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Vergini

Vergini

By Emanuele Centola e Alessandro Pirani

Siamo Emanuele Centola e Alessandro Pirani e questo è Vergini, il podcast che tenta di fermare l’attimo in cui stiamo per imparare.
Domande sbagliate alle persone giuste da parte di due vergini su come tutti prima o poi smettiamo di esserlo.

Emanuele Centola è un grafico post-maniera → www.emmaboshi.net
Alessandro Pirani è un consulente riluttante, wannabe sensemaker → www.alepirani.com
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Extravergini Colazioni

VerginiOct 10, 2020

00:00
17:02
Extravergini Fine (stagione)
Feb 19, 202142:03
 Ep. 10 - Di ineluttabilità e imprevedibilità, con Simone Cicero

Ep. 10 - Di ineluttabilità e imprevedibilità, con Simone Cicero

Imparare ad essere presenti a se stessi, vivere come un filo d’erba. Ora che anche Netflix ci propone la serie in cui imparare la meditazione, noi ci siamo fatti meditabondi con uno che di pensiero se ne intende, anche se non è (ancora) un monaco buddista. Un overthinker, qualcuno dirà, uno che pensa e scrive moltissimo. Una persona di rara sensibilità, diciamo noi, nonostante sia un ingegnere (ma veramente è un ingegnere? O fa tutto parte dello storytelling?). 

Uno che tutto il mondo ci invidia, alla fine uno dei business thinkers della new wave più citati all over the world, uno che “parlo solo romano e inglese”, uno che vive in provincia, che va dal pizzicagnolo, uno che in un podcast in italiano non l’avete mai sentito prima, forse. 

Ineluttabilità, imprevedibilità. Solo assolutismi. Un episodio in doppia cifra, con ospite in tripla. Con Simone Cicero abbiamo spinto forte, con un’altra chiacchiera molto nietzschiana (e oltre) su come cerchiamo faticosamente di adattarci al nuovo mondo. Viviamo chiaramente in un nesso, tra il non più e il non ancora, tra tentativi di dare senso al mondo e immaginare prospettive di salvezza. Tra cosmologia e escatologia, per dirla alla buona.

E quindi l’abbiamo presa larga, molto: tra meditazione, forme alternative di educazione, allenamenti mentali e fisici, tra scuoline e dinamiche genitoriali, ci siamo addentrati nella selva oscura dell’adattamento al mondo, a questo mondo che ogni giorn di più ci sbatte in faccia la nostra inadeguatezza ma, nello stesso tempo, le risorse che nemmeno noi sappiamo di avere per farcela. 

“Se non pratichi, non trascendi”. Non abbiamo dato nessuna risposta alla grande domanda di come si impara e soprattutto come ci si sente quando non si sa ancora ciò che si sta per imparare, figuriamoci, però 2-3 suggestioni le abbiamo buttate lì. 

Jan 08, 202101:15:42
Extravergini Natale

Extravergini Natale

Extravergini è la rubrica di appunti di Vergini. Contenuti extra per tenere traccia di ciò di cui vorremmo parlare a fondo con un/a ospite, prima di aver deciso chi può essere. 

Natale in casa Vergini. Per festeggiare una ennesima prima volta, la prima volta del Natale a distanza. Un evento spiazzante: una Festa fatta essenzialmente di ritrovo, di ritorno alle radici, uno spartiacque che scandisce le stagioni, e che per la prima volta vivremo lontani. E allora abbiamo fatto una jam di chiacchiere con alcuni vergin-ers (grazie!): di cosa parliamo quando parliamo di natale. Con numerose parentesi aperte e quasi mai chiuse: il futuro dei negozi di vicinato, le ricette tipiche del Belpaese, il cenone, IO, il cashback di stato. Spaghetti col tonno, pearà, struffoli, orecchiette e cappelletti. Tutto sa di normalità nell’ora più buia. Tutto sembra mancare come l’aria, anche a chi non è mai fregato nulla e anzi il solo pensiero di questa coazione a ripetere lo mandava in tilt. 

E vabbè. Ha da passà  a’ nuttata. In una grande balotta tra Frascati, Bologna, Imola, Cento, la Val Nure, Il Lago di Garda, Lugo, la Valtellina. Con Simone Cicero, Antonella Gallino, Beppe Cataudo, Federico Gusmeroli, Marianna Zocca.

Dec 22, 202001:28:18
 Ep. 9 - Conoscenza e riconoscenza, con Simone Ravaioli

Ep. 9 - Conoscenza e riconoscenza, con Simone Ravaioli

Come si diventa ciò che si è? Domandone, vero. 

Prima di noi un paio di pensatori se lo sono chiesti. Nietzsche, ok. Poi qualche altra decina. E tutti avevano in comune il percorso accidentato di conoscenza in cui provavano a stare: un percorso di esplorazione in cui gli incontri innescano processi, un percorso completamente relazionale in cui diventiamo ciò che siamo (solo) grazie agli altri. 

Ognuno di noi prova ad accrescere il proprio bagaglio, tra rinforzi positivi o sonore mazzate, ben miscelate, con picchi e vallate, che ci accompagnano lungo la via. Ogni volta è la riconoscenza il primo atto che ci fa essere ciò che siamo. E che ci fa conoscere. 

Stavolta Vergini ha incontrato Simone Ravaioli, un mago in quella pratica indecifrabile e non codificabile che consiste nel trovare l’inatteso, nell’imbattersi ‘per caso’ con ciò che (non) stavi cercando, scoprendo che in realtà era proprio ciò che hai trovato era proprio lì per te. 

Duchamp progettava opere concettuali per tentare di ridurre la volontarietà della scoperta, provando a creare opere apparentemente casuali che rappresentassero ‘appuntamenti con il contrario della sorpresa’. Simone fa un po’ così: il suo comfort è il discomfort più estremo per molti, con un lucidità invidiabile, soprattutto considerata la sana vena di follia romagnola con cui è  condita. 

Dalle sperimentazioni per gastropellegrini, alla incredibile avventura con Airbnb, a come accoglie le persone a casa sua, a come si trova a capo dello sviluppo del business di un’azienda australiana fighissima che fa una cosa (le micro credentials) avanti anni luce rispetto ai nostri standard da Paese in declino.

https://www.postrivoro.it/

https://www.finedininglovers.it/eventi/gastropilgrims-san-francisco

Dec 12, 202001:06:41
Ep. 8 - Giustizia come vocazione, con Cathy La Torre

Ep. 8 - Giustizia come vocazione, con Cathy La Torre

Una vita tutta spesa perché gli altri possano averne una. Tutti. Ognuno nella sua identità, anche - soprattutto - quando l’identità è difficile da definire, quando una qualsiasi delle infinite forme di ingiustizia impedisce di essere come si vuole, con chi si vuole, dove si vuole. 

Vergini incontra una vergine. Nata il 31 agosto in Sicilia, fa l’avvocato delle cause vinte. Di quelle vicende giudiziarie che non interessano a nessuno perché in gioco non ci sono soldi, proprietà, ma identità. Fluida in tutto, attivista dell’intersezionalità (abbiamo imparato una parola nuova, lo ammetto), in fissa da sempre con i diritti, Cathy La Torre a quarant’anni e qualche mese è già un simbolo delle lotte civili. 

Co-fondatrice di GayLex e Wild Side – Human First, rete di avvocati e attivisti per la tutela dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, trans, crede in un’idea trasformativa, dinamica del diritto e delle leggi, come strumenti che sostengono e abilitano il cambiamento della società. E crede che ‘chi regala ore vive in eterno’, come le scrisse Alda Merini nella sua casa milanese. 

Per questo è cintura nera di assistenza legale pro bono, alla faccia di quelli che ‘non ne vale la pena’, ‘è una causa persa’. Come tutte le vergini ha pochi problemi di cuore, molti di più di intestino. Ah, e non tollera il disordine, a meno che non sia il suo.

Dec 04, 202001:02:25
Ep. 7 - Ingegneria digestionale, con Riccardo Astolfi
Nov 17, 202001:01:31
 Ep. 6 - L'arte di scegliere, con Jacopo Romei
Nov 05, 202001:07:49
 Extravergini Morti
Oct 17, 202033:50
Ep. 5 - Smallness is sexy, con Giacomo Beccari
Oct 13, 202001:04:27
Extravergini Colazioni

Extravergini Colazioni

Extravergini è la rubrica di appunti di Vergini. Contenuti extra per tenere traccia di ciò di cui vorremmo parlare a fondo con un/a ospite, prima di aver deciso chi può essere. 

Rompere il digiuno, colazioni, manie alimentari varie. Viene spontaneo chiedersi: ora va ancora di moda parlare di cibo? Sì, ma in un altro modo rispetto a qualche tempo fa. 

Cinque anni fa ci fu l’EXPO e si parlava di cibo solo in chiave di apporti nutrizionali, di alternative proteiche, oltreché di impatti socio-ambientali. E in effetti in questi anni dovunque io sia andato ho sempre cercato di restare fedele alla regola aurea della Colazione Proteica. Ricordo ottime eggs benedict da Paul, e uova sode nel Pollino. E un epico full english breakfast al Market. Ovunque. 

Comunque sia, che siate o meno ‘ortoressici’ (patologicamente ossessionati dall’alimentazione ‘salutare’), questo Extravergini è per voi. Parliamo di noi, e di conseguenza di voi (siamo o non siamo rappresentativi?). 

Di quella volta che iniziammo a interessarci alla turbo colazione, e di quell’altra in cui provammo ad andare in palestra. Ogni volta il punto è sempre lo stesso: si tratta di tentativi di avviare processi di cambiamento di se stessi, di adattamento del nostro corpo e del nostro spirito al mondo. Di rendere se stessi ‘fit’ all’ambiente, corrispondergli e fonder-ci-si. 

Che si tratti di sollevare ghisa, affinare la mira nella fossa, imparare a tenere viva la pasta madre, alla fine ogni cosa che impariamo è un atto con cui proviamo a plasmare noi stessi in funzione di ciò che dobbiamo fare.

Oct 10, 202017:02
Ep. 4 - La padella e il manico, con Matteo Bortolini

Ep. 4 - La padella e il manico, con Matteo Bortolini

Fare l’amore col proprio lavoro ti fa perdere la cognizione del tempo, dello spazio, del dolore. Immergersi nel pensiero e nella ricerca, fondersi con la pagina andando a caccia di tracce di senso sepolte negli archivi e nelle biblioteche, è uno sport per cui serve una vocazione. Puoi allenarla, ma ci devi nascere, con una buona dose di incoscienza.
Prendi Maradona: quando si fa mezzo campo annichilendo tutti e andando in rete mica lo sapeva come ci stava riuscendo. Il gol del secolo arriva così, per quella magia inspiegabile fatta di talento e impastata con la fortuna (sempre che esista).
Con Matteo Bortolini, intellettuale molto poco organico, ci siamo spinti fin qui, in una ballata rock epistemologica tra metodi su come trattenere tutto organizzando archivi di conoscenza, allenamenti di sguardi ed epifanie improvvise, in cui l’elemento cognitivo è al centro di un’esperienza - la ricerca - che è totalizzante, faticosa, snervante. E che alla fine è poi ciò che facciamo tutti, chi più chi meno, chi con più metodo e chi con meno.
Tutti ricerchiamo soprattutto per trovare noi stessi, per costruirci come persone e per costruire la nostra idea di mondo quasi sempre sbagliata, fuori tempo massimo, che tanto poi si va sempre per tentativi. E ogni fallimento è un’occasione per tornare a studiare.
Oct 06, 202001:17:03
Ep. 3 - L’unica gioia, con Martina Liverani

Ep. 3 - L’unica gioia, con Martina Liverani

L’incoscienza di cominciare sempre, senza essere mai preparati per farlo. Ok, il meglio è nemico del bene, ma il brutto è molto più nemico del bello e non c’è modo di farsene una ragione.

Martina Liverani nel 2013 comincia un’avventura chiamata Dispensa, una ‘rivista di carta’ che rapidamente è diventata un punto di riferimento nell’editoria non tanto e non solo ‘di settore’, piuttosto un benchmark su come si racconta e come lo si impacchetta in un prodotto senza tempo, di grande eleganza eppure accessibile, semplice e puro. Semplicemente bello. E la bellezza, si sa, è un dovere.

Con una testa gastronomica da sempre, da quando scorrazzava tra i coloniali della nonna in Romagna, con Martina abbiamo parlato di camminate, di cani, di scrittura e atto creativo (non perdetevi la chiacchiera sul punto, che Duchamp lèvati).

Non abbiamo parlato di Bottura e neanche di Niko Romito, nemmeno di René Redzepi, insomma di nulla di tutto ciò di cui verrebbe spontaneo parlare con lei, che li frequenta tutti abitualmente.

Un’ora solo su come se sei nato con la malattia del cominciare (si chiamerà arcofilia?) non puoi fare altrimenti se non produrre idee e concept seriali, provando - di quando in quando, se capita quello ‘più migliore’ degli altri - a farne il tuo mestiere.

Perché «L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante» (Cesare Pavese).

Segui Martina sul web:
Sep 29, 202058:29
Ep. 2 - The burn you need, con Irene Ferri

Ep. 2 - The burn you need, con Irene Ferri

Cosa succede quando stiamo iniziando a imparare?

Dovremmo concentrarci sul presente, senza bruciarlo pensando al futuro. Dovremmo frizzare l’attimo.

Con chi potevamo proseguire la conversazione, se non con una fotografa, che lo fa di mestiere? E che, oltretutto, è un vulcano di idee i cui corsi vanno sold out in poche ore? Cambio di prospettiva, ricerca dell’inatteso, per farlo arrivare agli occhi e alla testa di chi guarda. Un viaggio tra serendipity e intuizione, dove la perdita di verginità passa per lo stabilire una relazione quasi carnale con i luoghi.

Luoghi che direbbero anonimi, al di là del bene, del male, del bello, del pittoresco. Luoghi sottratti allo storytelling in cui, proprio per questo, le storie sgorgano incontrollate se osservate dall’occhio capace di vederle. O, al contrario, luoghi di enorme tensione creativa come il Burning Man, esperienza mistica nel deserto del Nevada che ci entri vergine e ne esci trasfigurato.

Ne abbiamo chiacchierato con Irene Ferri, fotografa mezza appenninica e mezza losangelina, che se fosse per lei a colazione si farebbe di erbazzone tagliandolo con un pumpkin spice latte di Starbucks.

Esplosa su Instagram negli ultimi mesi, ha passato l’estate in giro per l’Italia per mappare il Belpaese più nascosto, più vero, più del cuore, dando fondo a un immaginario che si nutre tanto di David Lynch quanto di Martin Parr, per dare vita a uno stile inconfondibile e irresistibile.

Segui Irene sul web:

Abbiamo parlato, tra l’altro, di:

Sep 22, 202001:01:49
Ep. 1 - Fatti di dati, con Donata Columbro
Sep 15, 202001:22:51
Ep. 0 - Nati imp(rep)arati

Ep. 0 - Nati imp(rep)arati

Un inizio col botto. In questo episodio dopamina mescalina endorfina, tutto naturale tutto biologico. Partire senza averlo deciso, con una registrazione a tradimento che sembra recitata con uno script sotto. No, non è vero. Comunque. 

Vergini è un meta podcast sull'imparare a fare le cose, non bene, anche perché il bene è nemico del meglio, e questo è il trailer on steroids che preannuncia gli sfracelli che faremo durante l'imminente lockdown.

Sep 04, 202017:16