacob Moleschott sostiene che la materia si trasforma continuamente alternando processi di generazione e processi di corruzione, e in questo modo dà vita a tutti gli esseri. Quindi non vi è opposizione, non vi è vera distinzione tra minerali, vegetali e animali, oppure tra mente e corpo. La vita circola da un essere all’altro, e in questo processo la ripetizione prevale sull’evoluzione. Nello stesso periodo il biologo e chimico Karl Vogt critica la distinzione tra corpo e anima, e quindi critica la teoria dell’immaterialità e dell’immortalità dell’anima. Vogt sostiene che tutte quelle che noi chiamiamo capacità psichiche altro non sono che funzioni di un organo materiale quale il cervello. Vogt è l’autore di una famosa metafora: «I pensieri si trovano nello stesso rapporto, rispetto al cervello, della bile rispetto al fegato o dell’urina rispetto ai reni». Il personaggio più famoso del positivismo materialistico tedesco è senza alcun dubbio il biologo Ernst Haeckel. Egli rafforza le idee dei personaggi che abbiamo già citato, idee sulla continuità tra spirito e materia e tra uomo e natura, alla luce delle teorie darwiniane. Le svariate forme viventi sarebbero la variazione di un unico tipo, di unico modello ideale originario. Le analogie tra gli organismi sono la prova della loro discendenza da antenati comuni. Si tratta di un’interpretazione evoluzionistica della morfologia. Haeckel enuncia quella che viene ricordata come la “legge di Haeckel”, che tuttora viene discussa in embriologia. L’ontogenesi (lo sviluppo dell’individuo) è una ripetizione, una ricapitolazione della filogenesi (ovvero dello sviluppo della specie). In base ai differenti stadi di sviluppo dell’embrione si possono riconoscere gli stadi precedenti dell’evoluzione della specie a cui l’embrione appartiene. Viene così affermata la continuità tra tutte le forme viventi, tra l’uomo e gli altri animali che lo hanno preceduto nel sentiero dell’evoluzione. Haeckel non si considerava materialista, bensì monista. Haeckel è una figura centrale della prima fase del darwinismo sociale. Tradendo le idee di Darwin, Haeckel utilizza con toni molto duri la teoria biologica dell’evoluzione per trarne conseguenze politiche e sociali. I suoi detrattori considerano Haeckel uno dei padri del razzismo pseudoscientifico post-darwiniano. Questa videolezione si occupa anche di altri personaggi, come Ludwig Büchner e Emil Du Bois-Reymond.

Dec 03, 202320:50
Spencer - Positivismo 7

Spencer - Positivismo 7

Herbert Spencer amplia la visione evoluzionistica lamarckiano-darwiniana, ipotizzando che l’evoluzione sia un principio generale dell’universo. A differenza di altri esponenti importanti del positivismo, Spencer non rifiuta la religione, assegnando anzi ad essa il merito di avere da sempre segnalato l’esistenza dell’inconoscibile, ovvero di qualcosa che va al di là dell’esperienza. Anche la scienza, man mano che scopre nuove cose, conferma l’esistenza di un inconoscibile. Dunque religione e scienza sono correlative. Spencer vede la scienza come una serie successiva di generalizzazioni, dalle più semplici alle più complesse, ma anche i princìpi primi della scienza rappresentano un sistema solo parzialmente unificato. La filosofia può essere considerata come un ulteriore generalizzazione della scienza, che delinea un sistema totalmente unificato. L’esperienza ci mostra che i princìpi primi della scienza sono tre: l’indistruttibilità della materia, la continuità del movimento, la persistenza della forza. Essi delineano un universo in continuo e incessante mutamento. La legge di questo mutamento è l’evoluzione. La legge dell’evoluzione unifica questi tre princìpi primi della scienza. La legge dell’evoluzione, filosoficamente e universalmente intesa, ha tre caratteristiche: il passaggio dal meno coerente al più coerente, il passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo, il passaggio dall’indefinito al definito. L’evoluzionismo spenceriano possiede venature fortemente ottimistiche: l’universo tende verso la perfezione. In biologia, Spencer ritiene che l’evoluzione selezioni il più adatto, in base però non a modificazioni casuali (come dirà Darwin), bensì a modificazioni indotte dall’ambiente (come asseriva Lamarck) che si trasmettono ereditariamente. A differenza di Comte, Spencer crede nella psicologia come scienza autonoma. Nella coscienza individuale vi sono caratteri a priori; quindi la mente umana non è “tabula rasa” alla nascita. Spencer osteggia Comte nella visione della sociologia, che secondo lui deve essere modellata sull’individuo e non deve rischiare di togliere diritti ai singoli. Spencer vede lo Stato e il parlamento come dei nemici, che tendono a limitare la libertà dei cittadini. Spencer si dimostra conservatore in morale e in politica, poiché determinati presupposti biologici ed evoluzionisti non posso essere modificati. L’evoluzione non può essere abbreviata, e di certo l’educazione e l’istruzione non possono farlo.

Dec 01, 202349:43
Mill 2 Logica - Positivismo 6

Mill 2 Logica - Positivismo 6

Mill elabora le sue teorie sulla logica nell’opera “Sistema di logica raziocinativa e induttiva”, pubblicata nel 1843. Mill cerca di dimostrare che le proposizioni generali non corrispondono a nulla che possa essere colto dall’esperienza, la quale ci fa conoscere solo casi particolari. Le proposizioni generali non sono altro che espedienti abbreviativi per conservare nella memoria una serie di eventi singoli. La proposizione generale “Tutti gli uomini sono mortali” sostituisce “A è morto, B è morto, C è morto…”. Ovvero è anch’essa una verità derivata dall’esperienza. Anche quando supponiamo che, se A è morto e B è morto, anche C morirà, passiamo da particolari a particolari. Secondo Mill tutte le dimostrazioni avvengono da particolari a particolari. Ciò dimostra che il sillogismo aristotelico è inutile alla conoscenza, perché una premessa universale del tipo “Tutti gli uomini sono mortali” già contiene in sé la presunta conclusione “Il duca di Wellington è mortale”. Mill sostiene che tutte nostre conoscenze siano di natura empirica - persino la geometria. Ma se tutte le nostre conoscenze si basano su osservazione e esperienza, e le nostre esperienze riguardano solo un numero limitato di casi, come possiamo formulare proposizioni generali o leggi scientifiche? Come facciamo ad affermate che, siccome A e B sono morti, anche tutti gli esseri umani del passato sono morti, e tutti quelli del futuro moriranno? Questo è il problema dell’induzione, e Mill crede nell’induzione. L’esperienza può essere generalizzata, quando i casi singoli osservati appartengono a oggetti della stessa classe e si somigliano nelle loro caratteristiche essenziali. Il fondamento della generalizzazione induttiva è il principio di induzione. Esso è espresso da formule come “Il corso della natura è uniforme”, “L’universo è governato da leggi”, o “il futuro somiglierà al passato”. Il principio di induzione non è dimostrato a priori, né è autoevidente, né deriva da un sillogismo. Anche il princìpio di induzione deriva dall’esperienza, dall’induzione. Deriva da induzioni particolari, le più semplici è più ricorrenti: “Il fuoco brucia”, oppure “l’acqua bagna”, vanno considerate leggi generali. Da questi primi princìpi deriva l’idea che ogni evento dipende da una legge generale, ovvero il principio di induzione. Il principio di induzione è stato accusato di circolo vizioso. Ovvero, sembrerebbe che le induzioni particolari (per esempio l’acqua bagna in tantissimi casi che io ho visto, quindi l’acqua bagna sempre) fondi il princìpio di induzioni. Ma per affermare le induzioni particolari (l’acqua bagna in tantissimi casi che io ho visto, quindi l’acqua bagna sempre), io non sto forse già adoperando il princìpio di induzione prima di averlo dimostrato? In realtà Mill insiste nell’affermare che le nostre osservazioni particolari dimostrano insieme la teoria particolare e il principio generale. L’esperienza è il criterio di validità dell’esperienza.

Nov 26, 202325:59
Mill 1 Politica - Positivismo 5

Mill 1 Politica - Positivismo 5

Il liberalismo di John Stuart Mill, come quello di Jeremy Bentham, presenta caratteristiche radicali. Da questo punto di vista i due pensatori possono essere utilmente paragonati in molti ambiti. Ad esempio entrambi rifiutano la religione, anche se Bentham lo fa in maniera più netta (fondò il primo collegio universitario in cui la partecipazione alle funzioni religiose non era richiesta), mentre Mill ipotizza l’esistenza di un Dio non onnipotente, che rappresenta una “speranza” su cui però nulla di dimostrativo si può affermare. In tal senso Mill anticipa la teoria di Spencer sull’inconoscibile. Entrambi accusano Comte di autoritarismo, e difendono la democrazia rappresentativa e i diritti dell’individuo. In fondo autori come Bentham, Mill o altri liberali inglesi, possono essere considerati positivisti fino ad un certo punto: essi rinunciano alla sociologia come strumento per dominare e governare la società da parte di pochi scienziati sociali. Il loro positivismo si limita al tentativo di elaborare la psicologia o altre scienze umane come scienze sperimentali. Pur essendo anch’egli utilitarista in morale, Mill critica il suo maestro Bentham per aver privilegiato il piacere fisico a scapito di quello intellettuale. Mill in economia propugna la “teoria dell’indipendenza”, in base alla quale i ceti più poveri dovrebbero trovare da sé le modalità per migliorare la loro condizione (non dovrebbero essere i più ricchi a prescriverla). Notevolissima è la difesa della parità intellettuale delle donne e la rivendicazione dei loro diritti sociali e politici, sostenuta nell’opera “Sulla libertà delle donne”, scritta a quattro mani insieme alla moglie Harriet Taylor. Mill è famoso per la sua difesa della libertà dell’individuo. Le sue riflessioni si incentrano sul tema della limitazione delle libertà che si stava verificando nelle società democratiche, le quali si rivelano solo apparentemente tolleranti, giacché spesso impediscono l’espressione dei talenti e dei gusti dei cittadini attraverso la “dittatura della maggioranza” e il “sentimento prevalente”. Il conformismo, l’omologazione, schiacciano l’effettiva manifestazione della personalità umana. Mill mette in evidenza che, oltre alle tradizionali libertà di espressione, di stampa, di culto, sarebbe necessario prestare maggiore attenzione alla “libertà di gusto”, ovvero al diritto di condurre la propria vita come si vuole, anche nelle piccole scelte quotidiane. La cosiddetta maggioranza silenziosa non ha più bisogno di leggi repressive per reprimere le minoranze. Nessuno sulla carta ti vieta di vestirti e comportarti in maniera in maniera eccentrica, ma di fatto questo ti viene impedito dalla riprovazione sociale che ti esclude e ti marginalizza. Mill al contrario pensa che una nazione diventi più forte se al suo interno le idee e i gusti sono molteplici, estremamente diversificati, e persino anticonformisti, stravaganti, bizzarri. Nessuno, neanche gli estremisti, dovrebbero essere censurati. Secondo Mill la libertà di un individuo può essere limitata solo quando invade la sfera della libertà dell’altro. L’individuo prevale sullo Stato. Il potere politico non può impedire al cittadino di danneggiare se stesso, ad esempio assumendo alimenti o sostanze dannose (Mill è un antiprobizionista ante litteram). Lo Stato non può impormi una morale o un’ideologia. Il trattato “On Liberty” di John Stuart Mill, è una delle più limpide e appassionate difese delle libertà dell’individuo che siano mai state scritte.

Nov 24, 202343:30
Bentham - Positivismo 4

Bentham - Positivismo 4

Jeremy Bentham è il sistematore della morale utilitaristica. Quest’ultima, a differenza delle teorie morali deontologiche, fa risiedere il bene e il male non nell’azione in sé o nell’intenzione che la determina, bensì nelle conseguenze dell’azione. Ne consegue la relativizzazione della morale, giacché una medesima azione può essere considerata giusta o ingiusta in base alle circostanze. La massima utilitaristica che presiede la scelta morale prescrive il conseguimento della “massima felicità per il maggior numero di persone”. La felicità è identificata con il piacere. Al fine di ottenere la massimizzazione della felicità generale, bisogna impegnarsi in un complesso calcolo delle conseguenze di ogni azione: tale algebra morale prende in considerazione diversi parametri: non solo l’intensità del piacere, ma anche la sua durata, la sua certezza, la sua capacità di evitare dolori, e così via. Così potrei, ad esempio, preferire un piacere meno forte ma più prolungato nel tempo, oppure un piacere meno forte ma esente dal rischio di attirare infelicità su di me. Vengono esaminate le principali obiezioni all’utilitarismo, sostenute tra gli altri da Alessandro Manzoni. Gli avversari di Bentham mettono in evidenza la difficoltà, se non l’impossibilità, di calcolare tutte le possibili conseguenze delle differenti azioni, che rende totalmente incerta la decisione, e il rischio di giustificare il crimine, anche il più efferato, se esso procura felicità a molte persone. Bentham, che era anche un giurista, risponde che il calcolo morale non può essere affidato al singolo individuo (il che creerebbe anarchia e disgregazione sociale), bensì al legislatore che elabora leggi in base all’interesse generale.

Nov 19, 202337:21